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10 giugno 2023: in marcia sui Sentieri per abbracciare l’Appennino Tosco-romagnolo del Mugello di Monte Giogo di Villore Corella e difenderlo dall”Eolico Industriale.

Dopo tre anni di opposizione al Progetto eolico Monte Giogo di Villore con iniziative informative, cene, interventi di sensibilizzazione, camminate nei luoghi dove il Progetto prevede piste, strade, cantieri ed abbattimenti per portare e posizionare le mega pale, e infine con Ricorso al TAR del CAI e di ITALIA NOSTRA,
il 10 giugno 2023 il Comitato Crinali liberi (CTCM) promuove e organizza un’iniziativa per abbracciare fisicamente il Monte Giogo di Villore, come gia’ accadde nel 1989 quando dall’Ufficio del Turismo della Comunita’ Montana l’allora Responsabile Piera Ballabio promosse un grande Raduno dove affluirono centinaia di persone in difesa dell’Appennino mugellano, minacciato da strade. Partendo da Sentieri diversi saliremo sul Monte Giogo di Villore (Vicchio, Firenze) come Cittadini, Comunità, Associazioni, Comitati e Gruppi per affermare il Futuro di Tutela dell’Appennino Toscoromagnolo Mugellano, per la protezione dei territori, patrimonio naturale di biodiversità, habitat di aquile reali veleggiatrici, di turismo escursionistico e di economie montane secolari e produttive e nuove presenze di giovani. Tutti insieme per salvaguardare le preziose acque e sorgenti che zampillano dai monti e dalle fresche foreste, per abbracciare i crinali che non sono di alcuni o di pochi, ma sono tesoro di tutti, da consegnare, come imperativo categorico, alle generazioni future.
Fabrizia Jezzi

L’INVITO DEL COMITATO CRINALI LIBERI 

Un fine settimana importante in Mugello quello appena passato, con la Marcia di Barbiana per il Centenario di Don Lorenzo Milani e i tre giorni del Festival dell’Energia e dell’Ambiente dell’Unione dei Comuni che all’ambiente vero, quello naturale, non ha dato ne’ visibilità ne’ voce, prova ne è che l’Assessora all’ambiente della Regione Toscana non è stata invitata, per cui è stato il Comitato Crinali liberi ad assolvere a questo scopo: palesare la strenua difesa dei meravigliosi e unici crinali dell’Appennino Mugellano organizzando un Presidio per i primi due giorni del Festival e partecipando alla Marcia di Barbiana.
In tanti al  Presidio presso il Lago Viola si sono fermati di fronte alle foto che ritraggono la bellezza dei crinali domandando e chiedendosi perché mai proprio in territori talmente rari e ricchi di biodiversità per la loro contiguità al Parco Nazionale Foreste Casentinesi si fosse potuto pensare ad autorizzare un Progetto di impianto industriale eolico. E infatti più ci si pensa e meno ci si crede. Come un brutto sogno che al mattino scompare.

Il primo giorno del Festival alla domanda se si riteneva giusto cementificare i crinali, dopo le frane occorse, è stato risposto che non si accettavano provocazioni. Ma avere a cuore, non è provocare, come ben ci ha insegnato Don Lorenzo Milani, è comprendere, essere informati, possedere gli strumenti per reagire, ribellarsi, difendere e proteggere, senza timore di alcuna sudditanza.

E si spera che il TAR ponga davvero fine a questo nero incubo che incombe sui paesaggi immortali di Giotto e del Beato Angelico, sui Cammini ivi prossimi di Sant’Antonio e Dante Alighieri.

A maggior ragione adesso, dopo il disastro che ha colpito gli Appennini Toscoromagnoli, particolarmente sul versante romagnolo con i paesi a valle e in pianura sommersi dall’acqua dei fiumi esondati e dal fango.

Una tragedia che ha mostrato con estrema evidenza l’instabilità, la fragilità e franosità del sistema montuoso appenninico, se esposto a piogge forti e continuate, come saranno da attendersi in tempi prossimi, alternate a periodi di prolungata siccità.

Intere porzioni di territorio sono franate portando via con sé strade e sentieri, castagneti, campi e allevamenti.

Tante vittime e migliaia di aziende e attività economiche rovinate.

Dall’alto del Monte Giove che guarda ai liberi crinali appenninici di Monte Giogo di Villore Corella Don Milani con i suoi ragazzi avrebbe approfondito ogni singolo aspetto degli avvenimenti per comprenderne le cause, le responsabilità e mettere le conseguenti e necessarie azioni in campo.

