Vite immaginate: narrazione e riflessione nel nuovo libro di Andrea Cirelli
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Leggere romanzi consente di avventurarsi nelle vite degli altri, scoprire mondi sconosciuti, provare nuove emozioni. Andrea Cirelli dà l’impressione di essersi fatto scrittore per soddisfare un bisogno analogo, ma più profondo: non semplicemente calarsi in abiti differenti, ma essere demiurgo di esistenze possibili, magari sfiorate o sfuggite; per tratteggiare contorni e plausibili esiti alternativi alla vita reale, quella pazientemente costruita giorno per giorno, scelta dopo scelta… “I libri non finiscono mai”, titolo del suo ultimo lavoro pubblicato da Este edition, ha proprio questo significato: gli scenari che la vita rende potenzialmente praticabili sono inesauribili e di ognuno è protagonista un nostro personaggio mancato.
La tecnica utilizzata è inconsueta: alla narrazione l’autore alterna la riflessione e la digressione, secondo uno schema praticato da pochi, fra i quali in assoluto eccelle Milan Kundera.
Ed è un bel viaggio quello che Cirelli ci propone con quest’opera di confine: un viaggio in cui la scoperta di se stessi si compie attraverso una matura comprensione delle dinamiche di interazione con gli altri. Così introspezione e relazione non sono altro che complementari processi di comunicazione, tra sé e gli interlocutori, che fluttuano fra sguardo interiore e bisogno di socialità e soddisfano la pulsione che ci fa sentire parte del mondo degli umani e dell’intero universo.
Le considerazioni che l’autore sviluppa, in un piano parallelo a quello della narrazione, come in un gioco di specchi, rivelano sfaccettature celate dallo scorrere quieto della storia. Anche in questo, Cirelli – nella realtà esperto di questioni ambientali e prezioso collaboratore di Ferraraitalia – mostra un suo talento: il saper tratteggiare, con tono lieve e garbo quasi poetico, situazioni di apparente quotidiana normalità dalle quali trafilano però bisogni profondi e condivisi che albergano nell’animo e che conferiscono tono e intensità ai personaggi e alla trama.
Anche stavolta Cirelli ricorre all’espediente dell’alter ego, già utilizzato nella sua precedente trilogia “Segreti tossici”. Ma non per mettersi in maschera, piuttosto per designare un ipotetico “io” come tramite per ripercorrere strade battute, esplorare esistenze possibili e mutare direzione ai vari crocicchi della vita.
Pensieri e sensazioni con cui condisce il racconto si trasferiscono come un piacevole manto al lettore che se li sente addosso quasi fossero suoi, cullato da una scrittura distesa e da un disarmante argomentare che lo rende vulnerabile all’emozione e al sentimento, a compimento di un felice processo di identificazione e assunzione di ruolo che non tutte le narrazioni sanno propiziare.
Il volume di Andrea Cirelli “I libri non finiscono mai. Nemmeno i quaderni”, pubblicato da Este edition, sarà presentato mercoledì 7 dicembre alle 17,30 alla libreria Feltrinelli di via Garibaldi a Ferrara. Presenti l’autore, l’editore Riccardo Roversi e il direttore di Ferraraitalia Sergio Gessi
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it