Netanyahu parla all’ONU:
tra escapismo e criminalità
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Netanyahu parla all’ONU: tra escapismo e criminalità
Il discorso di Benjamin Netanyahu, premier di Israele, alle Nazioni Unite va letto come una testimonianza storica, che tra qualche anno potrà essere affiancata alle autodifese o alle giustificazioni dei criminali di guerra, una volta messi alla sbarra. Con una differenza: questo discorso Netanyahu lo ha pronunciato mentre è ancora in sella, ancora al potere. Quindi gli manca la viltà piagnucolante del catturato. In compenso possiede l’arroganza dell’impunità, e quel tipico vittimismo sionista. Molti dicono che non riescono ad arrivare in fondo, sopraffatti dal vomito. Invece io mi sono permesso di commentarlo, in corsivo. Tanto, se sul Corriere della Sera compare un articolo in cui viene scritto che Barghouti è un esponente di spicco di Hamas, mi sento autorizzato a dire la mia con maggiore autorevolezza. Ringrazio per gli approfondimenti sulla questione palestinese, quindi, non certo il Corriere della Sera o Repubblica. Tra gli indipendenti che non vanno per la maggiore, ma che meritano di essere letti per la capacità di analisi, in Italia, a parte Alberto Negri, mi limito a citare Lavinia Marchetti. E Fanpage per il coraggio della cronaca in diretta dalla flottiglia in direzione Gaza.
“Sorprendentemente, mentre combattiamo i terroristi che hanno ucciso tanti dei vostri cittadini, voi combattete contro di noi. Ci condannate. Ci imponete embarghi e ci muovete guerra politica e legale. Questo si chiama “lawfare” contro di noi. Dico ai rappresentanti di quei Paesi: questa non è un’accusa contro Israele. È un’accusa contro di voi. È un’accusa contro leader deboli che preferiscono compiacere il male piuttosto che sostenere una nazione i cui soldati coraggiosi vi difendono dai barbari alle porte. Quelle porte sono già state penetrate.
Quando imparerete? Non si può sfuggire alla jihad con le concessioni. Non si sfugge alla tempesta islamista sacrificando Israele. Per superare quella tempesta, bisogna stare con Israele.
Ma non è quello che state facendo. Come predissero i profeti d’Israele nella Bibbia, avete trasformato il bene in male e il male in bene.”
Dall’esordio del discorso, sembra che il mondo intero abbia isolato Israele. Magari fosse così: non farti ingannare dalla pletora di dignitari che hanno abbandonato l’aula. In realtà – con l’eccezione della Spagna – non c’è alcun embargo ad opera dei paesi il cui embargo conterebbe: Stati Uniti, Germania, Italia, Cina, Irlanda, Paesi Bassi. Netanyahu parte quindi con una menzogna per legittimare il famoso vittimismo sionista. Inoltre si intesta il ruolo di difensore universale, e incompreso, dai “barbari alle porte”. Evoca lo scontro di civiltà, in cui il male (i barbari) è rappresentato dall’islam, senza distinzioni, e il bene da lui e il suo coraggioso esercito. Bene, giusto: il laicato contro le teocrazie! Neanche per sogno: l’unica religione giusta contro tutte le altre (come predissero i profeti d’Israele nella Bibbia…). Detto da uno che ha riempito le tasche di Hamas, cioè i barbari, per anni in funzione anti Fatah, è un discorso credibile. Del resto la credibilità di Netanyahu (che vuol dire “donato da Dio”, sempre per rimanere laici) inizia dal suo nome, che è falso. Si chiama Mileikowski, è di origine polacca per parte di padre e lituano per parte di madre. Tecnicamente non è un semita.
“Prendiamo la falsa accusa di genocidio. Israele è accusato di colpire deliberatamente i civili. Signore e signori, la verità è l’opposto.
Il colonnello John Spencer, capo degli studi sulla guerra urbana, forse il più grande esperto mondiale in materia, afferma che Israele sta applicando più misure per ridurre le vittime civili di qualsiasi altro esercito nella storia. E proprio per questo il rapporto tra vittime non combattenti e combattenti è inferiore a 2:1 a Gaza. Un dato incredibilmente basso, inferiore a quello delle guerre della NATO in Afghanistan e Iraq. Soprattutto se si considera che Gaza è una delle aree urbane più densamente popolate al mondo, con centinaia di chilometri di tunnel sotterranei e torri terroristiche sopra il suolo, con migliaia di miliziani nascosti nelle aree civili.”
