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20 Novembre 2017

L’uomo del fiume

Tempo di lettura: 2 minuti


L’uomo del fiume guarda oltre la riva.
Nuvole sparse all’orizzonte, tre gabbiani intrecciano ricami nel basso cielo. L’acqua scorre come il tempo, dalle montagne al mare, ininterrottamente, eternamente.
La vita insegue, come sempre, da un passato di ricordi a un futuro di speranze e delusioni.
In mezzo solo dolore e gioia: la vita non s’accorge di vivere.

L’uomo del fiume arriva al mattino presto, si siede sulla riva e si accende una sigaretta. Fuma lento, guarda la corrente e aspetta.
L’aria è leggera, come i pensieri, come il vento.
Faccia rugosa, pelle spessa, unghie e barba ingiallite. L’uomo del fiume è alla sua quinta sigaretta.

È mezzogiorno, un magro bottino di pesce per la sera, quattro bocconi di pane e formaggio e un bicchiere di vino. Poi di nuovo sulla riva a guardare il tempo scorrergli davanti, spumeggiante, indomabile, indifferente.

Il giorno è passato, come altri mille e mille ancora prima. Altri giorni passeranno nell’attesa che qualcosa succeda, perché qualcosa dovrà succedere prima o poi.
Ma l’unica certezza è nell’acqua che scorre e non si ferma.

L’uomo del fiume allunga una mano, la immerge nella corrente, sente il tempo scorrergli tra le dita, cerca d’afferrarlo ma gli sfugge.

L’uomo del fiume guarda oltre la riva. Non può fermare il tempo. Tra le ombre della sera osserva la corrente che muove il mondo e decide…

Il fiume gli ha dato tanto e gli ha tolto tutto.
Una vita d’attese, le ceneri della moglie, un figlio troppo acerbo, adorato e scomparso dentro un vortice al largo.

È mezzanotte. Un passo oltre il pontile, un tuffo nel buio, un abbraccio gelido e avvolgente…

L’uomo del fiume ha catturato il tempo.

Nick Drake muore suicida nel 1974, all’età di ventisei anni…

River Man (Nick Drake, 1969)

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Carlo Tassi

Ferrarese classe 1964, disegna e scrive per dare un senso alla sua vita. Adora i fumetti, la musica prog e gli animali non necessariamente in quest’ordine. S’iscrive ad Architettura però non si laurea, si laurea invece in Lettere e diventa umanista suo malgrado. Non ama la politica perché detesta le bugie. Autore e vignettista freelance su Ferraraitalia, oggi collabora e si diverte come redattore nel quotidiano online Periscopio. Ha scritto il suo primo libro tardi, ma ha intenzione di scriverne altri. https://www.carlotassiautore.altervista.org/

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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