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25 Settembre 2017

L’Esercito delle 12 scimmie

Tempo di lettura: 2 minuti


E alla fine ci siamo arrivati o almeno, così mi pare di aver capito.
Mi sono informato da quando l’ho saputo, mi sono impegnato moltissimo, ho cercato notizie su questa questione più e più volte al giorno, volevo sapere tutto e mi ero anche segnato la data sul calendario.
Ma purtroppo devo ammettere che ho ancora un po’ di casino nel cervello.
Comunque sì – secondo i miei calcoli – questa è LA settimana perché oggi, 25 settembre, dovrebbe arrivare – e finalmente, secondo alcuni – l’esercito al GAD.
Io non ancora ho una vera e propria opinione su questa cosa.
Continua a sembrarmi tutto un bel po’ nebuloso.
Però appena mi han detto la notizia ho ridacchiato un bel po’.
Ma lungi da me mancare di rispetto nei confronti delle nostre truppe però è più forte di me: sento un certo odore di tamarrata.
Ma va bene così, in fondo molti abitanti del quartiere sembrano felici di questa novità.
E poi io ormai ho 31 anni quindi è ora che me ne faccia una ragione: il mondo è in mano ai tamarri da tanti anni e soprattutto – come disse qualcuno ben più saggio di me – “il cattivo gusto è eterno”.
Auguro quindi buona fortuna alle nostre truppe, agli abitanti del quartiere Giardino, al forno della signora Paola, alla Spal ma anche a Minniti e – se mi posso permettere – anche a me stesso.
Perché ormai sono giorni che entro in tutti i negozi di modellismo di tutta Ferrara (e dintorni) alla ricerca di una action figure del nostro ministro Marco Minniti e niente, non si trovano.
Ho chiesto ai negozianti se per caso sono andate tutte a ruba appena si è sparsa la notiziona e loro non mi hanno saputo rispondere anche se sospetto siano stati costretti a questo finto mutismo da qualcuno che sta ai piani, non lo so.
Anche su internet non si trovano più.
Così ho dovuto placare la mia sete di action figure acquistando in blocco su internet una bella stecca di action figure originali dell’Esercito delle 12 scimmie.
E mi è andata più che bene perché grazie al mio ordine ho ricevuto in omaggio una bellissima action figure di Marilyn Manson periodo Mechanical Animals.

The Dope Show (Marilyn Manson, 1999)

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Radio Strike


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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