Qui Mileikowski-Netanyahu – mi viene in mente Stanislao Moulinsky, il trasformista nemico acerrimo di Nick Carter – ci introduce nella realtà parallela di Israele. Non voglio nemmeno stare a disquisire sul numero di organismi internazionali indipendenti che hanno ricostruito l’incredibile e inaudito numero di vittime civili di questo sterminio. Non perdo tempo, perché tanto il polacco wannabe semita disconosce qualunque credibilità a questi organismi: per lui sono tutti affiliati ad Hamas, dalla Croce Rossa ad Amnesty passando per The Lancet e Medici senza Frontiere. Mi limito a fare il confronto tra due fonti. La prima la cita lui, come se fosse la nuova Torah: un tale colonnello John Spencer, militare americano in pensione che ha combattuto in Iraq, il quale sostiene che l’esercito israeliano adotta le massime cautele al mondo per minimizzare le vittime civili, e cita dati statistici (che vengono smentiti da professori in economia e statistica come Michael Spagat, ma non importa). La seconda fonte è l’IDF, cioè il suo stesso esercito, e la sua intelligence: i dati provenienti da un database interno dei servizi segreti israeliani indicano che almeno l’83% dei palestinesi uccisi durante l’offensiva israeliana su Gaza erano civili. Quindi Netanyahu-Moulinsky smentisce i dati della sua stessa intelligence e del suo stesso appena glorificato “coraggioso” esercito (del quale qui puoi apprezzare il coraggio) preferendo le tesi di un “esperto” fra mille, i cui dati sono sbugiardati da numerosi accademici, fatto assurgere a unica e massima autorità mondiale. Decidi tu se inserire il polacco wannabe semita tra gli escapologisti o tra gli escapisti.
“Se volete capire quali misure Israele prende per evitare vittime civili, guardate cosa stiamo facendo ora a Gaza City, l’ultima roccaforte di Hamas, o una delle ultime.
Per tre settimane Israele ha lanciato milioni di volantini, inviato milioni di messaggi, fatto innumerevoli telefonate, esortando i civili a lasciare la città prima che iniziassero le operazioni militari”.
Non importa cosa pensi della creazione dello Stato di Israele, della Palestina, dei palestinesi, degli ebrei e dei terroristi. Ti chiedo solo di fare con me un esercizio. Prova solo a immaginarti questa scena mentre sei a casa tua. Siccome nel tuo palazzo ipotizzo che si nasconda un criminale mafioso, e che anche tutto attorno nel tuo quartiere risiedano dei pericolosissimi mafiosi, ti mando un volantino dal cielo dicendoti che hai mezzora per andartene da casa tua, prima che io rada al suolo il tuo palazzo e tutto il quartiere circostante. Adesso, subito. Non fra un mese, non tra una settimana, non domani. Adesso. Concentrati su questa scena. Cosa porti via della tua vita in mezzora? e soprattutto dove la porti? Prova a immaginare che questo avviso arrivi dal tuo governo. Infine fai un ultimo passo: immagina che questo preannuncio di distruzione provenga da un altro Stato, che sta occupando il tuo territorio. Ti prego, fallo questo esercizio.
“Allo stesso tempo Hamas si è piazzata in moschee, scuole, ospedali, palazzi, e costringe i civili a restare, minacciandoli con le armi se provano ad andarsene.”
Per la precisione, non è Hamas a invadere le moschee, è esattamente il contrario: è Ben Gvir con i suoi fanatici scagnozzi che invade le moschee e ivi prega il dio ebraico. Di questa invasione ci sono le testimonianze filmate (guarda qui), delle invasioni di Hamas no. Ci dobbiamo fidare della parola del polacco naturalizzato Giacobbe, che non usa mai nomi e cognomi delle persone, usa “Hamas”, entità impersonale, hydra tentacolare che si nasconde dietro le colonne delle moschee, sbuca tra le fondamenta dei palazzi. Un mostro astratto. I nomi delle persone saltano fuori solo dopo che le hanno ammazzate.
“Per Israele ogni vittima civile è una tragedia. Per Hamas è una strategia. Hamas usa i civili come scudi umani e strumenti della sua propaganda malata, propaganda che i media occidentali assorbono senza esitazioni.
Nonostante le minacce, circa 700.000 abitanti di Gaza hanno seguito i nostri avvertimenti e si sono spostati in zone sicure.
Ora vi pongo una domanda semplice.
Un Paese che commette genocidio chiederebbe mai alla popolazione civile che intende sterminare di allontanarsi dalla zona di pericolo? Diremmo loro di andarsene, se davvero volessimo un genocidio? Israele cerca di portarli fuori, Hamas cerca di tenerli dentro.
L’accusa è assurda. Il paragone con i genocidi della storia è offensivo. I nazisti chiesero forse agli ebrei di uscire dalle loro case “gentilmente”? Gli altri genocidi della storia lo fecero? Ovviamente no. La verità viene rovesciata”.
Quindi, sostiene Mileikowski-Netanyahu, il suo governo sta chiedendo ai gazawi di sloggiare “gentilmente” (favorisco a fianco foto della gentilezza usata dal governo israeliano)
. Inoltre, se li sloggia mandandogli un volantino prima di buttare un missile su casa loro, significa che non li vuole ammazzare tutti. Con ciò mettendosi a fare paragoni macabri tra genocidi, e allo stesso tempo dimostrando di non conoscere le condizioni della convenzione internazionale che definiscono l’intento di pulizia etnica come uno degli elementi determinanti per configurare giuridicamente un genocidio. Ma per lui non è un problema: del resto, non è così importante conoscere regole che consideri come il cartoccio del pesce da almeno 58 anni, cioè dal 1967 – volendo, noi sì, essere gentili, e mettendo tra parentesi la Nakba del 1948, sulle cui responsabilità tuttora gli storici dibattono.
. Inoltre, se li sloggia mandandogli un volantino prima di buttare un missile su casa loro, significa che non li vuole ammazzare tutti. Con ciò mettendosi a fare paragoni macabri tra genocidi, e allo stesso tempo dimostrando di non conoscere le condizioni della convenzione internazionale che definiscono l’intento di pulizia etnica come uno degli elementi determinanti per configurare giuridicamente un genocidio. Ma per lui non è un problema: del resto, non è così importante conoscere regole che consideri come il cartoccio del pesce da almeno 58 anni, cioè dal 1967 – volendo, noi sì, essere gentili, e mettendo tra parentesi la Nakba del 1948, sulle cui responsabilità tuttora gli storici dibattono. “Hamas è un’organizzazione terroristica genocida, con una carta che invoca l’uccisione di tutti gli ebrei del pianeta. Questa organizzazione ottiene indulgenza, viene appena nominata. Israele invece, che fa di tutto per ridurre i rischi ai civili, viene messo sotto processo. Che barzelletta.
Ecco un’altra accusa ridicola: Israele sarebbe colpevole di affamare deliberatamente Gaza, quando in realtà Israele sta alimentando Gaza. Dall’inizio della guerra, Israele ha fatto entrare oltre due milioni di tonnellate di cibo e aiuti, pari a una tonnellata per ogni abitante. Circa 3.000 calorie al giorno per persona. Che politica di fame sarebbe questa?
Se alcuni a Gaza non hanno abbastanza cibo, è perché Hamas lo ruba. Hamas sequestra gli aiuti, li accumula, li rivende a prezzi esorbitanti per finanziare la sua macchina militare. Il mese scorso persino le Nazioni Unite, che non si possono certo definire sostenitrici di Israele, hanno ammesso che Hamas e altri gruppi armati hanno razziato l’85% dei camion di aiuti.
Questa è la causa della privazione. E chi diffonde le menzogne di genocidio e fame contro Israele non è diverso da chi nei secoli diffondeva menzogne antisemite, accusando gli ebrei di avvelenare i pozzi, diffondere la peste o usare il sangue dei bambini per i riti pasquali.”
Per capire quanto sia disgustosamente bugiardo questo polacco – che continuo a definire polacco non perchè disprezzi i polacchi, ma perchè costui si impadronisce da finto semita di un olocausto che non è suo – non ti mando le parole di un arabo, perchè per molti (magari anche per te) la parola di un arabo è per definizione inaffidabile. Ti faccio ascoltare un chirurgo d’urgenza caucasico bianco, Nick Maynard, che ha cercato di salvare vite negli ospedali di Gaza. Una persona per cui la parola “eroe” per una volta non è sprecata. Ascolta bene. Ascolta chi è che sequestra il latte in polvere destinato ai neonati affinchè non possano fare altro che morire di fame. Guarda e ascolta qui.
“L’antisemitismo non muore. Si ripresenta sempre, con bugie nuove e vecchie riciclate. E queste bugie hanno conseguenze.
