20 Ottobre 2020

RAZZA PADRONA:
quando il bicchiere è sempre più pieno

Daniele Lugli

Tempo di lettura: 4 minuti

Per quanto indietro la storia risalga, trova una minoranza di uomini – ristretta o ristrettissima – padrona della ricchezza, delle sue fonti, delle vite di tutti gli altri.
Le forme cambiano e può essere diversamente raccontata, ma questa radicale diseguaglianza ne è una costante. Così pure l’atteggiamento nei confronti del resto dell’umanità, verso la quale nessun obbligo o vincolo è avvertito.

Fortebraccio – su un giornale che non c’è più: L’Unità – dedica uno dei suoi corsivi, Buon senso, a questo atteggiamento. È il 1968. Vi sono segni di possibili profondi cambiamenti, che non ci saranno. In Tribuna politica – viene da rimpiangerne la civiltà per le trasmissioni che ne hanno preso il posto – c’è Angelo Costa, presidente della Confindustria. A una domanda su la “contrattazione programmata”, non più che “un riguardoso faremo” proposto dal Governo, Costa appare meravigliato e infastidito. A Fortebraccio ricorda una commedia genovese dove il padrone Costa chiede al dipendente Parodi di guardare che tempo fa. Parodi si sporge dalla finestra e riferisce “Sciu baccan avremo acqua”, “Come avremo? Non siamo mica soci noi due”. Così il presidente Angelo Costa sembra dire “Come faremo? Non siamo mica soci noi”.

I padroni hanno una sola responsabilità – Milton Friedman, Nobel per l’economia rassicura – fare profitti, magari accompagnati da rendite. Da ciò deriverà vantaggio per l’intera società. Il tragico fallimento di un’esperienza, che si è detta addirittura comunista, ribadisce questa convinzione. Né i successi del modello cinese sembrano contrastare una diseguaglianza, di mezzi e potere, in crescita in quella società. Tra chi dubita che Friedman avesse proprio ragione c’è pure Martin Wolf, capo dei commentatori economici del Financial Times. Non basta “impegnarsi in una competizione aperta e libera senza inganni o frodi” se “lobbisti, donatori, finanziatori di ricerche accademiche” creano “le regole del gioco politico”.

Un gioco politico serio è quello “in cui le aziende non sponsorizzano spazzatura scientifica sul clima e l’ambiente, non uccidono centinaia di migliaia di persone incentivando la dipendenza da oppiacei, non fanno lobbying per ottenere regimi fiscali che permettono loro di nascondere i loro profitti nei paradisi fiscali, nel quale il copyright non viene esteso all’infinito, e nel quale non cercano di neutralizzare ogni forma di concorrenza e non si battono contro misure che proteggono i lavoratori dalla precarietà”. Ma un gioco fatto così non piace. Non garantisce gli stessi spropositati guadagni e poteri. Fortebraccio scriveva: “Si è padroni per grazia di Dio, un dio nel quale Costa e i suoi amici credono, anche perché scegliendoli ha mostrato, come dicono loro quando spiegano che non c’è nulla da cambiare, di avere buon senso”.

La grazia di Dio non c’entra nulla, sembra dire papa Francesco quando scrive: “Il mercato da solo non risolve tutto, benché a volte vogliano farci credere questo dogma di fede neoliberale. Si tratta di un pensiero povero, ripetitivo, che propone sempre le stesse ricette di fronte a qualunque sfida si presenti. Il neoliberismo riproduce sé stesso tale e quale, ricorrendo alla magica teoria del ‘traboccamento’ o del ‘gocciolamento’ — senza nominarla — come unica via per risolvere i problemi sociali…La fragilità dei sistemi mondiali di fronte alla pandemia ha evidenziato che non tutto si risolve con la libertà di mercato e che, oltre a riabilitare una politica sana non sottomessa al dettato della finanza, dobbiamo rimettere la dignità umana al centro e su quel pilastro vanno costruite le strutture sociali alternative di cui abbiamo bisogno”.

