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La domanda è lecita e provocatoria insieme. E, come si intuisce, riguarda innanzitutto l’immigrazione.
C’è stata una grande onda emotiva, e un ammirevole spirito di accoglienza in tutta Europa, verso gli oltre cinque milioni di profughi dall’Ucraina, ‘ariani’, ebrei, europei, comunque bianchi. Oltre tre milioni nella sola Polonia. Quel paese che, assieme ad altri e alle orde razziste di altri paesi democratici ancora, si è sempre opposto al criterio della redistribuzione delle poche decine di migliaia, dei rifugiati dall’Africa ed altri paesi asiatici. Immigrati questi, che continuano a venire, e a morire, per colpa della ostilità ad accoglierli. E sono, in tutto, ancora poche migliaia. In Italia 23 mila da inizio anno, a fronte dei 90 mila di analoghi periodi degli anni scorsi. Gente di colore, invece, questa.
Come di colore sono i messicani, che premono e muoiono sui muri, alla frontiera americana. Sono spariti dagli schermi tutti questi emigranti di colore. Solo una arida e rapida contabilità, se ne fa al massimo, e solo quando muoiono a gruppi, come il mese scorso in Messico, in Spagna, nel mediterraneo. Sì perché i singoli che muoiono da… soli, non esistono proprio.
Intanto i numeri. Proprio il caso dell’Ucraina, dimostra che la capacità di accoglienza dell’Europa, è molto più grande di quanto vogliono farci credere. Sul milione della pista balcanica che la Germania rischiava di dover accogliere, è stato fatto un gran casino fino alla splendida, costosa, in tutti i sensi, e brillante soluzione con la Turchia di quel bandito di Erdogan.
Poi il dato politico. L’immigrazione, soprattutto quella di colore, non è solo un problema per tutti i governi. È una grana. E lo è soprattutto perché molta popolazione, è stata istigata alla paura e all’odio. Gli episodi recenti più gravi e dolorosi, sono accaduti uno alla frontiera degli Stati Uniti a guida democratica, e uno a Melilla nella Spagna del socialista Sanchez!
Non che noi, in Italia, si brilli per spirito di accoglienza, viste le difficoltà che sempre si frappongono ad ogni sbarco, anche se Salvini ha smesso di abbaiare. Quella propaganda ormai gli rende poco più.
E dire che davvero, come si ripete sempre più spesso, l’immigrazione è tutt’altro che una grana, ma una importante risorsa. Intanto culturale, per quella contaminazione e per quello scambio, fra costumi, storie, sistemi di vita e di pensiero che é davvero un arricchimento reciproco, sempre. Qui, però, si va in un terreno troppo raffinato, per gli ottusi buzzurri che si oppongono, addirittura, allo jus culturae.
Ma sono anche una grande risorsa economica, come dimostrano molti parametri economici come il lavoro e la produzione (senza gli immigrati, dice Zaia, il Veneto crollerebbe), o il fisco e la previdenza.
È così evidente che abbiamo bisogno di loro! Anche di meticciato, aggiungo, abbiamo bisogno. Se no faremo la fine di quella nobiltà che, senza ricambio di sangue proletario, ha finito per subire un impoverimento genetico. Se poi si aggiunge che, come popolazione autoctona, non facciamo figli e invecchiamo, tutto è chiaro meno che agli ottusi ideologici ostili.
Eppure occorre dire, che il grosso dei flussi migratori dovremo ancora vederlo. Il più, o il peggio per alcuni, ha da venire. Il clima, la desertificazione, la fame e le 60 guerre in corso, sono tutte cause destinate a generare flussi migratori sempre più grandi.
E non ci potrà essere differenza fra bianchi e di colore.
Chi non vede questo vive nell’iperuranio.
Se però a non vederlo sono masse di popolo incapaci di ragionare, è un fatto grave. Ma se sono politici spregiudicati e inetti, di cui quelle stesse masse sono vittime, il grande problema sociale, economico e soprattutto umano dell’immigrazione, da grande diventerà enorme, con effetti ancora assolutamente imprevedibili
In copertina: A girl holds her young sister in a camp during a bore hole handing over ceremony in Kismayo, Somalia, funded by AMISOM on 6 December, 2014. AMISOM Photo / Ramadan Mohamed- licenza Creative Commons
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Benito Boschetto

Aretino di nascita, fiorentino di formazione, milanese di adozione. allievo di padre Ernesto Balducci. Top manager in aziende pubbliche e private (Camere di Commercio, Borsa Spa, Società immobiliari, organizzazioni no profit). Analista politico. Socio fondatore della Associazione ONLUS Macondo Ha sviluppato progetti di cooperazione e solidarietà a favore del popolo palestinese.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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