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La lunga scia fascista del Sionismo

La lunga scia fascista del Sionismo

Pubblichiamo il testo integrale della lettera al New York Times del 2 dicembre 1948 a firma di 28 intellettuali e scienziati ebrei sulle azioni terroristiche e sulla politica sionista del nuovo Stato di Israele “strettamente affine ai partiti nazista e fascista”.

Non è facile esercitare e diffondere un pensiero critico, cercare la verità dentro la nebbia conformista  dell’informazione mainstream. Anche Periscopio, vista la nostra netta presa di posizione pro Palestina, è stato accusato di non considerare i diritti degli ebrei, o addirittura tacciato di antisemitismo.
Non sappiamo se queste accuse derivino da ignoranza, cattiva informazione o da una posizione preconcetta a favore di Israele.

La confusione peggiore (involontaria o voluta) è quella che fa combaciare l’Antisionismo all’Antisemitismo, così ogni manifestazione contro il genocidio dei palestinesi di Gaza e Cisgiordania, ogni critica alla politica illegale di espansionismo territoriale dei governi (passati o presente) di Israele, ogni condanna al Sionismo fascista dello Stato di Israele, viene da alcuni giudicata come una manifestazione di antisemitismo.
Come giornale rivendichiamo il nostro impegno antisionista e antifascista, mentre nulla abbiamo a che fare con l’antisemitismo, passato e presente, che continuiamo a condannare.

Allora, lo abbiamo già scritto, ma vale ripeterlo, Antisemitismo significa l’avversione, l’esclusione, la persecuzione di tutto un popolo  (come è accaduto al popolo ebraico nello scorso secolo), Antisionismo significa invece la denuncia di una ideologia e di una politica, il Sionismo. 

L’Antisemitismo è una piaga non ancora estinta. Sopravvive e fiorisce nelle formazioni e nei movimenti di ultradestra, in tutto il mondo: in America, in Germania, in Inghilterra, in Italia… Paradossalmente, antisemita è anche Benjamin Netanyahu e il suo governo che stanno compiendo il genocidio dei palestinesi, palestinesi che sono anch’essi semiti, condividendo con gli ebrei lo stesso ceppo storico linguistico.

Il Sionismo ha più di un secolo di storia; è un movimento nato alla fine dell’800 (“il ritorno alla terra promessa”) che si impose tra gli ebrei della diaspora, prevalendo su altre posizioni di intellettuali e religiosi ebrei. Allora, anche tra i Sionisti non era scontato che la Terra Promessa, il luogo dove riunire il popolo ebraico, dovesse essere la Palestina, quindi una terra abitata dagli arabi da molti secoli. Alcuni proposero una “Terra vuota”, ad esempio in Canada, ma ben presto iniziarono i viaggi dei primi coloni in Palestina, allora sotto il protettorato britannico.

Nel 1947 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose e votò a maggioranza (33 voti a favore, 13 contro e 10 astenuti) un piano di partizione della Palestina, tracciando di conseguenza i confini dello Stato di Israele. Alla vigilia della scadenza del mandato britannico, il 14 maggio 1948, il presidente del Consiglio nazionale ebraico Ben Gurion proclamò la fondazione dello Stato.

Al nuovo Stato, tra le proteste degli arabi, furono assegnati anche territori densamente popolati da decine di migliaia di arabi palestinesi. Già nel 1948 con azioni militari e terroristiche i palestinesi vennero sloggiati per far posto ai coloni (vedi la lettera degli intellettuali ebrei qui di seguito). Inizia così la vocazione sionista ed espansionista, che accompagna tutta la storia dello Stato di Israele. Negli anni, attraverso le guerre e gli insediamenti illegali dei coloni, Israele è cresciuto, covando in se l’assolutismo e la violenza dell’ideale sionista.

Come chiamare il Sionismo? Come chiamare la pretesa di prendersi con la forza le terre che non ti appartengono? Purtroppo gli 80 anni di storia dello stato di Israele sono stati questo. Nonostante i divieti dell’ONU e le proteste della comunità internazionale e di tanti intellettuali e scrittori ebrei antisionisti.
E come chiamare l’ultimo atto dell’espansionismo sionista israeliano, la decisione di occupare ed annettersi la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, i 70.000 morti civili palestinesi, il progetto di deportare 3 milioni di palestinesi per “svuotare” Gaza?

Il Sionismo è stato ed è questo: con l’occupazione di Gaza e lo sterminio della popolazione civile giunge al suo culmine. Forse un giorno gli israeliani avranno la forza di abiurare il sionismo e la sua anima  violenta e antidemocratica e di rifondare uno Stato civile. Se lo augurano in tanti, dentro e fuori Israele. Fino a quando però lo Stato di Israele proseguirà la sua linea omicida, L’Antisionismo, cioè la condanna del Sionismo, è l’equivalente dell’Antifascismo.

Quando inizia la deriva fascista dello stato di Israele

Il 2 dicembre 1948, ventotto intellettuali ebrei, tra i quali Albert Einstein ed Hannah Arendt, inviarono una lettera alla redazione del New York Times per denunciare la deriva fascista imposta dal futuro primo ministro Menachem Begin alla natura dello Stato israeliano, fondato nel maggio dello stesso anno.

Agli editori del New York Times

Fra i fenomeni più preoccupanti dei nostri tempi emerge quello relativo alla fondazione, nel nuovo stato di Israele, del Partito della Libertà (Tnuat Haherut), un partito politico che nell’organizzazione, nei metodi, nella filosofia politica e nell’azione sociale appare strettamente affine ai partiti nazista e fascista. È stato fondato fuori dall’assemblea e come evoluzione del precedente Irgun Zvai Leumi, un’organizzazione terroristica, sciovinista, di destra della Palestina.

