La saggistica sui problemi della psiche mi annoia. Bastano poche pagine. Eppure sono interessato ai problemi della psiche (la mia, anzitutto, che discorsi). I testi che non mi annoiano, tuttavia, sono molto più vicini ad una storia, un racconto, un romanzo. Oppure sono un romanzo. Il guaio è che le storie pongono solo domande. Quando sento il bisogno di un piccolo conforto, di qualche risposta o anche di un semplice suggerimento – e non ho i soldi per andarmi a sedere in una poltrona per 45 minuti – mi tuffo nelle parole di un Grande Ansioso, diventato terapeuta, che scrive come un narratore.
“Anche se i demoni sono così bravi a spaventarti e a minacciarti, in realtà non ti fanno mai male veramente. Perché no? Perché non possono farlo. Tutto ciò che possono fare è ringhiare, spaventarti. Il loro unico potere è la capacità di farti paura ma, concretamente, non possono neanche toccarti. Quindi, se credi che ti faranno veramente ciò che dicono, cadi nel loro gioco e saranno loro ad avere il controllo della barca. Quando ti renderai conto che non hanno la capacità di farti del male fisicamente, sarai libero. Potrai condurre la barca ovunque tu vorrai, a patto però di esser disposto ad accettare la presenza dei demoni. Lascia che loro si avvicinino, osservali e continua a guidare la tua barca verso la tua meta. Tutto quello che devi fare per raggiungere la terra è lasciare che i demoni ti circondino, che ti gridino quello che vogliono, e continuare a guidare la barca verso la costa. I demoni possono urlare e protestare, ma non possono fare niente per fermarti.
A questo punto starai pensando: “Ma perché li devo tenere sulla barca? non posso lottare con loro e buttarli in mare?”
Certo, puoi provarci, ma sarai talmente impegnato a lottare con loro da dimenticarti del timone, correndo il rischio di andare a sbattere contro uno scoglio e ribaltarti. Inoltre è una battaglia che non potrai mai vincere, perché i demoni sono infiniti.
Potrai pensare: “Ma è orribile! Non voglio vivere circondato da demoni!”
Mi dispiace doverti dare una brutta notizia: lo sei già.”
(Russ Harris)
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Nicola Cavallini
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it