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DESTINI INCROCIATI rassegna nazionale di teatro in carcere, decima edizione, Pesaro 18 – 20 dicembre 2023

progetto nazionale di teatro in carcere SENTIERI INCROCIATI . Per un senso di umanità” 

X edizione della Rassegna Nazionale “Destini Incrociati”

Pesaro – Casa Circondariale e Teatri Cittadini 18 – 20  dicembre 2023

a cura di Teatro Universitario Aenigma e Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere (C.N.T.i.C.)

Progetto speciale nazionale di teatro in carcere sostenuto dal Ministero della Cultura, nell’ambito del Protocollo d’Intesa tra Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, Ministero della Giustizia (DAP e DGMC), Università RomaTre.

incontri, conferenze, proiezioni video, performance e il progetto di formazione / specializzazione “Il filo di Arianna” sui linguaggi e le pratiche del teatro in carcere

La X edizione della Rassegna “Destini Incrociati”, che si svolgerà a Pesaro solo alcuni giorni prima dell’inizio del 2024 designato come l’anno della capitale della cultura italiana nella cittadina marchigiana, presenterà performance, frutto di laboratori produttivi realizzati con detenuti, una sezione dedicata alla proiezione di video, strumento indispensabile per documentare le esperienze di teatro in carcere, incontri, conferenze e un laboratorio di formazione e specializzazione. Un progetto in grado di restituire un ampio panorama delle nuove esperienze drammaturgiche sperimentate da registi e autori professionisti che, da anni, lavorano sul campo con detenute e detenuti, spesso direttamente coinvolti anche nel processo di scrittura e allestimento.

Nell’ambito della rassegna video, focus danza in carcere, Martedì 19 dicembre, alle ore 12.30, presso Palazzo Gradari, sarà proiettato il video di Marco Valentini “altro giro, altra corsa…”, uno studio di teatro danza basato sull’omonimo scritto di Valentina Terracciano, allieva del laboratorio “Passi Sospesi” alla Casa di Reclusione Femminile di Giudecca e diretto da Michalis Traitsis.

direzione generale Vito Minoia

direzione artistica Ivana Conte, Grazia Isoardi, Vito Minoia, Valeria Ottolenghi, Gianfranco Pedullà, Michalis Traitsis

organizzazione David Aguzzi, Ivana Conte, Gloria De Angeli, Romina Mascioli, Giovanni Boccia

ufficio stampa Elena Orazi

documentazione fotografica Franco Deriu, Umberto Dolcini

documentazione video Giorgio Ricci, Niko Fossati, Maria Celeste Taliani

rassegna video a cura di Ivana Conte, Vito Minoia, Valeria Ottolenghi

con il sostegno di  Ministero della Cultura, Ministero della Giustizia

con il patrocinio di  Comune di Pesaro e Università degli Studi di Urbino

collaborazioni organizzative Associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT), Regione Marche, Coordinamento Regionale Teatro in Carcere Marche, Consorzio Marche Spettacolo, Fondazione Dario Fo e Franca Rame, Associazione AGITA, Associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT), International Network Theatre in Prison (ITI Unesco Partner), Rivista Catarsi-Teatri delle diversità

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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