La bella parrucchiera Emilie (una sempre splendida, sorridente ed elegante Audrey Tautou dal taglio di capelli sbarazzino), un po’ complessata ma non timida, è ogni giorno alle prese con Jean, il suo impiegato super diplomato e plurilingue (Sami Bouajila). A lui spesso ripete, fragile e inquieta, “dall’inizio della nostra conversazione mi domando, ogni quindici secondi, se non ho fatto errori di francese”, aggiungendo dopo un breve momento di silenzio “ne ho fatti… ne ho fatti?”.
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Di dialoghi divertenti come questi la brillante commedia francese ne è piena. Per dare spesso la parola a complessi d’inferiorità, come la vergogna, il senso di colpevolezza, ma anche l’incredibile (e un po’ agghiacciante) bontà o l’attenzione spesso soffocante, come quella di Emilie per la madre (Nathalie Baye).
Ecco allora che una bella, fresca e soleggiata mattina di primavera parigina, questa giovane parrucchiera riceve un’ispirata e delicata lettera d’amore, romantica e meravigliosa ma rigorosamente e segretamente anonima. Una di quelle missive che tutti vorremo ricevere, anche se, dopo il primo momento di sorpresa e curiosità, a una riflessione più attenta, spesso, la preferiremo firmata. Emilie ha la tentazione di gettarla via, di farla capitolare, miseramente appallottolata, nel cestino adagiato sul caldo pavimento di legno.
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Ma ci ripensa e la fa arrivare alla madre, sola, triste e amareggiata per la separazione in corso dal marito. Vuole solo risollevarle umore e morale, che sono proprio ai minimi storici, come si direbbe. Ovviamente, la giovane nulla sospetta sull’autore, tanto meno immagina che questi sia proprio il timido Jean.
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La missiva, che voleva essere una tenera e vera bugia, scatenerà malintesi, problemi e incomprensioni. Equivoci e quiproquo dall’esito inimmaginabile. I personaggi sono, allora, a volte dolci e tutto miele, a volte crudeli, dispettosi e indispettiti, talora nervosi e irritati. Se hanno difficoltà a comunicare, alla fine si comprenderanno. Tutto bene quel che finisce bene.
Una commedia simpatica, briosa, leggera e divertente che ci aiuterà a rilassarci e sorridere.
De vrais mensonges, di Pierre Salvadori, con Audrey Tautou, Nathalie Baye, Sami Bouajila, Francia, 2010, 105 mn.
Simonetta Sandri
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it