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Finalmente due buone notizie. Il sindaco della città, Alan Fabbri, porterà in Consiglio comunale la proposta di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre e il ministro Dario Franceschini ha ufficializzato il ripristino del finanziamento per il completamento del Meis: “Lo dobbiamo a Liliana Segre, a lei personalmente e a quello che rappresenta. La conoscenza è il migliore antidoto contro odio e intolleranza”.

Scriveva Antonio Gramsci che in democrazia “l’assedio è reciproco”. Teniamolo presente quando ci prende lo sconforto a fronte di notizie quotidiane gravi e inquietanti. In questi mesi la destra estrema, che fa capo alla Lega e a Fratelli d’Italia, si è scatenata nel promuovere campagne di odio e assumere decisioni vergognose. La non approvazione della ‘Commissione Segre’, sindaci della destra che considerano i viaggi della memoria ad Auschwitz ‘iniziative di parte’, la presenza di Casa Pound e Forza Nuova alle manifestazioni della Lega, sono solo alcuni dei fatti gravi tra tanti altri che potremmo ricordare. Ebbene, la reazione di una parte larga dell’opinione pubblica li ha costretti a compiere qualche gesto riparatore.
A chi, a sinistra, vorrebbe archiviare tutto sotto il titolo ‘ipocrisia’ e chiudersi in un rifiuto (a prescindere) di qualunque cosa succeda a destra propongo alcune riflessioni. In politica contano gli atti pubblici, non il processo alle intenzioni. Per esempio, conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre è un gesto importante e di indiscutibile significato simbolico all’insegna dei valori della libertà, democrazia, tolleranza, contro ogni posizione razzista e filo nazi-fascista. Perché non riconoscere il segno positivo, nell’atto che solennemente verrà compiuto oggi in Consiglio Comunale, delle manifestazioni di queste settimane, della campagna quasi unanime sulla stampa e in tv, delle prese di posizione nella rete, della coscienza diffusa tra i giovani dei valori rappresentati dalla senatrice Segre? Tutta la città deve essere orgogliosa di avere Liliana Segre tra i suoi cittadini onorari!
Aggiungo un’altra valutazione storico-politica. Perché rifiutarsi di prendere atto che la Lega non è compatta e unita su posizioni estreme e pericolose? Perché negare che sia attraversata da divisioni su principi e temi fondamentali per la convivenza civile e democratica?

Vengo da una tradizione politica che negli anni bui della dittatura fascista distingueva tra il filosofo Gentile e lo squadrista Farinacci. Perché non dovrei praticare la stessa arte della distinzione giudicando la Lega? Senza sottovalutare l’effetto deprimente che produce un atteggiamento di non considerazione dei risultati che la mobilitazione dell’opinione pubblica può determinare. La democrazia funziona così, mediante una dialettica quotidiana che condiziona tutti i protagonisti della vita pubblica e che di volta in volta determina spostamenti in direzioni diverse a seconda della capacità culturale messa in campo dai diversi attori politici. Chi si aspetta vittorie clamorose e definitive non ha capito il carattere ‘grigio’ di un sistema che vive all’insegna di mediazioni, compromessi e non aut-aut da ultima spiaggia.

Vorrei concludere queste note ricordando l’insegnamento di un grande filosofo e maestro di democrazia morto in questi giorni: Remo Bodei. Anche nel suo ultimo importante libro (“Dominio e sottomissione. Schiavi, animali, macchine, Intelligenza Artificiale”, Il Mulino) invitava, dinanzi a problemi in continua evoluzione e a eventi circonfusi da uno spesso alone di incertezza, a non perdersi in profezie di sventura o a coltivare superficiali ottimismi, ma impegnarsi a studiare per capire e ad organizzarsi per agire.
Remo Bodei amava ripetere un detto di J. M. Keynes: “L’inevitabile non accade mai, l’inatteso sempre”. Viviamo tempi difficili, ma anche affascinanti. C’è l’urgenza di rimodellare dalle fondamenta il nostro apparato concettuale e di abbandonare idee ‘tampone’ o anacronistiche che producono solo indecisione e immobilismo. A volte più che abbracciare idee nuove, si fa fatica a liberarsi di quelle vecchie. Insieme ad opere fondamentali Remo Bodei è stato un intellettuale per molti aspetti originale in questo tempo di stucchevoli narcisismi e diffuse sciatterie. Rigore nella ricerca storico-filosofica, instancabile divulgazione apprezzata per chiarezza e qualità, presenza costante nella discussione pubblica concepita come luogo di verifica e di controllo della stessa riflessione filosofica. Siamo grati a queste testimonianze di serietà intellettuale e impegno civile che ci sostengono nella determinazione a ‘non mollare’.

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Fiorenzo Baratelli

È direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara. Passioni: filosofia, letteratura, storia e… la ‘bella politica’!

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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