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Mese: Marzo 2020

Covid-19 come influenzerà le imprese ferraresi? Le richieste di Ascom Confcommercio Ferrara alle Istituzion

Da: ASCOM Ferrara.

La Confcommercio, con gli interventi mirati del nostro presidente Carlo Sangalli, ha definito alcune linee di intervento per fronteggiare questa emergenza – come spiega in sintesi il presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara, Giulio Felloni – tra queste le richieste per la proroga o meglio la sospensione del pagamento delle tasse (e quindi più in generale delle scadenze fiscali e contributive); la moratoria dei mutui, delle bollette (gas. luce, acqua, rifiuti, telefono…), l’attivazione del fondo centrale di garanzia; l’utilizzazione degli strumenti di cassa integrazione e del fondo di integrazione salariale in favore dei dipendenti di micro e piccole imprese; un sistema di indennità per i lavoratori autonomi. Si tratta di un momento complesso – aggiunge Felloni – che richiede un intervento tempestivo e concreto delle Istituzioni. Alla politica di contenimento sanitario – con tanti commercianti che con senso di responsabilità e con grandi sacrifici chiudono le loro attività per dare un contributo per fronteggiare questa emergenza – va accompagnata una strategia complessiva di forte sostegno alle piccole e medie imprese del Terziario”.
E’ anche il momento per fare un primo bilancio per lo sportello Pronto Ascom, operativo dal 9 marzo: sono centinaia le imprese di Ferrara e provincia che stanno ponendo quesiti con particolare attenzione al mondo dei lavoro ed alla gestione del personale: sono queste in estrema sintesi le principali richieste che stanno intasando il 0532.234234 ossia il numero dedicato dall’Associazione e messo a disposizione delle aziende del territorio (esiste anche una casella di posta elettronica dedicata prontoascom@ascomfe.it).

Le richieste toccano tutti gli argomenti di stringente attualità: dal come far rispettare la distanza di sicurezza tra un cliente e l’altro (un metro almeno) e più in generale sulle forme di di sicurezza e di rispetto della salubrità di dipendenti e del pubblico od ancora gli orari di apertura e chiusura di bar e ristoranti od ancora i rapporti e le dilazioni di pagamento con i fornitori ed in questo la gestione dei mutui e dei contratti di affitto. Si tratta di informazioni e delucidazioni che ovviamente prendono riferimento dai decreti ufficiali (nazionali, regionali) che in questo momento si succedono a ritmo incalzante e quindi è necessario contestualizzare ogni riferimento perché le regole cambiano continuamente

Emergenza sanitaria da Covid-2019. Varate le misure temporanee per la fruizione dei servizi della camera di commercio

Da: Camera di commercio di Ferrara.

In merito all’allerta sanitaria e in coerenza con le disposizioni emanate dal Governo, la Camera di commercio di Ferrara ha invitato da subito l’utenza ad accedere agli sportelli esclusivamente per urgenze comprovate, utilizzando in via prioritaria i servizi on line sul sito istituzionale www.fe.camcom.it.

Da oggi (12 marzo) sono chiusi al pubblico l’Ufficio di Comacchio e l’Ufficio Visure e certificati, mentre gli Uffici di Ferrara e di Cento sono, previo appuntamento, regolarmente aperti dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 12.00. L’accesso agli sportelli, in ogni caso, è contingentato e viene gestito dal personale della Camera di commercio secondo le disposizioni affisse all’ingresso di ogni singolo Ufficio.

Lavorare per la ripartenza. “La Camera di commercio valuta con estrema attenzione l’evolversi della situazione che sta causando rilevanti danni al sistema economico ferrarese: l’emergenza sanitaria si è infatti rapidamente trasformata in una vera e propria emergenza economica. “Siamo al fianco delle aziende, pronti a fare la nostra parte e a facilitare l’accesso alle agevolazioni in favore dell’economia decise dalle istituzioni per contrastare gli effetti negativi legati alla diffusione del coronavirus: una vera emergenza trasversale, che colpisce non solo la filiera del turismo e tutto il settore del terziario, ma anche i comparti produttivi”. Così Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio, che ha aggiunto: “Ci stiamo anche attivando per promuovere un’azione di sistema a livello camerale, attraverso Unioncamere, in modo da avere una massa critica su scala nazionale in grado di sviluppare azioni efficaci e coordinate. Ed abbiamo già creato – ha concluso il presidente della Camera di commercio – facendo fronte comune con le associazioni di categoria, una task force per mappare tutti gli strumenti di sostegno, nazionali regionali e locali, a disposizione delle imprese messe a dura prova dall’emergenza coronavirus, così da renderli facilmente utilizzabili anche online”.

Le imminenti misure del Governo a sostegno dell’economia. La posizione della Camera di commercio
L’emergenza legata all’epidemia da Covid-19 desta forte preoccupazione nel sistema produttivo ferrarese. In particolare, da un’indagine effettuata dalla Camera di commercio, emerge che il 78% delle imprese (il 99% nei settori dell’alloggio e ristorazione) ha registrato impatti sulla propria attività dalla diffusione del Covid-19. Da qui, le proposte della Camera di commercio di Ferrara a Unioncamere e, dunque, al Governo: rilanciare gli investimenti pubblici per sostenere la domanda interna, l’attività delle imprese e l’occupazione; garantire fin da subito la liquidità delle imprese; l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per sostenere settori e filiere in crisi.

Ascom Ferrara: rimandare la valutazione della Tassa di Soggiorno ad Argenta

Da: ASCOM Ferrara.

“Siamo davvero sorpresi dalla notizia della possibile introduzione della tassa di soggiorno e che sia stata avviata in questi giorni una approfondita valutazione in merito da parte della Giunta Comunale con le forze politiche locali, con tanto di tariffe ipotizzate. Come Ascom Confcommercio della delegazione argentana – spiega il presidente Tonino Natali – siamo dell’idea che ogni discussione e valutazione nel merito debba essere spostata quando la situazione emergenziale dovuta al Covid-19 sarà terminata. Una situazione quella che sta vivendo il mondo del Commercio, dei Servizi e del Turismo di particolare difficoltà. In questo momento sono altre le priorità, ossia sostenere concretamente le piccole e medie imprese che hanno visto acuirsi nelle ultime settimane una fase già complessa. Forti perplessità sull’introduzione della tassa di soggiorno che sono condivise peraltro anche dai colleghi della Confesercenti, con i quali ci stiamo confrontando in queste ore e riteniamo che si debba rimandare ogni valutazione preventiva almeno al 2021”. conclude Natali.

