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Vite di carta. Io e Il Castoro, una storia d’amore

Ho avuto una storia con la Casa Editrice Il Castoro. Una storia che si è interrotta, ma non è detto che sia finita.

E’ cominciata così: i nostri ragazzi del gruppo Galeotto fu il libro finiscono l’intervista a Lisa Williamson nel giardino di Palazzo Roverella; siamo nel settembre del 2017 ed è in corso l’undicesima edizione di Internazionale a Ferrara, il festival del giornalismo.

La mia collega ed io li lasciamo scendere dal palco e li avvolgiamo con i nostri apprezzamenti festosi: il libro L’arte di essere normale è stato presentato con chiarezza e con sensibilità verso i temi trattati. L’autrice ha risposto con generosità alle domande puntuali e mai scontate del gruppo, proponendo al pubblico presente le paure, i desideri e le speranze del protagonista, un adolescente transgender.

E’ un bel momento della mia professione, la scuola e la città accolgono insieme le voci dei narratori ospiti del Festival. Come in un classico triangolo amoroso, a questo punto fa il suo ingresso l’altro, nella persona della addetta stampa del Castoro, che elogia tutti noi e mi chiede mail e cellulare, proponendo di tenerci in contatto.

In un giardino, il locus amoenus degli innamoramenti, con un libro che fa da mallevadore (Galehaut, per l’appunto) ci prende una passione che durerà  nei successivi tre anni.

Conservo i libri condivisi e la memoria degli incontri con altri autori che oltre alla Williamson  pubblicano per Il Castoro. Ho le foto della gita a Milano fatta con una seconda di lettrici e lettori accaniti, ragazzi di sedici anni disposti a rimanere a scuola di pomeriggio per discutere del libro di Luigi Ballerini in preparazione dell’incontro con lui a scuola, all’Ariosto.

A Milano la sede della casa editrice ci ha spalancato le porte per farsi conoscere e raccontarci modalità e ritmi del lavoro editoriale. Abbiamo visto il dietro le quinte dei libri. Alcuni hanno potuto sfogliare le copie staffetta di un romanzo in uscita che poi è arrivato a scuola nella edizione definitiva e recava nel frontespizio alcuni dei loro commenti.

L’ufficio stampa inviava i nuovi titoli o le iniziative in uscita e io diffondevo alle colleghe e alle classi. Quale soddisfazione accostarmi a Mary e il mostro di Lita Yudge e apprezzare l’espressività di un genere per me nuovo come il graphic novel, vedere l’interesse dei ragazzi per le parti disegnate e per i testi poetici abbinati di pagina in pagina. Rileggere Frankenstein per risalire alla sorgente del mostro e conoscerne l’atto creativo nella mente di Mary Shelley .

Invitare a scuola Rossella Bernascone, traduttrice impeccabile dall’inglese nella versione italiana, pronta a condividere con gli studenti le difficoltà e le vittorie della traduzione, in una bella conversazione del febbraio 2018.

E’ andata avanti così la nostra storia, fino al 2020. Accade anche ad altre storie, arriva il momento più bello e poco dopo finiscono. Lo ricorderò tra un momento, prima desidero segnalare che in questi giorni Il Castoro compie trent’anni e intende festeggiare alla grande.

Lo leggo dalla mail che l’ufficio stampa mi ha appena inviato. Come un invito a cena che riesce gradito e inatteso, un invito del partner che segue il lungo silenzio dovuto al Covid e al post-Covid, e anche alla mia andata in pensione.

Leggo le iniziative programmate per il 2023 e il bilancio dei primi trent’anni come fosse la sua biografia, scoprendone pezzi di vita che non abbiamo più condiviso. Ecco qua uno stralcio: “Il Castoro oggi è il primo editore indipendente nel mercato ragazzi” con oltre 800 titoli in catalogo, dai picture book ai romanzi, dai graphic novel ai fumetti e ai libri di non fiction. Con 490 titoli dedicati al cinema e oltre duecento monografie di registi firmate da importanti studiosi e critici cinematografici.

Nel febbraio del 1993 fu infatti “un gruppo di amici cinefili” a rilevare la storica collana Il Castoro Cinema de La Nuova Italia “per scongiurarne la chiusura” e a fondare una casa editrice con lo stesso nome.

