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Autunno 2018 colmo di eventi importanti nazionali e internazionali per l’artista multimediale e scrittore di science fiction noir, Maurizio Ganzaroli. Artista “outsider” fuori dai canovacci bunker della politica culturale spesso tardo ideologica locale e ferrarese. Leggere per credere e riflettere…

Maurizio, un autunno ricco di eventi personali, prestigiosi…
Beh direi proprio di si, a cominciare dalle tante mostre con il grande critico Giorgio Grasso che mi ha permesso di arrivare ad occupare ben 12 metri di parete nel Palazzo Zenobio di Venezia. Essendo anche il curatore delle mie opere trasmesse anche sul suo programma tv Arte a Mezzanotte, mi vuole sempre a tutte le sue esposizioni. Poi c’è anche il nuovo sodalizio con la expertize Gallery di Firenze che mi ha permesso di esporre nel prestigioso Carousel Du Louvre, tenutosi proprio nel salone d’onore del famoso museo di Parigi.

Ganzaroli, scrittore, pittore e videopoeta, un breve zoom sui tuoi percorsi recenti più significativi?
Ho vinto ancora il premio per il personaggio dell’anno a Ferrara, classificandomi al quarto posto sui i sei classificati, ho avuto un nuovo attestato come Cavaliere dell’Arte da parte dell’Accademia d’arte di Alessandria, un Mio Spirit che martedì video d’arte ha partecipato al nono festival del cortometraggio di Roma e presentato anche a Ferrara, poi le numerose mostre sempre grandiose con Giorgio Grasso che ringrazio sempre molto. Al finissage poi della International contemporary art ho fatto due performance e ho portato a Venezia la mia amica Cristina Miriam Chiaffoni attrice e superba cantante lirica che si è esibita dopo richiesti entrambi da Grasso. Poi c’è la personale fatta all’Alexander Museum con 14 opere inedite di cui una rimarrà per sempre nell’hotel del Conte Alessandro Nani Pinoli e dove tutti potranno vederla, insieme alle decine di opere che hanno fatto diventare questo Hotel il primo Hotel d’arte in Italia e tra i dieci esistenti in Europa. Infine c’è il mio programma Diamanti 63/93 dedicato al Maestro Franco Farina grande uomo e direttore del Palazzo dei Diamanti e al periodo incredibile d’arte e artisti di quel trentennio. Una piccola news, in una delle puntate su Salvador Dalì, ci sarà una intervista telefonica con il figlio Josè Van Roy Dalì che ho avuto la fortuna di conoscere di persona, ed inoltre il prossimo anno uscirà un libro biografia su di me.

Info
https://asinorossoferrara.blogspot.com/2018/10/ferrara-lartista-maurizio-ganzaroli.html
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2027405967282607&set=a.530138637009355&type=3&theater

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Roby Guerra


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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