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Nell’ultima uscita della mia rubrica il 14 maggio scorso così scrivevo:”Giustamente esultanti, le cronache riferiscono sull’affluenza di pubblico; e non a caso in questo lunedì di passione (vera), che forse vedrà la nascita del nuovo governo, l’attenzione è tutta tesa ai destini non tanto dell’Italia, che sempre rimane terra di santi, poeti e navigatori, ma della Spal”.
La redazione così confermava l’immediato online dell’articolo: “Gentile professor Venturi, confermiamo la ricezione del suo contributo settimanale. Dati i riferimenti a Interno verde e all’attualità politica nazionale, il pezzo è già online sulla nostra home page”.
Siamo al 20 maggio e di governo nemmeno l’ombra. Anzi sì: l’ombra del programma. E i soliti noti a discutere: “Si farà? Non si farà” (il governo)?
In altri termini si assiste all’esatta metafora espressa da quel programma che mette in mostra con sempre più cattiveria le debolezze e le passioni degli ‘itagliani’: La Corrida. Così, tra voglio e non posso oppure posso ma non voglio, le ombre dei due liderini s’incontrano e si scontrano sotto il paternamente mefistofelico sorriso di mister Silvio, quasi scarmigliato, intento a escogitare l’opposizione positiva. Per chi? Naturalmente per lui.

E a ‘Ferara’? Diluvi o splenda il sole folle oceaniche si riversano in piazza a seguire la Mille miglia, il Giro d’Italia, i canti, le musiche, le sagre affinché sia finalmente riconosciuto il valore democratico dell’abbuffata sotto il tendone. Non lo era forse ai tempi preistorici la mitica Festa dell’Unità?
Loro 2‘, il pensoso film di Sorrentino colleziona vuoti paurosi ancor più del primo; ma perla rara in tanta corretta mediocrità lo straordinario concerto della Chamber Orchestra of Europe con Sir Antonio Pappano che l’ha diretta in modo così sublime da rimanere col singhiozzo in gola. Nel concerto per violino di Brahms la ventottenne Veronica Eberle sostituta di Lisa Batiashvili , alta nel suo vestito plissée che la rassemblava a una fantastica colonna greca, traeva dal suo strumento il concetto, vibrante come un cuore pulsante, della bellezza, ristoro unico ai mali.
E ci si scanna per due mediocrità? Ve ne accorgerete. Ce ne accorgeremo.
Alla memoria riaffiora il mieloso film ‘Aimez-vous Brahms?’ con la divina Ingrid Bergman visto in un pomeriggio d’estate mani nelle mani con una ragazza toscana d’incredibile classe che dopo quel film non ho più rivisto. L’autrice del libro, Françoise Sagan, mi era costata qualche anno prima il mio unico 5 in italiano in quanto scoperto, mentre il Maestro cominciava la spiegazione dell’Orlando furioso, a leggere sotto banco ‘Bonjour tristesse’.
Nel fine settimana passa per Ferrara una personalità straordinaria, il conte Leonardo Clerici nipote di Filippo Tommaso Marinetti che cerca documenti per il suo prossimo lavoro sull’Ottava d’oro, le celebri manifestazioni del 1933 volute da Balbo per il Centenario di Ludovico Ariosto che rilanciarono nel mondo il mito del poeta ferrarese. La sua fondazione di Bruxelles ‘Skriptura’ raccoglie tesori bibliografici e culturali straordinari. Fa piacere poter connettere una realtà culturale così importante con la città. Non dimentichiamoci che all’Istituto di Storia contemporanea diretto da Anna Quarzi, valente studiosa, è stato affidato l’Archivio Balbo che aprirà al pubblico le consultazioni dal 15 giugno prossimo.
A questi interessantissimi ‘doveri’ culturali si affiancano però le preoccupazioni per il misterioso governo che non si sa ancora se nascerà o abortirà.
Tuttavia ieri è stato giorno di festa. Come perdersi i cappelli del matrimonio reale in Inghilterra? O – direttamente lanciata al cuore bianco di Salvini – la moltitudine di ‘negri’ che affollano il matrimonio reale, dalla madre di Megan alla pastore della chiesa americana al fantastico violoncellista che accompagna l’uscita degli sposi.
Dura è parlare qui di ‘negritudo’, specie nel cuore e nel centro della potenza più colonialista del mondo. Altro che gli imbarchi…

Ma come non avere il cuore in subbuglio per i destini della Spal che domani si risolveranno?
E poi possiamo perderci la diversamente giovane Gina Lollobrigida che questa sera si esibirà in danza a Ballando sotto le stelle’?
Una settimana decisiva? Chissà. Forse lunedì NON sapremo ancora.
Certo che a questo punto sia data requie alle inquietudini ‘itagliane’ e si pensi all’indole e alle scelte del ‘popolo’.

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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