“Nella classifica top 100 libri per ragazzi 2022 sono 10 i titoli del Castoro” e 870.000 sono le copie vendute nello stesso anno, con un sensibile incremento delle vendite all’estero (negli USA, in Francia e Spagna, ma anche in Corea, Cina, Ucraina, Turchia). Nel mese di marzo uscirà La mia casa, un nuovo albo ucraino “per promuovere una cultura di pace” nei lettori fin da piccoli. E molte saranno le iniziative di sostegno a “realtà preziose e importantissime come Save the Children, Refuges Welcome Italia, Amnesty International Italia.”

Ho provato nostalgia, impossibile non ricaderci. Che momenti belli da ricordare, in particolare l’ultimo. Proprio alla Bologna Children’s Book Fair, dove si farà la festa di compleanno il prossimo 7 marzo, ho partecipato nell’aprile del 2019 all’incontro con autrici e traduttrice del meraviglioso In mezzo al mare. Storie di giovani rifugiati.

Il silent book, appena uscito, introduce alla storia delle migrazioni nel mondo attraverso cinque storie esemplari di bambini e adolescenti che hanno lasciato il loro paese d’origine, in ogni parte del mondo, dal 1939 al 2006.

Con l’invito dell’ufficio stampa del Castoro siedo in prima fila e scrivo, per fare un resoconto esatto una volta tornata a scuola. Nei mesi successivi il gruppo di colleghe e di classi che si forma acquista molte copie del libro, l’idea è di leggerlo e condividerne le tematiche come si fa sempre.

Stavolta però  il nostro acquisto ha un valore aggiunto, anzi due. Il primo è che parte del ricavato delle vendite andrà alla Biblioteca IBBY di Lampedusa, che vorremmo contattare per collaborare in altri progetti di lettura. Il secondo riguarda la traduttrice, che pur vivendo a Toronto ha lavorato al testo insieme ai ragazzi di Lampedusa.

Si tratta di Mariella Bertelli, che ho incontrato alla presentazione a Bologna e con la quale è scattata una immediata empatia. Nell’autunno dello stesso 2019 Mariella viene a conoscerci a Ferrara:  nell’Atrio Bassani all’Ariosto incanta gli studenti raccontando brevi storie, da esperta storytelling quale è. Li fa partecipare con brevi cantilene in inglese, li fa alzare e parlare all’unisono.

Ci lasciamo con accordi precisi su chi deve contattare Lampedusa per un prossimo incontro in streaming, chi inviarle le mail scritte dai ragazzi sul libro, chi inviterà a venire a Ferrara Mohamed Keita, il protagonista della storia numero 5, che ora vive in Italia ed è un apprezzato fotografo.

Il 17 febbraio 2020 scrivo gli appunti dell’ultima riunione organizzativa; dal 24 febbraio la scuola rimarrà chiusa per lo scatenarsi della pandemia e questo dirà la parola fine alle storie del progetto e con Il Castoro.

La domanda che ora mi attanaglia è: con la mail del trentesimo compleanno il mio innamorato intende riallacciare i rapporti o mi coinvolge in nome dell’ ‘antica fiamma’?

Bibliografia

  • Lisa Williamson, L’arte di essere normale, Il Castoro, 2017 (traduzione di Valentina Daniele)
  • Lita Yudge, Mary e il Mostro. Amore e ribellione. Come Mary Shelley creò Frankenstein, Il Castoro, 2018 (traduzione di Rossella Bernascone)
  • Mary Beth Leatherdale, Eleanor Shakespeare, In mezzo al mare. Storie di giovani rifugiati, Il Castoro, 2019 (traduzione di Mariella Bertelli in collaborazione con i ragazzi volontari della Biblioteca IBBY di Lampedusa)

In copertina: Lo stand de Il Castoro alla Fiera del libro di Torino,  2018

Per leggere gli altri articoli e indizi letterari di Roberta Barbieri nella sua rubrica Vite di cartaclicca [Qui]

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Roberta Barbieri

Dopo la laurea in Lettere e la specializzazione in Filologia Moderna all’Università di Bologna ha insegnato nel suo liceo, l’Ariosto di Ferrara, per oltre trent’anni. Con passione e per la passione verso la letteratura e la lettura. Le ha concepite come strumento per condividere l’Immaginario con gli studenti e con i colleghi, come modo di fare scuola. E ora? Ora prova anche a scrivere

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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