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Mese: Marzo 2020

Copparo: differita scadenza Cosap

Da: Comune di Copparo.

La Giunta Comunale, nella consapevolezza che l’emergenza epidemiologica da nuovo coronavirus (COVID-19) in atto in Italia ed in particolare nella nostra Regione ha imposto l’adozione di misure precauzionali atte al contenimento del contagio, tra le quali la limitazione e/o sospensione di alcune attività economiche insistenti sul territorio con importanti ricadute economiche sia sulle famiglie e sulle attività del settore economico produttivo, nella seduta del 17/03/2020 ha deliberato un differimento del termine di scadenza della rata del canone di occupazione degli spazi pubblici (COSAP) anno 2020 prevista al 30/04/2020 fissando la nuova scadenza al 31/07/2020, stabilendo altresì che, per le occupazioni per le quali è previsto dal vigente Regolamento Cosap la modalità di pagamento a rate, la scadenza della seconda rata COSAP 2020 al 31/10/2020 e la terza rata COSAP 2020 al 31/12/2020.

Copparo: Servizio consegna medicinali a domicilio dai volontari della Protezione Civile

Da: Comune di Copparo.

Il Comune di Copparo, in collaborazione con i Volontari della Protezione Civile locale, ha attivato un servizio di consegna dei farmaci a domicilio. A chi non riesce ad andare in farmacia verranno consegnati a domicilio i medicinali richiesti. Il servizio è gratuito e riservato alle persone over 65 anni sole o senza aiuti.
Il recapito telefonico 328 4209566 dei Volontari da chiamare sarà attivo per tutta la durata dell’emergenza sanitaria. Saranno i volontari della Protezione Civile a concordare le modalità di ritiro della prescrizione e a consegnare, entro la sera stessa della richiesta, i farmaci al domicilio di anziani soli. Il servizio è gratuito.

Coldiretti con boom +7,9% alimentari riempe scaffali.

Da: Coldiretti Emilia Romagna.

Con l’aumento record del 7,9% del fatturato dell’industria alimentare a gennaio ci sono tutte le condizioni per garantire gli approvvigionamenti sugli scaffali di mercati, negozi e supermercati dove vanno evitati inutili e pericolosi affollamenti. È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat su fatturato ed ordini industriali a gennaio 2020 rispetto allo scorso anno. Gli alimentari insieme ai farmaceutici (+10,8%) sono – sottolinea la Coldiretti – tra i settori che fanno registrare gli aumenti più consistenti e contribuiscono in misura determinante alla crescita del 3,8% del fatturato industriale in Italia a gennaio. Sono oltre tre milioni gli italiani che continuano a lavorare nella filiera alimentare, dalle campagne all’industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. L’approvvigionamento alimentare – sottolinea la Coldiretti – è assicurato in Italia grazie al lavoro di 740mila aziende agricole e stalle, 70mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti con l’88% delle merci che in Italia viaggia su gomma. Un impegno quotidiano senza sosta che deve fare i conti con un balzo degli acquisti delle famiglie in una situazione in cui con l’emergenza Coronavirus quasi 4 italiani su 10 (38%) hanno fatto scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovali più disponibili sugli scaffali, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Dopo gli attacchi interessati che sono venuti dall’estero va segnalato che una particolare attenzione è stata anche riposta alla provenienza dei prodotti acquistati con un deciso orientamento a sostenere gli acquisti di prodotti Made in Italy per aiutare lavoro ed economia. Un impegno sostenuto secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla grande maggioranza dei consumatori (82%) che è d’accordo sul fatto che in questa fase è importante acquistare prodotti italiani per tutelare una filiera agroalimentare che dal campo alla tavola garantisce all’Italia il primato nella qualità e nella sicurezza alimentare. Un obiettivo sostenuto dalla campagna #MangiaItaliano lanciata dalla Coldiretti alla quale stanno aderendo numerosi volti noti della televisione, del cinema, dello spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura. In questo contesto l’aumento del fondo per l’aiuto agli indigenti del Decreto “Cura Italia” è importante per aiutare i più bisognosi e per un primo sostegno all’allevamento italiano ma occorre – continua la Coldiretti – intervenire per salvare importanti settori dell’economia agricola in difficoltà, dal vino all’ortofrutta, dal florovivaismo alla pesca, dagli agriturismi alla vendita diretta, senza discriminare le aziende sulla base del fatturato. Le misure a favore degli indigenti sul latte saranno positivamente estese come richiesto anche alla carne bovina, ovina e suina ma servono anche risorse per indennizzare le aziende florovivaistiche dalla perdita in questa fase della produzione di fiori recisi ed in vaso e successivamente delle piante – continua la Coldiretti – nel chiedere una forte campagna di comunicazione per sostenere il consumo di prodotti alimentari italiani da parte dei cittadini. A preoccupare per i limiti posti alla circolazione da parte di molti Paesi e per questo – continua la Coldiretti – occorre subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne dove mancano i braccianti stranieri anche per effetto delle misure cautelative adottate a seguito dell’emergenza coronavirus. In questo contesto è necessario quindi – conclude la Coldiretti – anche prorogare gli attuali permessi per lavoro stagionale in scadenza al fine di evitare ai lavoratori stranieri di dover rientrare nel proprio Paese di origine.

ECCO IL NUOVO MODELLO DI AUTODICHIARAZIONE
(ma spostiamoci il meno possibile, solo se necessario)

Ieri, martedì 17 marzo, è stato pubblicato il nuovo Modello di Autodichiarazione per le persone che devono effettuare spostamenti esclusivamente legati alle seguenti motivazioni:

– comprovate esigenze lavorative
– situazioni di necessità
– motivi di salute
– rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza

Il nuovo Modello contiene una specifica autodichiarazione per i seguenti requisiti:

– non essere sottoposto alla misura della quarantena e di non essere risultato positivo al virus COVID -19
– essere a conoscenza delle sanzioni previste in caso di inottemperanza delle misure di contenimento del contagio

E’ previsto che l’operatore di polizia che effettua il controllo controfirmi l’autodichiarazione attestando che viene resa in sua presenza previa identificazione del dichiarante.
Quindi la firma va apposta davanti al controllore.

In questo modo il cittadino viene esonerato dall’onere di allegare all’autodichiarazione una fotocopia del proprio documento d’identità, che deve comunque essere esibito al momento del controllo.

Il modulo può essere stampato, e anche precompilato (tranne la firma che deve essere apposta al momento del controllo)

NUOVO MODULO AUTODICHIARAZIONE SPOSTAMENTI

I DIALOGHI DELLA VAGINA
Persone di spessore

“E’ uno stratificato, come me”.
“Però a te ci si arriva”.
“È pieno di correnti, limpido a tratti, ma nero per lunghi metri”.
“Si fa attraversare?”
“Da me, sì. Però, proprio come me, a volte spaventa. Perché sai che perdersi può non dipendere da noi”.

Non la sento da qualche giorno B., ma non importa, potremmo riprendere anche ora da quello scambio di messaggi parlando della paura che si provoca negli altri, della confusione tra facilità e fatica nell’arrivare fino in fondo a qualcuno, quando sembra di esserci finalmente e un attimo dopo di non esserci più.
B. dice di avere vicino un uomo stratificato, anche lei lo è: materia che si poggia su materia e fa spessore, lì in mezzo ci puoi trovare tutte le domande del mondo e qualche tentativo di risposta. Penso che sia un bene sommare questi strati e le faccio l’esempio di chi non ne ha proprio, quelli sottili sottili, lamiere taglienti che entrambe abbiamo conosciuto.
Poi la paura, che B. usa in maniera causativa, come lui. In effetti persone così, possono intimorire perché da loro qualcosa arriva. Una rarità, ormai. Più facile lasciare cadere, non rispondere, annacquare. Loro, gli stratificati, invece li trovi sempre, anche quando percorrono quei lunghi metri neri.
Però, cara B., non devi pensare che perdersi possa anche non dipendere da noi, non più. È stato così, è vero. Ma i tuoi strati sono aumentati, ti ci puoi accomodare sopra. Sono morbidi.

Che tipo di persone avete incontrato nella vostra vita? Spesse e stratificate come l’uomo di B., oppure esili e volatili?

Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com

Coldiretti: decreto coronavirus, salvare le aziende senza discriminare sulla base del fatturato.

Da: Coldiretti Ferrara.

