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IMG_0343Dopo il successo riscontrato nel 2015, sono tornati in biblioteca Ariostea gli appuntamenti con il ciclo di incontri “Chiavi di lettura” organizzati dal nostro giornale. “N-€uro – Lo schizofrenico dibattito sulla moneta e le banche” è stato il primo dei cinque eventi che si susseguiranno fino a maggio con cadenza mensile, svoltosi lunedì e caratterizzato da una folta presenza di pubblico; d’altronde, causa la complicata situazione economico-finanziaria odierna e con la nota vicenda Carife ancora assoluta protagonista della vita pubblica ferrarese, tutto ciò che ruota attorno a banche e moneta non può che suscitare interesse e necessità di chiarezza da parte dei cittadini.

Chiarezza, appunto, è il termine migliore per definire gli interventi dei relatori chiamati ad animare il dibattito: il professor Lucio Poma del dipartimento di Economia dell’Università di Ferrara e Claudio Pisapia con Fabio Conditi del Gruppo Cittadini Economia hanno infatti cercato di illustrare in modalità a larghi tratti didascaliche, quasi scolastiche, come funziona il nostro sistema economico, qual è il ruolo della moneta, quali i numeri e le statistiche che caratterizzano questo complicato mondo troppo spesso permeato di concetti astrusi e difficilmente intuibili dai non addetti ai lavori. Solo dopo queste doverose introduzioni, all’apparenza scontate ma oggi appunto quantomai necessarie per meglio comprendere dinamiche e protagonisti, sono state poi argomentate le diverse tesi, perlopiù opposte ma con diversi punti di accordo individuati durante i ragionamenti.

IMG_0352Parti in gioco messe sul tavolo del dibattito le problematiche legate alla moneta e al sistema economico, il ruolo della Cina all’interno del mercato finanziario, quello della Bce e la mancanza di un’economia politica industriale sufficientemente forte: da un lato le considerazioni di Conditi e Pisapia, convinti della continua incapacità di risolvere un’economia monetaria debole, causa principale di una pronosticata previsione che vede la prossima generazione più povera dell’attuale (per la prima volta nella storia), oltre che una forbice di disuguaglianze relativa alla distribuzione della ricchezza in costante e vertiginoso aumento (confermate le recenti statistiche che attribuiscono il possesso del 50% della ricchezza distribuita nel globo all’1% della popolazione mondiale), e ancora il ruolo smaccatamente speculativo della Bce, considerata tra le principali cause della difficoltà di immissione di ricchezza all’interno dell’economia reale; dall’altro quelle di Poma, il quale individua il nodo della questione nella difficoltà di creare una politica economica europea sufficientemente omogenea e in grado di garantire la giusta stabilità ad ognuno dei paesi dell’Unione, così come la grande problematica legata ai beni primari che ogni paese non è in grado di produrre e quindi alla relativa necessità di una netta revisione soprattutto delle politiche economiche industriali, in modo tale da essere così in grado di puntare sulle materie prime già a disposizione.

Il prossimo appuntamento è per lunedì 29 febbraio, sempre alle 17, per il secondo evento della rassegna dal titolo “Solidali e felici, un altro mondo è possibile: dal mutualismo alla sharing economy”.

Guarda il video integrale dell’incontro “N-€uro – Lo schizofrenico dibattito sulla moneta e le banche” (durata 18 minuti circa ogni filmato)

Parte 1

Parte 2

Parte 3

Parte 4

Parte 5

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Andrea Vincenzi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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