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DA FERRARA A NORIMBERGA, PER UN PONTE FATTO AD ARTE

DA FERRARA A NORIMBERGA, PER UN PONTE FATTO AD ARTE

Chi ha avuto occasione di leggere su Periscopio, nella rubrica dal magnifico titolo Suole di vento, qualche mio reportage, sa che in genere mi faccio affiancare da testi letterari nella descrizione degli itinerari alla scoperta delle città.

Anche in vista del viaggetto a Norimberga ho cercato… e ho trovato soltanto Viaggio a Norimberga di Hermann Hesse, apparso per la prima volta nel 1927. Certo, non è quello che cercavo, giacché non è una storia ambientata nelle strade della città, però alcuni spunti me li ha offerti ugualmente.

Principalmente il riferimento all’occasione del viaggio: nel mio caso, una mostra di opere che sarebbe stata inaugurata in una prestigiosa galleria d’arte, nel caso di Hesse, una serie di pubbliche letture in varie città (Ulm, Augusta, Norimberga), a cui lo scrittore decide di aggiungere altre tappe che diano un senso al lungo (due mesi) viaggio dal Canton Ticino a Blaubeuren, la meta conclusiva prima del rientro.

«Norimberga si conciliava a meraviglia con il mio viaggio. – scrive – Era il completamento ideale di Ulm e Augusta, di cui difficilmente poteva fare a meno un colto visitatore di cittàNon nascondo che mi ha attratto particolarmente l’idea di poter attribuire anche a me questa definizione…

Purtroppo, circa novanta pagine dopo, soprattutto perché paragonata alla magnifica Augusta, «Norimberga – scrive Hesse – si rivelò per me una grossa delusione…in cuor mio mi ero aspettato meraviglie di ogni sorta in quella città gotica, avevo sperato di imbattermi nello spirito di E.T.A Hoffman e di Wackenroder, ma non accadde nulla di tutto ciò.

La città mi fece un’impressione orribile, della qual cosa naturalmente non fu la città ad avere colpa. La colpa era tutta mia. Vidi una città antica veramente incantevole, vidi St. Lorenz e St. Sebald, vidi il Municipio e il suo cortile, con la fontana di ineffabile grazia.

 

St. Lorenz Norimberga

Vidi tutto ciò, e tutto era assai bello, ma stretto d’assedio dai fabbricati di una grande città commerciale, fredda, squallida, assordata dallo scoppiettio dei motori, avvolta nelle spire delle automobili, tutto tremava leggermente al ritmo di un tempo diverso, un tempo incapace di costruire volte a costoloni e di ambientare fontane incantevoli come fiori in silenziosi cortili, tutto sembrava sul punto di rovinare l’attimo seguente, giacché non aveva uno scopo, un’anima….»

La lunga citazione mi permette di fare, circa duecento anni dopo, un confronto piuttosto interessante: nelle passeggiate entro le mura e per le strade del centro storico, l’impressione comune, scambiata tra i componenti del gruppo di visitatori, è stata di ammirazione per la vastità dell’area pedonale, che ci ha permesso di scoprire la bellezza dei medesimi monumenti citati da Hesse (molti dei quali ricostruiti dopo le distruzioni operate dai bombardamenti  che nella seconda guerra mondiale hanno punito la ‘città del nazismo’) e edifici moderni, ben più avveniristici di quelli odiati da Hesse, ma perfettamente inseriti nel tessuto urbano pedonale. Il tutto senza gli odiosi ed assordanti rumori del traffico delle macchine che tanto avevano disturbato lo scrittore.

E ora è arrivato il momento di inquadrare questa visita nell’evento che ha fornito l’occasione di incontrare la città. E ci arrivo partendo da un punto di vista particolare. In letteratura mi ha sempre colpito un elemento: il topos letterario (dal greco τόπος, luogo), che raffigura un motivo, un tema, una situazione o uno schema narrativo ricorrente, luogo metaforico o schema predefinito, ma anche, spesso, un luogo fisico, determinante, a volte, nella vicenda narrata (la locanda, l’osteria, la foresta…).

Ecco, in questo breve soggiorno a Norimberga, due τόποι hanno segnato i percorsi: der Kreis (il Cerchio) e die Brücke (il Ponte). La Kreis Galerie è lo spazio espositivo a cui afferisce l’omonimo gruppo di artisti (un cerchio, appunto, formato rigorosamente e unicamente da 30 soggetti) operanti dal 1949 nella città tedesca.

Locandina della mostra

Qui è allestita la mostra collettiva di artisti italiani presentati dalla Galleria del Carbone di Ferrara e tedeschi, per effetto del Ponte nato circa venti anni fa, come ha raccontato nella inaugurazione la mattina del 10 agosto l’artista Christoph Gerling.

«Il ponte con Ferrara – ha detto – è nato ancora prima della vera e propria collaborazione tra gallerie d’arte. Ero in Sardegna con un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Norimberga per visitare una Accademia italiana e il pittore ferrarese Giorgio Cattani mi invitò nella sua città. Nel 2008 ha inizio la frequentazione, molto proficua, con la Galleria del Carbone, concretizzata in alcuni fondamentali momenti espositivi a Ferrara, a Hersbruck e a Norimberga. In particolare questa mostra, che alla Kreis Galerie rimarrà sino al 7 settembre, si sposterà a gennaio appunto a Hersbruck, così che il Ponte sarà realizzato compiutamente.»

Dopo il saluto agli organizzatori, agli artisti e a tutti i presenti da parte della presidente della Kreis Galerie, Beate Babersk, Paolo Volta ha sottolineato il particolare significativo del 2000, sia come anno di collocazione della Kreis in questo luogo significativo, che della nascita della Galleria del Carbone a Ferrara.

