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“Beati gli ultimi saranno i primi”, la frase – evangelica per antonomasia – valeva per la ‘scandalosa’ parabola degli Operai della vigna (sono andato a cercare il passo: Matteo 20,1-16). Il loro capo Salvini si fa fotografare con in mano il rosario e la madonnina, ma noi non pretendiamo che Sindaco e Vicesindaco e Giunta di Ferrara si comportino come Don Bosco o Teresa di Calcutta. Pretendiamo solo – è il minimo – che si comportino da persone serie e responsabili. Da rappresentanti eletti dei cittadini. Da servitori della Costituzione e delle leggi dello Stato. Che non facciano a Ferrara il contrario di quanto Governo e Parlamento decidono a Roma.

Invece no. La decisione della Giunta, l’ordine di precedenza per la distribuzione dei buoni alimentari, è di una gravità inaudita. Secondo chi governa Ferrara, i soldi messi subito a disposizione dal Governo per far fronte alla Emergenza Alimentare – al nostro Comune sono arrivati quasi 700.000 Euro – devono essere distribuiti “prima agli italiani”, prima ai ferraresi con il pedigree in regola .

Credo che chiunque, una persona normale, leggendo dell’Ordine di Priorità deciso, davanti a una assurdità, a una bestialità, a una cattiveria del genere, faccia davvero fatica a crederci. Pensa a un pesce d’aprile. Spera si tratti di una “svista”: leggo nel comunicato di condanna dei sindacati ferraresi. E’ come vedere uno sulla spiaggia, che continua tranquillo a fare il suo castello di sabbia, mentre sta per essere travolto da un’onda di tsunami alta venti metri: “Ma che fa? E’ scemo?”.

Ferrara (il cuore e il cervello dei ferraresi) sta insorgendo contro questo insulto all’umanità. “Restiamo Umani”, questo è il messaggio chiaro, preciso, anche arrabbiato, che oggi percorre come un tam-tam tutta la città. E sotto l’appello che chiede al Sindaco di revocare immediatamente questa scellerata decisione, si allunga la lista delle firme: decine e decine di associazioni, sindacati, gruppi, parrocchie, cooperative, imprese sociali, sezioni di partito, circoli, centri sociali e culturali.

A me però – sarà che non sono arrabbiato, sono Molto Arrabbiato – non basta la revoca dell’ “Ordine di Priorità”. Non si puo’ continuare a governare una città, dentro il diluvio della tragedia del Coronavirus, come se niente fosse. Non si può continuare ad agitare gli slogan sovranisti, populisti, egoisti, quando tutta Italia sta dando incredibili prove di vicinanza, attenzione, solidarietà. Non si può continuare imperterriti con le vecchie campagne anti-immigrati, anti-nomadi, anti-povera gente.

L’ultima decisione del Sindaco, Vicesindaco & company, come del resto tante altre esternazioni e campagne di Nicola Naomo Lodi, sembrano rivolte solo ai 1.197 elettori dello stesso (le sue preferenze). Ma a Ferrara vivono (con o senza residenza, con o senza permesso di soggiorno) circa 140.000 persone. Sono loro Ferrara. Siamo noi Ferrara: donne, uomini, bambini, anziani, disabili, immigrati, poveri, senza fissa dimora.

E visto che non sapete cosa significa ‘spezzare il pane’ quando il pane per tanti non ce n’è. Visto che questo governo cittadino – regolarmente eletto, ma incompetente, dedito alla propaganda e ai favori, palesemente inadeguato – non si  ricorda che Ferrara è tutto questo, che siamo tutti noi, a cominciare dai più deboli, è bene (urgente) che se ne vada a casa. Meglio un commissario di governo che assistere ogni giorno a una nuova vergogna. Date le dimissioni. Applicate a voi stessi il fatidico ‘Metodo Naomo’: datevi da soli un calcio nel culo e togliete il disturbo.

Segue appello

L’ORDINE DI PRIORITA’ AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Succede a Ferrara.
Sono finalmente arrivati dallo Stato 697.283 € per “misure urgenti di solidarietà alimentare (buoni spesa)” per soddisfare le necessità più urgenti dei nuclei familiari in difficoltà.
Il sindaco Alan Fabbri, dopo aver dichiarato “chi non ha mai chiesto aiuto non si vergogni a farlo” elenca i requisiti per poter avere questi buoni spesa.
Al primo punto, in ordine di priorità, non ci sono le difficoltà economiche, né le particolari situazioni famigliari o lo stato di necessità determinato dalle nuove tragiche situazioni, ma “avere la cittadinanza italiana”. A seguire, sempre in ordine di priorità, avere cittadinanza europea, permessi di soggiorno di lungo periodo, e via discriminando.
Il nostro Paese è travolto da una pandemia mondiale e sta facendo uno sforzo umano enorme, sforzo sostenuto innanzitutto degli operatori sanitari, per salvare vite umane e per mantenere la coesione sociale proteggendo le persone più esposte alla crisi, perché non si muore solo di covid-19.
La nostra Amministrazione Comunale non dà la priorità ai bisogni delle persone ma alle carte che possono esibire e non affronta le vistose disuguaglianze, ora ancora più evidenti ed odiose.
Stiamo parlando di buoni alimentari, stiamo parlando di cibo, stiamo parlando di fame, stiamo parlando di sopravvivenza.

La Giunta Comunale di Ferrara, vista l’emergenza, può dare un segnale positivo da subito per esempio, utilizzando i 400.000 € previsti per la recinzione parchi (per non parlare della spesa di un eventuale portavoce del vicesindaco) e convertirli in buoni pasto o in spesa farmaceutica o in vere mascherine sanitarie …. in beni di prima necessità.
Cerchiamo di avvisare i nostri amministratori: il virus non guarda i documenti e neanche la povertà guarda in faccia a nessuno.
Ci salveremo solo insieme.

CITTADINI DEL MONDO Nel mio Paese nessuno è straniero

Per firmare la petizione andate a questo link: 

[ APPELLO-PETIZIONE POPOLARE ]

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it