Associazione PiazzaVerdi: Alan Fabbri revochi a Sgarbi l’incarico di Presidente di FerrarArte

Da: Associazione PiazzaVerdi

Vittorio Sgarbi non ci rappresenta. Non può rappresentare in alcun modo Ferrara né Ferrara Arte, di cui è, purtroppo, ancora Presidente. Il video nel quale afferma che il Coronavirus è una bufala e, con la consueta volgarità, invita le persone ad uscire, ad aggregarsi, a non seguire le indicazioni del Governo e delle massime autorità sanitarie, è di una gravità assoluta. In queste ore molti, a partire dai dipendenti del Mart – Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, del quale è pure Presidente – stanno chiedendo le sue dimissioni da quel ruolo.
Sono tanti i ruoli e le cariche che l’on.Sgarbi seguita a mantenere, una sorta di shopping compulsivo, e ugualmente compulsivo sembra il suo bisogno di intervenire a sproposito su tutto. Ci vergogniamo del suo essere ferrarese. A lui interessa solo essere una notizia, ha bisogno di apparire più di ogni altra cosa anche perché solo così riesce a garantirsi le comparsate televisive e i proventi economici che ne derivano. E’ imbarazzante e, nel caso specifico, allarmante. Istigare la popolazione a non rispettare una legge dello Stato, essenziale in tempo di epidemia, è, specie da parte di un Deputato della Repubblica, un atto che deve essere sanzionato a livello nazionale. E a livello locale Sgarbi non può continuare a ricoprire il ruolo di Presidente di FerrarArte e a svolgere i compiti di rappresentanza che questa carica impone. Al Presidente di un’Istituzione culturale, oltretutto pubblica, è richiesto rispetto delle regole, decoro, sobrietà. L’opposto di ciò che Sgarbi rappresenta. Non darà mai le dimissioni da alcuna carica, è evidente. Spetta al Sindaco di Ferrara, che l’ha nominato, far sì che Ferrara non debba vergognarsi. Spetta al Sindaco di Ferrara, che, giustamente, sta diffondendo in città l’appello a rispettare il Decreto del Governo per arrestare l’epidemia, assumere comportamenti coerenti. Sta ad Alan Fabbri revocare a Vittorio Sgarbi l’incarico di Presidente di Ferrara Arte.

 

#iorestoacasa consegna gratuita della spesa ai soci coop e ai clienti easycoop con 65 anni o più

Da: Coop Alleanza 3.0.

Per sostenere le iniziative delle istituzioni e fare fronte all’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Coronavirus (COVID-19), EasyCoop – il servizio di spesa online e consegna a domicilio di Coop Alleanza 3.0 – ha deciso di collaborare consegnando gratuitamente la spesa ai soci coop e ai clienti di EasyCoop con più 65 anni.
L’iniziativa è valida fino al 3 aprile, e si applica indistintamente a tutte le fasce orarie di consegna ed è fruibile in tutti i territori ove il servizio è attivo:

• in Emilia-Romagna, per un totale di 80 Comuni, distribuiti nelle province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia;
• in Veneto, per un totale di 210 Comuni, distribuiti nelle province di Padova, Rovigo, Treviso, Vicenza, Venezia (Mestre);
• nella provincia di Roma (area metropolitana), per un totale di 16 Comuni.

Come usufruire dell’iniziativa

Per usufruire della consegna gratuita, è necessario:
• avere almeno 65 anni
• fare la spesa su www.easycoop.com come utente registrato
• disporre di un profilo EasyCoop con informazioni aggiornate e complete (in particolare, anno di nascita e codice fiscale).
Soddisfatte queste condizioni, il sistema riconosce l’utente e azzera automaticamente le spese di consegna in fase di check-out.

Pertanto, chi ha 65 anni o più e possiede un profilo EasyCoop completo di anno di nascita e codice fiscale, non deve fare nulla: beneficerà automaticamente della consegna gratuita.
Chi ha 65 anni o più e ha già un profilo EasyCoop ma al momento della registrazione non ha fornito il proprio anno di nascita e codice fiscale, deve prima aggiornare le informazioni accedendo alla propria Area Personale.
Chi ha 65 anni o più ma non ha ancora un profilo EasyCoop, può crearne rapidamente uno collegandosi su www.easycoop.com (homepage > Accedi/Registrati), avendo cura di inserire correttamente tutti i dati, inclusi l’anno di nascita e il codice fiscale.
Se il proprio profilo EasyCoop non è completo di anno di nascita e codice fiscale, non sarà possibile fruire della consegna gratuita.

L’operatività di EasyCoop

Data la situazione non ordinaria in corso EasyCoop ha registrato importanti aumenti delle richieste che hanno causato la temporanea indisponibilità di alcuni prodotti sul sito o sull’app e qualche ritardo nelle consegne. L’incremento ha riguardato tutti i generi, alimentari e non, con un’incidenza molto elevata dei prodotti freschi e freschissimi (frutta, verdura, carne, pesce, salumi, latticini. etc.), a conferma della qualità e freschezza dei nostri prodotti e di quanto questo reparto sia importante e distintivo per la nostra clientela, anche nell’emergenza.
L’eccezionalità della situazione ha però impattato sulla disponibilità delle fasce di consegna, con la saturazione delle fasce a breve e medio termine (ad oggi, le prime consegne non sono disponibili prima di 6-8 giorni, a seconda delle località). Pertanto, fare la spesa in questo momento così particolare richiede la collaborazione di tutti programmando in anticipo gli acquisti on line. Ovviamente, EasyCoop si sta adoperando in tutti i modi per rafforzare la propria organizzazione in modo da poter soddisfare l’eccezionale picco di domanda del servizio. (SEGUE)

La sicurezza per clienti e operatori

EasyCoop ha prontamente diffuso e adottato, presso tutte le proprie sedi, le disposizioni di prevenzione emanate dal Ministero della Salute. In particolare, tutti gli impiegati presso la sede di Modena sono stati invitati a lavorare da casa in smart working. Gli addetti presso i magazzini/centri logistici dedicati di Bologna, Roma e Padova, operano regolarmente, nel massimo rispetto delle norme di sicurezza.
Ricevere la spesa a casa è sicuro: la consegna avviene sul pianerottolo, senza alcun contatto ravvicinato tra i nostri addetti e i clienti. Anche in caso di pagamento alla consegna e conseguente utilizzo del dispositivo pos, il personale EasyCoop incaricato è tenuto a mantenere la distanza di sicurezza.

Cosa è EasyCoop

EasyCoop (www.easycoop.com) è il servizio di spesa online e consegna a domicilio di Coop Alleanza 3.0, la più grande cooperativa di consumatori italiana, nata all’inizio del 2016 dall’unione di Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense.
Gestito da Coop Alleanza 3.0 attraverso la società partecipata Digitail, attivo a Roma (area metropolitana) e in moltissime città e località dell’Emilia-Romagna e del Veneto, EasyCoop opera attraverso tre magazzini/sedi logistiche dedicate: a Roma, Bologna e Padova.

Il servizio rappresenta la più ampia offerta oggi disponibile in Italia nell’e-commerce alimentare, con un assortimento di oltre 13 mila prodotti, di cui più di 3 mila freschissimi (frutta, verdura, carne, pesce, salumi, latticini). La spesa si fa online – da PC su www.easycoop.com o da smartphone attraverso l’apposita app mobile – e la si riceve direttamente sul pianerottolo di casa, con le massime garanzie di qualità e sicurezza, gli stessi prezzi di un ipermercato e ulteriori promozioni dedicate a chi acquista online.

provincia-ferrara

La Provincia sta mettendo a punto modalità di lavoro agile per i dipendenti

Da: Provincia di Ferrara.