L’odierna visita di Menachem Begin, capo del partito, negli Stati Uniti è stata fatta con il calcolo di dare l’impressione che l’America sostenga il partito nelle prossime elezioni israeliane, e per cementare i legami politici con elementi sionisti conservatori americani. Parecchi americani con una reputazione nazionale hanno inviato il loro saluto.

È inconcepibile che coloro che si oppongono al fascismo nel mondo, a meno che non siano opportunamente informati sulle azioni effettuate e sui progetti del Sig. Begin, possano aver aggiunto il proprio nome per sostenere il movimento da lui rappresentato.

Prima che si arrechi un danno irreparabile attraverso contributi finanziari, manifestazioni pubbliche a favore di Begin, e alla creazione di una immagine di sostegno americano ad elementi fascisti in Israele, il pubblico americano deve essere informato delle azioni e degli obiettivi del sig. Begin e del suo movimento.

Le confessioni pubbliche del sig. Begin non sono utili per capire il suo vero carattere. Oggi parla di libertà, democrazia e antimperialismo, mentre fino ad ora ha apertamente predicato la dottrina dello stato fascista. È nelle sue azioni che il partito terrorista tradisce il suo reale carattere, dalle sue azioni passate noi possiamo giudicare ciò che farà nel futuro.

Attacco a un villaggio arabo

Un esempio scioccante è stato il loro comportamento nel villaggio arabo di Deir Yassin. Questo villaggio, fuori dalle strade di comunicazione e circondato da terre appartenenti agli ebrei, non aveva preso parte alla guerra, anzi aveva allontanato bande di arabi che lo volevano utilizzare come una loro base. Il 9 aprile, bande di terroristi attaccarono questo pacifico villaggio, che non era un obiettivo militare, uccidendo la maggior parte dei suoi abitanti (240 tra uomini, donne e bambini) e trasportando alcuni di loro come trofei vivi in una parata per le strade di Gerusalemme.

La maggior parte della comunità ebraica rimase terrificata dal gesto e l’Agenzia Ebraica mandò le proprie scuse al re Abdullah della Transgiordania. Ma i terroristi, invece di vergognarsi del loro atto, si vantarono del massacro, lo pubblicizzarono e invitarono tutti i corrispondenti stranieri presenti nel paese a vedere i mucchi di cadaveri e la totale devastazione a Deir Yassin.

L’accaduto di Deir Yassin esemplifica il carattere e le azioni del Partito della Libertà.

All’interno della comunità ebraica hanno predicato un misto di ultranazionalismo, misticismo religioso e superiorità razziale. Come altri partiti fascisti sono stati impiegati per interrompere gli scioperi e per la distruzione delle unioni sindacali libere. Al loro posto hanno proposto unioni corporative sul modello fascista italiano.

Durante gli ultimi anni di sporadica violenza antibritannica, i gruppi IZL e Stern inaugurarono un regno di terrore sulla comunità ebraica della Palestina. Gli insegnanti che parlavano male di loro venivano aggrediti, gli adulti che non permettevano ai figli di incontrarsi con loro venivano colpiti in vario modo. Con metodi da gangster, pestaggi, distruzione di vetrine, furti su larga scala, i terroristi hanno intimorito la popolazione e riscosso un pesante tributo.

La gente del Partito della Libertà non ha avuto nessun ruolo nelle conquiste costruttive ottenute in Palestina. Non hanno reclamato la terra, non hanno costruito insediamenti ma solo diminuito le attività di difesa degli ebrei. I loro sforzi verso l’immigrazione erano tanto pubblicizzati quanto di poco peso e impegnati principalmente nel trasporto dei loro compatrioti fascisti.

Le discrepanze

La discrepanza tra le sfacciate affermazioni fatte ora da Begin e il suo partito, e il loro curriculum di azioni svolte nel passato in Palestina non portano il segno di alcun partito politico ordinario. Ciò è, senza ombra di dubbio, il marchio di un partito fascista per il quale il terrorismo (contro gli ebrei, gli arabi e gli inglesi) e le false dichiarazioni sono i mezzi e uno “stato leader” è l’obbiettivo.

Alla luce delle soprascritte considerazioni, è imperativo che la verità su Begin e il suo movimento sia resa nota a questo paese. È ancora più tragico che i più alti comandi del sionismo americano si siano rifiutati di condurre una campagna contro le attività di Begin, o addirittura di svelare ai suoi membri i pericoli che deriveranno a Israele sostenendo Begin. I sottoscritti infine usano questi mezzi per presentare pubblicamente alcuni fatti salienti che riguardano Begin e il suo partito, e per sollecitare tutti gli sforzi possibili per non sostenere quest’ultima manifestazione di fascismo.

Firmato:

Isidore Abramowitz, Hannah Arendt, Abraham Brick, rabbi Jessurun Cardozo, Albert Einstein, Herman Eisen, M.D., Hayim Fineman, M. Gallen, M.D., H.H. Harris, Zelig S. Harris, Sidney Hook, Fred Karush, Bruria Kaufman, Irma L. Lindheim, Nachman Maisel, Seymour Melman, Myer D. Mendelson, M.D., Harry M. Oslinsky, Samuel Pitlick, Fritz Rohrlich, Louis P. Rocker, Ruth Sagis, Itzhak Sankowsky, I.J. Shoenberg, Samuel Shuman, M. Singer, Irma Wolfe, Stefan Wolfe

In copertina: Canada, presidio antisionista; Not in our name Jews Oppose Israel’s Wars, immagine su licenza Wikimedia Commons

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

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