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26 Aprile 2016

Poeta, storico, libero pensatore

Tempo di lettura: 4 minuti


Oggi, 26 aprile, celebriamo un italiano che ci ha resi grandi nel mondo.
Informatico, cervello-in-fuga-prima-di-te, docente universitario, pioniere di internet ma soprattutto “poeta, storico, libero pensatore”.
Signor* e signor*, un applauso per PIERO SCARUFFI.
Ma chi è Piero Scaruffi?
I più attenti potranno rispondere così: un Dervis Fontecedro che ci viene addosso da una dimensione parallela.

Brano: “The Parable Of Arable Land” dei The Red Krayola
Brano: “The Parable Of Arable Land” dei The Red Krayola

Nato il 26 aprile 1955 in provincia di Vercelli, ben presto il nostro Piero si laurea in matematica – ammazzarli tutti da piccoli, dio santo – e nel 1983 è già a Cupertino, California, a lavorare per il “Centro Intelligenza Artificiale” Olivetti.
Ed è proprio nel 1983 che inizia a materializzarsi Piero Scaruffi come lo conosciamo, anzi, pieroscaruffi.com.e.lo.conosciamo.
Perchè proprio in quel 1983, ARPANET sta diventando Internet e il nostro uomo si fa trovare preparato: inizia a mandare recensioni musicali ovunque.
Ma on il pionieristico neo-internet dell’epoca però le possono leggere solo una quindicina di persone.
Mi vedrò costretto a parafrasare quella celebre sentenza di Brian Eno sulla banana dei Velvet Undergroud: solo 15 persone ma ognuno di quei 15 è diventato un lettore di Blow Up.
Nel giro di qualche anno, però, il suo malloppone è già quasi totalmente online.
E nel 1989 esce in Italia il primo volume della sua famigerata “Storia della Musica Rock”, primo di sei mattoni pubblicati da Arcana.
Nel 2003 verrà pubblicata anche in America ma la cosa che interessa a noi è un’altra: scaruffi.com
Scaruffi.com è uno dei siti più longevi della storia di internet.
Online dal 1998, raccoglie schede e recensioni di musica rock, pop, jazz, classica, cinema, letteratura, arti figurative ma anche filosofia, politica, scienze varie, storia e alé, pure viaggi.
Il sito è online dal 1998 e si vede perchè è meravigliosamente vintage.
Dev’essere anche uno dei primi cinque siti che ho consultato appena ho avuto internet.
E andando avanti con gli anni ho scoperto che non ero solo.
Non penso sia possibile quantificare il numero di persone che hanno imparato a memoria voti, espressioni tipiche e schede di Piero Scaruffi.
Perchè robe come “ritmo panzer cingolato”, “caos stordente di poliritmi brutali”, “orge cacofoniche alla Chrome” e “baccanale orgiastico” non te le dimentichi e fanno sempre ridere.

Ma anche se a prima vista il nostro amico può sembrare simpatico è riuscito comunque farsi dei nemici.
Ed è riuscito a farsi dei nemici perchè è un matematico nerdone/secchione maledetto ossessionato dai numeri e dalle classifiche.
La cifra stilistica di Scaruffi infatti è inequivocabile: quantifichiamo e stronchiamo tutto ciò che è pop.
Sul suo sito c’è persino la classifica dei musicisti più sopravvalutati.
Che ovviamente sono Elvis, i Beatles, Bowie, Prince e gli U2.
A questo punto uno si aspetterebbe anche una sistematica demolizione di uno come Springsteen.
Ma strananamente, Springsteen gli piace.
Cose come questa – soprattutto la sua scandalosa scheda sui Beatles – sono i motivi per cui sogno di intervistare Scaruffi.
Probabilmente alla quarta domanda gli avrò già mollato il primo pugno ma almeno tre domande gliele avrò fatte.
Sono pazzo?
Non credo proprio.
Cercate pure “Beatles” nel grande database scaruffi.com e divertitevi.
Per oggi invece saltiamo in groppa a uno dei grandi cavalli di battaglia del buon Piero, i Red Krayola dal Texas.
Il pezzo è “The Parable Of Arable Land” da “The Parable Of Arable Land” del 1967, album che si piazza al n° 12 della personale classifica dei migliori album di sempre di Scaruffi.
Il Vate in persona la descrive così:
“forse il massimo assolo rumoristico della storia della musica, in cui clangori di latte e stridori di seghe fungono da ouverture per un altro baccanale di sfinente danza totale, raccontano davvero la parabola di una landa fertile e sconfinata, ma tuttora inesplorata.”
Come sempre la prosa non è fiorita, è primaverile.
Una serra, praticamente.

Mentre scrivo la sto ascoltando a tutto volume con le cuffie, la gatta se n’è accorta e sta sbroccando e mia madre mi chiede se è il computer a fare ‘sto rumore che “sembra un cane”.
Che dire?
Hanno ragione tutti e tre.
Complimenti ai Red Krayola per averci regalato questo momento che mette d’accordo tutti, animali e/o persone.
E auguroni a Piero Scaruffi.
Un tempo si pensava che quest’uomo fosse il male ma in questi ultimi anni abbiamo avuto la certezza che il male si annida altrove.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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