In attuazione delle prescrizioni governative per il contenimento della diffusione del virus Covid19, la Provincia ha configurato i propri apparati e sistemi di comunicazione già in dotazione, per supportare il lavoro dei propri dipendenti senza la necessità di recarsi in ufficio.
Una procedura messa in campo grazie alle deroghe previste dai decreti emanati in questi giorni dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dalla circolare 1/2020 del ministro per la Pubblica Amministrazione,
Non un vero e proprio sistema di smart working, né di telelavoro, perché l’amministrazione che ha sede in Castello Estense non ha potuto investire in progetti ad hoc, date le note difficoltà finanziarie delle Province in questi anni.
Nello specifico, i dipendenti dotati di un computer con connessione a internet potranno collegarsi da casa alla postazione di lavoro che normalmente utilizzano in ufficio, per svolgere la propria attività.
Non ci sono specifiche tecniche particolari per la postazione domiciliare. Potenzialmente si potrebbero utilizzare anche smart phone o tablet, anche se a scapito della funzionalità.
Questa modalità di lavoro agile per il personale è stata attuata, in costante confronto con le organizzazioni sindacali, a tutela dei lavoratori dal rischio contagio, senza alcun onere finanziario e grazie al livello di digitalizzazione raggiunto dall’ente, la cui gran parte della documentazione amministrativa e contabile nel frattempo è già digitalizzata e quindi fruibile on line.
Per verificare i servizi di connettività alcuni funzionari della Provincia stanno già collaudando da remoto, e con successo, queste modalità di lavoro, che da martedì 17 marzo potranno essere utilizzate dal personale amministrativo e contabile.
Ferme restando le misure di massima flessibilità dell’orario di servizio, già introdotte dal 26 febbraio scorso, un modello organizzativo innovativo, dunque, che terminata l’emergenza da Coronavirus la Provincia, in osservanza anche del Piano delle azioni positive, ha intenzione di definire con un apposito progetto tecnico come normale modus operandi, coinvolgendo a regime almeno il 10% del personale, come peraltro previsto dalle attuali disposizioni normative in materia.
“Ringrazio il personale informatico – commenta la presidente della Provincia Barbara Paron – che ha reso possibile tutto questo facendo ricorso a tutte le possibilità offerte dall’attuale dotazione tecnologica. Stiamo anche pensando – prosegue – come rendere disponibile questa esperienza con un documento sintetico per illustrare le soluzioni finora adottate, pur tenendo conto che l’attuale dotazione organica del nostro Ced, unitamente all’attuale fase di emergenza, non consentono di garantire assistenza puntuale per ogni Comune, anche se non escludiamo che con un po’ di tempo si riesca a migliorare anche questo aspetto”.

Scelte rapide per il sostegno degli operatori ferraresi in ambito culturale.

Da: Consulente ed Operatore Culturale, Paolo Marcolini.

La diffusione del Coronavirus e le conseguenze economiche, sociali e sanitarie rappresentano variabili nuove, devastanti e complesse da gestire a tutti i livelli e che coinvolgono l’intera popolazione: dal “decisore politico” al lavoratore, dall’imprenditore al genitore. Appare chiaro a molti che questo evento catastrofico che ha colpito e minato la nostra Società, strutturalmente e psicologicamente, ne determinerà anche il mutamento degli stili di vita. Desidero però concentrarmi di seguito su uno specifico ambito, quello delle realtà e dei lavoratori, spesso precari, dei settori dello spettacolo, dei centri culturali e di tutte quelle iniziative che lavorano con un pubblico. Mi scuso se prenderò in considerazione solo questa fascia produttiva evitando, ad esempio, di approfondire la grande difficoltà in cui versano altri comparti culturali del welfare della conoscenza (biblioteche) e del fondamentale sistema educativo.
Desidero quindi suggerire alcune azioni, certamente non complete di tutte le necessità, invitando il mondo della cultura e delle realtà culturali (Imprese, Istituzioni e Terzo Settore) a fare squadra nel segnalare i disagi e nel proporre soluzioni anche innovative.
Dalle disposizioni e dagli aiuti strutturali al settore dell’intrattenimento, dell’aggregazione, dello spettacolo dal vivo dipenderà la riapertura ed il prosieguo di tante attività culturali ed il destino di tanti lavoratori.

Mi rivolgo al Sindaco del Comune di Ferrara Alan Fabbri, all’Assessore alla Cultura Marco Gulinelli, all’Assessore al Bilancio Matteo Fornasini, al Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, all’Assessore regionale al Bilancio Paolo Calvano, all’Assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori ed al Ministro dei Beni Culturali On. Dario Franceschini e vi chiedo di fare presto e di farvi carico direttamente o presso le Istituzioni competenti per:

• Riconoscere l’entità dei danni delle realtà di Ferrara e Provincia e considerare prioritario il mantenimento ed il loro coinvolgimento in ogni attività programmata e futura.
• Azzerare, ridurre, sospendere i canoni di affitto in spazi comunali alle realtà culturali e distribuzione vouchers per sostenere attività in affitto presso privati.
• Azzerare, ridurre, sospendere le tariffe di conduzione spazi (utenze, rifiuti, altro).
• Azzerare, ridurre, sospendere i costi per le pratiche autorizzative: bolli, diritti di segreteria, tasse governative.
• Azzerare, ridurre, sospendere i costi e canoni: SIAE, SCF, diritti di affissione pubblicitaria.
• Sostenere le azioni di raccolta fondi di privati, con effetto moltiplicatore sui versamenti, dedicate al sostegno delle realtà culturali colpite.
• Velocizzare le pratiche per erogazioni contributi già deliberati e rendicontati.
• Snellire percorsi burocratici per accesso al credito ed altre pratiche per ammortizzatori.
• Destinare contributi ai lavoratori del comparto (lavoro dipendente subordinato, parasubordinato, partite iva ed altre forme).
• Disponibilità a titolo gratuito di spazi alternativi a quelli stagionali per recuperare attività estive (sale pubbliche e private, arene e luoghi agibili).
• Coordinamento regionale e provinciale, anche tramite osservatori e/o comitati auto costituiti, di rilevamento bisogni, proposta soluzioni e monitoraggio.
• Riduzioni in campo IVA, INPS, IRPEF e via dicendo per attività e lavoratori del settore culturale.

L’obiettivo comune dovrà essere quello di salvaguardare ciò che c’era prima, non lasciare indietro nessuno, aiutare questo importante comparto del nostro territorio a rinascere. Per riprendersi occorre, però, fare presto.

Hera: terminati i Lavori in Piazza Castello

Da: Hera.

120 metri di nuova tubatura e nuovi allacci privati per potenziare l’infrastruttura acquedottistica che serve il salotto buono di Ferrara. Tempi di esecuzione in linea con quanto concordato con l’Amministrazione Comunale e i commercianti della zona, anche grazie alla collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che in occasione degli scavi ha portato in luce importanti testimonianze di epoca medievale ed estense

Nei giorni scorsi, si sono conclusi i lavori di posa della nuova condotta idrica e di rifacimento degli allacciamenti delle utenze di Piazza Castello.
In particolare, l’intervento ha coinvolto il lato ovest della piazza, dalla chiesa di San Giuliano all’Hotel Annunziata, e il lato sud, fino oltre al volto di passaggio in Piazza Savonarola.
Da oltre un secolo non si effettuavano scavi di pari entità, tanto che durante i lavori sono stati rinvenuti strutture e reperti archeologici di epoca medievale e rinascimentale.
Si tratta dei resti abitazioni relative all’antico quartiere del Borgonovo che sorgeva nell’area dell’attuale piazza Castello, abbattuto per permettere la costruzione del Castello Estense (1385). In seguito in questa parte della Piazza furono costruite le Beccherie Grandi (1506-1507) utilizzate anche come arsenale da Alfonso I d’Este, di cui sono venuti in luce una parte delle strutture. Tra i materiali rinvenuti si segnalano numerose ceramiche graffite.
La Sovrintendenza, con la collaborazione di Hera, quale committente dei lavori idrici, ha provveduto allo scavo e al rilievo dei resti ritrovati, facendo rivivere alcune delle più belle pagine di storia cittadina. Al termine dei lavori la piazza è stata riportata al suo normale splendore, con il ripristino della pavimentazione di pregio a ciottoli ferraresi.
Nonostante i ritrovamenti e tutti i rilievi archeologici resisi necessari di conseguenza, come da accordi con l’amministrazione e con la collaborazione delle attività commerciali della piazza, Hera ha portato a termine i lavori entro il mese di febbraio e ha restituito la piazza alla cittadinanza e al centro storico nei tempi previsti.
I lavori, che hanno comportato un investimento di circa 75 mila euro, hanno consentito di ammodernare e potenziare la rete idrica che serve una delle più prestigiose parti della città: sono infatti stati posati oltre 120 metri di nuova tubatura e sono stati sostituiti tutti gli allacci collegati alla rinnovata infrastruttura.

