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“La Comune di Ferrara” propone una Coalizione e una nuova politica per battere la destra.
Prossima tappa: sabato 27 gennaio 2024

La Comune di Ferrara è nata dalla volontà di centinaia di cittadini e cittadine ferraresi, che hanno scelto di adottare un metodo partecipativo per costruire un’azione politica autonoma e dal basso, basata su una visione di città alternativa a quella espressa dall’attuale giunta che governa Ferrara.

Nella prima tappa di novembre 2023 si sono definiti – grazie al contributo attivo di altri soggetti della società civile – i temi fondamentali necessari per costruire il futuro programma elettorale.
Li abbiamo raccolti in una Traccia Condivisa per Cambiare Ferrara”: la traccia del sentiero da percorrere insieme. Cinque temi che riteniamo fondamentali e prioritari, che vogliamo siano presi in carico e realizzati dal futuro governo della città. Una traccia “condivisa” perché è il risultato delle idee, sollecitazioni, proposte espresse fino a qua anche da altri gruppi, associazioni, comitati e movimenti che, in questi mesi ed anni, sono scesi in campo. Una traccia che rimarrà aperta ad altri contributi e si arricchirà di nuovi contenuti nei prossimi mesi, durante la campagna elettorale.
Il documento è consultabile sul sito www.lacomunediferrara.it

Con la seconda tappa di dicembre 2023 si sono raccolte le prime disponibilità di cittadini e cittadine a rendersi protagonisti attivi, offrendo le proprie competenze per contribuire alla progettazione e alla realizzazione di una Ferrara più verde, sostenibile, equa, accogliente e basata su opportunità di lavoro dignitose.

Il 27 di gennaio si terrà la terza tappa.
La Comune di Ferrara invita tutte le forze che si riconoscono nella “Traccia condivisa” e nella necessità di costruire una proposta politica attraverso un metodo partecipativo e trasparente, a convergere sull’idea di dare vita a una grande coalizione popolare.  In quell’occasione verrà scelto la/il candidata/o sindaco della coalizione tra quelli che saranno proposti dalle diverse realtà che decideranno di partecipare. La Comune di Ferrara proporrà Anna Zonari, individuata attraverso il percorso delle tappe 1 e 2 e verificata attraverso un sondaggio aperto a tutti i partecipanti degli incontri che si è tenuto negli ultimi dieci giorni del 2023. Il sondaggio condotto online ha visto la partecipazione di più di cento persone. L’85% si è espresso a favore di Anna Zonari, il 15% contrario.

L’idea di avere una terza lista, viene vista da molti come dannosa per il raggiungimento dell’obiettivo della sconfitta elettorale dell’attuale giunta. La Comune di Ferrara ritiene invece che con un sistema elettorale a doppio turno non abbia alcun senso  auspicare un confronto tra due soli candidati al primo turno, e che l’unico effetto possa essere l’aumento dell’astensionismo se non addirittura l’esodo di una parte di voti alla coalizione di destra, con la conseguente vittoria di Fabbri senza nemmeno andare al secondo turno.
Sostenere il contrario – totemizzare l’idea dell’unità come valore assolutosignifica negare il senso stesso del nostro sistema elettorale, che nasce appositamente per valorizzare la pluralità di idee con il primo turno, e garantire  il massimo della rappresentatività del sindaco con il secondo turno.

Il fallimento di fatto del Tavolo dell’Alternativa, che, malgrado gli sforzi, non è riuscito a costruire una proposta unitaria, né di programma (ad oggi esiste un proto programma mai reso pubblico), né di candidato/a, ci spinge a credere ancor più che ci sia bisogno a Ferrara di una coalizione alternativa, con un impegno politico basato sulla partecipazione dal basso.
La Comune di Ferrara non vede nei partiti un nemico da combattere,  ma sente l’urgenza di offrire un’alternativa di metodo e di sostanza quando alcuni di questi decidono di procedere con decisioni verticistiche e poco trasparenti, come nel caso della candidatura di Laura Calafà, ostracizzata con un’azione ambigua orchestrata dai salotti buoni dei politici che contano.

La Comune di Ferrara auspica che l’incontro del 27 gennaio sia solo il primo passo per vedere il ritorno a Ferrara di una politica diversa, che cerca la partecipazione dei cittadini anziché auspicare l’astensionismo come strumento di controllo della città. Obiettivo ambizioso, per raggiungere il quale è necessaria la convergenza di tutte le forze che in città tengono davvero ai principi democratici che sono alla base dell’agire per il bene comune.

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La Comune di Ferrara

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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