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La Valutazione ambientale strategica è un processo sistematico (procedimento e non provvedimento) in grado di valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte dagli enti di governo del territorio – piani e programmi – in modo che queste siano incluse ed affrontate, alla pari delle considerazioni di ordine economico e sociale, fin dalle prime fasi strategiche del processo decisionale. Il principio è molto bello e la Vas dovrebbe essere uno strumento fondamentale di comprensione per i cittadini, invece spesso ne viene trascurata l’importanza.
Anche papa Francesco ne parla nella sua enciclica “Laudato si'” uscita oggi e che vi invito a leggere con attenzione [leggi]; si trovano principi e concetti di altissimo valore e rappresenta un appello ecologico di grandissima rilevanza, sintetizzato nel sottotitolo “Sulla cura della casa comune”.

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Tema attualissimo dunque quello dell’attenzione all’ambiente e ad un nuovo modello di sviluppo, ma torniamo alla Valutazione ambientale strategica, il cui processo decisionale si potrebbe così definire per punti:
– organizzazione del processo (e sua attivazione);
– raccolta e analisi dei dati necessari (tale attività prevede l’attenzione dei vincoli e degli obiettivi, valutazione degli scenari di riferimento e l’analisi della coerenza);
– elaborazione delle possibili soluzioni (verifica delle alternative possibili):
– valutazione (individuazione dei criteri di valutazione, predizione degli effetti, valutazione comparativa delle alternative, analisi della coerenza interna);
– consultazione e scelte (presentazione del rapporto ambientale, consultazione e scelte, approvazione delle scelte);
– attuazione (redazione di dettaglio della soluzione prescelta, stesura del piano, controllo)

Capite bene che avere tutte queste informazioni sarebbe molto utile. In particolare si potrebbe definire la modalità di ricognizione degli obiettivi e delle finalità di ogni piano. Tale fase potrebbe essere sintetizzata dalle seguenti azioni:
– quali sono gli obiettivi da perseguire (politiche ambientali);
– lista derivata degli obiettivi (strumento di verifica)
– indicazione di dove il piano li ha affrontati.

In particolare, sulla base della fase di ricognizione, potrebbe essere possibile effettuare una prima valutazione degli obiettivi della pianificazione ambientale, esprimendo un giudizio che espliciti la rilevanza dell’obiettivo e delle strategie di pianificazione adottate, la disponibilità di informazioni per la definizione di quell’obiettivo e la presenza di difficoltà e/o criticità nelle azioni.
In una seconda fase dovrebbe avvenire l’integrazione dei risultati della valutazione ambientale che, in base ai risultati evidenziati appunto attraverso la fase della valutazione ambientale, permetterebbe di rilevare gli aspetti delicati e critici presenti, individuando azioni volte al miglioramento nelle modalità di attuazione e delle priorità stabilite per gli obiettivi assunti. L’analisi delle criticità indirizzerebbe le azioni successive di pianificazione anche in relazione alla Via (Valutazione di impatto ambientale) dei progetti degli impianti di gestione dei rifiuti. Invece spesso i documenti Vas sono kilometri di carta con dentro tutto e in fondo nulla; servono a confondere le idee e a salvare le coscienze; servirebbe invece poco per avere Vas utili: sintesi, chiarezza e pragmatismo.

Poniamoci (e poniamo) più spesso queste domande (e soprattutto pretendiamo risposte):
Quali sono le questioni ambientali più importanti, su cui concentrare le valutazioni?
Chi sono i soggetti che giocano un ruolo di sostenitori della strategia di piano?
Chi sono i soggetti che in futuro potranno giocare ruoli di sostegno del piano?
In quali forme le organizzazioni sociali manifestano la loro opinione in merito al piano?
In che misura si prevedono meccanismi di gestione dei conflitti sociali?
Gli obiettivi del piano sono coerenti con quelli rilevanti per l’ambiente sostenibile?
In che misura il piano prevede meccanismi per la sua comprensione chiara ed efficace?
Quali sono i rischi esterni che il piano deve considerare?
Quali saranno i risultati più importanti in ambito ambientale?
Quali sono i ruoli e le responsabilità istituzionali del controllo ambientale?
Sono previsti momenti di informazione/formazione nel controllo del piano?

Dell’enciclica se ne parlerà martedì 23 giugno ore 17,30, presso il monastero Corpus Domini di via Campofranco, Ferrara, all’incontro “Laudato si’, sulla cura della casa comune – La nuova enciclica di Papa Francesco“, con Massimo Faggioli, docente di Storia del cristianesimo (University of St. Thomas – Minneapolis / St. Paul) e Piero Stefani, biblista e redattore della Rivista “Il Regno”, coordina Roberto Cassoli [vedi].

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).


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