Alla sua scuola s’imparava a capire per agire, in vista del sincero e reale interesse comune, per gli ultimi, quelli tacitati e oppressi dagli interessi dei ricchi che manovrano la politica partitica.

Per quell’I CARE, HO A CUORE umano e politico, che oggi manca nella prevenzione al dissesto idrogeologico, nell’attenta messa in sicurezza dei territori, anche agevolando e sostenendo in modo concreto e mirato la presenza di piccole comunità che tornano con coraggio a praticare l’economia di montagna.

Se i Comuni dove si sono verificate frane e danni sono rimasti fuori dallo Stato di Emergenza, chi risarcirà i danneggiati delle frane ai marroneti di Villore nel Comune di Vicchio e chi si occuperà del ripristino della viabilità principale o secondaria come le strette strade bianche che portano ai marroneti?

Chi rifonderà i danni a chi esercita attività che trovano nella popolazione che transita tra la Toscana e la Romagna i propri clienti, se la viabilità è interrotta come nel Comune di San Godenzo, incredibilmente e inspiegabilmente escluso dallo Stato di Emergenza nonostante i rilevanti danni dovuti a numerose e gravi frane?

E la frana verificatasi in questi giorni sulla viabilità di Corella, Dicomano, quella stessa strada dove il Progetto eolico Monte Giogo di Villore prevede il passaggio di enormi e pesanti mezzi per i quali si dovrà aprire ulteriori strade sui versanti abbattendo ettari di faggete, chi provvederà a fare ulteriori accertamenti e approfondimenti?

Domande importanti delle comunità del territorio che non possono essere evase e devono trovare risposte adeguate e tempestive. Il versante Toscano dell’Appennino è stato colpito in modo ridotto rispetto a quello Romagnolo, all’alto Mugello, ferito, isolato e gravemente danneggiato. Ma siamo stati avvertiti. Non possiamo continuare ad essere sordi e ciechi. La voce dei territori si leva forte. Va ascoltata. Chi amministra deve ascoltare e prevenire i disastri, non deve autorizzare grandi opere industriali sui crinali appenninici che andrebbero certamente a destabilizzare la già fragile tenuta dei nostri monti, con conseguenze tragiche per chi vive in valle. I fiumi che hanno portato morte e distruzione sono gli stessi che hanno origine nel versante regionale Toscano. La cura del territorio è una priorità che non può essere più disattesa o trattata in modo superficiale e approssimativo.

Alla Marcia di Barbiana il Comitato Crinali liberi c’era in cammino e c’era al Presidio al Lago Viola, punto di ritrovo dei partecipanti alla Marcia, c’era di fronte e dentro la Scuola di Don Lorenzo Milani, Prete e Maestro scomodo per tutti, c’era di fronte alla sua tomba, con la promessa di seguire il suo esempio: non voltare le spalle a chi viene occupato, colonizzato e oppresso per opportunismo personale o politico, stare sempre dalla parte delle cose vere e giuste, proprio quando è più difficile, non è di moda, e il clamore assordante della propaganda è forte tanto quanto l’imposizione censoria mediatica ufficiale.

In un momento in cui tutti i Cammini escursionistici nel Bel Paese vengono promossi e il Sentiero Italia 00 viene rilanciato all’attenzione nazionale, vogliamo davvero che il suo tracciato venga interrotto e cancellato sull’Appennino Mugellano da piste e cemento, cantieri, strade, disboscamenti e sbancamento dei crinali?

Il 10 giugno 2023 il Comitato Crinali liberi (CTCM) promuove e organizza un’iniziativa di cui alleghiamo la cartina: da Sentieri diversi saliranno sul Monte Giogo di Villore (Vicchio, Firenze) Cittadini, Comunità, Associazioni, Comitati e Gruppi per affermare il Futuro di Tutela dell’Appennino Tosco-Romagnolo Mugellano, per la difesa dei territori, patrimonio naturale di biodiversità, habitat di aquile reali veleggiatrici, di turismo escursionistico e di economie montane secolari e produttive e nuove presenze di giovani,  tutti insieme per proteggere le preziose acque e sorgenti che zampillano dai monti e dalle fresche foreste, per abbracciare i crinali che non sono di alcuni o di pochi, ma sono tesoro di tutti, da consegnare, come imperativo categorico, alle generazioni future.

Comitato Crinali Liberi

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Fabrizia Jezzi

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