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Nata il 22 aprile 1970 per far comprendere l’importanza della conservazione delle risorse naturali della Terra, la Giornata della Terra o per la terra (Earth day) viene festeggiata, ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile, ufficializzata dalle Nazioni unite il 26 febbraio 1971. L’idea era stata, tuttavia, discussa per la prima volta nel 1962, al tempo delle proteste contro la guerra del Vietnam, e il senatore Nelson ebbe l’idea di organizzare un ‘teach-in’ sulle questioni ambientali. Nelson riuscì a coinvolgere anche esponenti del mondo politico come Robert Kennedy, che, nel 1963, attraversò 11 stati del Paese tenendo una serie di conferenze dedicate ai temi ambientali. L’Earth day prese definitivamente forma nel 1969, dopo il disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara, in California, a seguito del quale il senatore Nelson decise fosse giunto il momento di portare le questioni ambientali all’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico. “Tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto a un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”. Sarebbe nato un principio fondamentale per tutti che, dall’anno successivo, avrebbe portato alla mobilitazione di milioni di cittadini americani in favore della terra, iniziativa che avrebbe preso il nome che ha oggi.
In questa giornata, si celebrano l’ambiente e la salvaguardia del pianeta e si discutono le sue problematiche: l’inquinamento dell’aria, dell’acqua o del suolo, la salvaguardia degli ecosistemi e delle specie, l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si cercano soluzioni per eliminare gli effetti negativi delle attività antropiche. Tutti insieme. Nel 2000, grazie a internet, la celebrazione dell’evento venne promossa a livello globale, arrivando a coinvolgere oltre 5.000 gruppi ambientalisti al di fuori degli Stati uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone in 183 paesi, fra cui noti personaggi dello spettacolo come l’attore Leonardo Di Caprio (e non solo). Negli anni la partecipazione è cresciuta e sono state avviate molte iniziative.

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#NoPlaceLikeHome è l’hashtag per condividere foto e video dei propri posti preferiti sulla Terra

Anche in Italia, Earth Day Italia [vedi], l’organizzazione italiana partner dell’Earth Day Network, nasce con lo scopo di rafforzare e promuovere la Giornata e le sue finalità su tutto il territorio nazionale, favorendo lo sviluppo di progetti e di iniziative per il pianeta. Dal 2007, è impegnata nel diffondere progetti per l’ambiente, connettere le realtà ambientaliste nazionali e locali e orientare i gesti quotidiani dei singoli cittadini. Quest’anno, la splendida Villa Borghese ospiterà l’edizione 2015 del concerto Earth Day. Musica e arte per accendere i riflettori sulle grandi questioni ambientali, coniugando riflessione e intrattenimento. All’interno del Villaggio per la Terra, che sarà allestito sabato 18 e domenica 19 aprile al Galoppatoio di Villa Borghese, si festeggerà con artisti provenienti dalle più diverse culture musicali.
Nella stessa giornata, la Nasa ha indetto un’iniziativa che coinvolgerà i social media: il pubblico è invitato a condividere foto e video dei propri posti preferiti sulla Terra, con hashtag #NoPlaceLikeHome. Uno sforzo per la terra, da parte di tuti, per tutti.

Per saperne di più sulle iniziative italiane visita il sito di Earth Day [vedi] e la pagina Facebook [vedi].

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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