L’aumento del fondo per l’aiuto agli indigenti è importante per aiutare i più bisognosi e per un primo sostegno all’allevamento italiano ma occorre intervenire per salvare importanti settori dell’economia agricola in difficoltà, dal vino all’ortofrutta, dal florovivaismo alla pesca, dagli agriturismi alla vendita diretta, senza discriminare le aziende sulla base del fatturato. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha incontrato il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova dopo l’approvazione nel Consiglio dei Ministri del Decreto “Cura Italia”. L’intervento a favore degli indigenti sul latte sarà positivamente esteso come richiesto anche alla carne bovina, ovina e suina ma servono anche risorse per indennizzare le aziende florovivaistiche dalla perdita in questa fase della produzione di fiori recisi ed in vaso e successivamente delle piante – ha precisato Prandini – nel chiedere una forte campagna di comunicazione per sostenere il consumo di prodotti alimentari italiani da parte dei cittadini #MangiaItaliano.

La situazione che si è creata – sottolinea la Coldiretti – colpisce duramente le aziende agricole, i primi interventi dovrebbero andare nella direzione di consentire la continuazione dell’attività produttiva a tutte le aziende, vista la strategicità della fornitura alimentare.

Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus – spiega Coldiretti – l’attività secondo l’Indagine Coldiretti/Ixe’ è crollata nel 41% delle aziende agricole e non è accettabile dunque limitare solo alle aziende con meno di 2 milioni di fatturato la sospensione dei versamenti e adempimenti fiscali e contributivi in scadenza tra l’8 ed il 31 di marzo, che vanno pagati entro il 31 maggio. Non manca l’esigenza di misure specifiche per salvaguardare dall’emergenza le produzioni deperibili di qualità come la mozzarella di bufala con la possibilità di consentire solo per un breve e limitato periodo, in via straordinaria, il congelamento del latte. Per la pesca bene il fermo volontario e l’attivazione della Cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori mentre il fondo per l’intero comparto dell’agroalimentare di 100 milioni di euro potrebbe essere sufficiente per affrontare la prima fase, ma forse non adeguato in caso di prolungamento del blocco dei mercati.

L’approvvigionamento alimentare – sottolinea la Coldiretti – adesso è assicurato in Italia grazie al lavoro di 750mila aziende agricole, stalle e pescherecci, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti con l’88% delle merci che in Italia viaggia su gomma. Per questo – continua la Coldiretti – è importante l’intervento della Commissione Europea per garantire la libera circolazione dei prodotti alimentari ma occorre subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne dove mancano i braccianti stranieri anche per effetto delle misure cautelative adottate a seguito dell’emergenza coronavirus. È necessario peraltro – conclude la Coldiretti – prorogare gli attuali permessi per lavoro stagionale in scadenza al fine di evitare ai lavoratori stranieri di dover rientrare nel proprio Paese di origine.

Gli uffici di Coldiretti, sia pure con personale ridotto nel rispetto delle norme di prevenzione, sono operativi per risposte alle richieste dei soci attraverso telefono e posta elettronica, a fianco ed a disposizione dei soci anche in questo momento così delicato ed impegnativo per tutti.

Annullamento festival Vulandra

Da: Arci Ferrara.

A causa del persistere dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, è con grande rammarico che ci vediamo costretti ad annullare la manifestazione programmata nei giorni 24-25-26 Aprile al Parco G. Bassani di Ferrara.

Con l’augurio di poter tornare presto a far volare i nostri aquiloni nei cieli e rivederci per l’edizione 2021 di Vulandra, ringraziamo tutti per il supporto e l’appoggio.

Comune Bondeno: controlli al mercato e sul territorio.

Da: Comune di Bondeno.

Una mattinata di controlli, in giro per Bondeno. Controlli che si sono svolti nel mercato, in piazza Garibaldi, laddove erano collocati unicamente i banchi di alimentari, unici depositari dell’autorizzazione stabilita dal Decreto del Presidente del Consiglio, per esercitare su luogo pubblico. Il sindaco facente funzioni Simone Saletti si è recato assieme agli agenti dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia locale, per verificare che tutto si svolgesse secondo le regole: utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, distanze tra le persone rispettate per evitare la creazione di assembramenti. «Il tutto si è svolto nel migliore dei modi, con i cittadini ed anche i commercianti che stanno rispettando le prescrizioni e collaborando», dice Simone Saletti. Le verifiche hanno riguardato in questi giorni tutto il territorio. L’invito, rimbalzato in queste ore anche sui social e sul sito istituzionale, resta il solito: «Invitiamo tutti i cittadini a restare a casa, fatte salve alcune impellenze essenziali. Capiamo il sacrificio per tutti, ma è indispensabile per poter uscire il prima possibile da questa emergenza internazionale».

Una mostra virtuale per il Club Amici dell’Arte di Ferrara

Da: Club Amici dell’Arte.

Si intitola “In attesa del ritorno” la mostra virtuale che il Club Amici dell’Arte di Ferrara ha organizzato e realizzato in questi giorni in cui si è costretti a casa per evitare il diffondersi del Covid-19.
La mostra, aperta a tutti gli artisti italiani, ha già avuto numerose adesioni. Oltre, infatti, ad alcuni degli artisti soci dell’ultra quarantennale club ferrarese, hanno già aderito numerosi artisti provenienti da tutto il paese.
La partecipazione all’iniziativa è completamente gratuita e ogni opera verrà pubblicata sul profilo Facebook del Club Amici dell’Arte, con un commento critico scritto dal presidente del Club, Michele Govoni.
Un’iniziativa che ha avuto, da subito, un grande “tam tam” sui social network e che ha ricevuto i complimenti da parte dei tanti artisti che hanno deciso di aderire.
Possono partecipare sia artisti “visivi” (pittura, scultura, fotografia, grafica, arte digitale, videoarte) che poeti e scrittori con poesie e micro-racconti.
Al termine dell’iniziativa le opere con i relativi testi critici rimarranno disponibili sulla pagina Facebook del Club Amici dell’Arte, raccolte in un apposito “Album virtuale”.
Non si esclude, inoltre, la possibilità futura di stampare un catalogo cartaceo che sintetizzi l’esito culturale e artistico dell’iniziativa.
La manifestazione virtuale è aperta a tutti. Per partecipare è sufficiente inviare la propria opera in formato digitale all’indirizzo inattesadelritorno@gmail.com

Nuove riduzioni per treni e bus in Emilia-Romagna dal 18 al 25 marzo

Da: Regione Emilia Romagna.

Il presidente Bonaccini firma una nuova ordinanza che prevede una riprogrammazione del servizio ferroviario e riduce gli autobus in orario serale e notturno. Su tutti i mezzi deve essere garantita la salute dei lavoratori e la sicurezza dei passeggeri

Arrivano ulteriori riduzioni al servizio ferroviario e pubblico su bus in Emilia-Romagna. È stata emanata oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, una nuova ordinanza per la gestione dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus che interviene sul numero dei treni in circolazione e degli autobus in orario serale e notturno dal 18 al 25 marzo prossimi.

Il testo dell’ordinanza è stato diffuso a tutte le agenzie di trasporto pubblico locale della regione dall’assessore alla Mobilità, Andrea Corsini.

“Siamo di fronte a giorni decisivi per cercare di ridurre il contagio del virus nei nostri territori- ha spiegato l’assessore-, per questo dobbiamo prendere tutte le misure necessarie e fare uno sforzo comune per rispondere a pieno alle indicazioni del Governo e dell’Istituto superiore della sanità. Ferma restando la disponibilità dei mezzi per le persone che devono recarsi sul luogo di lavoro, è necessario riprogrammare l’intero trasporto regionale per ridurre al massimo gli spostamenti. L’impegno che abbiamo chiesto alle Agenzie di trasporto è di monitorare costantemente la situazione per verificare l’efficacia delle misure”.

In particolare, per quanto riguarda i treni, l’ordinanza dispone che dal 18 al 25 marzo 2020 il servizio ferroviario sia riprogrammato con ulteriori riduzioni rispetto a quanto previsto dall’ordinanza 12 marzo – in base a un programma proposto dall’operatore ferroviario e condiviso con la Regione -, che tenga conto delle esigenze di spostamento dei lavoratori negli orari di maggior afflusso, e l’accessibilità ai turnisti e coloro che operano in attività ritenute essenziali dalle disposizioni vigenti. Nello stesso tempo, per evitare iniziative ancora più drastiche, la riprogrammazione dovrà garantire la continuità di esercizio e l’operatività degli impianti tutelando la salute dei lavoratori. Resta inteso, comunque, che allo scopo di garantire adeguati livelli di servizio proporzionati alla domanda e alle necessità di accessibilità, durante il periodo di attuazione il servizio verrà costantemente monitorato. La comunicazione della nuova programmazione del servizio sarà a cura del gestore o delle infrastrutture, che dovranno dare la massima informazione possibile agli utenti attraverso i loro canali.

