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Marco Tani, pentaversi dopo Pound

Dopo diversi anni dall’esordio fine anni Ottanta, Marco Tani ha dato alle stampe una nuova raccolta letteraria “Diario a Rovescio” (La Carmelina edizioni, 2014) opera scansione poetica ulteriormente raffinata. La parola come Nuova Forma, con la brillante prefazione di Mirella Scorsonelli (alias Esse).
Certa cifra poundiana, originaria nell’autore, esita accentuata e minimalizzata: frammenti di frammenti che fioriscono in micro-combinatorie mai ridondanti: come un funambolo del verso, il verso stesso quasi olografico, in-visibile. Sorprende la tecnica, appunto sonora e musicale tradotta in parola, la parola però verso il suono. Non facile fare sperimentazione e produrre pennellate verbo-visive per il sublime.
Certa rinnovata visibilità, strettamente letteraria, trova riscontro recente nelle collane “Urfuturismo” e “La Grande Guerra Futurista” (eBook, La Carmelina, 2014), attraverso brevi saggi/interviste a/del Poeta, che confermano certa levatura extra local, una particolare auto-ritrattistica consapevole e lucida, certa potenza discorsiva anche sociologica, sempre intrisa di alti input estetici su temi anche culturalmente scorretti (ad esempio su Italo Balbo trasvolatore).
In ogni caso, altre composizioni e contrappunti di Tani, come rare pennellate alla Berlioz, figurano pure nelle collection di “Sinopia” di Roberto Pazzi, “Luci della città” di Stefano Tassinari, “L’Ozio”, “Contrappunto”, e poi nell’antologia govoniana, “Elettriche poesie” (Poeticamente, 1996).
Inoltre, Marco Tani nel 2005 ha sperimentato a Parma, presso la Galleria d’arte contemporanea, “Imagina” di Giuliano Viveri mostre poetico-visive, “Indizi di reincarnazione”, singolare traduzione dei suoi pentaversi nella cifra sperimentale cara a Lamberto Pignotti, Adriano Spatola e Michele Perfetti (Gruppo 70 e affini) e inoltre altre modulazioni poetico visual di perturbante intensità sensuale, la femme fatale dopo l’amore moderno.
Infine l’opera d’esordio, “Altana d’Oriente”, edita dalle Edizioni del Leone, a cura di Paolo Ruffilli, come tutta la poesia autentica e pura, magari d’argento se non d’oro… a tutt’oggi – anni Duemila – resta tra le raccolte poetiche più belle e raramente eguagliate del panorama neo-estense: tra Ermetismo e soprattutto Modernismo alla Ezra Pound, Marco Tani, oggi come allora, in pieno feticcio della parola, con operazione nietzschiana recupera il ditirambo in chiave elettronico musicale, la Musica al di là appunto delle parole giustamente (relativamente) azzerate dalla Poesia.

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Roby Guerra