Ecco una carrellata di scatti che documentano senza ombra di dubbio quanto sia grande l’area del Parco Urbano G. Bassani trasformata in fango o terra arata. Quanto ci vorrà per tornare come prima? E quanto costerà il ripristino alle tasche del Comune (cioè a quelle dei ferraresi). Senza contare che, dopo le trionfalistiche e bislacche dichiarazioni del Sindaco Fabbri la mattina dopo l’evento (“Ferrara è diventata una capitale della musica internazionale”) nello stesso Parco Bassani è in programma il 2 luglio il Confort Festival.
Chi ama il grande polmone verde del Parco – credo siano la totalità dei cittadini di Ferrara, quale sia il loro credo politico – sarà sorpreso nel vedere le proporzioni di un “disastro annunciato” e che l’Amministrazione Comunale ha finora nascosto alla cittadinanza. Ma la sorpresa lascerà posto al dolore davanti a cosi tante ferite,
Ferrara film corto festival
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dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.
Francesco Monini
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
Uno schifo totale!
Vero, l’erba riscresce prima o poi. Ma quanto tempo ci vorrà perché il NOSTRO parco ritorni quello di prima?
Non è stata una colpa aver acquistato il biglietto per vedere un concerto del proprio idolo. La colpa però nasce quando non si vuole ammettere, davanti alla palese e sconfortante evidenza, il disastro compiuto da questa giunta di pseudo impresari e venditori da baraccone.