Lega ER: “Emergenza coronavirus, sospendere urgentemente la restituzione dei tesserini venatori”

Da: Lega Emilia-Romagna.

“Sospendere urgentemente la restituzione dei tesserini venatori in Emilia Romagna e congiuntamente provvedere a prorogare la data di ultimo giorno utile, ad oggi fissata al 30 marzo”. E’ quanto chiedono in una Risoluzione i consiglieri regionali del gruppo Lega E-R, che spiegano: “Il DPCM del 9 marzo 2020 (recante nuove misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale), impone estreme riduzioni di mobilità territoriale se non per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute, pertanto in questo frangente temporale occorre attivare azioni per semplificare e andare in contro anche ai cacciatori, ai dipendenti degli uffici venatori che si trovano in una situazione nuova e non semplice da gestire. Il posticipo della restituzione dei tesserini in analogia con molte altre proroghe non comporterebbe particolari difficoltà o conseguenze successive e potrebbe contribuire alla riduzione degli spostamenti delle persone e quindi degli scambi personali che, come ormai noto, rappresentano potenziali occasioni di contagio” spiegano nell’atto i consiglieri leghisti Matteo Rancan, Lucia Borgonzoni, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Stefano Bargi, Daniele Marchetti, Andrea Liverani, Massimiliano Pompignoli, Fabio Bergamini, Maura Catellani, Michele Facci, Matteo Montevecchi, Emiliano Occhi, Valentina Stragliati e Simone Pelloni.

Vite di carta /
Quando al mercato incontri Renzo Tramaglino

Vite di carta. Quando al mercato incontri Renzo Tramaglino

Al mercato del mio paese oggi la gente è poca: colpa del vento insolitamente sferzante e fastidioso? Oppure del coronavirus, pronuncio la parola tutta d’un fiato così la esorcizzo.
Fatto sta che i banchi dei venditori, privi di copertura per le intense folate, sembrano un po’ surreali così esposti alla luce e con una mancanza totale di intimità.

Se ne crea sempre, tra acquirente e venditore, nella penombra del tendone, spesso il cliente abituale condivide con chi gli riempie le sporte di frutta e verdura un piccolo lessico famigliare pieno di sottintesi del tipo ”Dammi il solito mezzo chilo”, oppure, dall’altro lato del bancone, “Ho finito quello dell’altra volta, ma questo è ancora più buono”.

Così  incontro meno esseri umani, ma scambio due chiacchiere si può dire con tutti. È così che porto a casa un bel po’ di complimenti. Saranno almeno tre le persone che, non vedendomi da tempo, si deliziano nel trovarmi “sempre uguale”. “Sei già in pensione?”, è la prima domanda, quella rituale che mi inchioda all’età che ho e che mi viene rivolta dai quasi coetanei, quelli che già se la (s)passano a casa dal lavoro. Seguono le precisazioni sulle rispettive date di nascita.

Anche oggi mi sono sentita raccontare  i dettagli dell’altrui pensionamento. Mi è venuta in mente, allora, una delle pagine finali de I promessi sposi, quando il narratore svela che è Renzo la fonte di tutta la storia, che l’ha raccontata in giro a molti e l’ha anche ‘tenuta piuttosto lunga’.

Non è dunque il manoscritto ritrovato del ”buon secentista” la fonte originaria del libro, ma è stato Renzo a raccontare in giro le proprie avventure, “e tutto conduce a credere che il nostro anonimo l’avesse sentita da lui più d’una volta”.

E così, come faccio notare agli studenti nel lavoro in classe, eccoci arrivati al penultimo capitolo col suo doppio colpo di scena: da una parte scopriamo il narratore numero uno, Renzo, che scalza lo scrittore anonimo del Seicento (ora al secondo posto) e manda addirittura in terza posizione il nostro narratore, quello che ha avuto a che fare con noi per tutte le pagine del romanzo e che ci ha spesso strizzato l’occhio mentre srotolava la storia facendoci sapere molte più cose rispetto ai personaggi.

”Ma quanti sono in definitiva quelli che hanno raccontato questa storia, profe?”. “Contali, sono tre. Tre che è il numero perfetto ed è un numero altamente simbolico.”.
Secondo colpo di scena del Manzoni: risaliamo alle origini di questo racconto che definiamo romanzo e ci accorgiamo che sono le stesse dell’epica: come nel racconto epico, anche qui avviene il passaggio dalla oralità alla scrittura. Ancora, possiamo spingerci a paragonare Renzo agli aedi che nelle corti dei re andavano narrando  le imprese degli antichi eroi greci, e analogamente mettere Manzoni nei panni di Omero che nell’VIII secolo a.C. ha fissato per sempre quei racconti con la parola scritta. Che potenza ha la scrittura!

Ah, stavo dicendo che la mia ultima interlocutrice la tiene lunga con la storia del suo pensionamento e intanto la mia mente ha cercato rifugio in una maliziosa analogia con i racconti di Renzo. E allora riprendo contatto con questa signora dalla voce squillante nel momento in cui ha finito di narrare le sue vicende e si è messa a vaticinare sul mio delizioso futuro di pensionata, quando toccherà anche a me. E non manca molto.

Intanto, qualche tempo ancora ce l’ho per essere ‘sempre uguale’, per continuare ad insegnare la letteratura italiana. Mentre cammino verso casa, decido di approfittarne: il “non cambi mai” che mi è stato detto prima sprigiona dentro di me una seconda analogia tentatrice. Mentre apro la porta di casa il cuore mi si apre alla speranza che anche nel mio studio ci sia una foto (grandi ritratti alla parete non ne ho) in cui si siano riversate tutte le rughe del mio viso, tutte le pieghe del collo…

Come ne Il Ritratto di Dorian Gray, dove Oscar Wilde vede la bellezza come “la meraviglia delle meraviglie”. La giovinezza di Dorian è il bene più prezioso da preservare: è il suo ritratto a farsi vecchio al posto suo, a riprodurre il passare del tempo e i segni lasciati dal vizio. Lui resta bellissimo ed affascinante per lunghi anni, fino a quando si sente estenuato da una vita dedita ai piaceri e nel disperato tentativo di ‘diventare buono’ uccide il proprio ripugnante ritratto. La fine è nota e comunque non va svelata per omertà verso gli altri lettori.

Arriviamo alla fine anche del mio racconto, al quale manca la suspense del Dorian Gray, e meno male perché alla mia foto devo dare solo una controllata, senza bilanci così funesti sul mio vissuto. Alla prima occhiata non mi sfugge che la mia figura di ventenne vestita di rosso è rimasta intatta. Ok, sono tornata di nuovo in situazione.
Mentre mi sfilo i guanti e ripongo le buste della spesa, penso a Renzo. È pur vero che con lui gli umili hanno fatto il loro ingresso trionfale nella narrativa ottocentesca, ma non esageriamo.