In un mio post su Azione nonviolenta,(Gli epuloni e i lazzari, 5 giugno 2017) mi sono occupato del tema, sul quale da subito il Papa è stato chiarissimo. Ricordo qui solo una sua espressione per me particolarmente efficace. “C’era la promessa che quando il bicchiere fosse stato pieno, sarebbe trasbordato e i poveri ne avrebbero beneficiato. Accade invece che quando è colmo, il bicchiere magicamente s’ingrandisce, e così non esce mai niente per i poveri”. Viene piuttosto da chiedersi perché in tempi di suffragio universale “un pensiero povero e ripetitivo” continui ad avere successo. Vero che non si vedono alternative pronte, ma si vede pure, come nota Wolf, che le pratiche a quel pensiero ispirate “spingono le rendite e i profitti verso l’alto della scala sociale e la disperazione verso il basso”. È che i ricchi, a differenza dei poveri sanno essere uniti nel perseguimento dei loro interessi. “Per vincere devono impegnarsi in battaglie collaterali: guerre culturali, razzismo, misoginia, nativismo, xenofobia e nazionalismo”, annota ancora Wolf. Sono tutti campi nei quali occorre l’impegno di chi opera per il progresso. Questo invero consiste, lo scrive Condorcet, nel ridursi delle differenze tra gli Stati e al loro interno e nell’innalzamento dell’etica personale. Resta un buon programma di lavoro, collettivo e personale.

Questo articolo è recentemente apparso sull’edizione in rete della storica rivista del Movimento nonviolento [www.azionenonviolenta.it]



Periscopio
Dai primi giorni di febbraio, in cima al “vecchio” ferraraitalia, vedete la testata periscopio, il nuovo nome del giornale. Nelle prossime settimane, nel sito troverete forse un po’ di confusione; infatti, per restare online, i nostri “lavori in corso” saranno alla luce del sole, visibili da tutti i lettori: piccoli e grandi cambiamenti, prove di colore, esperimenti e nuove idee grafiche. Cambiare nome e forma, è un lavoro delicato e complicato. Vi chiediamo perciò un po’ di pazienza. Solo a marzo (vi faremo sapere il giorno e l’ora) sarà pronta la nuova piattaforma e vedrete un giornale completamente rinnovato. Non per questo buttiamo via le cose che abbiamo imparato e scritto in questi anni. Non perdiamo il contatto con la nostra Ferrara: nella home di periscopio continuerà a vivere il nome ferraraitalia e i contenuti locali continueranno a essere implementati. Il grande archivio di articoli pubblicati nel corso degli anni sarà completamente consultabile sul nuovo quotidiano. In redazione abbiamo valutato tanti nomi prima di scegliere la testata “periscopio”: un occhio che cerca di guardare oltre il conformismo e la confusione mediatica in cui tutti siamo immersi. Con l’intenzione di diventare uno spazio ancora più visibile, una voce più forte e diffusa. Una proposta informativa sempre più qualificata, alternativa ai media mainstream e alla folla indistinta dei social media.Un giornale libero, senza padrini e padroni, di proprietà dei suoi redattori, collaboratori, lettori, sostenitori. Nei prossimi giorni i nostri collaboratori, i lettori più fedeli, le amiche e gli amici, riceveranno una mail molto importante.Contiene una proposta concreta per diventare insieme a noi protagonisti di questa nuova avventura. Versando una quota (anche modesta) e diventando comproprietari di periscopio, oppure partecipando all’impresa come lettori sostenitori. Intanto periscopio ha incominciato a scrutare… oltre il filo dell’orizzonte, o almeno un po’ più in là dal nostro naso. Buona navigazione a tutti.

Chi non ha ricevuto la mail e/o volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@ferraraitalia.it

L’autore

Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà presidente nazionale dal 1996 al 2010, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali – argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni – e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948.
Daniele Lugli

Ti potrebbe interessare:

  • Periscopio:
    racconti di notizie

  • Domattina aprite gli occhi
    Arriva il nuovo Periscopio!

  • Arriva il nuovo Periscopio:
    l’informazione verticale

  • Salmo fa flip, flop & fly

  • “IO SONO GLI ALTRI”
    READING DI PRIMAVERA

  • diario in pubblico parole nuove

    Diario in pubblico /
    Parole nuove

  • NON DIRE, MOSTRA
    Interviene Luciana Passero: 3 aprile, ore 17 alla Biblioteca Ariostea

  • Mediterranea è sbarcata a Ferrara

  • Per certi versi /
    Il viale della mente

  • presto di mattina cerva aurora

    Presto di mattina /
    La cerva dell’aurora

L'INFORMAZIONE VERTICALE

CONTATTI
Articoli e informazioni a: redazione@periscopionline.it
Lettere e proposte di collaborazione a: direttore@periscopionline.it
Sostenitori e sponsor a:
Periscopio
Testata giornalistica online d'informazione e opinione, registrazione al Tribunale di Ferrara n.30/2013

Seguici: