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Il power-pop scanzonato è da circa vent’anni il marchio di fabbrica dei canadesi New Pornographers, sestetto piuttosto prolifico che spazia dal folk alla new wave. Il loro ultimo album è uscito a fine marzo, si intitola Continue As A Guest, ed è pervaso da un’atmosfera assai diversa da quella dei suoi predecessori: il trait d’union dei dieci pezzi è infatti una malinconia disincantata, per non dire rassegnata.

Emblematica, in tal senso, è la title track, in cui Allan Carl Newman e Neko Case cantano l’insostenibile precarietà dell’essere umano del XXI secolo, il quale, come suggerisce il titolo, continua a vivere la sua vita da ospite. Un ospite che prova a essere proprietario di una casa, di un lavoro, di un futuro. Ciò che suggerisce il ritornello è quello di ritagliarsi un proprio spazio, fisico o mentale, nel quale allontanarsi lentamente dalla realtà.

Il sound rarefatto dell’intro si poggia su un’intricata linea di basso e sulla voce sofferente di Newman, poi, tutt’a un tratto, un riff martellante di sassofono fa decollare il pezzo fondendosi con la sezione ritmica. Da quel momento in poi, Continue As A Guest assume le fattezze di una marcia lenta e inarrestabile, a metà strada tra l’indie-pop e il rhythm & blues.

Così, mentre le linee vocali di Neko Case si fanno sempre più pressanti, l’ascoltatore è lasciato in balìa dei suoi pensieri a riflettere sul fatto che, da qualunque parte la si guardi, siamo degli ospiti di questo tempo e di questo mondo. Non ci resta quindi che godercelo, finché ce n’è.

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Paolo Moneti

Sono un pendolare incallito a cui piacciono un sacco le lingue straniere e i dialetti italiani. Tra un viaggio e l’altro passo il mio tempo a insegnare, a scrivere articoli e a parlare davanti a un microfono. Attualmente collaboro con Eleven Sports, Accordi & Spartiti, Periscopio e Web Radio Giardino.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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