Quanto a Dorian, ho poco da spartire con la sua visione della vita, però in tutti questi anni è stato un piacere conoscerlo. Penso al bene che mi ha fatto e mi fa la letteratura. Oggi l’ho rivisitata con leggerezza, ‘affibbiando’ alla conoscente che mi adulava il confronto con Renzo e alla mia persona il sortilegio che lega Dorian al proprio ritratto. Quanto mi sono divertita.

Per leggere gli altri articoli e indizi letterari di Roberta Barbieri nella sua rubrica Vite di cartaclicca [Qui]

La vicepresidente Schlein: “Al lavoro per sostenere famiglie, lavoro, imprese e Comuni su welfare e servizi educativi per l’infanzia”

Da: Regione Emilia Romagna.

La Regione, impegnata nel dialogo con Comuni, Province, cooperative sociali e sindacati, pronta ad accelerare sull’erogazione ai Comuni di 18 milioni di euro già assegnati sui servizi all’infanzia e a stanziare fino a 5 milioni di euro di fondi aggiuntivi per aiutare i Comuni stessi e le famiglie

Erogare anticipatamente 18 milioni di euro di fondi ai Comuni sui servizi per l’infanzia e stanziare fino a 5 milioni di euro aggiuntivi per fare fronte all’emergenza coronavirus e alle ricadute su servizi educativi e welfare. Queste le prime misure su cui sta lavorando la Regione insieme ai Comuni e alle Province con i quali si stanno già studiando gli interventi possibili. Confronto in corso anche con cooperative sociali e sindacati.

“Siamo al lavoro sulle tante criticità emerse in questi giorni sul welfare e sulla sospensione dei servizi educativi. È a questo scopo- afferma la vicepresidente della Regione con delega al Welfare, Elly Schlein- che in questi giorni, insieme all’assessore al Bilancio, Paolo Calvano, abbiamo incontrato i rappresentanti delle Province e i sindaci dei Comuni capoluogo, per tentare di coordinare e di uniformare la risposta a livello regionale su welfare, nidi, servizi educativi per l’infanzia. Province e Comuni- spiega la vicepresidente- che ci hanno fatto un quadro preciso dei problemi aperti negli enti locali sia sul fronte economico di bilancio sia nella gestione delle politiche sociali. Ieri abbiamo avuto un confronto anche con i sindacati e con le cooperative sociali sulle ricadute sempre su welfare, nidi, servizi educativi all’infanzia e per capire insieme quali possibili soluzioni attuare per ridurre gli impatti negativi delle misure di contenimento del virus e per mettere in campo forme di sostegno concreto alle famiglie, specie a fronte delle difficoltà causate dalla sospensione dei nidi, delle scuole e dei centri diurni per anziani e persone disabili, e dell’interruzione particolarmente problematica dei percorsi educativi per bambini e persone con disabilità e autismo. Ma il nostro scopo è anche tutelare lavoratrici e lavoratori del settore e imprese. Siamo in contatto costante col Governo cui abbiamo sottoposto le questioni e proposto soluzioni mirate da inserire nei prossimi provvedimenti. Faremo ogni sforzo- chiude Schlein- per non lasciare nessuno da solo nel far fronte a questa emergenza”.

Coronavirus. Insieme si può: da oggi possibile fare donazioni a favore della gestione dell’emergenza sanitaria

Da: Regione Emilia Romagna.

Possibile contribuire versando sul conto corrente della Protezione civile regionale. Iban: IT69G0200802435000104428964. Causale: Insieme si può: l’Emilia-Romagna contro il Coronavirus

Bologna – Di fronte a chi già ha fatto donazioni e ai tanti che hanno chiesto di poterlo fare, la Regione ha deciso di dare la possibilità a chiunque voglia di dare un contributo per la gestione dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, versando sul conto corrente della Protezione civile regionale dell’Emilia-Romagna:

Iban: IT69G0200802435000104428964

Causale: Insieme si può: l’Emilia-Romagna contro il Coronavirus

Lo si può fare da oggi, mercoledì 11 marzo.

Ogni euro raccolto e il suo utilizzo verranno ovviamente resocontati pubblicamente, così come è stato fatto per la ricostruzione post sisma.

I DIALOGHI DELLA VAGINA
A DUE PIAZZE – Le storie finite dei lettori

La fine di una storia: i lettori raccontano come hanno gestito l’emergenza, gli epiloghi e l’amicizia con l’ex.

Un anno per decidere

Cara Riccarda, caro Nickname,
ho vissuto quanto avete raccontato e ci sono voluti anni per accettare che non ci fosse più soluzione. Il tempo passava pensando di trovare una soluzione per un cambiamento che era diventato anacronistico. E a prendere ‘la decisione’ ci è voluto un anno.
P.

Cara P.,
cambiamento anacronistico, credo, significhi che la cosa non la vuoi più, nemmeno cambiare. Ma prima di arrivare a dirselo (a noi, all’altro) il tempo può anche mangiarsi moltissimo, in certi casi una vita.
Riccarda

Cara P.,
Un ‘cambiamento anacronistico’ lo intendo come qualcosa che sarebbe dovuto accadere talmente tanto tempo prima, che poi diventa normale non cambiare più. Anche la situazione nuova non è più nuova. Sì, credo possa accadere di tutto in queste situazioni, compreso dilatare il concetto di tempo che passa fino a farlo assomigliare ad un’era.
Nickname

Questione di chimica

Cara Riccarda, caro Nickname,
le storie finiscono per definizione, sopraggiunge la morte di uno dei due oppure finisce l’amore, le persone poi mutano nel tempo. Solo se la coppia sopravvive al cambiamento e la chimica rimane, si va avanti.
C.

Cara C.,
sei già la seconda che parla della potenza del cambiamento che, per me, è sempre benedetto. Non so perché, invece, ci rassicuri così tanto saperci sempre uguali e, quindi, statici. Stiamo lì a guardarci nella nostra controfigura conosciuta temendo possa incresparsi. Ogni volta che ho promosso o subito un cambiamento, ho scoperto cose, soprattutto ne ho lasciate indietro perché davvero non mi servivano più.
Riccarda

Cara C.,
condivido entrambe le tue osservazioni. Aggiungo che la chimica non è un concetto solo sensoriale, ma anche emotivo.
Nickname

L’amico delle ex

Cara Riccarda, caro Nickname,
io devo avere un dono per riuscire a rimanere in amicizia con le mie ex compagne. Ci ho pensato, e seppur fossero donne diverse tra loro per età e cultura, è sempre rimasto un buon rapporto in alcuni casi vera amicizia. Sia quando ho terminato io (più frequente) sia quando ho subito un’eutanasia. Credo sia il modo di salvare il tempo trascorso e il senso positivo del cammino fatto insieme. Tu che ne pensi?
Paolo

Caro Paolo,
credo che tu sia stato più bravo di me. A parte con il padre di mia figlia, la mia pars destruens ha dettato le modalità di chiusura, lo ammetto.
Riccarda

Caro Paolo,
con un pizzico di malizia ti dico che mi piacerebbe parlarci, con le tue ex compagne, per sapere se la pensano tutte come te in relazione a questa “vera amicizia” che rimane. Mi basterebbe la conferma del rispetto e dell’affetto e saresti il mio idolo.
Nickname

Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com

EMERGENZA CORONAVIRUS
Modulo Autocertificazione per gli Spostamenti

In seguito alle nuove norme relative al coronavirus, è stato predisposto il nuovo modulo dell’autocertificazione.
«Chi intende usufruirne dovrà indicare il proprio nome, cognome, indirizzo e telefono e dichiarare», «sotto la propria responsabilità», «di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio» contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernenti «lo spostamento delle persone fisiche all’interno di tutto il territorio nazionale, nonché delle sanzioni previste in caso di inottemperanza».:

Scarica il MODULO (vedi sotto) e utilizzalo responsabilmente. Solo per recarti al lavoro, o dal medico, o comunque in casi di prima necessità. I trasgressori verranno sanzionati.

[modulo in formato word scaricabile e stampabile ] 

 

 

 

Preoccupazione per le restrizioni dell’Austria al confine del Brennero

Da: Coldiretti Ferrara.

Attraverso l’arco alpino transita quasi la metà delle esportazioni italiane per un valore vicino ai 200 miliardi di euro di merci Made in Italy dirette lungo la traiettoria del Corridoio Scandivano-Mediterraneo (Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia e tre paesi dell’Est Europa, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca). E’ quanto emerge da una analis della Coldiretti sugli effetti alle misure restrittive adottate dall’Austria al Brennero a seguito delle emergenza Coronavirus. L’88% delle merci in Italia viaggia infatti su gomma e il valico alpino – sottolinea la Coldiretti – rappresenta un punto privilegiato di sbocco sui mercati esteri.

Il Brennero è dunque un canale oggi insostituibile per il flusso delle merci dall’Italia verso l’Europa che rischia di essere soffocato dai limiti alla circolazione che pesano sull’ economia e sul lavoro Made in Italy. Un allarme che – continua la Coldiretti – riguarda anche l’agroalimentare con la Germania che è la principale destinazione in Europa e nel mondo di cibi e bevande italiani.

Quasi i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane – precisa la Coldiretti – interessano i Paesi dell’Unione Europea dove la crescita nel 2019 è stata del 3,6% con la Germania che si classifica come il principale partner con l’export che cresce del 2,9% e raggiunge i 7,2 miliardi nel 2019. La preoccupazione – conclude la Coldiretti – riguarda anche eventuali ritardi e rallentamenti nei trasporti che rischiano di danneggiare soprattutto le merci deperibili con la frutta e la verdura.

Fiera del birdwatching e del turismo naturalistico rinviata al 2021.

Da: Delta 2000.

L’emergenza COVID-19 e i provvedimenti di contenimento del virus emanati nei giorni scorsi non consentono di procedere con l’organizzazione della X Edizione della Fiera del Birdwatching e del turismo naturalistico che era stata programmata nel periodo 30 aprile 3 maggio 2020.

La decisione è stata presa dal Comitato promotore – Comune di Comacchio, Ente di Gestione per i Parchi e la biodiversità Delta del Po, Comune di Argenta, Comune di Ravenna di Cervia, CADF la Fabbrica dell’Acqua, insieme all’ente organizzatore DELTA 2000 che, vista la situazione di emergenza, hanno deciso di rimandare la manifestazione alla primavera del 2021. La situazione attuale non consente di organizzare la manifestazione che prevede la partecipazione di espositori e di pubblico a livello nazionale e da altri paesi del nord Europa, l’incertezza di come si evolverà lo stato emergenza a cui è sottoposta tutta l’Italia, ma anche gli altri paesi nel mondo, non possono fare altro che far assumere un atto di prudenza e di responsabilità nel rinviare il nostro evento dal 30 aprile al 2 maggio 2021. L’organizzazione insieme alla segreteria commerciale continuerà a lavorare per organizzare ancora al meglio la programmazione della X edizione della Fiera del Birdwatching a Comacchio che rappresenta un fiore all’occhiello per il turismo ambientale nel nostro Parco del Delta del Po, ed una unica fiera nel suo genere in Italia, che si svolge a ridosso degli ambienti vallivi ricchi di biodiversità e di avifauna.

Il comune deve attivare lo smart working

Da: Gruppo consiliare PD.

Tra le pratiche che i decreti emanati in questi giorni dal Governo c’è anche la possibilità di ricorrere allo smart working (o telelavoro) con una procedura semplificata per tutta la durata dello stato di emergenza coronavirus, prevedendo anche deroghe alla necessità di sottoscrivere gli accordi individuali previsti.

Purtroppo dall’inizio di quest’anno il Comune di Ferrara ha cancellato l’intesa per attivare lo smart working, chiudendo così le (poche) esperienze di telelavoro attivate.

Proprio nel momento in cui questa modalità avrebbe potuto essere scelta da molti dipendenti. Ad esempio in Regione, a seguito dell’emergenza coronavirus, sono già stati attivati 600 nuovi smart working. E siamo convinti che anche tanti dipendenti del Comune di Ferrara in questi giorni avrebbero scelto questa opzione.

Lo hanno denunciato i sindacati, lo abbiamo chiesto con una interpellanza firmata da Caterina Ferri, che alleghiamo. Lo smart working oggi è necessario.

Scuole chiuse e ferme al palo… mentre la Rete corre.

