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800 km di concentrazione, cercando sincronicità tra corpo e mente

Di riffa e di raffa, ho pedalato per 800 km e sono arrivata in Toscana.

Ho il cuore colmo di meraviglia e gratitudine per avercela fatta fino a qui, tutto ciò contemporaneamente, muove felicità e paure dentro di me.

Sono 800 km di concentrazione, perchè seppur l’andatura è lenta, ho una bicicletta che pesa, e viaggio su strade che non conosco.

800 km in cui cerco sincronicità, ovvero la capacità di coordinare corpo e mente per un’esperienza fluida, efficiente e appagante. In un viaggio simile, la sincronicità però va oltre.

Fiume Ombrone

Un itinerario di massima c’è l’ho, ma “accadono cose”.

Accadono cose impreviste, come incontrare casualmente persone con patologie reumatiche.

Entro in un bar in Assisi per un caffè, la barista affabile si incuriosisce di una donna che viaggia sola in bicicletta, rivelo la motivazione del mio viaggio e guarda caso, anche lei ha l’artrite reumatoide. Mi trovo ancora a pedalare dopo 51 km in salita chiedendomi il perché non mi sia fermata prima da qualche parte, quando incrocio una donna sorridente e solare che con delicatezza mi chiede, ed io: ”viaggio per portare sensibilizzazione sulle patologie reumatiche”.  E lei mi fa vedere le mani e riconosco gli inequivocabili noduli nelle sue dita.

Rocca di Montalcino

Cerco un B&b in Maremma, ho un elenco di 9 strutture, provo alla prima, non so ma sento che mi devo aprire dicendo il motivo per cui sto viaggiando, la voce maschile che mi risponde tentenna qualche secondo, poi gli sento dire: “Anche io ho una patologia reumatica”.

Quel “Anche io” capita troppo spesso per essere una coincidenza.

Soprattutto a ben vedere, incontro “i miei simili” in quei giorni “no”, quando sono stanca, quando le mani non funzionano, quando l’artrite mi blocca la mascella (con tutte le prelibatezze culinarie che ho a portata di mano è una vera sfortuna), quando penso di ritornare a casa, riprendere tutto come prima e dire: “Sì, é stato bello!”.

Quel “anche io” ha un effetto dopante sulla mia pedalata e sul mio umore. E’ un pedalare in divenire che sento avere uno scopo al di là e al di sopra, di quello da me prefissato.

Questa sincronicità si manifesta anche nell’incontro con realtà sociali e progetti di turismo accessibile.

E’ un attimo entrare alla mattina in un info point a chiedere di piste ciclabili e ritrovarsi alla sera a cena in una casa per persone adulte con disabilità.

Conoscere così uno di quei progetti del “Dopo di noi” degni di nota che mi riportano indietro nel tempo, quando lavorai per 8 anni in una struttura simile, imparando l’inverosimile e lasciandoci un pezzo di cuore.

Tanta casualità mi fa stare attenta, in ascolto, come faccio con il mio respiro, con lo sforzo dei miei muscoli, con il cambio e i rapporti della Bianchina. 

Altrimenti perdo energie, forze, occasioni.

Tutto avviene per come deve avvenire e anche il tempo da un susseguirsi di eventi Kronos, si trasforma in Kairos, cicli in comunione con il mio sentire, cicli che mi nutrono e nei quali posso esprimere chi sono.

Parco dell’Uccellina – spiaggia

In copertina: Parco dell’Uccellina (Grosseto) – Itinerario cicloturistico

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Chiara Buiarelli


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