ECONOMIA
Elezioni in liberté, ecco quanto pesa il voto dei mercati finanziari nella democrazia francese
Nonostante i sondaggi non diano molte chance di vittoria a Marin Le Pen alle prossime elezioni presidenziali in Francia, i mercati danno prova della democrazia finanziaria in cui oramai viviamo.
Goldman Sachs consiglia infatti la vendita degli OAT francesi, a favore dell’acquisto dei BTP italiani, facendo salire lo spread con i Bund tedeschi come si vede dal grafico
La Goldman Sachs si interessò anche al referendum di revisione costituzionale italiano del passato 4 dicembre 2016 ed era ovviamente a favore del si. Sembrerebbe dunque che la finanza sia molto interessata a che non vi siano scossoni o cambiamenti in Europa e a favore dello status quo.
Possiamo immaginare cosa succerebbe in Italia alla vigilia di eventuali elezioni politiche e con i sondaggi a favore di una vittoria del M5S o della Lega. Le grandi istituzioni finanziarie si spenderebbero in produzione di paper contro il populismo e consiglierebbero vendite massicce dei nostri BTP. La BCE smetterebbe di acquistarli o semplicemente minaccerebbe di farlo, e tanto basterebbe per un’impennata stile 2011.
Insomma le elezioni libere diventano sempre più un sogno proibito e possiamo ben immaginare le prese di posizione di tutti i talk show nostrani di prima serata. E per la Le Pen, a guardare questo grafico, siamo davvero lontani da una possibile vittoria e ben lontana dalla posizione del M5S o dal nostro centro-destra euro scettico (Lega, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, i tanti partiti sovranisti, a tratti Forza Italia).
Ci stanno predisponendo ad un futuro politico di equilibrio dei mercati, di bassi spread e inflazione zero. Peccato che questo non risolverà i problemi delle persone né andrà incontro ai nostri bisogni reali, anzi diventerà irrilevante la necessità ad esempio di aria o di acqua pulita, di capacità reale dell’agricoltura o della sostenibilità dell’allevamento di bovini. L’accentramento del potere nelle mani dei creatori di moneta richiede regole semplici: poco o nessun intervento statale nell’economia, libera circolazione dei capitali e delle multinazionali, bassa inflazione a tutela dei creditori, libera circolazione della manodopera per avere salari bassi e “tutele crescenti”.
Grafici: fef academy

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Claudio Pisapia
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)