Facciata della Kreis Galerie – Norimberga
Un angolo della mostra
Inaugurazione. B. Baberske, C. Gerling e P. Volta

Ha poi aggiunto: «è una relazione che dal 2008 si costruisce e rafforza di anno in anno, grazie agli incontri e agli scambi che consentono di sommare ogni volta dei mattoni di conoscenza e di esperienza che mescolati fra di loro creano un’opera unica

Ho poi voluto intervistare la Presidente sulle caratteristiche della Kreis Galerie, che mi è apparsa, nelle sue parole, come una realtà culturale ed espositiva molto vivace e ricca di attività in collaborazione con altri Paesi, Europei e non, a creare una rete che mette in evidenza anche l’importanza della collocazione, in un punto strategico della Via dei Diritti.

La Via dei Diritti – Norimberga

La Galleria, infatti, si trova: quasi di fronte al Germaniches Nationalmuseum in un angolo della Via dei Diritti Umani progettata nel 1988 dall’artista israeliano Dani Karavan e inaugurata il 24 ottobre 1993. Una installazione dedicata alla Dichiarazione Universale ONU dei Diritti dell’Uomo del 1948 e costituita da 30 elementi come il numero degli articoli della Dichiarazione: 27 colonne, due lastre nel terreno e una quercia colonnare, distanziati regolarmente a 5 metri lungo un asse.

In ogni elemento è inciso un articolo della Dichiarazione, prima in lingua tedesca e in seguito in un’altra lingua per evidenziare l’universalità dei diritti umani. Alle estremità della via da una parte vi è un suggestivo portale in marmo che indica l’inizio della camminata, e dall’altra vi sono le mura medievali della città, sopravvissute ai bombardamenti.

La mostra raccoglie quadri, disegni, sculture, installazioni, opere di grafica in un percorso che si articola nei tre livelli dell’edificio, lungo le pareti e ai lati della scala che conduce al soppalco, con una stretta, affascinante scala a chiocciola che porta al livello inferiore ed è un bel viaggio per gli occhi e la mente quello che è dato compiere tra questi spazi.

Il gemellaggio artistico ha avuto anche un gradevolissimo risvolto conviviale la sera del 9 agosto, quando, su iniziativa di Christoph Gerling e Barbara Henning, siamo stati accolti splendidamente dalla Comunità di Deckersberg, a pochi chilometri da Norimberga, con ottima birra e squisiti manicaretti della cucina tipica e simpatia ed allegria e canzoni italiane e tedesche accompagnate da una deliziosa ukulele e da percussioni improvvisate.

Al rientro, ho voluto approfondire con Paolo Volta e Lucia Boni alcune tappe significative del percorso fatto insieme tra la Galleria del Carbone e i due spazi espositivi in territorio tedesco coinvolti nel gemellaggio: il Deutsches Hirtenmuseun di Hersbruck e la Kreis Galerie di Norimberga.

Un percorso segnato da stimolanti ed interessanti mostre ed esibizioni: nel 2008 prima a Norimberga poi a Ferrara Kunst in der Tasche, una serie di piccoli lavori 10×10; nel 2009, al Carbone, mostra personale di Christoph Gerling, Kopf; nel 2013 in primavera Ferrara a Norimberga e in autunno Norimberga a Ferrara; nel 2014 a Ferrara Nei meandri della bellezza (titolo ispirato alle molte anse del fiume Pegnitz che bagna le città di Hersbruck e Norimberga); nel 2018 una suggestiva mostra di lavori dentro quel fiume, Kunst im Fluss e diverse altre…

W. Uhlig – bozzetto Olimpia Morata

E dai loro ricordi è emersa una ‘chicca’: Wilhelm Uhlig, famoso scultore tedesco in mostra al Carbone nel 2013, rivela il suo grande interesse per la figura di Olimpia Morata, in relazione alla realizzazione, allora in corso, di un suo bozzetto ritraente la fanciulla ferrarese e naturalmente scatta la ricerca relativa alle ragioni che legano Olimpia a Norimberga e scopriamo che fu costretta a fuggire da Ferrara col marito, il giovane medico Andreas Grunthler dopo gli anni proficui anche di studi  vissuti come damigella presso la corte di Renata di Francia, a causa della crescente intolleranza religiosa entro il ducato Estense nei confronti degli stranieri a partire dal 1550.

Dopo un breve soggiorno a Kauferen nei pressi di Augusta, i due si spostarono a Schweinfurt, libera città imperiale, ma nel 1553 la situazione di Schweinfurt divenne molto pericolosa a motivo delle guerre che devastavano la Germania.; quando la città fu attaccata dalle truppe dei vescovi di Bamberga, Würzburg e Norimberga, dovettero fuggire prima a Hamelburg e poi a Heidelberg, dove Olimpia si ammalò di tubercolosi, e morì il 26 ottobre del 1555. Legame sottile, quindi quello di Olimpia con Norimberga, ma sufficiente a far sì che in suo onore nel 2013 venisse bandito il concorso al quale si trovò a partecipare lo scultore Uhlig.

Libri e siti consultati:

Cover: immagine tratta da https://pixabay.com/it/images/search/free%20image/

Per leggere gli articoli di Maria Calabrese su Periscopio clicca sul nome dell’autrice

 

 

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Maria Calabrese

Pugliese di Foggia, trapiantata a Venezia, poi a Ferrara, il che dimostra che amo le città belle. Amo altresì i libri, i quadri, i dischi, l’archeologia. Ho studiato letteratura e lingue classiche e le ho insegnate per molti anni con grande passione. Canto in un coro, studio la fisarmonica di papà. Amo scrivere ma ancor più leggere, anzi nel leggere e nell’incontrare scrittori mi capita di trovare linfa per il mio scrivere.

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