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“Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del paese, che vanno però tutelate” parole e musica di Giovanni Toti, governatore della Liguria.
Credo che queste parole non debbano essere solamente fonte di indignazione. Queste esternazioni devono essere studiate, perché sono la perfetta sintesi del nostro presente, del nostro sistema, la legge del capitale, dove chi è produttivo merita di essere salvato, mentre chi non lo è può essere sacrificabile: una specie di rupe di Sparta da cui gettare i pesi morti.
Il virus, non è affatto democratico, così come gran parte delle malattie, una infima percentuale di ‘paraculati’ al secondo colpo di tosse viene monitorato, testato, ricoverato e curato con i metodi più moderni, la cure sperimentali, i nosocomi migliori, solo perché possono permetterseli. Miliardari che ogni due giorni sono tamponati, controllati e verificati. Gli esempi si sprecano, dalle multinazionali in pantaloncini corti della serie A, dal Cavaliere mentore del governatore (che è pure ottuagenario, ma indispensabile), a Mr. Billionaire.
Tutti gli altri si ammalano, attendono, chiamano, aspettano, rimangono a casa, poi, quando si aggravano, dopo giorni possono iniziare il loro fottuto protocollo. Un sistema marcio dalle fondamenta. Gli anziani, gli immunodepressi, gli ammalati, possono essere gettati dalla rupe, con un po’ di dispiacere, ma meglio loro di noi. Così ragiona il governatore, così ragionano in molti, così è il sistema.
Una singola ora di vita, un singolo respiro, sono un valore inestimabile, ritenere gli anziani fonte di memoria, cibo contro l’ignoranza della storia, ricordo, favole ed esperienza non indispensabili è una delle più grosse merdate che sia stata partorita dalle menti semplici del nostro ceto dirigente.
Un sistema basato sulla competitività, sulla meritocrazia, sulla forza, sul vigore, sui soldi a discapito di tutto, è quanto di peggio il genere umano abbia mai potuto concepire. Questo è il sistema vincente, questo a detta di molti è la vittoria della storia, questo è quella merda che già da un paio di secoli viene denominato capitalismo.

Non credo in un lapsus o un refuso o in una mancata comprensione del testo scritto. Il governatore voleva dire altro, ma intanto ha scritto quello che aveva in testa e che molti pensano. La dittatura sanitaria, il cattivo governo che ci affama, noi vogliamo la libertà di non proteggerci, perché non ce n’è covid, oppure se c’è colpisce solo gli altri, i vecchi, gli ammalati.
A parte che non è così, i dati, i freddi numeri dicono altro, ma nel sistema che si basa sui tre pilastri del “produci, consuma e crepa” aleggia una sorta di eugenetica latente.

Non tutte le vite sono uguali, non tutti hanno la stessa dignità di esseri umani, la privatizzazione di tutto, spesso ci ha privato di tutto
La sanità pubblica, fortuna nostra che esiste ancora, è anch’essa stata aggredita dal privato, le Aziende Sanitarie Locali, che in questi tempi di pandemia stanno facendo i miracoli, grazie soprattutto alle persone che vi lavorano, sono state non a caso, trasformate in aziende. La sanità, come la scuola non può avere scopo di lucro.
Finanziare con soldi pubblici la sanità privata è ancora mille volte peggio, allo stesso modo dei finanziamenti pubblici alle scuole private. I governi di Centro Destra e Centro Sinistra che si sono susseguiti negli ultimi trent’anni hanno fatto questo.

Produttività, profitto, target, budget, sono il motivo per cui la nostra società ci chiede di correre, come fossimo leoni o gazzelle indifferentemente. Così, quando il leone perde i denti, la gazzella si azzoppa o entrambi cominciano a sentire il peso degli anni nella savana, diveniamo carne sacrificabile sull’altare della ricchezza altrui.
La competitività, la ricerca di una vita performante, la meritocrazia, obiettivi che ci sono imposti dagli altri. Una vita, la nostra, gestita  dall’esterno, tutti petto in fuori, tutti con un ego alla Rocco. Ma è tollerato dal sistema chi invece non ha queste caratteristiche? E’ possibile essere pesci rossi in un acquario di squali? E’ possibile essere deboli o fragili, senza doverne rendere conto al format che ci viene imposto?

Deve per forza esistere qualcosa di meglio, io credo che le persone siano tutte indispensabili, anzi no, chi ritiene il contrario non lo è.

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Cristiano Mazzoni

Cristiano Mazzoni è nato in una borgata di Ferrara, nell’autunno caldo del 1969. Ha scritto qualche libro ma non è scrittore, compone parole in colonna ma non è poeta, collabora con alcune testate ma non è giornalista. E’ impiegato metalmeccanico e tifoso della Spal.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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