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I libri per bambini mi piacciono da sempre. Ora che sono grande ancora di più. Se sono illustrati poi la tentazione è irresistibile… la mia libreria ormai ha uno spazio tutto suo, dedicato a racconti e ad albi illustrati colorati.

Sono tantissimi i volumetti che insegnano ai bimbi a scoprire a Natura, nella sua bellezza e nel suo mistero, nei suoi profumi e colori. Nel suo pieno rispetto. Amandola fin da piccini, prendendosene cura, capendola. Eccone alcuni. I primi dieci di una serie, direi.

Lorenzo Clerici, Tutino e l’albero, Minibombo, 2014Tutino è un piccolo esploratore che ama divertirsi all’aria aperta, giocando con un albero, tra rami e foglie, ma non esce mai di casa senza indossare una buffa tuta da animaletto. Ogni giorno si traveste in maniera diversa. Il costume da lupo è quello che ci vuole per arrampicarsi su un albero e giocare tra le foglie… per giocare tra i rami ci vogliono però alcune accortezze: fare attenzione a non spezzarli, non saltare troppo in alto e non arrampicarsi mai sui pini. Per travestirsi poi bisogna cercare in casa quanto serve! Non basta che attrezzarsi e provare ad essere l’animaletto prescelto.

John Yeoman, Quentin Blake, Il picnic acquatico dell’orso, Camelozampa, 2013

Libro apparso per la prima volta in Gran Bretagna nel 1969, un piccolo capolavoro. Qui l’orso ha organizzato, per il suo compleanno, un picnic sul lago per i suoi amici più cari, maiale, riccio, gallina e scoiattolo. La zattera porterà tutti a destinazione. Splende il sole, tutto procede a meraviglia, ma il “cra cra” rumoroso delle rane, che arriva da dietro le ninfee, li infastidisce. Anche le rane vorrebbero partecipare al picnic, ma l’orso e i suoi amici non gradiscono il fracasso e si allontanano verso un posto più tranquillo. Sfortuna vuole però che la loro zattera resti incagliata… E solo le rane li potrebbero aiutare! Le nuova amiche.

Marta Bassotti, Il mio piccolo orto biologico, 2016, Kite Edizioni

Insegnare ai bambini come realizzare un orto biologico: bastano un pezzetto di terra in un giardino, un po’ di pazienza e alcuni gesti essenziali. Questa piccola guida aiuta a fare i primi passi da giardiniere, dalla preparazione del compost alla semina passando per la disposizione nel giardino delle sementi. Si può imparare ad osservare un elemento molto importante per la buona crescita delle piante: la luna! E al momento giusto, pazienza e le attenzioni saranno ricompensate dalla gioia di sgranocchiare piccole e deliziose verdure!

Peter Carnavas, L’ultimo albero in città, Valentina Edizioni, 2011

Il piccolo Edoardo ci insegna la ricetta per salvare la Terra e colorare le città: piantare alberi! Edoardo gira per i quartieri della città in sella al suo triciclo, portando in giro il suo spicchio di verde personale e seminando la speranza di un mondo più bello e pulito. Poi la natura è contagiosa: se sei alla fermata dell’autobus e ti viene incontro un albero su tre ruote, non puoi fare a meno di sorridere e trasformarti in un guerrilla gardener. Allora tutti cominceranno a piantare alberi ovunque… Mentre i Grandi discutono, i Piccoli salvano il mondo.

Eliza Saroma-Stepniewska, Piccola guida per Ecoschiappe, Sinnos, 2015

Se avete problemi con la differenziata, lasciate aperto il rubinetto mentre vi lavate i denti, preferita la vasca alla doccia, vi spostate sempre in auto e accendete molte luci, allora siete delle Ecoschiappe. Questo libriccino simpatico stigmatizza i nostri ecopeccati, ma ci assolve con una fragorosa risata. Non si diventerò magari degli eco-eroi, ma il divertimento è assicurato, nello sfogliare, con i bimbi, questo eco-galateo della vita moderna.

Franca Cicirelli, Camilla e il mondo dei giardini, La Meridiana, 2010

A casa di Camilla nascono 2 pulcini, Budino e Uovosbattuto che, appena nato, ruba la rosa posata sui capelli di Camilla e fugge via. Ma dove? Il pulcino impazzisce per gli odori e i colori di piante e fiori e quindi vola di giardino in giardino. Passa dal romantico allo zen, al reale e al mediterraneo. Si scoprono allora le caratteristiche dei diversi giardini, in una sorta di una caccia al tesoro che coinvolge tutti i sensi. Un racconto per sviluppare un sentimento di responsabilità e amore verso la natura.

Maria Romana Teramo e Laura Proietti, Nonno Albero, Glifo edizioni, 2017

Nonno albero è scritto dalla palermitana Maria Romana Tetamo, classe 1983, e illustrato da Laura Proietti, classe 1994, anch’essa palermitana, diplomatasi alla Scuola del Fumetto di Palermo. Per entrambe si tratta del primo libro, esperimento ben riuscito.

