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16 Ottobre 2017

Bondivertimento!

Tempo di lettura: 3 minuti


Sono ormai due settimane che mi ronza in testa una domanda.
Ma perché sono ormai più di tre settimane che continuo a riguardarmi dei vecchi film di James Bond periodo Connery.
Mi hanno sbolognato un account SkyGo (che skygo) contenente tutti i film di Bond con in più un sacco di documentari, quindi sono letteramente impazzito.
Non vedevo un film di Bond da almeno 15 anni e nel giro di qualche giorno mi sono ritrovato a fare la cacca ogni mattina ascoltando Tom Jones che esplode esalando quella nota eterna sul finale di “Thunderball”.
Poi sciacquone e via, bidet.
Ma veniamo al sodo, la domanda.
Ebbene, la domanda è: ma come mai non hanno mai preso Chloe Sevigny per fare la Bond girl?
Ne sono consapevole, è una domanda inutile.
Però mi ronza ancora in testa senza risposta, e quello è anche il meno.
Perché da questa domanda partono altre domande inutili, in primis: ma perché nel mio cervello c’è spazio per una domanda come “come mai non hanno mai preso Chloe Sevigny a fare la Bond girl in qualche film di Bond?”
Ma ce ne sono anche di peggiori tipo: come mai non hanno mai preso David Hasselhoff a fare proprio Bond in persona quando Roger Moore lasciò la serie?
Anche questa domanda rimane senza risposta e anche questa domanda porta ad altre domande terribili, la più vistosa delle quali è: ma perché nel mio cervello c’è spazio per una domanda come “come mai non hanno mai preso David Hasselhoff per sostituire Roger Moore quando Roger Moore abbandonò Bond?”.
Insomma, è un gran bel casino.
Però sotto sotto devo dire una cosa: non me ne frega proprio niente di Chloe Sevigny.
Per quanto mi riguarda può tranquillamente rimanere a fare film indipendenti conservando la sua bella etichetta di “attrice indipendente” con quel suo nome da “attrice indipendente” che solo a leggerlo e/o sentirlo in bocca a qualcuno mi fa salire su il terrore più nero, quel terrore che mi assale quando sento qualcuno che dice “Bonnie Prince Billy” o “Tortoise” o “Bill Callahan”.
Probabilmente, se un giorno venissi a sapere che l’hanno presa per fare boh, Moneypenny in qualche nuovo Bond uscirei in strada a dare fuoco a delle cose, concludendo poi per dare fuoco a me stesso.
Perché è questa una bella cosa che mi tranquillizza istantaneamente quando penso a James Bond: la totale assenza di puzza di sovrastrutture e di sovrastrutture a base di puzza sotto il naso – ma anche sotto altre cose – tipiche di tanto cinema di oggidì.
Quindi, grazie a Dio – anche se forse dovrei dire grazie a Sua Maestà la Regina d’Inghilterra più che al suo unico superiore – da questo punto di vista Bond resterà sempre una garanzia.
Proprio come la mia cacca della mattina, manzoniana installazione – senza inutile packaging ma con tanta umiltà – di cui desidero sonoramente rendere partecipe chi legge queste righe.
Auguro allora a tutti il mio più cordiale e sincero “Bondivertimento”.
Lunga vita a Bond!
Ma lunga vita anche alla mia cacca perché la stitichezza – mi han detto – è un gran brutto vivere che io – fortunatamente – non ho mai conosciuto.

Thunderball (Tom Jones, 1965)

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Radio Strike


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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