Per quanto riguarda gli autobus, l’ordinanza dispone che dal 18 al 25 marzo 2020, il servizio di trasporto pubblico potrà essere ulteriormente ridotto fino alle ore 20 con garanzia degli spostamenti dei lavoratori nelle ore di punta e di maggior afflusso e che ci potranno essere maggiori riduzioni nella fascia serale e notturna (dalle ore 20,00 in poi) fermo restando la garanzia di spostamento (in uscita e in entrata) ai lavoratori, quali turnisti e coloro che operano in attività ritenute essenziali dalle disposizioni vigenti.

Inoltre, sono ribadite le modalità di accesso ai mezzi, già previste nell’ordinanza del 12 marzo, quali la salita dalla porta posteriore del bus e la garanzia della distanza di sicurezza a bordo. Nel caso i mezzi impiegati non lo consentano (ad es. per servizi a chiamata), occorre dove possibile, procedere con la sostituzione di un mezzo idoneo o in assenza di alternativa è consentita la soppressione del servizio. Le Agenzie locali per la mobilità e le Società di trasporto sono tenute a monitorare il servizio che potrà venire aggiornato qualora si manifestassero particolari criticità. /BB

COSì LONTANI, COSì VICINI:
ora che siamo distanti possiamo scoprirci insieme

Qualcosa si è spezzato, dopo non sarà come prima. È l’effetto delle crisi, di ciò che ‘separa’, per stare all’etimologia della parola. Solitamente non ce ne accorgiamo, o non ci pensiamo, ma tutta la nostra vita è costellata di crisi, fin da subito. L’equilibrio si rompe e noi cerchiamo un nuovo ordine. Siamo organismi omeostatici, per questo in continuo adattamento con l’ambiente che ci circonda. È che le crisi hanno una diversa scala di intensità, tanto che di alcune fatichiamo a intravedere il punto di equilibrio, così ci investe l’ansia, l’insicurezza. La paura è sempre il campanello d’allarme di un equilibrio che si spezza.

Per uscire da una crisi prima di tutto bisogna riconoscerla. Imparare a guardare in faccia alle cose. La crisi si riconosce in virtù dei suoi moltiplicatori. Scriveva Charles Bukowski: “Passai accanto a duecento persone e non riuscii a vedere un solo essere umano”. Ora che si è spezzata la nostra sicurezza, che l’incertezza ci soffia sul collo, ci accorgiamo degli altri con cui condividiamo l’impasto umano. Bisognava prendere atto che la sirena d’allarme non suonava per via di un cortocircuito, ma per il pericolo che è giunto tra noi a restituirci la nostra l’identità. L’identità fragile che ci accomuna agli esseri che brulicano sulla Terra, quel camminare in equilibrio su un filo sospeso, che si svela solo quando la corsa si arresta. Ammettere la crisi significa certificarne l’esistenza. Può darsi che non ne siamo responsabili, ma lo diventeremmo se non facessimo nulla per cambiare. Grosso modo era questo il senso di una frase di Martin Luther King.

Accettare la responsabilità personale è il passaggio più difficile. La responsabilità che ci chiama in causa anche quando i responsabili non siamo noi. Ma la responsabilità che qui è in gioco è quella nei confronti non solo di noi stessi ma soprattutto degli altri. Ecco che ‘gli altri’ non sono un concetto astratto, ma una massa concreta. Non sono il popolo, non sono la gente. Sono i vicini prossimi, con un nome e un cognome. Sono la riscoperta delle persone dietro la maschera. Quelli di cui abbiamo la responsabilità di salvaguardare la salute come la nostra. Essere insieme ma distanti, una pluralità che si singolarizza in virtù del valore della vita, che è quello che tiene vivi insieme. La responsabilità è, etimologicamente, l’abilità di rispondere, e in questo caso,  di dare risposte alla crisi che stiamo vivendo. È una responsabilità di atti compiuti o mancati, la responsabilità di prevedere gli effetti delle nostre azioni, di modificarle e correggerle in base a tali previsioni. C’è un’etica della responsabilità che chiama tutti all’appello, che ci ricorda, se l’avessimo dimenticata, che è ora di praticarla se vogliamo uscire dalla crisi. L’altro è tornato ad esistere, è quello da cui dobbiamo tenere la distanza di almeno un metro, non per ignorarlo come accadeva prima, ma perché ora abbiamo bisogno del suo aiuto, dell’aiuto di tutti quelli che ci sono ‘altri’.

Occorreva vivere un momento di rottura, la durata di una sospensione, l’emergenza delle vite per tornare a riconoscere limportanza di aver bisogno dell’altro, il valore della reciprocità, del bisogno degli uni e degli altri. Il ritorno al mutuo soccorso. Offrire accoglienza all’altro nel nostro pensiero e nella prudenza delle nostre condotte. Forse ha ragione Ernst Bloch, le crisi vengono a cambiare il nostro mondo fino a renderlo riconoscibile. Avevamo dimenticato com’era, troppo impegnati a difenderci dall’altro che pretendeva d’essere accolto. La forza dell’io non ci è sufficiente. La buona considerazione di noi stessi non è più sufficiente a misurare la nostra capacità di tolleranza, il nostro attaccamento alla vita.

Quanto siamo capaci di resistere alle condizioni dello stress, si affaccia come un nuovo interrogativo. Abbiamo bisogno di cercare il sostegno emotivo nella catena che ci unisce all’altro, ai tanti anelli che gli altri insieme formano. Improvvisamente, è come se la vita fosse sempre e solo adesso, sempre e solo qui, e noi né là né dopo, come se avessimo fatto ritorno “Nel guscio” di Ian McEwan. Dovevamo scoprire che il solo senso della vita è nella sua finalità: “Vivere per vivere”, come ci ricorda Edgar Morin. E anche questa è una lezione a non affannarsi a ricercare finalità di cui non si può trovare un senso.

“A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’animo nostro”, è l’inizio della Lettera sulla felicità di Epicuro, che dovremmo riprendere in mano, per fare in modo che questi giorni speciali servano almeno a procurarci l’immunità dai nostri virus quotidiani, che passata la crisi potrebbero tornare a circolare.

Zappaterra: “Lontani oggi per essere più vicini domani!”

Da: Marcella Zappaterra.

Care e cari amici,
Queste settimane stanno profondamente cambiando il nostro modo di vivere e avremmo tantissime cose da raccontarci e condividere. Mi auguro potremo farlo presto, adesso però tutta la nostra attenzione deve essere rivolta a contenere il contagio. Oggi inizia la settimana più impegnativa: ognuno di noi deve fare un grande sforzo per ridurre e, se possibile, addirittura eliminare le relazioni e contatti con altre persone. L’obiettivo è quello di riscontrare tra alcuni giorni l’effetto di questo sacrificio nel calo dei numeri del contagio.

Molti di noi sono a casa (chi mi segue sui social – su Facebook o Instagram – sa che avendo avuto contatti diretti con due componenti della Giunta regionale positivi sono stata in isolamento fiduciario fino a un paio di giorni fa. Finita la quarantena, però, il risultato non è tanto diverso: sto a casa!) e abbiamo dovuto riorganizzare completamente le nostre abitudini per lavorare o prenderci cura dei nostri cari, ma tanti continuano ad andare a lavorare. Il mio ringraziamento va a loro: a chi sta nelle corsie degli ospedali o negli uffici delle amministrazioni pubbliche che continuano a garantire i servizi e l’assistenza ai cittadini, ma va anche a chi continua a lavorare nelle fabbriche, nei supermercati (l’elenco è lungo) e a svolgere la propria attività con attenzione e responsabilità.

Io sono stata nominata Capogruppo dalle Consigliere e dai Consiglieri regionali del Partito Democratico. Un onore e una responsabilità verso di loro e verso i nostri elettori. Sento costantemente i colleghi e i miei collaboratori, cercando tramite i canali social, le mail, le chat e le telefonate di tenere aggiornati sia i cittadini che il personale. In queste settimane sono quasi 1000 i dipendenti regionali autorizzati a lavorare da remoto, in modalità smart working. Continuiamo a essere operativi, nonostante le difficoltà, tanto che oggi abbiamo avuto un “confronto a distanza” dedicato proprio all’emergenza Covid-19 e a breve verrà convocata anche una seduta di Assemblea Legislativa sempre in videoconferenza.

Vi saluto, vorrei poterlo fare con un abbraccio.

