Dalla malattia al movimento: viaggiare in bicicletta per gestire l’artrite reumatoide
Dalla malattia al movimento: viaggiare in bicicletta per gestire l’artrite reumatoide
“Possedere una bicicletta e lasciarla languire in cantina è come avere una lampada di Aladino e non pensare mai a strofinarla. Invece il genio benefico che si impossessa di voi al primo giro di ruota ha più di un desiderio sotto il pedale”
(Didier Tronchet – Piccolo trattato di ciclosofia – Ed: Net).
Languivo nel vedere “La Bianchina”, appoggiata al muro, dentro casa, immobile da troppo tempo. (non posseggo una cantina).
L’OK del reumatologo per poter ripartire con l’attività fisica si è fatto attendere un anno
e ci sono voluti quasi altri 12 mesi per rimontare in sella e dare più di un giro di ruota.

Questo tempo mi è servito per sciogliere: articolazioni, tendini, paure e ricostruire: muscoli, postura, sicurezza nel mio “nuovo” corpo.
L’artrite reumatoide è una patologia cronica, la posso contenere ma non se ne guarisce.
Ho vissuto e alle volte vivo tutt’ora questo come un lutto, la Chiara di prima, con un fisico prestante, una memoria ferrea ed energia da vendere, non c’è più.
Sconosciuta a me stessa e irriconoscibile, procedo per questa nuova strada priva di indicazioni. Guadagno nel tempo funzionalità, forza, desideri che la malattia aveva arrestato, riprendo a frequentare luoghi, persone, spazi che l’immobilità aveva ridotto drasticamente. Conquisto tornanti di vita, costantemente in salita, gradualmente il panorama attorno a me si apre sempre più, scorgo nuovi orizzonti e quelli già conosciuti li vedo con altri occhi.
Imparo, mi scopro, ritorno a me seppur diversa.
Alleata fondamentale in questo percorso di ri-ciclizzazione, oltre alla terapia farmacologica, è l’atleta di Ironman, personal trainer: Pamela Mancini, classe da vendere, temperamento leonino, pazienza sconfinata e tanta esperienza personale, ahimè, con l’artrite psoriasica. Pamela ha messo a punto su sé stessa un protocollo di allenamento che concilia artrite e sport di alta intensità.
Grazie a questo protocollo e alla sua vicinanza che mi sono ripensata su lunghe distanze con la Bianchina in assetto da cicloturismo. Per gratitudine nei suoi confronti e per mettermi alla prova, ho desiderato di arrivare da lei in bicicletta. 261 chilometri…km più, km meno.
Da questo desiderio è nato poi il progetto “Fermati quando devi, riparti quando puoi”
un concentrato di sfaccettature del mio essere e del processo a tappe dall’iniziale stato di malata a sopravvissuta e attualmente a: “ho forse ancora qualcosa da dire e pedalare”.
Le patologie reumatiche colpiscono circa 5 milioni di persone (quasi il 10% della popolazione), sono malattie molto invalidanti che rendono la vita difficile. Non tutti rimontano in sella.
Il mio viaggio è patrocinato dalle due associazioni nazionali APMARR e ANMAR, che pedalano da decenni per garantire diritti, vicinanza e cultura. Ho scoperto che le patologie reumatiche colpiscono anche i bambini, alcune di esse sono meno gravi, altre potenzialmente mortali. Ingiusto e feroce quanto il morir in una gara ciclistica, o forse più…
Così da giugno sarà attiva una raccolta fondi per coprire: le spese di viaggio; una pubblicazione a posteriori e promuovere proprio progetti a favore di bambini con patologie reumatiche e sport.
Viaggio in solitaria e ritengo che la malattia, il dolore, il lutto per parti di sé e della propria vita perse, siano esperienze personali e uniche, difficilmente condivisibili eventualmente raccontabili, ma non mi sento mai sola, forse in fondo in fondo abbiamo desideri condivisi più di quanto immaginiamo.
In copertina: primo piano della “Bianchina” al passo del Cornello.
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Chiara Buiarelli
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
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