Chiudiamo le porte al Progetto eolico Monte Giogo di Villore
Apriamo le porte al Futuro in Mugello
“La nostra deve essere la Prima Generazione che lascia i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato.” V Rapporto sul Capitale Naturale in Italia.
Se sfondano qui, ai confini del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, nessun crinale dell’Appennino sarà più integro e libero!
I crinali appenninici del Mugello, non sono zona idonea ad impianti industriali eolici, sono infatti i corridoi ecologici del Parco Nazionale, un Bene comune unico di pubblica utilità, ricco di ecosistemi naturali ben conservati e di biodiversità, non da degradare, ma da tutelare, proteggere, da consegnare alle nuove generazioni, come afferma la Costituzione all’articolo 9.
Sui crinali appenninici di Monte Giogo di Villore, fragili e franosi, si snodano i meravigliosi SENTIERI nazionali ed europei, il Sentiero 00 Italia, il Sentiero GEA Grande Escursione Appenninica, il Sentiero
Europa E1 che collega Capo Nord a Capo Passero in Sicilia, il Cammino di Sant’Antonio, i luoghi citati dalla Divina Commedia di Dante Alighieri.
Siamo in continuità funzionale con il Parco, sull’Alta Via dei Parchi, paradiso del Turismo escursionistico, ampiamente finanziata dalle Regioni, che congiunge l’Emilia Romagna alla Toscana attraverso la dorsale degli Appennini Toscoromagnoli.
Questo tratto di crinale fin oltre la Colla di Casaglia è da sempre frequentato da aquile reali (ne prova l’esistenza e i movimenti il monitoraggio satellitare) che in quelle zone hanno diversi siti riproduttivi. Peraltro la “prateria arbustata” del Monte Giogo di Villore Corella è ideale come sito alimentare per gli individui nidificanti nelle zone occidentali del Parco. Fondamentale per l’ ecologia dell’ aquila reale è la presenza di numerose aree aperte o praterie secondarie, ideali aree di caccia ricche di prede, che si alternano a BOSCHI con esemplari vetusti, alberi ad alto fusto dove, in alternativa alle rupi, le aquile costruiscono i loro grandi nidi in un insieme di ecosistemi ricchi di biodiversità e di foreste ben conservate, con ecosistemi caratterizzati da complessa biocomplessità in quanto prossimi a 5 Siti Rete Natura 2000 con Zone a Speciale Conservazione tra cui il sito Natura 2000 ZSC Muraglione Cascata dell’Acquacheta, citata da Dante Alighieri. Un incidente alle pale d’estate potrebbe dar luogo a incendi boschivi tali da mettere a rischio le foreste del Parco Nazionale.
L’ incidenza negativa del mega-impianto eolico, a fronte di dati sul vento secretati, negli habitat di rete Natura 2000 confinanti e nel Parco Nazionale Foreste Casentinesi, sono ampiamente motivati nel Parere contrario del Parco e della Soprintendenza.
I danni irreversibili al sistema idrogeologico, al turismo escursionistico, ai paesaggi di Giotto e del Beato Angelico, all’economia dei territori, gli espropri di uliveti, marroneti produttivi, castagneti secolari, terreni agricoli costituiscono un attacco violento e un’insanabile ferita inferta alla bellezza unica e alle risorse dei territori del Mugello senza alcun ritorno occupazionale.
Non è battaglia localista, ma globale e nazionale: la narrativa della “Green Economy” sostituisce la finta transizione energetica alla transizione ecologica e prevede l’impianto di almeno 8.000 pale eoliche per coprire tutti i crinali appenninici, cementificando e trasformando in suolo nudo e zero bosco molti ettari di crinale, incidendo sugli acquiferi di superficie e di profondità, impattando sulla produzione e la qualità dell’acqua che arriva in valle, modificando infrastrutture per il passaggio di mezzi pesanti con enormi pezzi di pale, distruggendo intere faggete per fare ampie strade che arrivano sul crinale.
Secondo i dati ISPRA il fabbisogno energetico strategico potrebbe essere raggiunto con il fotovoltaico coprendo tetti, capannoni, cementate e degradate. Ciò può essere realizzato in Comunità energetiche a gestione pubblica e a controllo democratico. Gli interessi dominanti, estrattivisti, di rapina e saccheggio, continuano a essere quelli della classe dominante che consegue profitti privati, quantunque legittimati come affari di Stato e di pubblica utilità. Dietro le grandi opere esistono invece potenti interessi industriali e finanziari, gli stessi interessi speculativi, sovente mafiosi, che oggi promuovono tanti parchi eolici.
Comitato Tutela Crinali Mugellani
Su Eolico Industriale e difesa Crinali Appenninici leggi su Periscopio:
Fabrizia Jezzi : https://www.periscopionline.it/il-sentiero-dellaquila-gaia-una-storia-molto-vera-273610.html
Jonatas Di Sabato: https://www.periscopionline.it/eolico-malvagio-186640.html
Marina Carli: https://www.periscopionline.it/eolico-industriale-in-appennino-opportunita-verde-o-grandi-affari-per-grandi-imprese-236547.html
Tommaso Capasso: https://www.periscopionline.it/contro-leolico-industriale-sul-nostro-appennino-273463.html
In copertina: un tratto del Sentiero dei Crinali, Alto Mugello
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchera.
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Francesco Monini
direttore responsabile
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