Ferrara: bilancio previsione

Da: Comune di Ferrara.

Il bilancio che abbiamo approvato oggi con grande senso di responsabilità, in piena emergenza sanitaria, permette di dare alle famiglie e alle imprese il sostegno e gli sgravi fiscali che avevamo promesso. Certamente dovrà essere rivisto, quando l’emergenza sarà terminata, ma non verremo meno agli impegni assunti con le famiglie e le imprese ferraresi”. Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, ha commentato il voto del Consiglio comunale che ha approvato il Bilancio di Previsione del Comune di Ferrara.

Grazie alle misure messe in campo la tassazione sarà ridotta di per 700.000 euro all’anno sarà azzerata la Tasi sui fabbricati rurali strumentali (- 195.000 euro) e ridotta l’aliquota imu terreni agricoli da (- 315.000 euro), mentre le altre aliquote sono rimaste invariate- spiega il sindaco -. Abbiamo messo mano all’imposta sulla pubblicità a favore dei piccoli esercizi (-41.000 euro) e abbiamo ridotto del 30% gli oneri sui dehors dei locali (-27.000 euro), esentato dalla cosap i passi carrai arginali (- 80.000 euro pagavano doppio a regione e comune) e per recuperare risorse abbiamo riorganizzato la macchina comunale (- 650.000 euro).

Per le imprese del territorio il Bilancio prevede un maxi piano per le imprese: 900.000 euro in tre anni per piccole imprese e attività commerciali da erogare attraverso bandi, mentre per il turismo abbiamo previsto 450.000 euro in tre anni bando per la promo commercializzazione.

“E’ evidente che a fronte della situazione che stiamo affrontando si tratta di soluzioni che andranno riviste, nei prossimi mesi, con la collaborazione e il contributo di tutti, di tutte le forze politiche, della Camera di Commercio, delle Associazioni delle Imprese, delle organizzazioni sindacali – spiega il sindaco -. L’obiettivo sarà individuare provvedimenti aggiuntivi di sostegno delle imprese cittadine, garantendo ancor più di quanto previsto il rilancio dell’occupazione e puntellando il welfare cittadino per dare risposte adeguate a nuove esigenze”.

Invariati dall’approvazione del documento, restano anche il sostegno alle scuole (450.000 euro in più rispetto al passato, contributo totale 5 milioni di euro), agli studenti (294.000 euro di incentivi sulla mobilità sostenibile). Il piano triennale delle opere pubbliche prevede investimenti complessivi per 55 milioni di euro, tra cui 900.000 euro per 1km all’anno di manutenzione delle mura cittadine. Gli investimenti sulla sicurezza:ammontano a 2.242.000 euro in più rispetto a quelli previsti e comprendono l’operazione parchi sicuri, la nuova caserma, armi e giubbotti e telecamere, strumenti atti a garantire l’avvio del quarto turno.

Nonna Aurelia ha ricevuto in video chiamata gli auguri del Sindaco e dei familiari per il suo 100° compleanno.

Da: Comune di Codigoro.

Oggi è un giorno speciale per una nonna altrettanto speciale, perchè Aurelia, ospite della casa protetta Alma, sulla torta di compleanno, ha spento una candelina che ne vale cento. Auguri di buon compleanno, cara Aurelia! Dal suo sorriso giunge a tutti noi un messaggio di grande speranza, un vero inno alla vita che va avanti, nonostante i momenti difficili, che l’Italia sta attraversando! Le regole stringenti di questi giorni non mi hanno permesso di portare ad Aurelia un saluto di persona, con l’augurio di buon compleanno, a nome di tutta l’Amministrazione Comunale. Rinnovo qui alla nostra splendida concittadina centenaria, dopo averla salutata in video chiamata, l’augurio di buon 100° compleanno e milioni di giorni felici.
#COMUNEDICODIGORO #CODIGORO #AURELIA #100ANNI #UNSECOLODIVITA #SALUTE

Coronavirus: Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara è operativo

Da: Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara.

Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara comunica che in relazione all’emergenza nazionale Covid19 e nel rispetto delle disposizioni previste dai DPCM, è operativo, in quanto ente che gestisce servizi pubblici essenziali, al fine di garantire sia la funzione di scolo a salvaguardia del territorio, che l’attività irrigua per le aziende agricole e per le altre necessità ambientali, secondo le consuete procedure.

Gli uffici del Consorzio sono aperti, ma è necessario prendere un appuntamento. Sul sito www.bonificaferrara.it potete trovare tutte le informazioni al riguardo oppure potete contattare il numero del centralino 0532.218211 o inviare una mail a info@bonificaferrara.it.

Per contattare gli uffici ricevimento al pubblico potete telefonare al numero verde gratuito 800698859 o mandare una mail a: catasto@bonificaferrara.it

Copparo: chiusure di parchi e cimiteri.

Da: Comune di Copparo.

Con l’Ordinanza del Sindaco n. 6 “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19. Chiusura cimiteri comunali”, si dispone la chiusura al pubblico dei cimiteri comunali sino al giorno 3 aprile 2020 incluso, garantendo, comunque, l’erogazione dei servizi di trasporto, ricevimento, inumazione, tumulazione, cremazione delle salme, ammettendo la presenza per l’estremo saluto di un numero massimo di dieci persone fino all’ingresso del cimitero.
È sospesa all’interno dei cimiteri comunali ogni attività connessa ai servizi cimiteriali di iniziativa privata; è garantita la funzionalità dell’impianto di Cremazione nel Giardino della cremazione di Copparo, che opererà nel rispetto delle misure di prevenzione prescritte nei provvedimenti richiamati nell’ordinanza sindacale.
Inoltre, con l’Ordinanza del Sindaco n. 7, si dispone la chiusura al pubblico di tutti i parchi, giardini e aree verdi comunali (anche con recinzioni e cancelli ad hoc), per impedirne la frequentazione da parte dei fruitori per tutta la giornata e sino a nuova ordinanza di revoca.

Sul biglietto d’ingresso ai musei civici: i musei sono un pubblico servizio.

Da: Ferrara Italia Nostra.

Le associazioni culturali della città firmatarie del presente comunicato esprimono il proprio deciso dissenso all’aumento del prezzo dei biglietti d’ingresso ai Musei Civici della città di recente annunciato dalla Giunta Comunale (in particolare +50% al Castello Estense e oltre il 300% a palazzo Schifanoia).
I musei sono pubblici servizi, sanciti dalla legge e prima ancora dalla Costituzione, e, in quanto tali, è doveroso mettere in atto politiche che ne favoriscano la massima fruizione, facilitandone l’accesso anche attraverso il costo per quanto possibile contenuto dei biglietti d’ingresso.
Del tutto improprio appare il parallelo con i biglietti d’accesso alle mostre temporanee che hanno percorsi di costi e di finanziamenti totalmente diversi da quelli delle strutture espositive permanenti.
Particolarmente incomprensibile risulta l’aumento del 50% per la visita al Castello, il monumento di gran lunga più visitato della città, nonostante il costo attuale del biglietto sia di 8 euro.
Impossibile non collegare la proposta di aumento a 12 euro agli oneri che ricadranno a carico del Comune di Ferrara a causa dei discutibili contenuti della convenzione sottoscritta dall’ente pubblico con un collezionista privato, convenzione che, tra l’altro, condizionerà in modo unidirezionale l’uso di una parte del castello almeno per i prossimi cinque anni.
Solo il mantenimento del costo attuale del biglietto per la visita al castello, prevedendo un biglietto a parte per eventuali mostre temporanee, potrà fugare ogni dubbio sulla legittimità, almeno per l’aspetto economico, dei contenuti della convenzione che l’attuale Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno sottoscrivere.

Coldiretti: trattori mobilitati per sanificare le strade per coronavirus.

Da: Coldiretti Emilia Romagna.

I trattori degli agricoltori della Coldiretti sono stati mobilitati in tutta Italia per sanificare strade e piazze con la distribuzione di acqua disinfettante grazie all’uso di irroratori, nebulizzatori e atomizzatori. Lo rende noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che per combattere l’emergenza sanitaria del Coronavirus ha lanciato un appello a tutti gli associati diffusi lungo la Penisola a rendersi disponibili alle autorità locali per contribuire alla più ampia opera di bonifica mai realizzata prima. Una iniziativa concordata con la Protezione Civile e resa immediatamente operativa già in Piemonte e in Veneto dopo l’accordo con il governatore Luca Zaia. In Emilia-Romagna sono già avviati i contatti con le Prefetture e la Protezione civile per attivare il servizio al più presto. I trattori posso operare nelle città e nei Paesi riuscendo a raggiungere – sottolinea la Coldiretti – anche le aree più interne e difficili dove i mezzi industriali sono in difficoltà per le ridotte dimensioni delle carreggiate e per le pendenze dei tracciati stradali. Si tratta di una mobilitazione che rafforza l’impegno degli agricoltori e contoterzisti in questo difficile momento di emergenza dove 750mila aziende agricole sono impegnate al lavoro per garantire continuità delle forniture alimentari alla popolazione nonostante le evidenti difficoltà.