La generazione delle reti, la generazione sempre connessa si trova disorientata ora che le scuole sono chiuse. La scuola rischia di lasciarli a piedi. Non sa come intercettarne l’impegno, come tenere attiva la comunicazione. Eppure pensavamo che al tempo dei Millennials e della Generazione Z qualcosa fosse cambiato.
Ora che studenti e scuole si devono parlare da lontano, diventano buoni anche gli smartphone, banditi in tempi normali dalle aule, dimostrando quanto perniciosa possa essere a volte la stupidità umana.
Oggi, che tra le competenze chiave della cittadinanza è compresa quella digitale, sarebbe stato normale attendersi che la prima a dimostrare di possedere una simile competenza fosse la scuola.
Invece balbetta, ancora una volta si muove a macchie di leopardo con improvvisazioni e approssimazioni.
La sindrome della cattedra, la sindrome trasmissiva continuano ad opporre resistenza alle ICT e ai linguaggi della digitalizzazione, in particolare per supportare nuovi modi di insegnare, di apprendere e di valutare.
Così l’innovazione che sarebbe venuta buona, adesso ci manca.
Non ci è dato di sapere lo stato di salute del Piano Nazionale di Digitalizzazione, promesso nel 2015 dalla legge che ha assunto la vulgata di ‘Buona Scuola’.
Come pure, a cercare nel sito del Miur, non si trova un dato che sia aggiornato sulle ‘Classi 2.0’, i cui studenti non dovrebbero avere difficoltà ad affrontare la chiusura delle scuole, considerato che dispongono di pc personali e la didattica in aula usa quotidianamente i device tecnologici.
Poco si sa, anche consultando il sito dell’Indire, circa lo stato dell’arte della sperimentazione delle Flipped classroom (la classe capovolta). Esperienze in cui l’insegnante. da megafono della trasmissione dei saperi, assume il ruolo di facilitatore degli apprendimenti, sceneggiatore dell’ambiente di apprendimento, regista dell’azione didattica.
E di sceneggiatori e registi della didattica a distanza avremmo bisogno oggi, capaci di scrivere i copioni del sapere in epoca di apprendimento attraverso la rete.
Le responsabilità dei ritardi, delle trascuratezze e delle incompetenze, nel momento del bisogno, assumono il volto tragico degli atti mancati. Le conseguenze dei tagli ai bilanci, di un paese indebitato oltre misura, estendono ora i loro effetti dannosi non solo sulla sanità, ma anche sull’istruzione pubblica.
“Educare digitale” è il rapporto dellAGCOM (Autorità per la Garanzia delle Comunicazioni), uscito un anno fa, a febbraio del 2019. Ci informa che nell’attuazione dell’Agenda Digitale, con cui l’Unione Europea ha fissato gli obiettivi da raggiungere entro il 2020, noi, Italia, ci troviamo al 25esimo posto su 28 paesi.
Il gap digitale che abbiamo accumulato rispetto alle altre nazioni europee avrebbe dovuto imporre un passo più accelerato alle politiche di digitalizzazione, dalla Pubblica Amministrazione, ai servizi, alle scuole. E i tempi che si prospettano non favoriranno certo il recupero che avrebbe dovuto avvenire prima.
Il gap non è solo relativo alle tecnologie digitali, il gap vero è quello sociale, in particolare con i più giovani, per i quali le tecnologie sono parte pervasiva delle loro esperienze di vita quotidiana.
In tutto questo, il sistema scolastico avrebbe dovuto svolgere un ruolo decisivo, invece la chiusura delle scuole trova il nostro sistema formativo impreparato a realizzare un piano di insegnamento a distanza diffuso sull’intero territorio nazionale.
Non sarebbe comunque possibile, almeno per la stragrande maggioranza dei nostri Istituti, perché, oltre agli aspetti tecnici, manca la disponibilità di adeguate competenze a livello didattico e, più in generale, alla diffusione di una cultura orientata al digitale.
Il 97% delle scuole italiane risulta connesso a internet, solo il 3% non lo è, con prevalenza al Sud.
Il problema è che, di quel 97%, solo l’11,2% dispone di una connessione superiore ai 30 Mbps, condizione indispensabile per una didattica digitalizzata, e ancora di più per una didattica a distanza. A questo si deve aggiungere che solo il 17,4% delle famiglie italiane dispone della banda-ultralarga. Gli ostacoli da superare non sono, dunque, solo interni alle scuole, ma anche esterni.
Inoltre, per le scuole la strada è difficoltosa per i costi elevati e per la complessità degli aspetti di natura tecnica. Difficoltà che si moltiplicano là dove ancora persiste una bassa propensione all’uso delle tecnologie digitali a scopi didattici.
La chiusura delle scuole mette il dito nella piaga di un sistema formativo arretrato, non all’altezza della società della conoscenza che corre in rete.

Riordino delle aperture e chiusure degli uffici comunali

Da: Comune di Bondeno.

Giro di vite, ma a scopo precauzionale, per quel che riguarda l’apertura degli uffici comunali, per il periodo che va da ieri (10 marzo) al prossimo 3 aprile, in attesa di ulteriori disposizioni da parte delle autorità competenti. Nel frattempo, il sindaco facente funzioni, Simone Saletti, ha firmato un provvedimento che persegue la linea del riordino dell’orario di apertura degli uffici al pubblico. Innanzitutto, Urp e Demografia saranno aperte al pubblico solo il martedì e sabato, dalle ore 8,30 alle 12. Stesso discorso, giorni e orari per il comando della Polizia municipale di via Turati n. 2. Mentre per i Servizi sociali e gli uffici di via dei Mille n. 16, l’apertura al pubblico avverrà il martedì dalle ore 8,30 alle 12. Saranno consentiti i ricevimenti negli altri uffici comunali, solo previo appuntamento e per esigenze indifferibili, nelle giornate di lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì, dalle ore 8,30 alle 12. «Le misure vanno nella direzione di quelle già seguite da altri servizi pubblici – commenta il sindaco facente funzioni, Simone Saletti –. Allo scopo di evitare assembramenti di persone nell’edificio comunale e tutelare la salute di tutti». Nei vari servizi comunali saranno presenti i dispenser con gel disinfettanti e, nei prossimi giorni, all’Urp e in alcuni sportelli troveranno collocazione i pannelli in plexiglass, che andranno a garantire standard di sicurezza efficaci, in assenza della possibilità di collocare cittadini e dipendenti alla distanza di almeno 1/1,87 metri, come prescrivono le autorità sanitarie internazionali.

Variazioni del servizio di bus nei bacini di Bologna e Ferrara da giovedì 12 marzo.

Da: TPer.

Variazioni del servizio di bus nei bacini di Bologna e Ferrara da giovedì 12 marzo:

– in breve le principali modifiche

– tutti gli orari già consultabili sul sito internet di Tper

In conseguenza di quanto stabilito dal DPCM del 9 marzo e di concerto con le Agenzie per la Mobilità SRM e AMI, le Istituzioni e la Regione Emilia-Romagna, si informa che a partire da giovedì 12 marzo e fino a nuova disposizione, dal lunedì al sabato, anche nei bacini di Bologna e Ferrara sarà attivo un servizio di trasporto pubblico rimodulato in funzione della minore domanda, in analogia con quanto in essere in altri territori, già precedentemente interessati da misure urgenti di contenimento del contagio.

A Bologna, da giovedì 12 marzo:

Riduzione delle frequenze su alcune linee urbane nella fascia oraria tra le ore 7 e le 20. Le linee interessate dalla riduzione dei transiti sono le urbane 11, 13, 14, 16, 18, 19, 20, 21, 25, 27, 30, 32, 33, 35, 36, 37, 59, la navetta C e la linea speciale BLQ Aerobus.

Le seguenti linee sono sospese, in quanto attive di norma nei soli giorni di scuola: 114, 116, 123, 141, 142, 143, 144, 152, 154, 156, 162, 163, 164, 165, 179, 180, 181, 182, 183, 184, 185, 186, 187, 189, 231, 244, 300, 353, 354, 358, 442, 444, 450, 504, 506, 507, 531, 538, 554, 654, 684, 689, 850, 851, 903, 904, 905.

Sulle restanti linee suburbane ed extraurbane sono sospese le sole corse che nella tabella degli orari al pubblico recano la relativa indicazione di effettuazione nei soli giorni scolastici.

Per le linee a prenotazione Prontobus resta in vigore l’assetto scolastico.

Il servizio di trasporto a chiamata Colbus è sospeso.

La domenica resta in vigore il regolare servizio festivo.

A Ferrara, da giovedì 12 marzo:

Per il servizio urbano, sono sospese le linee 13, 15, 390, 391, 392, 393, 394, 395, 396 e 399, in quanto attive di norma nei soli giorni di scuola.

Sulle linee extraurbane sono sospese le corse che nella tabella degli orari al pubblico recano la relativa indicazione di effettuazione nei soli giorni scolastici.

La domenica resta in vigore il regolare servizio festivo.

Tutti gli orari in vigore da giovedì 12 marzo sono già consultabili e scaricabili dal sito internet www.tper.it, alla sezione “Percorsi e orari” selezionando la linea e la data d’interesse. In caso di aggiornamenti ai servizi, Tper provvederà a nuove comunicazioni attraverso i propri canali e all’aggiornamento del proprio sito web.

Coldiretti: +6,8% produzione alimentare. No assalti.

Da: Coldiretti Emilia Romagna.

Con l’aumento record del 6,8% della produzione di alimenti e bevande a gennaio ci sono tutte le condizioni per garantire gli approvvigionamenti di mercati, negozi e supermercati dove vanno evitati inutili e pericolosi affollamenti. È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat sulla produzione industriale a gennaio 2020 rispetto allo scorso anno dopo il decreto del Presidente del Consiglio che prevede la possibilità di uscire di casa per recarsi a fare la spesa di generi alimentari che rientrano tra le categorie che possono sempre restare aperte. L’approvvigionamento alimentare – sottolinea la Coldiretti – è garantito grazie al lavoro di 740mila aziende agricole, 70mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati.