Eccoci allora di fronte al piccolo Paride, che ha sempre abitato in città, in viaggio alla scoperta di un mondo nuovo, la prima volta che va in campagna a trovare la nonna. È talmente felice che la mattina si sveglia presto per correre a esplorare quel grande giardino che la nonna cura con amore e dedizione. La difficoltà ad alzarsi dal letto che solitamente contraddistingue i bambini qui non ha alcuno spazio.

In questo luogo tranquillo ci si accorge subito che i colori del cielo sono più luminosi di quelli della città e che anche l’aria ha un odore diverso. La natura è piena di colori e odori, piante, alberi e animali. C’è una vasca con grandi pesci abitata dalle galleggianti ninfee, si vedono le api e le formiche che in fila trotterellano verso il bordo del giardino, un grande albero che abbraccia Paride con i suoi forti rami e che conosce il suo nome.

Paride si ritrova presto immerso nell’orto della nonna, un luogo magico mai visto prima.  Qui impara che le carote non hanno la forma di un dischetto arancione, che sono fonte di vitamina A, che le patate non sono bastoncini fritti, e che gli alberi… gli alberi non parlano! Almeno in un giardino normale… ma quello della nonna riserva tante sorprese.

Spinto da una grande curiosità, Paride percorre un lungo sentiero fino a un’incredibile scoperta che gli farà amare per sempre la campagna. C’è un grande signor albero alla fine, chi mai sarà? Di chi incarnerà lo spirito che protegge casa e giardino?

Un pizzico di magia che vi invito a scoprire, un finale tenero, ingrediente essenziale per incuriosire e svelare gli intimi segreti della vita. Con grande delicatezza.

Marianne Dubuc, Le case gli animali, Orecchio acerbo, 2015

Vi è sempre piaciuto aspettare la posta, perché scrivere una lettera è regalare tempo? Siete mai stati invitati a casa da un coccodrillo? Avete mai visto quella di uno scoiattolo? Seguendo Topo Postino (il Facteur Souris originale) che consegna i suoi pacchi potrete visitare le buffe dimore di tanti animali! La storia segue il giro quotidiano di consegne del nostro topino postino che alle 9 in punto, il lunedì mattina, prende il suo piccolo carretto della posta e incomincia il suo lavoro. Il lunedì in questione si preannuncia molto impegnativo: il carretto è stracolmo di pacchetti, cestini, buste… La strada grigia che solca il prato lo guida alla sua prima tappa, fino al “signor Orso che aspetta una lettera della zia Paulette”, ai coniglietti, al signor Serpente, alla signora Talpa e al signor Verme.

Marianne Dubuc disegna i singoli fili d’erba e tratteggia le nervature degli alberi, un’artista che nasconde di tutto dietro ai cespugli e sotto ai letti e che ha una spiccata vocazione decorativa, che ama minuziosamente le tendine e le giostrine che si appendono sopra le culle, che usa righe, pallini e quadretti dappertutto, ma anche cuori e cappucci di lana…

Ci sono mille dettagli da scoprire in queste case tutte diverse e molto, molto personali. E alla fine del giro, l’ultimo pacchetto… per chi mai sarà?

Marc Martin, Una foresta, Salani editore, 2017

Marc Martin è un illustratore e graphic designer australiano e lavora con acquerelli, evidenziatori, trame tessili scannerizzate e computer grafica. Trae ispirazione da ciò che lo circonda: la natura, gli animali e la città in cui vive. La foresta è il suo primo libro illustrato e inizia con “c’era una volta una foresta”: il racconto di una foresta che viene distrutta dagli uomini avidi per fare posto a una città tentacolare e afosa. La mancanza di alberi renderà l’aria irrespirabile e pesante e finirà per distruggere la città con una tempesta. Al posto della città crescerà … una nuova foresta.

Un racconto commovente e senza tempo, una storia di rigenerazione e rinascita, di quelle belle e che servono davvero tanto.

Anna Walker, Florette, Clarion books, 2018 (in inglese)

Quando la famiglia di Mae trasloca in una nuova e accogliente casa, la piccola desidera portare con sé il proprio giardino. Le mancherebbero troppo gli alberi di melo fioriti, l’arrampicarsi su di essi, l’andare a caccia di farfalle nell’erba folta e verde. Ma non c’è spazio o una stanza per un giardino in città. Oppure c’è? La storia di Mae illustrata dall’australiana Anna Walker con acquerelli più degni di un grande artista – ispirata a una foresta scoperta da Anna da una finestra parigina durante una vacanza con la famiglia – è una pura celebrazione dell’amicizia, dell’adattamento ai cambiamenti e della magia del mondo naturale. Provare (leggere) per credere.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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