Govoni: “Servono misure urgenti per affrontare l’emergenza economica, prima fra tutte un imponente piano di investimenti pubblici per compensare il calo della domanda privata”

Da: Camera di Commercio di Ferrara.

L’83% (il 99% nei settori dell’alloggio e della ristorazione) delle imprese ferraresi ha registrato impatti negativi sulla propria attività dalla diffusione del Covid-19. Questi i risultati dell’indagine effettuata dalla Camera di commercio sugli effetti sull’economia dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, in uno scenario nel quale la situazione attuale dovesse protrarsi fino alla fine del mese di aprile. Nel caso in cui l’emergenza sanitaria dovesse proseguire, nella portata attuale, fino a fine giugno – stima l’Osservatorio dell’economia dell’Ente di Largo Castello – gli effetti negativi sull’economia ferrarese per il 2020 potrebbero portare ad una riduzione del valore aggiunto del -4,3%.
Lavorare per la ripartenza. “Condividiamo i provvedimenti assunti dal Governo italiano, le misure previste nell’ultimo decreto sono necessarie per fermare il contagio. Stiamo lavorando insieme a Unioncamere ed alle associazioni di categoria per garantire la continuità delle attività produttive, individuare le misure più idonee e, al più presto, mettere in campo le azioni più urgenti per sostenere le nostre imprese. Così Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio, che ha aggiunto: “Servono misure urgenti per affrontare l’emergenza economica, prima fra tutte un imponente piano di investimenti pubblici per compensare il calo della domanda privata. E poi servono misure straordinarie a sostegno della liquidità delle imprese per evitare il tracollo dell’economia, a partire dal potenziamento delle garanzie pubbliche, dalla sospensione dei pagamenti fiscali e contributivi e prevedere ammortizzatori sociali per sostenere l’occupazione”. Italia. Una riduzione del valore aggiunto dell’Italia di quasi 19 miliardi di euro su base annua, pari al – 1,2% rispetto al 2019. E’ questa la stima degli effetti sull’economia dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, in uno scenario nel quale la situazione attuale dovesse protrarsi fino alla fine del mese di aprile. L’analisi effettuata da Unioncamere, in collaborazione con il Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, sulla base dei dati al 2 marzo scorso, segnala che, ovviamente, l’impatto sarà più consistente nelle tre regioni maggiormente colpite dall’emergenza (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), nelle quali le possibili riduzioni della ricchezza prodotta sarebbero pari o di poco superiori al 2%. Nei soli undici comuni della zona Rossa, secondo lo studio, il perdurare delle attuali limitazioni fino alla fine del mese di marzo provocherebbe la perdita di 238 milioni di euro di
fatturato e quasi 140 milioni di valore aggiunto.
Nel caso in cui, invece, l’emergenza sanitaria dovesse proseguire, nella portata attuale, fino a fine giugno – stima Unioncamere – gli effetti negativi sull’economia italiana per il 2020 potrebbero salire a 37 miliardi di euro, con una riduzione del valore aggiunto del -2,3%. Secondo l’analisi dell’associazione delle Camere di commercio italiane, il forte impatto del diffondersi del virus sul turismo in tutte le regioni del Paese rischia di bruciare quasi 4 miliardi di valore aggiunto (-6,3% su base annua) per il calo delle presenze annunciato fino a fine aprile; la perdita di valore aggiunto potrebbe raggiungere i 7,7 miliardi di euro (-12,2%) nel caso l’emergenza attuale andasse avanti ma solo fino a giugno, salvando così le presenze attese nella stagione estiva. Gli effetti del Covid-19 si potrebbero far sentire anche sulle nostre esportazioni: oltre il 10% delle vendite italiane all’estero, infatti, è diretto proprio verso quei Paesi che, allo stato attuale, hanno imposto maggiori restrizioni alla circolazione delle persone.

Coldiretti: stop speculazioni su emergenza coronavirus

Da: Coldiretti Emilia Romagna.

In questo momento di difficoltà è fondamentale garantire la stabilità dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori. È quanto afferma la Coldiretti in rifermento ai dati Istat sull’inflazione a febbraio 2020 che evidenziano una sostanziale stabilità dei prezzi alimentari (+0,3%) nella prima fase dell’emergenza Coronavirus rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Con i cittadini in fila proprio per acquistare gli alimenti base della dieta occorre assicurare – sottolinea la Coldiretti – l’approvvigionamento della popolazione con una equa distribuzione del valore lungo la filiera evitando rincari al consumo e ribassi ingiustificati alla produzione dove le forniture sono assicurate dal lavoro di 740mila aziende agricole e stalle. A preoccupare è tra l’altro l’andamento dei prodotti freschi con i vegetali che registrano – precisa la Coldiretti – nelle quotazioni all’origine un brusco calo a due cifre, al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro delle imprese.

Il queste condizioni è importante il richiamo alla responsabilità di tutti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha annunciato “l’impiego della Guardia di Finanza per intervenire duramente contro i comportamenti speculativi di chi impone prezzi fuori mercato o lucra condizioni di vantaggio nelle produzioni di beni di prima necessità”.

Nonostante le difficoltà dell’emergenza Coronavirus sono oltre tre milioni gli italiani che continuano a lavorare nella filiera alimentare, dalle campagne all’industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione.

Un impegno quotidiano senza sosta che deve fare i conti con la chiusura di bar e ristoranti ma anche con un balzo degli acquisti delle famiglie in una situazione in cui con l’emergenza Coronavirus quasi 4 italiani su 10 (38%) hanno fatto scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore ingiustificato di non trovali più disponibili sugli scaffali di negozi, supermercati e discount, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.

Nelle due settimane successive si è verificato un boom degli acquisti al dettaglio con aperture anche nei giorni festivi e aumenti a due cifre per gli alimenti essenziali, con lunghe file davanti a negozi, supermercati, discount e mercati degli agricoltori che hanno in molti casi costretto addirittura ad intervenire le forze dell’ordine.

La scelta – sottolinea la Coldiretti – è stata quella di privilegiare alimenti semplici alla base della dieta mediterranea con una grande attenzione però alla conservabilità che ha favorito gli acquisti di prodotti in scatola. Se la farina con un balzo dell’80% rispetto alla media del periodo è stata il prodotto più acquistato sul podio salgono anche – precisa la Coldiretti – carne in scatola con un aumento del 60% e i legumi in scatola con un balzo del 55%. A finire nel carrello della spesa degli italiani sono stati soprattutto nell’ordine – continua la Coldiretti – la pasta con un +51% e il riso con un +39% ma si registra una crescita del 39% anche per le conserve di pomodoro mentre le vendite dello zucchero salgono del 28%, quelle dell’olio da olive del +22%, il pesce surgelato del 21% e il latte Uht del 20%, nel periodo dal 24 febbraio all’8 marzo, sulla base delle vendite del mondo Coop.

Dopo gli attacchi interessati che sono venuti dall’estero va segnalato che una particolare attenzione è stata anche riposta alla provenienza dei prodotti acquistati con un deciso orientamento a sostenere gli acquisti di prodotti Made in Italy per aiutare lavoro ed economia. Un obiettivo sostenuto secondo l’indagine Coldiretti/ixe’ dalla grande maggioranza dei consumatori (82%) che è d’accordo sul fatto che in questa fase è importante acquistare prodotti italiani per tutelare una filiera agroalimentare che dal campo alla tavola garantisce all’Italia il primato nella qualità e nella sicurezza alimentare.

Un obiettivo sostenuto dalla campagna #MangiaItaliano lanciata dalla Coldiretti alla quale stanno aderendo numerosi volti noti della televisione, del cinema, dello spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura.

“Chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di privilegiare negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle con il latte italiano al posto di quelle ottenute da cagliate straniere, salumi ottenuti con la carne dei nostri allevamenti, frutta e verdura nazionale ed extravergine Made in Italy al 100%” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’importanza di sostenere lo sforzo degli agricoltori e degli allevatori per assicurare le forniture alimentare al Paese”.

