BORDO PAGINA
Guido Tagliati, il fondatore della poesia cosmica
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Poesia cosmica? Apparentemente nella scia di certe neoavanguardie apparentemente minori, fine secondo Novecento: e da Ferrara, oltre al veneziano Ugo Stefanutti, inventorecon il dr. Vanzelli a suo tempo del Premio di poesia cosmica nazionale, in quel di Canaro, Rovigo, fin dagli anni ’80, e altri, Guido Tagliati è il nome certamente più significativo e – prima o poi – da evidenziare, tra i più grandi della parola futuribile contemporanea.
A Ferrara, anche Emilio Diedo [vedi], poeta e critico letterario, tra i seguaci e promotore oggi principale (che recentemente l’ha segnalato sulla rivista di Roma, PoliticaMente) e più recentemente le stesse poetesse Sylvia Forty e KK (Caterina Costanzo).
Custode in certo senso della sua opera, è l’Associazione Umanità Nova Ad Sidera, curata anche dalla pittrice di Ferrara ben nota Paola Braglia Scarpa, essa stessa in tale scia poetico-cosmica.
Stranamente appena discreta la sua notorietà a Ferrara, nonostante – a suo tempo – autore di raccolte ben conosciute e presentate anche nel tempio della video avantgarde ferrarese (Sala Polivalente) opere straordinarie come “Vuoti d’aria” (Quinta Generazione) “Ad sidera, Quasi Quasars fino a God’s trade” (Il marchio di Dio). Non ultimo, Guido Tagliati anche rilanciato da programmi Rai o dai media a livello nazionale, persino dai media vaticani.
Un’avanguardia, quella di Tagliati, molto nelle idee, ma anche nella parola, pur nel bordo quasi
neolirico della contemporaneità più rilevante e tecno scientifico-letteraria: la noosfera di un certo Tehilard de Cahrdin è il Dna azzurrissimo del poeta, un canto dal futuro e dalle stelle, in un volo basato sull’archetipo di certo Cristo cosmico, quasi un’animazione cibernetica senza bulloni o valvole elettroniche, ma squisitamente immateriale e di unanime attrazione quasi molecolare per il nascente Homo sapiens… ma sapiens di luce del prossimo venturo.
Per saperne di più, un articolo di Emilio Diedo pubblicato su L’asino Rosso 3.0 [leggi].
* da Roby Guerra, “Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea”, Este Ediiton-La Carmelina ebook 2012 [vedi]
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
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