Skip to main content

Gli istriani di Gaza

Gli istriani di Gaza

Non ci vuoi credere? Credici!

Ti pare impossibile? Invece è successo!

Ma è un’idea pazzesca, una battuta, il delirio di un malato di mente? No, è tutto vero, quel  brutto sogno si avvererà! 

Nel  colloquio di ieri l’altro con il suo mentore e protettore Donald Trump, il  premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ritirato fuori il suo progetto totalitario: “Con il presidente americano abbiamo parlato dei paesi africani dove trasferire la popolazione palestinese di Gaza”. Netanyahu è apparso ottimista, la sua idea apparentemente folle, sta guadagnando consensi (quello americano) e silenzi (l’Italia e i paesi europei) e alla fine diventerà realtà.

Trasferire due milioni di palestinesi? Non ci vuoi credere? Credici!

Anche perchè nella storia, lontana e vicina, il trasferimento, o per meglio dire l’esodo forzato, la deportazione di un popolo è già accaduto molte volte. Altre volte un popolo è stato cacciato dalla propria terra madre. La prima immagine che torna alla memoria è quella così italiana dell’ esodo istriano:  350.000 giuliani, istriani, fiumani e dalmati sloggiati con la forza dalla propria terra, dalle loro case, dalla propria storia e trasferiti nei campi profughi italiani. Guardare ancora oggi, a distanza di quasi 80 anni. quelle foto in bianco e nero, ascoltare quelle antiche voci, fa impressione. Eccoli i profughi istriani; chi non è finito nel nero delle foibe ha dovuto lasciare tutto e raggiungere un’Italia straniera.

“Gli istriani di oggi” sono sull’altra sponda del Mediterraneo. Il progetto (non è più un sogno, è un progetto concreto) di Netanyahu è quello di annettere la Striscia di Gaza allo stato ebraico. Vuole altra terra per i suoi coloni e vuole un altro pezzo di mare: 40 chilometri di spiagge da riconvertire in un lussuoso resort turistico: “la riviera di Gaza”, come ha postato due mesi fa Donald Trump. Ma per farlo bisogna sgombrare l’area, eliminare i palestinesi: i bombardamenti non bastano, ci vorrebbe troppo tempo per ucciderli tutti.

E mentre si tratta o si finge di trattare un cessate il fuoco, mentre ascoltiamo inutili appelli alla pace, sotto traccia la “soluzione finale” di Trump e Netanyahu sta prendendo corpo. Sta diventando “la soluzione migliore”, l’operazione chirurgica definitiva.
Quando succederà (e sta già cominciando  a succedere) sarà troppo tardi per opporsi all’espansionismo sionista.

Non riesci a crederci? Credici!

Cover: profughi giuliani, istriani, fiumani e dalmati in provincia di Grosseto – foto di toscananovecento.it

Per leggere gli articoli e i racconti di Francesco Monini su Periscopio clicca sul nome dell’Autore

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

Commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *