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Ristori. La Regione stanzia 1,5 milioni per le spese di gestione delle piscine comunali chiuse per la pandemia. Le richieste degli Enti locali entro il prossimo 20 marzo

Giammaria Manghi (Segreteria politica): “Sostegno necessario perché sia evitato che gli impianti vadano incontro a un irreversibile depauperamento”

Bologna – Per le piscine comunali dell’Emilia-Romagna, inattive a causa delle misure sanitarie legate al Covid-19, sono in arrivo 1,5 milioni di euro. La Regione ha dato ilvia libera ai ristori per aiutare i Comuni a sostenere le spese di gestione delle piscine di loro proprietà attualmente chiuse. Lo ha deciso la Giunta regionale, nel corso dell’ultima seduta, che ha anche approvato i criteri per il trasferimento delle risorse agli Enti locali emiliano-romagnoli.

I Comuni avranno tempo fino al 20 marzo 2021 per trasmettere alla Regione la richiesta di risorse finanziarie quale ristoro vincolato per gli impianti natatori di proprietà. La Giunta entro il 20 aprile successivo delibererà la concessione e l’impegno finanziario per ciascun beneficiario.

“Il perdurare dello stato di emergenza e le conseguenti norme statali relative alla sospensione dell’attività sportive ‘al chiuso’, tra cui gli impianti natatori– ha detto il capo della Segreteria politica della Presidenza, Giammaria Manghi– ha creato una situazione molto critica non solo per il blocco dei servizi per migliaia di utenti, ma anche per le forti esposizioni finanziarie che i gestori devono sopportare a fronte di spese necessarie per garantire il buon funzionamento degli impianti, evitandone un irreversibile depauperamento”.

La suddivisione delle risorse finanziarie varierà a seconda della tipologia dell’impianto, se presenti una o più vasche allo scoperto e/o anche al coperto, e se queste siano olimpioniche.

“Lavoriamo affinché lo stato di emergenza– ha aggiunto Manghi- non rischi di vanificare uno degli obiettivi fondamentali del Piano triennale dello Sport 2018-2020, l’incremento della pratica motoria e sportiva e la lotta contro la sedentarietà, in particolare per le fasce d’età più giovani. La Regione è già intervenuta per sostenere, con uno stanziamento di 3 milioni le spese di iscrizione dei giovani a corsi, attività e campionati organizzati da associazioni e società sportive dilettantistiche, attraverso l’erogazione dei ‘voucher sport’ alle famiglie”.

Il testo dei criteri e le informazioni potranno essere reperiti sul portale regionale dello Sport mentre richieste di chiarimenti possono già essere inviate all’indirizzo: sport@regione.emilia-romagna.it .

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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