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Milano da bere: prezzi delle case alle stelle

Milano da bere: le mani sulla città. A Milano il prezzo reale (deflazionato) di una casa è cresciuto di 35 volte rispetto a 50 anni fa 

Al di là della corruzione di politici e funzionari per l’espansione immobiliare da parte di imprese privati e archistar come Stefano Boeri (che sarà verificata dalla magistratura), un fatto ricorrente ogni volta che c’è espansione urbanistica, interessa capire quale sia la visione del futuro urbanistico di Milano.
Una città che costruisce per i più ricchi ed espelle dal centro le altri classi (media, piccola borghesia, proletariato, studenti). Una tipicità della globalizzazione che impone una “polarizzazione” tra centri e periferie e che consente ai ricchi e alla classe più agiata di spostarsi nei centri delle città che desiderano e delle località turistiche ambite, in quanto il resto della popolazione non resiste a vivere in luoghi dove i prezzi diventano “stellari”. E, poiché impoverisce, vende, trasloca e chi non ha casa non si può permettere di acquistare a questi prezzi stellari o andare in affitto.

Prezzi stellari

A Milano il prezzo reale (deflazionato) di una casa è cresciuto di 35 volte rispetto a 50 anni fa mentre l’oro (che pure è ai massimi) è salito solo di 21 volte. Un appartamento in centro costa 11.200 euro al mq., 6.450 in zona semicentrale, 3.950 in periferia. Una stanza di 19 mq. per l’affitto di uno studente costa 700 euro al mese in centro (440 euro all’anno per mq.), 255 in semicentro e 150 in periferia.

Ovviamente ciò significa che chi opera come artigiano, meccanico, bar in centro è costretto ad aumentare tutti i prezzi per avere un equilibrio di bilancio, proprio per gli alti costi immobiliari. Ma significa anche crescenti difficoltà per la Pubblica Amministrazione, scuole, sanità ad assumere salariati che o non trovano casa o hanno prezzi impossibili, con crescenti disfunzioni dei servizi.

Quale modello di sviluppo

Ciò che un tempo faceva “ricco” il cittadino europeo o italiano non era solo il reddito/salario, ma anche le due dimensioni che integrano il salario che sono da sempre: a) il prezzo/affitto di una casa; b) il welfare.
Se la società che stiamo costruendo è fatta di salari più bassi, case più costose e welfare disastrato, è evidente che il modello di sviluppo attuale è destinato ad essere travolto
o da destra (autoritarismo e riarmo)
o da sinistra (una nuova politica fatta di attenzione alla domanda interna –cioè investimenti pubblico-privati nei bisogni reali dei nostri concittadini e non solo export-, di case popolari e studentati che calmierino i prezzi e di maggiori risorse nel welfare e non in armi) che fanno diventare le città luoghi dove tutte le classi sociali possono viverci.

Un fenomeno che sta, peraltro, avvenendo in tutte le principali città occidentali del mondo anche per la scarsità delle case in centro che non si possono aumentare se non facendo grattacieli e aggravando il clima.

L’idea dell’architetto Boeri di palazzi a “bosco verticale” è una classica operazione di finto green, in quanto la spesa (energia e acqua) per mantenere piante e alberi sui balconi in modo innaturale, è enorme ed incide sui costi di affitto/acquisto. Molto meglio piantumare alberi a terra, dai parcheggi assolati ai viali, come bene pubblico, anziché privatizzare anche il verde.

Milano è un buon posto, se sei ricco.

Anche gli affitti brevi incidono. Ormai conviene affittare il proprio appartamento ad Airbnb e traslocare in periferia, lasciando il centro ai ricconi, a chi parcheggia il Suv in doppia fila di città sempre più scintillante, meno autentiche, senz’anima, dove proletari, piccolo borghesi, negozi non possono più viverci. E prima o poi toccherà anche alla classe media essere espulsa. Un processo che si allarga ben oltre Venezia e Firenze.

Prezzi che si possono permettere i ricchi di tutto il mondo che ora si trasferiscono da Londra a Milano in quanto keir starmer ha deciso giustamente di introdurre imposte (dopo 2 secoli) per chi ha redditi in paesi esteri, mentre in Italia si può pagare fino ad un massimo di 200mila euro di imposte all’anno. Per cui per molti ricchi è conveniente spostarsi a Milano. Vale anche per tutti coloro che erediteranno nei prossimi decenni in quanto le imposte sull’eredità in molti paesi sono crollate.
Si stima che la ricchezza finanziaria che passerà ai figli nei prossimi 25 anni ammonti a 120-130mila miliardi di dollari in Occidente (fonte Bank of America Global Research).

Cover: Milano – Reklame_gegenueber_Dom-1985 – Wikimedia Commons

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Andrea Gandini

Economista, nato Ferrara (1950), ha lavorato con Paolo Leon e all’Agenzia delle Entrate di Bologna. all’istituto di studi Isfel di Bologna e alla Fim Cisl. Dopo l’esperienza in FLM, è stato direttore del Cds di Ferrara, docente a contratto a Unife, consulente del Cnel e di organizzazione del lavoro in varie imprese. Ha lavorato in Vietnam, Cile e Brasile. Si è occupato di transizione al lavoro dei giovani laureati insieme a Pino Foschi ed è impegnato in Macondo Onlus e altre associazioni di volontariato sociale. Nelle scuole pubbliche e steineriane svolge laboratori di falegnameria per bambini e coltiva l’hobby della scultura e della lana cardata. Vive attualmente vicino a Trento. E’ redattore della rivista trimestrale Madrugada e collabora stabilmente a Periscopio.

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