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Wislawa Szymborska ovvero la gioia di scrivere:
ancora 2 settimane per visitare a Genova una mostra originale e bellissima

Ci sono ancora due settimane di tempo per chi volesse visitare la bellissima mostra su Wislawa Szymborska [Qui alcune delle sue poesie più famose] allestita a Genova. Il 3 settembre, infatti, al Museo d’arte Contemporanea di Villa Croce si conclude “Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere”.
L’organizzazione è del Comune di Genova ma vede numerosi Enti tra i co-promotori che ne hanno permesso la realizzazione. Ne citiamo alcuni: il Teatro Pubblico Ligure, l‘Istituto Polacco di Roma, il Goethe- Institut Genua, il Festival Internazionale di Poesia “Parole spalancate”.

Questo importante evento è curato da Sergio Maifredi, con la consulenza e la collaborazione scientifica di Andrea Ceccherelli e Luigi Marinelli. L’esposizione a Villa Croce si sviluppa su tre piani.
Purtroppo senza la presenza di un ascensore:  questa grave mancanza crea non pochi problemi di fruizione ai visitatori che devono fare diverse rampe di scale e l’accesso alle persone con disabilità motorie è fortemente inibito.
A parte questa inspiegabile leggerezza da parte degli organizzatori, la visita si è comunque rivelata una miniera di spunti, piena di scoperte e anche di emozioni. Una esperienza nuova (una mostra su un poeta) che consigliamo a tutti, non solo ai cultori dell’opera di  Wislawa Szymborska.

La mostra si presenta ricca di materiali fotografici, documenti, testimonianze audiovisive, carteggi, opere grafiche, sperimentazioni.
A proposito di quest’ultima particolarità, nella “Storia della letteratura polacca” (CSEO Biblioteca, 1983) Czeslaw Milosz (Nobel per la Letteratura nel 1980) scrive che “in Polonia, le stranezze della censura favorirono gli scrittori che si tenevano lontani dalla politica e si impegnavano in vari tipi di sperimentazione artistica. Erano i tempi della “poesia linguistica”, che scomponeva e ricomponeva in modo nuovo parole e frasi. Da alcune case editrici di stato furono pubblicati piccoli volumi di poesia, a malapena comprensibili, e ciò faceva parte di una politica generale che mirava a placare la gioventù insoddisfatta”.

Una ricchezza che colpisce. Sergio Maifredi l’ha concepita come un viaggio nella vita e nell’universo creativo della grande poetessa polacca.

La mostra in pillole

Nella stanza iniziale del piano terra, il visitatore incontra un collage “espanso” in cui si può entrare come in un libro pop-up. Nella seconda stanza possiamo entrare e conoscere il tempo in cui Szymborska ha vissuto in Polonia: la storia, la politica, l’arte. Numerosi i collage sempre più raffinati e, spesso, carichi d’ironia dissacrante che la poetessa ha realizzato per tutta la vita inviandoli ai suoi amici. Lei li chiamava “collanti d’amicizia”.

Al secondo piano si dipanano alle pareti i pannelli con immagini come, ad esempio, l’infanzia, i primi scritti, il matrimonio, il premio Nobel a Stoccolma, il funerale e scritti sulla sua vita.

Al terzo piano sono stati disposti documenti e fotografie di viaggio ed un film documentario. Vi sono oltre ottanta suoi collage originali, il libro di inglese che Wislawa illustrò da ragazza, frammenti del suo taccuino, lettere d’amore e dieci poesie inedite, appena ritrovate tra le carte del suo primo marito.
Una poetessa che, pur non essendo conosciuta dal grande pubblico internazionale, con la terza raccolta poetica, Wołanie do Yeti (Appello allo Yeti), del 1957, in Polonia vende oltre cinquecentomila copie.

Aveva molti estimatori anche tra personaggi famosi come Woody Allen, a cui regalò un suo collage, Tadeus Kantor, Jerzy Marian Grotowski. Citata in diversi film e canzoni (Roberto Vecchioni le ha dedicato una canzone). Nel 2009 Umberto Eco, in un estemporaneo omaggio alla poetessa, lesse i versi di Possibilità.

Possibilità

Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente
a me che ama l’umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare
che l’intelletto ha la colpa su tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlar d’altro coi medici.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie
al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non tondi,
da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti,
che non mi promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
Preferisco la terra in borghese.
Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
Preferisco avere delle riserve.
Preferisco l’inferno del caos all’inferno dell’ordine.
Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari, perché li ho scuri.
Preferisco i cassetti.
Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
Preferisco gli zeri alla rinfusa
che non allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco toccar ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
Preferisco considerare persino la possibilità
che l’essere abbia una sua ragione.

Perché una mostra su Wislawa Szymborska a Genova?

Ha trascorso i suoi ultimi vent’anni di vita spesso a Genova dove ha conosciuto Pietro Marchesani, professore di Polonistica all’Università di Genova, che ha tradotto l’opera omnia della poetessa.
Inoltre, sempre a Genova, nel 1961, l’editore Silva pubblicò “Poeti polacchi contemporanei“, a cura di Carlo Verdiani, in cui uscirono per la prima volta in Italia 7 sue poesie.

 

Iniziative e convegni in arrivo per i cent’anni dalla sua nascita

  • Mostra “Szymborska: il mondo-collage” dal 27 settembre al 5 novembre al Museo di Palazzo Poggi di Bologna e dal 20 novembre al 15 dicembre allo MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea di Roma.
  • Dal 20 al 22 novembre a Roma avrà luogo il Convegno internazionale “Szymborska e:”. Studiosi polacchi e italiani indagheranno sui “:” che stanno per poesia, arte, lingua, traduzione e tradizione polacca, italiana, europea.

 

Per conoscerla un po’ di più

Chwila (L’attimo, 2002. Edizione italiana: Scheiwiller, 2004)
Dwukropek (Due punti, 2005. Edizione italiana: Adelphi, 2006)
Opere, a cura di Pietro Marchesani: Adelphi (collana La Nave Argo, 2008)
La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009): Adelphi, 2009 (con testo polacco a fronte)

Foto della cover e nel testo di Pier Luigi Guerrini

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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