Negli ultimi mesi, ebrei sono stati aggrediti in Canada, Australia, Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi e altrove. Negli Stati Uniti, un sopravvissuto all’Olocausto è stato bruciato vivo in Colorado. Una giovane coppia dell’ambasciata israeliana a Washington è stata uccisa a colpi di arma da fuoco davanti al Museo dell’Olocausto.
Per fortuna l’amministrazione Trump sta combattendo con forza l’antisemitismo, e ogni governo dovrebbe seguirne l’esempio. Invece molti fanno l’opposto: premiano i peggiori antisemiti della terra.
Questa settimana i leader di Francia, Gran Bretagna, Australia, Canada e altri Paesi hanno riconosciuto senza condizioni lo Stato di Palestina. Lo hanno fatto dopo gli orrori del 7 ottobre, che furono celebrati da quasi il 90% dei palestinesi. Non solo sostenuti: celebrati con balli, dolci distribuiti per strada, sia a Gaza che in Cisgiordania. Esattamente come fecero l’11 settembre.
Il messaggio che hanno inviato è chiaro: uccidere ebrei paga.
E io ho un messaggio per quei leader: quando i peggiori terroristi del pianeta lodano la vostra decisione, vuol dire che avete sbagliato. Gravemente. La vostra scelta vergognosa incoraggerà terrorismo contro ebrei e innocenti ovunque. Sarà un marchio d’infamia su di voi.”
Purtroppo il polacco ha ragione nel predire che molti innocenti, tra cui molti musulmani, moriranno uccisi da futuri attentati fanatici e suicidi, come è già successo e come succederà. E questo marchio d’infamia della recrudescenza del fanatismo, non solo antisemita, ricade interamente su di lui e sui fanatici omicidi, semiti abusivi, che fanno da stampella insanguinata al suo potere.
“E poi c’è la favola della “soluzione a due Stati”. I palestinesi non hanno mai accettato questa idea. Non vogliono uno Stato accanto a Israele, vogliono uno Stato al posto di Israele. Per questo hanno sempre rifiutato le offerte di pace.
(In realtà l’ultima offerta di pace come la chiama lui è stata bombardata dal suo stesso esercito a Doha, in Qatar, il 9 settembre, nel tentativo dichiarato di ammazzare i negoziatori).
“La verità è che ciò che alimenta questo conflitto non è l’assenza di uno Stato palestinese, ma la presenza di uno Stato ebraico. E questa verità vale anche per l’Autorità Palestinese, che paga stipendi ai terroristi, intitola scuole e piazze agli assassini, insegna ai bambini l’odio verso Israele e verso i cristiani. A Betlemme, sotto controllo israeliano, gli abitanti cristiani erano l’80%. Ora sono meno del 20% sotto l’Autorità Palestinese.
Dare loro uno Stato, dopo il 7 ottobre, equivarrebbe a dare uno Stato ad al-Qaeda a un miglio da New York dopo l’11 settembre. Una follia.
E lasciatemi chiarire: Israele non accetterà mai che ci venga imposto uno Stato terrorista. In Knesset, oltre il 90% dei parlamentari ha votato contro. Questa non è solo la politica del mio governo. È la politica del popolo israeliano”.
La soluzione a due stati l’aveva firmata un altro primo ministro di Israele che aveva avuto la lungimiranza di guardare oltre, Yitzhak Rabin. Questa lungimiranza l’ha pagata con la vita, assassinato non da un fondamentalista islamico, ma da un fan di Ben Gvir (che ha praticamente rivendicato l’omicidio) e di Smotrich. Purtroppo in questa fase storica in Israele i razzisti stanno nettamente prevalendo sulle persone assennate, fatto che mi costringe a confermare come verosimile l’ultima affermazione di questo criminale di Stato. Peraltro, sul brainwashing, negazionista dell’umanità stessa palestinese, cui è soggetta la popolazione di Israele sin dall’età scolare, interessante è il lavoro della docente e studiosa ebrea Nuret Peled Elhanan (leggine qui)
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Nicola Cavallini
E’ avvocato, anche se lo stipendio fisso lo ha portato in banca, dove ha cercato almeno di non fare del male alle persone. Fa il sindacalista per colpa di Giorgio Ghezzi, Luciano Lama, Bruno Trentin ed Enrico Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.
Circa 3.000 calorie al giorno per persona … ora ho capito, è uno sterminio sotto traccia causato dal colesterolo e dai trigliceridi …
Spero che un giorno non troppo lontano la storia condannerà questo genocida, bugiardo e senza anima
Grazie Nick, ottimo articolo, come sempre