Il 27 e 28 ottobre si decide l’estradizione di Assange negli Stati Uniti
Tempo di lettura: 5 minuti
di Dale Zaccaria (Peacelink)
Processo d’ appello per Julian Assange questo 27 e 28 ottobre davanti all’Alta Corte Britannica. Gli Stati Uniti ne chiedono l’estradizione per processarlo con capi di imputazione che vanno dalla rivelazione di segreti militari allo spionaggio.
Il giornalista, fondatore di Wikileaks, rischia fino a 175 anni di carcere. Un processo che deciderà le sorti di Assange, ma che al contempo metterà il bavaglio al giornalismo libero e d’inchiesta.
Un Assange provato e invecchiato da questi anni di solitudine e chiusura forzata e che attualmente si trova rinchiuso nel carcere più duro del Regno Unito, la prigione di Belmarsh. Stella Morris, sua compagna e avvocato, ha confermato in una recentissima intervista a Roberto Saviano sul Corriere della Sera le intenzioni dell’intelligence americana di uccidere Assange.
I giochi di potere e le campagne di delegittimazione
La Morris sottolinea anche la campagna di demonizzazione messa in atto verso Assange e Wikileaks: «Nel corso dell’ultimo decennio ce ne sono state molte di queste campagne di delegittimazione». Parliamo delle accuse di stupro in Svezia, sino alla campagna “utile idiota del Cremlino” per le presunte vicinanze a Putin. Assange paga il duro prezzo di aver rivelato e resi pubblici documenti che compromettono la posizione degli Stati Uniti come nella vicenda afghana. Assange fa emergere e porta all’opinione pubblica i giochi di potere, il dietro le quinte, le occulte decisioni e volontà, il great game nello scacchiere internazionale del Potere. Afferma Assange nel 2011: “L’obiettivo è usare l’Afghanistan per ripulire il denaro, facendolo uscire dalle basi fiscali degli Stati Uniti e dell’Europa attraverso l’Afghistan e farlo arrivare nelle mani di un’elite transnazionale di sicurezza. L’obiettivo è una guerra senza fine, non una guerra di successo”.
Sempre Stella Morris fa emergere come il processo ad Assange sia ingiusto, come fu nel caso delle accuse della presunta violenza a due ragazze svedesi. «È stato un vergognoso abuso del procedimento giudiziario. Julian non è mai stato rinviato giudizio, e i magistrati svedesi alla fine hanno chiuso il procedimento una volta che era servito allo scopo: attaccare la sua reputazione, negargli la possibilità di difendersi, mantenerlo privato della sua libertà per anni fino a quando gli Stati Uniti hanno desecretato il loro atto di incriminazione. Le Nazioni Unite hanno già stabilito, nel 2015, che il Regno Unito e la Svezia hanno agito in violazione delle leggi internazionali e che Julian era detenuto arbitrariamente nell’ambasciata».
Lo stesso Assange sottolinea come «quello che viene fatto a me non riguarda davvero la mia persona, ma mira piuttosto a creare dei precedenti che servano a produrre una stampa servile e un’opinione pubblica ignorante e senza potere».
Molte le iniziative in questo momento per chiedere la liberazione di Assange, giornalisti, movimenti pacifisti e sociali come Peacelink. Libere e liberi cittadini si sono uniti per sostenere il giornalista australiano.
La conferenza stampa del 26 ottobre
Il 26 ottobre, alle ore 16, ci sarà una conferenza stampa a Montecitorio alla viglia dell’udienza d’appello. Promotori dell’iniziativa Italiani per Assange, Statunitensi per la Pace e la Giustizia – Rome, DiEM25 in Italy. Sarà presente come moderatore Riccardo Iacona, giornalista Rai e autore di un recente servizio su Assange “Processo al giornalismo”.
Il comunicato stampa:
Il 27 e il 28 ottobre, l’Alta Corte di Londra deciderà sull’estradizione o meno di Julian Assange, attualmente rinchiuso nella prigione di Belmarsh, Londra.
