INTERNAZIONALE A FERRARA 2018
Scienza diviso umanesimo, uguale: fanatismo
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Rispettavano la natura, la amavano, quasi la idolatravano, come fine a se stessa, come massimo valore. Poi una nuova ideologia, un nuovo desiderio prendono il sopravvento: il bisogno di avere un figlio. E tutto cambia.
Non è stato facile avere Paolo Giordano quest’anno per la prima volta al Festival di Internazionale a Ferrara, visti i suoi numerosi impegni a seguito dell’uscita in libreria di ‘Divorare il cielo’, romanzo best-seller dalla primavera scorsa. ‘Gli scienziati raccontano’, incontro organizzato dal Master di primo livello dell’Università di Ferrara ‘Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza’, si è svolto venerdì 5 ottobre presso il Dipartimento di Economia e Management. A incontrare lo scrittore, nonché fisico teorico di formazione, il giornalista scientifico Michele Fabbri, fiero di esser parte del master Unife che – ha ricordato alla platea – esiste da ben diciotto anni e ha prodotto ormai più di 800 persone esperte, italiane e non.
La posizione di Fabbri è chiara. Intervistato da Ferraraitalia, ha confermato come sia questa la via maestra per perseguire una vera comunicazione scientifica: “non una semplice divulgazione che cerca di spiegare il difficile con parole semplici, ma una comunicazione in grado di far comprendere come la tecnoscienza si articola nella vita quotidiana; la nostra sfida è formare coloro che formeranno, coloro che si porranno come interfaccia tra chi fa scienza e chi no”. Eh sì, perché il momento storico che stiamo vivendo è, a detta dello scienziato divenuto autore letterario, peculiare: “il divorzio tra racconto e scienza, in tutti i sensi, è sofferenza per la cultura”. Una spaccatura, quella tra sapere umanistico e sapere scientifico, che si realizza molto presto nella vita delle persone, addirittura già alle scuole elementari, quando una parte fondamentale del sapere viene presentata come oscura e violenta, provocando di fatto un istintivo disamoramento che mai potrà venir meno. Giordano, invece, non ha abbandonato un mestiere per intraprenderne un altro. Le opere della sua seconda vita sono profondamente intrise di temi scientifici, estremamente attuali e prorompenti.
Non ci è permessa, oggi, la non comprensione della scienza: se ciò poteva anche essere sopportabile nel passato, oramai è impensabile. Molte sono le sfide etiche che i sempre incessanti progressi della tecnoscienza ci presentano, ma il tempo per metabolizzare tutto questo non è mai sufficiente. E se non si afferrano i termini delle questioni, il rischio è quello di affidarsi all’istinto, all’intuito, se non all’indole o al momento contingente. Amos Oz lo chiamava “gene del fanatismo”: un gene presente in ciascuno di noi, ma attivabile dal contesto che si vive. E, forse, il nostro tempo sta collaborando all’attivazione di molto fanatismo, da una parte e dall’altra, senza vie di mezzo. “C’è ancora molto da fare nella comunicazione scientifica attraverso la letteratura”, ci confessa ancora Giordano dopo l’incontro. “Basti pensare che molti libri narrativi con temi scientifici partono da un livello di complessità medio-alto, perché è difficile partire da più in basso”.
Avevano amato la natura, così com’era, ma ora volevano un figlio, ed essa non glielo concedeva. Eppure la soluzione era là, una via contraria alla precedente. La fecondazione assistita.
Ivan Fiorillo
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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