Bergarmini: “Covid-19, prevenire contagio facendo tamponi a campione a tutta la popolazione”

Da: Lega Emilia Romagna.

“Occorre estendere l’esame del tempone a campione, anche ai cittadini asintomatici, perché più positivi troviamo più riusciamo ad isolarli e meno diffusione avremo”. E’ quanto chiede il gruppo Lega E-R, sulla scia di quanto va chiedendo il governatore del Veneto, Luca Zaia.
“I dati diffusi dalla Protezione civile parlano chiaro: la regione Emilia-Romagna come numero di contagiati da Covid è seconda solo alla Lombardia (2.644, dato a sabato 14 marzo), ma sul nostro territorio sono stati eseguiti 10.043 tamponi, quasi un quarto di quelli fatti sino ad ora in Lombardia (37.138) e meno della metà di quelli effettuati in Veneto (26.980). Pertanto – chiedono i consiglieri Matteo Rancan, Lucia Borgonzoni, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Stefano Bargi, Daniele Marchetti, Andrea Liverani, Massimiliano Pompignoli, Fabio Bergamini, Maura Catellani, Michele Facci, Matteo Montevecchi, Emiliano Occhi, Valentina Stragliati e Simone Pelloni – chiediamo alla Regione di estendere l’esame del tampone sia alle persone sintomatiche che a quello asintomatiche anche fuori dai supermercati e delle farmacie, fermando a campione le persone sulle strade”.
“Riteniamo si tratti di una misura decisiva per il rallentamento dei contagi e per affrontare quella che è ormai una epidemia incontrollata su gran parte del territorio italiano. Non farlo sarebbe un errore grave e imperdonabile” conclude il gruppo del Carroccio.

Le lezioni al Montalcini ai tempi del Coronavirus

Da: Istituto Montalcini.

Le lezioni non si fermano anche se la scuola é chiusa.

Lo sanno bene studenti e docenti dell’Istituto Montalcini di Argenta e Portomaggiore, che continuano le loro lezioni mediante video, collegamenti, invio di materiale in formato digitale, attribuzione di compiti e restituzione degli stessi ecc…

Proprio ieri in occasione della prima Giornata internazionale della Matematica, che ha soppiantato il vecchio Pi Greco day (3,14) i docenti di matematica del Montalcini, prendendo spunto dal concorso Euclide-Scuola 14/03/2020 lanciato dalla direzione Euclide, giornale di matematica per i giovani, hanno predisposto una parete virtuale (padlet) in cui hanno invitato gli studenti, i docenti e chi volesse a scrivere un acrostico con la parola matematica o una parola relativa ad un oggetto della matematica (come parabola, equazione ecc…) una frase o componimento in rima che abbia come riferimento la matematica, anche solo un pensiero sulla matematica.

Bellotti, CNA: “Una priorità per tutti: impedire che il nostro sistema economico vada in frantumi”

Da: CNA Ferrara.

Il Presidente di Cna chiede uno sforzo straordinario alle istituzioni locali: destinare le risorse a sostenere le imprese – “Bisogna salvaguardare migliaia di aziende e decine di migliaia di posti lavoro: le istituzioni si muovano subito. I Comuni rivedano i bilanci”

“Tutti i comuni della provincia di Ferrara devono rivedere subito i propri bilanci, introducendo una priorità assoluta: sostenere il sistema delle imprese e impedire che vada in frantumi sotto i colpi dell’emergenza. Stiamo attraversando tutti insieme un’emergenza sanitaria che ci sta mettendo a durissima prova. Ne usciremo, ne sono certo, battendo il contagio con l’impegno di tutti: ma quando l’emergenza sarà finita il nostro sistema di imprese deve essere in condizioni di riprendersi nel più breve tempo possibile”.

Davide Bellotti, Presidente di Cna Ferrara, lancia un appello ai Sindaci, alla Presidente della Provincia, a tutte le Istituzioni locali e ai partiti: “stiamo attraversando – spiega Bellotti – la crisi sociale ed economica più grave dal dopoguerra ad oggi. E’ assolutamente necessario intervenire con decisione anche a livello locale: altrimenti il nostro tessuto economico, già fragile, ne uscirà con le ossa rotte. Bisogna indirizzare tutte le risorse possibili a sostegno dell’economia locale, per salvaguardare le imprese esistenti e le migliaia di lavoratori del nostro territorio”.

Prosegue Bellotti: “nella giornata di ieri (sabato 14 marzo) abbiamo già contattato il Presidente della Camera di Commercio di Ferrara Paolo Govoni che ci ha assicurato il pieno sostegno in questa direzione. Ora chiediamo con forza che si muovano anche gli altri enti locali, riprogrammando investimenti e bilanci in vista di un obiettivo prioritario: permettere alle nostre imprese di sopravvivere oggi e di ripartire domani, quando l’emergenza sarà superata”.

In un momento così difficile, Bellotti lancia anche un appello all’unità rivolto alla politica e ai partiti: “questo non è il momento di distinguersi tra destra e sinistra – dice Bellotti – E’ necessario, come nel dopoguerra, un patto per la ricostruzione economica, civile e sociale di un paese che, alla fine dell’emergenza, non sarà più quello di prima”.

La situazione economica è difficilissima: già nei primi giorni dell’emergenza il 50% delle aziende ha messo in Cassa Integrazione i dipendenti. Intere filiere produttive sono ferme: turismo, organizzazione di eventi, trasporto persone, commercio non alimentare al dettaglio, ristoranti, bar, palestre, estetiste, parrucchiere e tante altre.

“Sono filiere imprenditoriali – spiega Bellotti – che occupano migliaia di dipendenti che in questo momento sono sospesi dal lavoro. Altre filiere, come l’edilizia, l’impiantistica, l’autoriparazione vedranno nei prossimi giorni bruschi cali di attività”.

“Dobbiamo guardare in faccia la realtà – conclude Bellotti – Tornare alla normalità è possibile, e sono certo che ce la faremo. Ma ci vorranno molti mesi, e bisogna muoversi subito: senza indugio, senza polemiche, senza perdere nemmeno un minuto”​

DIVIETO DI PASSEGGIATA
quando la libertà viene trattata con leggerezza

Dubito che la passeggiata (scritto proprio così: “la passeggiata”) rientri nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Se ne parlassero i cahiers de doléances e se fosse in qualche modo inclusa (“la passeggiata”) in una bozza preparatoria della Costituzione del 1789 (Termidoro l’avrebbe però senz’altro abolita). Se Rousseau la includesse nel suo Contratto Sociale. Se ne scrisse Adam Smith, o se ne sia occupato Marx, nel Capitale o in qualche nota a margine dei suoi Grundrisse. Se, infine, i nostri Padri Costituenti (non ho sottomano i verbali dei lavori della Assemblea) ne abbiano almeno discusso, per poi decidere di non inserire il termine “passeggiata” nella prima parte della nostra Costituzione Repubblicana.

Niente “passeggiata” nei sacri testi. Sia stata una colpevole dimenticanza o si sia invece preferito utilizzare un sinonimo, una locuzione, un termine correlato, rimane comunque un fatto. E cioè che “la passeggiata” è tutt’altro che una cosa di poco conto (il dolce suono della parola può ingannare). Non è cosa che attiene all’angolino del nostro ‘tempo libero’. Non è solo materia di cattiva e di buonissima letteratura (specialmente quella di lingua tedesca, dal preromanticismo ad oggi, è ricca di romanzi e racconti magnifici di passeggiate e di passeggiatori). La passeggiata è una cosa terribilmente seria. Fondamentale. Vitale. Un altro modo di dire LIBERTA’. Libertà di muoversi. Libertà di usare il nostro corpo. Libertà di andare a cercare qualcosa o qualcuno. Libertà di immergersi nella natura: aria, sole, erba e tutto il resto. Libertà di andare a zonzo, di incamminarsi e decidere ‘cammin facendo’ se fermarsi, girare a sinistra o prendere il sentiero alla nostra destra.

Siamo nel bel mezzo di una tragedia globale. Da un giorno all’altro siamo stati catapultati in un mondo inedito, intrappolati, per necessità, in uno ‘Stato di Eccezione’, dove le libertà individuali e collettive (che credevamo immutabili quanto scontate) sono state progressivamente limitate, dove anche le fondamenta della democrazia traballano (temporaneamente? Speriamo: anche questo dipende da noi). E dove noi stessi abbiamo accettato, responsabilmente, di cedere un bel pezzo della nostra libertà per salvare la salute, la nostra e quella di tutti.

