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Pubblichiamo l’ultimo intervento di Daniele Lugli sul n.130 della rivista trimestrale Madrugada, uscita proprio in questi giorni. Daniele era da anni nel comitato di redazione e partecipava sempre alle affollate, vivaci e conviviali riunioni di redazione che, proprio a Ferrara,  si tengono alla fine di maggio e alla fine di settembre di ogni anno.
(Effe Emme) 

Sulla Valutazione dei Diritti

Un’ incauta osservazione in una riunione di redazione — «Mi pare che la valutazione, in nostre attività pur rilevanti, sia carente, quando non assente, pur proclamandosene la necessità» — provoca una discussione e mi porta a scriverne. Sul vocabolario trovo: «Valutazióne: determinazione del valore di un bene ragguagliato in moneta. Calcolo approssimativo e determinazione del valore di cose e fatti di cui si debba tenere conto ai fini di un giudizio o di una decisione, di una classifica o graduatoria».

Guardare il vocabolario fa sempre bene. La pronuncia corretta è io valùto e non io vàluto, come dico sempre. Per ogni nostra azione è decisivo conoscere chi fa esattamente cosa, in che circostanze, in che tempi, con quali finalità e con quali strumenti: who (chi), what (cosa), where (dove), when (quando), why (perché) e how (come).

Questo è vero, dunque, anche per la valutazione. Ogni W deve essere analizzato e approfondito. Ci sono azioni e correlate valutazioni che tutti ci riguardano.

Luigi Ferrajioli, Per una Costituzione dela Terra. l’umanità al bivio, Feltrinelli. 2022

Siamo in una situazione che Luigi Ferrajoli sintetizza nella premessa alla proposta di Costituzione della Terra:
«Noi, abitanti della Terra, che nel corso delle ultime generazioni abbiamo accumulato armi micidiali in grado di distruggere più volte l’umanità, abbiamo devastato l’ambiente naturale e messo in pericolo, con le nostre attività produttive, l’abitabilità del nostro pianeta; consapevoli della catastrofe ecologica che incombe sulla Terra, del nesso che lega la sopravvivenza dell’umanità e la salvaguardia del pianeta e del rischio che, per la prima volta nella storia, il genere umano, a causa delle nostre aggressioni alla natura, possa avviarsi all’estinzione; decisi a salvare la Terra e le generazioni future dai flagelli dello sviluppo insostenibile, delle guerre, dei dispotismi, della crescita della povertà e della fame, che hanno già provocato devastazioni irreversibili al nostro ambiente naturale, milioni di morti ogni anno, lesioni gravissime della dignità delle persone e un’infinità di indicibili privazioni e sofferenze; decisi a vivere insieme, nessuno escluso, in pace, senza armi mortali, senza fame e senza muri ostili, a garantire un futuro alla specie umana e alle altre specie viventi, a realizzare l’uguaglianza nei diritti fondamentali e la solidarietà tra tutti gli esseri umani e ad assicurare loro le garanzie della vita, della dignità, delle libertà, della salute, dell’istruzione e dei minimi vitali, promuoviamo un processo costituente della Federazione della Terra, aperto all’adesione di tutti gli Stati esistenti e finalizzato alla stipulazione di questo patto di convivenza pacifica e di solidarietà».

È un progetto improbabile e assieme necessario e urgente, al quale tuti gli abitanti della Terra, con diversa capacità e responsabilità, sono chiamati a contribuire. Le loro azioni, individuali e collettive, saranno da valutarsi, quindi, per il contributo che possono dare alla diffusione della conoscenza della situazione, alla consapevolezza delle catastrofi in arrivo, alla decisione di salvare le generazioni future e vivere insieme nessuno escluso in coerenza a tali obiettivi e nel loro perseguimento.

Se richiamiamo anche solo i diritti fondamentali, come riconosciuti dal diritto internazionale e dalla nostra Costituzione, si apre un campo di grande portata per i processi di valutazione.
Sono, infatti, diritti fondamentali i diritti di libertà, i diritti sociali, i diritti politici e i diritti civili.
E tutti sono soggetti a valutazione, quanto a garanzie ed effettività. Mi limito a richiamare i diritti sociali, avvalendomi ancora di formulazioni tratte da Ferrajoli: i diritti sociali comportano, a carico delle istituzioni l’obbligo di fornire gratuitamente a tutti le prestazioni che ne formano l’oggetto.

Diritto alla salute: tutti hanno diritto alla salute. Il diritto alla salute comporta l’obbligo, a carico delle istituzioni sanitarie di prevenire le malattie e di fornire a tutti, gratuitamente, le cure e i farmaci necessari. Nessuno può essere obbligato a subire trattamenti sanitari contro la sua volontà, se non per disposizioni di legge consentite unicamente a garanzia dell’incolumità e della salute pubblica.

Diritto all’istruzione: tutti hanno diritto all’istruzione, impartita gratuitamente dalla scuola pubblica, obbligatoria per almeno dieci anni e senza tasse scolastiche o universitarie negli studi successivi. L’istruzione è finalizzata al pieno sviluppo della personalità e all’educazione al rispetto dei principi della pace, della dignità e dell’uguaglianza delle persone, dei loro diritti fondamentali e dei beni comuni. I capaci e i meritevoli hanno diritto ad essere forniti dei mezzi necessari a raggiungere i gradi più alti degli studi.

Diritto all’alimentazione: tutti hanno diritto a un’alimentazione sufficiente ad assicurare un sano sviluppo fisico e psichico della persona. Diritto a un reddito minimo: Tutti hanno diritto a un reddito sufficiente a garantire a ciascuno una degna sopravvivenza. In caso di infortunio, o di malattia, o di invalidità o di vecchiaia, tutti hanno diritto a mezzi di vita idonei a garantire un’esistenza libera e dignitosa.

Diritto all’abitazione: tutti hanno diritto all’uso di un’abitazione decorosa e sicura.

Ci sono, o ci dovrebbero essere, valutatori istituzionali, addetti a tale compito, perché è alle istituzioni che spetta garantire questi fondamentali ed elementari diritti, disattesi. Garantiti a livelli accettabili i diritti, si possono trovare le migliori forme di valutazione, per migliorarne l’esercizio. Tale è infatti lo scopo della valutazione. Ci debbono essere procedure aperte al contributo dei titolari dei diritti. Strumenti ed esperienze non mancano. La miglior valutazione, ad esempio, della scuola dell’obbligo resta ancora, forse, Lettera a una professoressa.

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Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà presidente nazionale dal 1996 al 2010, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali – argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni – e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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