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1 – Dal 26 maggio Predappio è amministrata dalla destra. Il nuovo sindaco, Roberto Canali, ha promesso in campagna elettorale che si sarebbe impegnato per tenere sempre aperta la cripta dove è sepolto Benito Mussolini. In paese, i ristoratori e gli esercenti si sono spesso lamentati perché senza l’afflusso dei seguaci del duce gli affari calano. E il neo-sindaco vuole risolvere il problema perché “la tomba di Mussolini è un volano per il turismo”. Insomma, rendere omaggio a un dittatore che ha tolto la libertà per vent’anni, imprigionato e fatto assassinare i suoi oppositori, inventato un colonialismo predatorio e criminale, varato le leggi anti-ebraiche, responsabile della morte di decine di milioni di persone per la disastrosa guerra mondiale causata insieme al suo alleato nazista, alleato di Hitler con cui collaborò per mandare nei campi di sterminio gli ebrei italiani… può rilanciare il turismo.

2 – Su facebook Eliana Frontini, insegnante di Storia dell’arte di Novara, ha così commentato l’assassinio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega: “Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza”. Si può comporre una raggelante antologia di frasi barbare scritte da chi ha usato il sacrificio di un coraggioso servitore dello Stato per seminare odio nella rete. Insieme alla ‘riforma intellettuale e morale’ della società civile di cui parlava Gramsci sarà bene trovare il modo di punire penalmente chi scambia la libertà di espressione con la licenza di offendere. Bene hanno fatto Stefania Soriani (Rifondazione comunista) e Marzia Marchi (ambientalista) a denunciare e querelare chi le ha pesantemente offese su Fb e Instagram.

3 – Sui quotidiani locali è uscita una lettera aperta di don Domenico Bedin al vicesindaco Nicola Lodi. Precisa, puntuta, condivisibile. Fra l’altro contiene un’informazione che penso sia risultata nuova per molti ferraresi: “Carissimo vicesindaco, tu forse non ricordi, ma anche tu sei stato vittima di picchettaggi e manifestazioni contro l’accoglienza. Quando tu, la tua fidanzata di allora e un’altra attuale assessore con la sua famiglia eravate ospiti di Viale K (insieme a tanti altri migranti e poveri), il comitato ‘mille firme’ supportato dal senatore Balboni faceva sit-in di fronte la parrocchia di Krasnodar. Sono contento di non aver ceduto di un millimetro allora, anche perché ora fate parte della giunta con il figlio di Balboni. E’ un peccato morire: la realtà supera di gran lunga la fantasia!”. Oplà! Ecco illuminata una delle tante facce di Naomo che ama così tanto apparire come un cavaliere senza macchia. La rivelazione è stata così efficace che il vicesindaco ha fatto subito scattare una minaccia di rappresaglia contro don Bedin come nella peggiore tradizione della destra.

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Fiorenzo Baratelli

È direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara. Passioni: filosofia, letteratura, storia e… la ‘bella politica’!

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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