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Da: PD Ferrara

Vogliamo come donne del PD esprimere contrarietà e preoccupazione per i contenuti della mozione di Fratelli d’Italia, dal titolo fuorviante” iniziative per il sostegno alla maternità e alla prevenzione delle condizioni che portano all’aborto”.
Forviante perché nasconde, dietro a parole come “sostegno alla maternità” e “prevenzione” l’intento di ostacolare l’applicazione della legge 194/1978.
Si spererebbe di trovare all’interno di questa mozione proposte per il sostegno alle famiglie, per un ulteriore rinforzo dei servizi (che in questa città certamente non mancano, la cui implementazione è comunque auspicabile), per la prevenzione intesa come intensificazione dell’educazione all’affettività nelle scuole e di una maggior diffusione dei contraccettivi in tutti i luoghi pubblici, per il contrasto alla violenza domestica contro le donne e le bambine.
Ma al titolo non segue nulla di tutto ciò. Anzi.
Si dice che ancora oggi in Italia il numero di aborti clandestini è troppo alto, citando la risposta dell’allora Ministra Lorenzin, ma si nasconde la parte in cui si evidenzia che dal 1983 ad oggi gli aborti in Italia sono dimezzati: a livello nazionale, il carico di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore è di 1.6 aborti a settimana su 44 settimane lavorative, numero dimezzato rispetto alla media nazionale del 1983.
E’ vero, esistono ancora aborti clandestini ma è altrettanto vero che da Nord a Sud l’80% dei ginecologi, e oltre il 50% di anestesisti e infermieri, si appella all’obiezione di coscienza, producendo un effetto di sostanziale disapplicazione di quanto previsto dalla legge n.194 del 1978, costringendo di fatto alcune donne, specialmente quelle con minori reti famigliari e amicali sul territorio, a recarsi in strutture clandestine mettendo a grave rischio la loro salute e la loro vita. Su questo bisognerebbe lavorare, su questo Ferrara si dovrebbe davvero impegnare perché in questa città i ginecologi obiettori sono in numero maggiore della media nazionale, sono il 90%. Anche perché questo ingenera un circolo vizioso in cui chi non è obiettore rischia di fare prevalentemente aborti nel proprio percorso professionale, cosa che disincentiva a dichiararsi tali.
Ovviamente questi dati non vengono menzionati nella mozione.
Non finiscono qui purtroppo i chiaroscuri della mozione di FdI, che prosegue chiedendo al Sindaco di “inserire nel prossimo assestamento di bilancio un congruo finanziamento ad associazioni e progetti attivi sul territorio comunale che operino nell’ambito dell’aiuto alle gravidanze difficili” dopo aver citato in premessa che la Legge prevede che “i consultori … possono avvalersi … della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato”.
Le risorse pubbliche vanno invece indirizzate a potenziare le risorse professionali e le progettualita’ dei consultori famigliari.
Se qualcuno pensa che una donna che abortisce lo faccia a cuor leggero, che a qualcuna piaccia andare in sala operatoria e nei macelli clandestini e usi questi come metodi contraccettivi, non solo non è una donna, ma non è nemmeno umano.
Aiutiamo le donne a esser indipendenti economicamente, con lavori stabili, supportate nella condivisione delle responsabilità famigliari e genitoriali in modo equo, sostenute da servizi educativi capaci di aggiornarsi al cambiamento dei tempi di vita e di lavoro, edotte sui metodi contraccetivi a loro disposizione, protette dalla violenza fisica, economica e psicologica di uomini che scambiano le donne come loro proprietà e vedrete che gli aborti si ridurranno in modo assai più significativo.
Se ne faccia una ragione FdI e se ne facciano una ragione i partiti che oggi sono al Governo: noi ci impegneremo sempre per garantire alle ragazze che vivono in questo Paese di crescere come donne libere, forti e consapevoli.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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