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Al Festival di Clermont-Ferrand il corto “Misérable Miracle”, sorprendente e spiazzante.
Continuano le proiezioni al Festival del Cortometraggio di Clermont-Ferrand. Con “Misérable miracle”, il cineasta giapponese Ryo Orikasa firma un corto d’animazione ispirato all’omonima raccolta di poesie e disegni di Henri Michaux.

Il Festival del Cortometraggio di Clermont-Ferrand non smette di stupire. Oggi è il turno di Ryo Orikasa e del suo “Misérable miracle” (“Miserabile miracolo”), la poesia di Henri Michaux che traccia la psiche umana fino ai confini dell’alienazione e della trascendenza nella febbrile e quasi convulsa narrazione francese di Denis Lavant. Di che disorentarsi.

Prodotto da Miyu Productions, Office national du Film du Canada e New Deer e vincitore del “Grand Prix – Court métrage animation” al “Festival international d’animation d’Ottawa”, Canada (2023), il corto di otto minuti esplora i limiti del linguaggio e della percezione, creando sorprendenti corrispondenze tra suono, significato, linea e movimento. In un turbinio di voci e linee.

“Questo libro è un’esplorazione. Per mezzo di parole, segni, disegni. La mescalina, il soggetto esplorato”. Così Henri Michaux, grande poeta, scrittore e pittore belga naturalizzato francese, apriva “Miserabile Miracolo”. Era il 1954, e all’età di 55 anni, Michaux, già artista di fama internazionale e viaggiatore esperto che aveva girato tutto in tutto il mondo come marinaio, intraprendeva un altro tipo viaggio, esplorando e descrivendo sistematicamente gli effetti di varie sostanze psicoattive sui suoi processi mentali e creativi.

Assistito da uno psichiatra, Michaux conduceva una serie di esperimenti per circa dieci anni, iniziando dalla mescalina, per poi provare l’LSD, la psilocibina, la cannabis. Ciò che viene presentato, come scriveva Michaux, è un testo, “più tangibile che leggibile”, rimodellato dal manoscritto originale scritto o scarabocchiato e disegnato sotto gli effetti della mescalina. Numerosi disegni e molte delle pagine annotate a mano sono riprodotte. E più delle parole stampate ci dà l’idea degli effetti della mescalina vissuti da Michaux nella mente e nel corpo. Vere e proprie allucinazioni visive e non solo.

Come aveva già evidenziato Baudelaire nei “Paradisi artificiali”, anche Michaux realizza che le visioni allucinate prodotte dalle sostanze psichedeliche sono inutilizzabili, indescrivibili a parole, per questo inquietanti, morbose.

Il corto anima queste sensazioni e visioni. Sorprendente quanto spiazzante. Mentre l’immaginazione, turbata e prigioniera, si perde nel cosmo. Mondo da evitare.

Ryo Orikasa, “Misérable miracle”, 8 mn

 

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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