Se la richiesta d’estradizione avanzata dagli Stati Uniti verrà accolta dall’Alta Corte, Julian Assange potrebbe essere rispedito negli USA, sottoposto a processo sotto l’Espionage Act del 1917, e incarcerato per 175 anni. La colpa? Aver pubblicato documenti trafugati che attestano i crimini di guerra commessi dai militari USA in Afghanistan e in Iraq. Eppure Assange non è un cittadino statunitense. E’ un cittadina australiano che ha sempre operato in Europa.
Ma il messaggio che vuole mandare il governo statunitense è chiaro: “Non importa chi sei, non importa di che nazionalità sei, non importa dove ti trovi nel mondo, se osi svelare i crimini di guerra commessi dai militari USA, noi verremo a prenderti e a portarti in una nostra galera per il resto della tua vita.” L’eventuale estradizione di Julian Assange avrebbe, dunque, un effetto intimidatorio su tutti i giornalisti investigativi del mondo. Ma questa è probabilmente la sua finalità.
Naturalmente, non è prevista nessuna indagine, da parte del governo USA, su i crimini di guerra denunciati da Assange e, neanche a dirlo, non è stato imputato nessuno dei militari che li avrebbero commessi. Solo chi li ha denunciati verrà sottoposto a processo.
26 ottobre, ore 18.00 Conferenza stampa alla Camera dei Deputati
Luogo: Sala Stampa della Camera dei Deputati, Roma (messa a disposizione dei promotori dell’evento, attraverso il gruppo parlamentare L’Alternativa C’è.
Il gruppo L’Alternativa C’è è costituito dagli ex-M5S contrari al governo Draghi, confluiti poi nel gruppo misto.
Il 7 aprile 2021, il deputato Pino Cabras e il gruppo L’Alternativa C’è avevano presentato una mozione alla Camera che impegna il Governo a “scongiurare l’estradizione di Assange”; ma la mozione è rimasta bloccata nella relativa Commissione. (1.)
Promotori della Conferenza stampa:
Italiani per Assange (2.)
Statunitensi per la Pace e la Giustizia – Rome (3.)
DiEM25 in Italy (4.)
Moderatore della Conferenza Stampa:
Riccardo Iacona giornalista della RAI e autore di un recente servizio su Assange su RaiPlay (5.)
Relatori presenti nella Sala Stampa (sono ammessi 2 relatori in presenza oltre al Moderatore):
il deputato Pino Cabras,
l’ex magistrato Antonio Ingroia.
Relatori in remoto:
il celebre whistleblower dei “Pentagon Papers” Daniel Ellsberg (dalla California, USA)
Il fratello di Julian Assange, Gabriel Shipton (dall’Australia)
l’accademica (Università di Reading) e attivista per i diritti umani Deepa Driver (dall’UK)
la giornalista e direttrice di Reporters Without Borders a Londra, Rebecca Vincent (dall’UK)
il giornalista (theAnalysis.news) e documentarista Paul Jay (dagli USA)
la giornalista Stefania Maurizi, autrice del libro su Assange “Il Potere Segreto” (da Roma)
Contributi videoregistrati o scritti da parte di:
l’economista, attivista e già Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis (video)
l’artista italiano Davide Dormino, scultore di Anything to Say? (6.) (video)
l’accademico (Università di Arizona) e attivista politico Noam Chomsky (dichiarazione scritta)
Articoli per contestualizzare l’evento:
Se l’UK dirà sì all’estradizione di Assange negli Stati Uniti (7.)
Le 10 rivelazioni di Assange che hanno cambiato il modo di vedere il potere (8.)
La debacle in Afghanistan mostra che avremmo dovuto ascoltare, non criminalizzare, Assange (9.)
La verità che illumina la giustizia (10.)
Giornalisti per Julian Assange (Speak up for Assange) (11.)
Sanzionare gli USA e l’UK per le loro violazioni dei diritti umani di Julian Assange (12.)
Note:
(1.) http://dati.camera.it/
(2.) https://www.facebook.com/
(3.) http://www.
(4.) https://internal.diem25.
(5.) https://www.raiplay.it/
(6.) https://en.wikipedia.org/
(7.) https://www.valigiablu.
(8.) https://www.ambienteweb.
(9.) https://www.peacelink.it/
(10.) https://
(11.) https://www.peacelink.
(12.) https://www.peacelink.it/
Questo articolo è già apparso il 18.10.21 su wikileaks.it
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(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it