Ci siamo affidati – fidati – alla scienza, ai medici, alle autorità. Però la Libertà che le varie autorità ci tolgono (temporaneamente e con il nostro silenzio assenso) va trattata con il dovuto rispetto. Con i guanti bianchi. Questo, almeno questo, possiamo chiederlo? Possiamo Pretenderlo? Ecco, nel caso del DIVIETO DI PASSEGGIATA , o della CHIUSURA TOTALE e indiscriminata di TUTTI i parchi, i giardini, le aree verdi (è successo a Ferrara e in altre città d’Italia, per fortuna in tante altre no) a me pare che le Autorità non abbiano avuto questo rispetto. Non è solo questione di portare a spasso il cane (eppure anche il diritto degli animali deve valere qualcosa), è che non si può togliere con leggerezza alle persone l’aria, il cielo, la terra, l’erba, gli alberi. La libertà.

Il Presidente Mattarella ci ha invitato alla FIDUCIA e ci ha chiesto SERIETA’. E’ quello che stiamo cercando di fare: di lui, almeno di lui ci fidiamo. Ma al Governo, ai Governatori, ai Prefetti, Ai Sindaci (compreso il Sindaco di Ferrara Alan Fabbri) chiediamo la medesima serietà. Non la leggerezza, non il pressapochismo, non la fretta e l’ansia proibizionista. Devono pensarci 70 volte 7 (come dice il Vangelo, non ricordo dove) prima di toccare la libertà  La passeggiata è uno dei nomi della libertà. Una libertà quotidiana, domestica, piccola piccola. Preziosa come la nostra vita.

IL SORRISO AI TEMPI DEL COLERA

Respiro ancora i balsami che emanano dagli ultimi fiori che al mercato sotto la statua di Savonarola i commercianti veneti portarono prima della chiusura totale. Delicati odori di fresie bianche e di gigli rosa con la nota acuta dei giacinti blu che oggi hanno esalato l’ultimo respiro. Al computer ascolto il disco con tutto Verdi diretto da Riccardo Muti e mentre qui in città si viola ogni convivenza civile tra piatti che volano, silenzi e urla, richieste di dimissioni, risposte di “ma quello/a chi è ?”, ripenso al termine eleganza che fino a poco tempo fa era, al di là di chi governava la città, una cifra stilistica, etica, storica della vita di Ferrara. Di una cara amica, importante rappresentante delle amministrazioni passate, rudemente attaccata da un noto critico e polemista, mi viene alla memoria la classe e la gentilezza.

Lei, erede della famiglia Tambroni la cui moglie giacque, immortale Grazia – quella di mezzo – tra le braccia di Antonio Canova che la scolpiva. La famiglia si limitò all’uscita della stampa del Gruppo a strapazzarne l’immagine, amorevolmente conservata poi, dalla stessa famiglia. Non dimentichiamoci che il padre della suddetta signora fu tra i più straordinari cultori della memoria e della forza culturale della città e a lui, Luciano Chiappini, la città intera deve – come nell’immediato ultimo Dopoguerra a Carlo Bassi, a Giorgio Franceschini , a Claudio Varese –  la memoria gentile, la qualità della cultura ferrarese. A questo non ci si può sottrarre se non negando quel poco o tanto che Ferrara ha saputo esprimere nel Secolo Breve e, in conseguenza, nell’oggi così poco gentile e pacato.

Mentre si svolge questo tempo oscuro dell’oggi, mi sovviene non l’eterno ma la declinazione della bellezza tra giardini e paesaggio, Dante, i poeti ferraresi e anche talvolta la rischiosa avventura sul terreno mobile della storia dell’arte di cui sono adepto e incurabilmente seguace.
Così, dopo il soggiorno ai Tatti o alle università americane a Firenze, Oxford, Harvard, San Francisco. Seattle, Smith College le Seven Sisters sino alla Julliard School, dove tenni la lectio magistralis per la laurea dell’amico Muti tornavo a Ferrara. Potevo dire tra me e me: “Sono qualcuno”, ma prevaleva la vita, l’eleganza dell’essere e del fare; poi, anche se le amministrazioni ferraresi mi davano lo sfratto dalle associazioni e luoghi che avevo fondato, a chi importava? Non certo a me che passavo nel giro di una settimana dall’abitare in una delle case più belle del mondo a Firenze, ritornando poi felice nei miei 80 metri quadrati in affitto, a fare i conti della spesa e, se me lo potevo permettermi, il cinema. Conclusione. Vale la pena sbraitare? Vale la pena di accapigliarsi se non pensando alla qualità della vita che puoi condurre con eleganza e civiltà? Molto spesso è quel che manca nelle dispute ‘fraresi’ odierne. L’urlo e la canea non dovrebbero risuonare nella la città del silenzio.

Esco pertanto nei dieci minuti concessi alle mie compere giornaliere nel breve tragitto tra casa mia, gli alimentari e la farmacia, bardato secondo le esigenze dettate dal maledetto morbo: palandrana scura, cappello avvolgente, occhiali e sciarpona che mi copre bocca e naso. A 20 metri, mia moglie cammina svelta, avvolta nella stessa mise ma con sciarpa bianca. Qualche breve notazione rompe il silenzio irreale. Arriviamo agli alimentari e scopriamo una discreta folla che s’aggira prudente, coperta da una, due, a volte tre mascherine. Ci si guarda un po’ in cagnesco, mentre i più sembrano inghiottire il cellulare per non sgarrare dalle inflessibili leggi. Dopo paziente attesa, dall’interno esce l’inappellabile grido scandito col nome di battesimo che uguaglia tutti, e quindi, con fare sottomesso e umile, raccogliamo la spesa. In breve raggiungiamo le fruttivendole. Compongo un inno con accenno di balletto alla loro insuperabile uva e quindi mi metto in fila lunghissima di fronte alla farmacia. Non più grida ma sussurri, mentre smarriti teniamo il doppio della distanza. Commentiamo seccamente l’atteggiamento inopportuno di chi non la tiene, mentre ectoplasmi che non rivelano il gender, guardano sospettosi i chiamati all’Eliso farmaceutico. Infine torniamo sempre a distanza dondolando borse e borsette per infilarci alla fine nel portone di casa che rivela, al di là dei vetri del giardino, la più bella fioritura di camelie che ricordi da decenni. Rispettosamente mi allontano per lasciar vivere il loro trionfo, breve ma indice di una bellezza indistruttibile.

Ed ecco, mentre svogliatamente mi aggiogo al carro del lavoro – due saggi uno su Magris, l’altro sulle Delizie ferraresi– scopro che alla sera verrà proiettato Il grande Caruso con Mario Lanza. Finalmente! Dopo anni ho la forza di rivedere quell’orrendo film che mi ha fatto sognare. Ecco allora risuonare la voce mediocre, ecco i vestiti strepitosi, ecco quel lusso pacchiano delle migliori produzioni hollywoodiane, ecco apparire Gatti che con un sussulto ricollego al sovrintendente Gatti Casazza che fece la fortuna di Caruso e del Metropolitan e che, ‘naturalmente’, era ferrarese. Un teatro mediocre e che, appunto,per la sua mediocrità mi affascinò nel 1982 quando lo frequentai.
E per finire,tra gli innumerevoli auguri ricevuti nel giorno del genetliaco, ecco il regalo più gradito tra gentilezza e nobiltà. Una delle mie pronipotine compie gli anni in questi giorni, il padre Francesco arriva a casa e viene abbracciato dalla figlioletta che gli si attacca al collo e comincia a urlare “Auguri!  Auguri!”. Le si viene fatto notare che domani sarà il suo compleanno. Risponde, la piccola Martina, che è sbagliato, poiché in quel giorno si celebrava la festa di San Francesco Rom. Da gran filologa, aveva fatto il maschile di Santa Francesca Romana e quindi progettiamo di fornire al padre un mantello/lenzuolo, cappello e piattino d’ottone per raccogliere soldi per i poveri. E da ora, Franz si chiama Francesco Rom.

La cupezza di questa città sembra irreversibile: non più indugiare in mirabili piazze, non più vivere in socialità. Solo reclamare nel silenzio irreale degli IO che attestino un valore. Quale valore? Certo, ci sarà, ma privo di eleganza, di discrezione.
Ma è questo che vogliono e pretendono gli ‘itagliani’. Quasi tutti.
Comunque da elogiare il comportamento dei miei concittadini, dei miei connazionali che hanno saputo e sanno aderire con matura civiltà alle dure leggi imposte per il bene di tutti.

