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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


 

Passata è la tempesta. Odo augelli far festa? So che a pensare male spesso ci si prende e allora… Possibile che dopo l’incendio del Castello all’improvviso venga tolta la luce per ben quattro volte di seguito? E il giorno di Capodanno. C’entra l’Enel? C’entra qualcosa che a noi poveri mortali ovvero cittadini sfugge?

So solo che, saltando la luce ripetutamente, vanno in tilt il telefono fisso e i due cordless e la tv. E, orrore degli orrori, il boiler dell’acqua calda. E per fortuna ho amici gentili che mi hanno aiutato e che mi hanno permesso, dopo corse affannose sui rari taxi che stazionavano in piazza, a gestire in modo positivo il tutto.

Ma se fosse stata una ‘normale défaillance’ del servizio pubblico, avvertire costava tanto?

Non a caso ‘Frara’ sta diventando la città dei misteri e talvolta dell’horror.

Le assurdità non finiscono qui. Leggo con stupore che i due protagonisti ormai vecchi di un brutto film Giulietta e Romeo del sopravvalutato regista Franco Zeffirelli si sono rivolti agli avvocati per ottenere un risarcimento milionario dalla casa di produzione del film essendo all’epoca minorenni.

Ah! Ah! Ah! Figuriamoci quale trauma avrebbe provocato la vista sfuggente di un sedere o di una tetta anche se allora l’ipocrisia era una delle forme – peggio di oggi – dell’espressione artistica. Zeffirelli non ha mai raggiunto la grandezza poetica espressa nei nudi di Pasolini o Visconti che esprimevano arte. Nel primo era questione di business come del resto era la richiesta fatta ai due minorenni.

Come scrive il saggio Michele Serra su La Repubblica del 5 gennaio 2023 : «La nudità non è una malattia, non è un affronto: come è possibile che due anziani signori, si suppone di buona cultura, siano ancora offesi perché per esigenze cinematografiche, nonché per contratto, hanno dovuto levarsi gli slip negli anni in cui Mary Quant tagliava le gonne e l’intero Occidente cominciava a svestirsi?»

E oggi quando scrivo si celebra il giorno della Befana da sempre sognata con la calza appesa portatrice di doni e di carboni. Altro che Halloween e ‘dolcetto o scherzetto’! Era una figura mitologica alla stessa stregua delle figure del mito. Ora spazzatura consumistica con la sua scopa, il nasone e il camino, che difficilmente si trova nelle case.

Conduco letture lente e non esaltanti tuttavia oggi il nipote porta allo zio, un tempo dantista, il primo volume della Divina commedia (Hachette editore) spiegata e illustrata per i bambini. Delizioso. Continuerò a comprarlo nelle altre edizioni.

Resta da recarsi a tavola. E allora via ai ‘caplit’ in brodo, al lesso e ai dolci. Buon appetito! Anche alla Befana.

Per leggere tutti gli altri interventi di Gianni Venturi clicca  [Qui]

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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