I potenti ai funerali di Papa Francesco non provano un po’ di imbarazzo?
I potenti ai funerali di Papa Francesco non provano un po’ di imbarazzo?
di Tiziana Ferrario
Pubblicato da Articolo 21 il 23 aprile 2025
I grandi della terra accorrono ai funerali di Papa Francesco, ma alcuni non provano un certo imbarazzo? Se non hanno mai condiviso i suoi valori sulla pace, sui migranti, sugli ultimi, cosa vengono a fare? Pare una domanda ingenua vero? Ma non lo è. Sono cinici e ipocriti, cavalcano l’emozione dei fedeli, sperano di trarne un vantaggio, addirittura di condizionare il Conclave che dovrà decidere il successore di Papa Francesco.
Fanno finta di niente, come se le loro dichiarazioni sprezzanti contro i continui appelli del Papa al fianco dei più poveri e diseredati, contro le guerre e il riarmo si potessero cancellare con una prima fila in piazza San Pietro.
Papa Francesco si è sgolato in questi dodici anni contro chi non ha fatto nulla per ridurre le diseguaglianze, contro chi ha calpestato i diritti dei popoli e delle persone, contro chi ha costruito muri e barriere, contro chi ha usato l’indifferenza come arma di distruzione dei più deboli. Eppure sabato saranno tutti lì, a parte Netanyahu che non ha fatto neppure le sue condoglianze e ha imposto di cancellare quelle apparse sui siti di alcune ambasciate israeliane. Almeno nella sua crudeltà c’è coerenza. Ha odiato quelle telefonate di Papa Francesco alla parrocchia di Gaza fatte quotidianamente per far sentire la sua vicinanza ai palestinesi, non solo quelli cristiani, che vengono massacrati e affamati ogni giorno da Israele.
Netanyahu non verrà a Roma, dove dovrebbe essere arrestato in quanto colpito al pari di Putin da un mandato di arresto per crimini di guerra della Corte Internazionale dell’Aja. Non ci saranno comunque entrambi. Peccato, sarebbe stato un bel banco di prova per il governo italiano che riconosce la Corte dell’Aja, ma che con il libico Al Masri, anche lui colpito da mandato di cattura della Corte, ha chiuso tutti e due gli occhi. Cosa farebbe la premier Meloni se si ritrovasse con Netanyahu e Putin a Roma?
Meglio non farsi domande così difficili, ci bastano gli inviti del ministro Musumeci alla sobrietà per il 25 aprile, neanche fosse un rave party con droghe e musiche sataniche. Ricordiamo ai nostri governanti, i quali non devono avere mai partecipato a un #25aprile, che si tratta di una festa nazionale istituita per ricordare la Liberazione dalla dittatura che aveva funestato l’Italia per 20 anni e portato la NAZIONE in guerra in una folle alleanza con Hitler.
È la sconfitta del fascismo e del nazismo ottenuta grazie all’intervento degli americani e alla Resistenza dei partigiani, che erano di tutti i colori politici, ma non fascisti. Che sia per questo che ai nostri governanti non piace il 25 aprile?
Cover: 2017, Papa Francesco riceve Donald Trump e Melania – foto Wikimedia Commons.

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PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
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