 

GAME OVER
Ascesa e caduta (rovinosa) di Familia Christi

Lo scorso 28 febbraio l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio emette un comunicato col quale si annuncia che la Santa Sede ha soppresso la Fraternità Sacerdotale Familia Christi.
Il decreto emesso dal prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale Luis Ladaria Ferrer, è del 13 dicembre 2019 e mette la parola fine a una vicenda iniziata nel 2014, quando l’allora arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Luigi Negri, la eresse come Associazione pubblica di fedeli, diventata nel 2016 Società di vita apostolica o Fraternità.
Formata da cinque preti – Riccardo Petroni, Matteo Riboli, Lorenzo Mazzetti di Pietralata, Emanuele Leonardi e Enrico D’Urso (segretario di Negri) – a Familia Christi fu affidata la parrocchia di Santa Maria in Vado e, dal febbraio 2016 la Rettoria del Santuario del Prodigioso Sangue, sempre in città.
Molto articolato è stato il percorso conclusosi con la soppressione.
Lo stesso comunicato dell’arcidiocesi informa che dal 20 al 22 febbraio 2018 si è svolta la visita canonica alla Fraternità, cui si è aggiunta una visita pastorale e successive indagini. Gli esiti sono stati trasmessi alla Pontificia Commissione Ecclesia Dei della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Sulla base dei responsi, e di una relazione firmata dal successore di Negri, Giancarlo Perego, il presidente della Congregazione vaticana ha nominato l’1 dicembre 2018 Daniele Libanori (ferrarese, studi in teologia morale, rettore del seminario diocesano negli anni in cui vescovo era Luigi Maverna, diventato gesuita e ora vescovo ausiliare di Roma), Commissario plenipotenziario delegato della Santa Sede sulla Fraternità di Familia Christi.
Tre i compiti di Libanori, si legge in un precedente comunicato della diocesi (3 dicembre 2018): assumere il commissariamento di Familia Christi, verificare la fondatezza dei risultati della visita canonica e determinare, in collaborazione con Ecclesia Dei, eventuali percorsi futuri per la Fraternità sacerdotale.
Al termine della verifica compiuta, lo stesso vescovo ausiliare di Roma, il 20 giugno 2019 – dice il comunicato diocesano del 28 febbraio – “avendo verificato le difficoltà oggettive, ha disposto dal 1 luglio 2019 la chiusura dello studentato e del noviziato”, entrambi nel complesso dei Gesuati in via Madama. Nel frattempo, dal 6 giugno 2019 la Congregazione delle Cause dei Santi ha deciso per don Riccardo Petroni (il parroco) la revoca dell’ufficio di postulatore per le cause dei santi.
Il decreto di soppressione dell’ex Sant’Uffizio, confermato dal pontefice il 6 febbraio scorso, è quindi l’ultimo passo di un procedimento in piedi da un paio d’anni, iniziato dopo pochi mesi dall’ingresso a Ferrara del nuovo arcivescovo Perego (3 giugno 2017).

A qualcuno Oltretevere deve essere ‘andata giù la catena’, se la gravità del provvedimento si è spinta fino all’applicazione del canone 701 del Codice di diritto canonico, cioè la proibizione per i cinque preti di celebrare messa, confessioni e matrimoni. Salvo che un vescovo, dopo un conveniente periodo di prova (canone 693), non decida di riammetterli all‘esercizio degli ordini sacri.
Fin qui, più o meno, la cronaca, o almeno quello che è dato sapere, visto che le fasi informative, compresa la relazione di Perego, sono coperte da riservatezza. Eppure qualcos’altro si può comprendere della vicenda.
Per prima cosa, l’ex arcivescovo Negri, come principale sponsor di Familia Christi si può dire che esca ammaccato da questa storia. Non è dato sapere quanto sia stato convinto sostenitore, o se abbia prestato il fianco con leggerezza a un’iniziativa ascrivibile in pieno al campo del tradizionalismo cattolico. Di sicuro la scelta si è dimostrata un disastro su tutta la linea.
Nel comunicato della diocesi del febbraio scorso, poi, le parole meditate dell’arcivescovo Perego, a commento dell’articolato iter, meritano attenzione. Da una parte, esprime la preghiera perché non vengano mai meno i “doni carismatici per la vita e la missione della Chiesa”, dall’altra richiama l’attenzione sui “criteri per il loro discernimento”. Come dire: ben venga la diversità nei modi di essere chiesa, ma attenzione a distinguere fra doni e altro.
Già qui, chi ha orecchi per intendere, intenda.

Ma quali sono questi criteri? Ora Perego cala l’asso. Sono esattamente quelli richiamati dallo stesso ex Sant’Uffizio, fra cui: il primato della vocazione di ogni cristiano alla santità, la testimonianza di comunione con tutta la Chiesa e il riconoscimento e la stima verso tutti gli altri carismi. Grattando la superficie felpata del linguaggio, si possono intuire alcuni motivi che hanno portato a usare la mano pesante.
Il ripristino del latino nella celebrazione della messa è avvenuta legittimamente grazie al motu proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007, con il quale papa Benedetto XVI riconobbe la cosiddetta messa di san Pio V come “forma straordinaria” della liturgia latina. Certamente, nel caso ferrarese, la messa in latino è stata scrupolosamente celebrata in “forma straordinaria”, ma lo spazio dilatato tra la zona dell’altare e i banchi dei fedeli nella vita liturgica e una serie di misure rigidamente introdotte, hanno di fatto solcato in Santa Maria in Vado un’ordinaria distanza tra l’area sacra, nella quale si compiono i santi misteri, e quella dei fedeli che vi assistono. Tra la Chiesa docente e quella discente.
La stessa lettura guidata per alcuni lunedì sera della Sacrosanctum Concilium, ossia la costituzione sulla liturgia approvata dal concilio Vaticano II il 22 ottobre 1963, va ascritta nel tentativo di catechizzarne una recezione funzionale a un’ecclesiologia chiaramente gerarchica. Ricordo personalmente che, in alcuni di quei confronti serali, erano attentamente scelti brani del testo tesi a sottolineare la postura giuridica e gerarchica della Chiesa.

Si sa che i documenti conciliari sono frutto di un equilibrio, spesso sofferto e combattuto, ma è altrettanto assodato che Sacrosanctum Concilium è stata la porta principale d’accesso verso un’ecclesia che ha inteso lasciarsi alle spalle il modello di societas perfecta. Ad esempio, la formula “attiva partecipazione” ricorre nel documento conciliare ben undici volte, esattamente quella partecipazione ai santi misteri che Familia Christi ha riservato al personale gerarchicamente sacro-separato. Per questo motivo, il ripristino del latino (comprensibile solo agli addetti ai lavori), il ritorno del sacerdote spalle ai fedeli e la dilatata separazione-distanza fra clero e laici, sono stati i segni sistematici della volontà di restaurare, anche visibilmente, uno spazio ecclesiale che sottende una linea teologica ben più complessiva e che fa perno su un’idea marmorea della tradizione, senza alcuna prospettiva evolutiva.
Appaiono così più chiari i richiami del vescovo Perego alla vocazione di “ogni cristiano” alla santità e al termine “comunione”, per una Chiesa che, a partire dal Concilio, riscopre le proprie radici di comunità, ben più che una piramide.

Operazioni come quelle di Familia Christi non si limitano, quindi, alla folkloristica riedizione del latino, ma celano in realtà il tentativo di mettere il Concilio Vaticano II sul banco degli imputati, visto da un rinvigorito tradizionalismo come un grande errore, sul crinale dell’eresia.
Rispetto al ‘balzo innanzi’ invocato da papa Roncalli, è una lettura riduzionista, tuttora poderosamente in auge, cui hanno prestato il fianco anche i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con la loro lettura del Concilio in ‘continuità’ con la tradizione della Chiesa.

 

PER CERTI VERSI
La nuvola della libertà

Ogni domenica Ferraraitalia ospita ‘Per certi versi’, angolo di poesia che presenta le liriche del professor Roberto Dall’Olio, all’interno della sezione ‘Sestante: letture e narrazioni per orientarsi’

LA NUVOLA DELLA LIBERTÀ

La nuvola
Sosta sul confine
Dei nostri denti
La nebbia è un mare pallido e grigio
Ovatta che si strappa e di ricuce
Nei nostri ricordi
Io non so più come sei
A tratti mi dispero
Non esce dal mio pugno
Il sugo della nostra vita
A volte sogno
Di infilare
i pantaloni insieme a te
Dopo colazione
Tenere i pigiami
E andare nel mondo svuotato
Che si svela
Alla ricerca
di un ristoro
Di una cena
al lume
di candela