Skip to main content

la Biga

la biga, come la chiamano a Ferrara, non è solo un mezzo di trasporto. per molto tempo ha scatenato sogni di gloria prima con Coppi e Bartali, dopo un po’ meno con Pantani. lo sport certo, ma c’è anche altro. le bighe sono diventate oggetto di culto, simbolo vintage, quelle vecchie e malandate sono per non fartele fregare, ti portano all’università, al mercato o a fare commissioni.

poi le super tecnologiche, pieghevoli, assistite sono nate per viaggiare o per caricarle sui treni e andare a lavoro. un mezzo ecologico per eccellenza che ti porta da un punto all’altro, anche lontanissimi. ma non solo per le gare sportive. sulle pagine di Periscopio il viaggio di Valentina, durato due anni, è stato raccontato con dovizia di particolari e corredato da foto mozzafiato. una sfida dal Vietnam all’Italia, in solitaria, passando per mezzo Oriente. altri come lei, semplicemente a portare in giro la macchina fotografica per fissare il mondo attraversato e magari cercare di cambiarlo, un po’ di più, un km alla volta.

ecco di cosa parliamo. la bicicletta è partire. ti permette di osservare il paesaggio e di sudarti il viaggio una pedalata dietro l’altra. un viaggio che forse fa incontrare se stessi col fiato corto, i denti stretti e le gambe stanche. e a ogni giro di ruota ti porta in avanti nel vento, nel sole e nella pioggia. ma poi, la biga è un po’ anarchica, a lei dai un codice della strada tutto tuo. per non farti male, quando la guidi, per un tratto puoi anche decidere di seguire la ciclabile. ma il più delle volte la guidi sui marciapiedi, in mezzo alla folla o in controsenso. solo i semafori forse, quelli per non farsi troppo male.

Cover: foto di Ambra Simeone

tag:

Ambra Simeone

Ambra è nata in un paese di mare e ogni volta che si trova in un posto nuovo, lì lascia qualche goccia salmastra. Quando scrive si lascia trasportare dalle brezze marine, quando disegna non usa squadre o righelli, e per entrambe le cose la bussola fa più di un giro. Quello che legge e ascolta non è assimilabile ad un solo genere, perché per lei le parole e la musica non seguono nessuna corrente.

Comments (4)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it