Una filiera che allargata dai campi agli scaffali fino alla ristorazione vale 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil e vede impegnati al lavoro 3,8 milioni di persone per garantire l’approvvigionamento alimentare all’intera popolazione nonostante il fatto che – sottolinea la Coldiretti – l’espansione del Covid-19 stia provocando gravi difficoltà produttive, logistiche e commerciali a livello nazionale, senza dimenticare i pesanti danni di immagine e gli effetti del crollo del turismo che è sempre stato un elemento di traino del Made in Italy agroalimentare all’estero, amplificato dallo stop forzato alle Fiere che sono un momento importante di promozione.

“Un sistema centrale per il Paese che va sostenuto adeguatamente con misure straordinarie per dare continuità alle attività produttiva che a partire dalle campagne e dalle stalle con gli animali non si può’ fermare” dichiara il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare la necessità di” un intervento diretto dell’Unione Europea che non si può limitare ad autorizzare lo sforamento del deficit italiano ma deve investire risorse proprie per accompagnare l’impegno dei singoli Paesi”.

La Coldiretti è impegnata con la mobilitazione #MangiaItaliano a promuovere il cibo e le bevande Made in Italy anche attraverso una campagna social alla quale stanno aderendo numerosi personaggi della televisione, del cinema, dello spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura insieme a tanta gente comune.

Importante nelle grandi città e nei centri minori è il ruolo dei mercato degli agricoltori di Campagna Amica che garantiscono gli approvvigionamenti alimentari e mantengono vivo il tessuto produttivo locale con l’offerta dei prodotti del territorio a chilometri zero. Nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica sono state adottate tutte le precauzioni per garantire la sicurezza con la disponibilità di disinfettanti, l’invito a non toccare la merce e ingressi contingentati per evitare affollamenti ma anche iniziative per l’ordinazione e la consegna a domicilio della spesa. Iniziative speciali – precisa la Coldiretti – sono state realizzate da alcune realtà come Ravenna dove gli agriturismi hanno lanciato il servizio “Caro nonno ti cibo!” rivolto agli anziani che offre la possibilità di prenotare e ritirare i piatti pronti della tradizione contadina, già caldi e confezionati in un apposito packaging salva freschezza, mentre da Cosenza ad Ancona per gli over 65 che prenotano la spesa nel mercato di Campagna Amica ci sarà la consegna gratuita. Mentre nel mercato degli agricoltori di Francavilla Fontana viene assegnato un buono spesa utilizzabile per 130 nuclei familiari meno abbienti individuati dai servizi sociali.

ABI ed Associazioni d’Impresa aggiornano e rafforazano le moratorie.

Da: Camera di Commercio di Ferrara.

Viene estesa ai prestiti al 31 gennaio 2020 la possibilità di chiedere la sospensione o l’allungamento. La moratoria è riferita ai finanziamenti alle micro, piccole e medie imprese danneggiate dall’emergenza epidemiologica “COVID-19”. La sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti potrà essere chiesta fino a un anno e sarà applicabile ai finanziamenti a medio lungo termine, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie e alle operazioni di leasing. In questo secondo caso, la sospensione riguarderà la quota capitale implicita dei canoni di leasing. Per le operazioni di allungamento, è invece previsto che l’estensione della durata del finanziamento può arrivare fino al 100% della durata residua dell’ammortamento.

Questi i principali contenuti dell’Accordo, operativo dal 7 marzo scorso, tra ABI (l’associazione cui aderiscono Banche che rappresentano il 90% in termini di totale dell’attivo con una presenza in tutte le parti d’Italia) e le Organizzazioni di rappresentanza delle imprese. L’accordo prevede, inoltre, massima tempestività nella risposta da parte delle Banche ed accelerazione delle procedure di istruttoria.

“La priorità è la salute pubblica, ma è urgente intervenire per contenere i danni immediati sull’economia: l’emergenza ha prodotto effetti diffusi e pesanti su interi settori e filiere. Fondamentale la sospensione delle rate di mutui e finanziamenti per far fronte alla pesante crisi di liquidità che sta investendo un numero elevatissimo di imprese, ma è evidente che la brusca frenata richiederà ulteriori e più incisivi interventi”. Così Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara, che ha aggiunto: “Occorre estendere l’indennizzo a tutti i lavoratori autonomi e professionisti sull’intero territorio nazionale ed assicurare la massima inclusività al sistema degli ammortizzatori sociali. Determinante anche prevedere – ha proseguito il presidente della Camera di commercio – misure che consentano di recuperare il più rapidamente possibile condizioni di sviluppo stabile: la ripresa può essere sostenuta anche attraverso una forte iniezione di risorse pubbliche, spesso già disponibili. Oltre a garantire l’avvio rapido e generalizzato dei cantieri già programmati, occorre accelerare il lavoro di ridefinizione delle norme del Codice dei Contratti pubblici e agevolare i pagamenti della Pubblica amministrazione”.

Al fine di favorire la realizzazione delle operazioni di sospensione o allungamento delle scadenze dei finanziamenti, ABI ed Associazioni di categoria sono, inoltre, al lavoro per promuovere, presso le competenti Autorità europee e nazionali, una modifica delle attuali disposizioni di vigilanza riguardo le misure di tolleranza (c.d. forbearance), necessaria in una situazione emergenziale, come quella attuale. Tra le richieste avanzate quella di adottare una misura comune al fine di sterilizzare la richiesta di valutazione del rating delle imprese colpite dalla crisi, così come oggi prevede la normativa a livello europeo. Oggi infatti – sottolinea la Camera di commercio – le banche hanno l’obbligo di segnalare all’Istituto di Vigilanza le moratorie concesse e questo influisce negativamente sul rating aziendale, creando così i presupposti per aumentare la difficoltà di accesso al credito in correlazione a possibili, future, altre richieste di finanziamento da parte dell’impresa, cui la moratoria è stata concessa per cause di forza maggiore e per volontà della stessa banca, non per obiettive difficoltà economico-finanziarie aziendali.

all.com.11.del.10.3.10.Anticipazioni_ODE_Credito_2020

Insegnamento a distanza?
10 piccole certezze contro le ambiguità scolastiche

Ho visto cose che … solo voi insegnanti potreste immaginarvi! Webinar da remoto naufragare al largo di connessioni lente, Conference call balenare nel buio vicino alle porte dell’Auser, Smartphone diventare oggetti ipnotici soprattutto per i bambini al ristorante, Flipped classroom dimenticare chi ha bisogni speciali, LIM infangare la scuola di un LIMO appiccicoso, Bricks lab costruire un muro anziché un ponte, e ho visto praticare e-learning, cioè il tele-apprendimento, da chi ‘te le’ racconta e poi ‘te le’ vuole vendere.

E tutti questi strumenti venir chiamati pomposamente: insegnamento a distanza.

Nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 marzo scorso che contiene le norme per affrontare l’emergenza causata dal virus chiamato ‘corona’, tra le altre cose che riguardano la scuola, c’è scritto: I dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità“.

A questo proposito, offro un mio pensiero banale, semplice e addirittura superfluo: attivare le “modalità di didattica a distanza” NON VUOL DIRE insegnare.
Lo scrivo, nonostante la consideri una precisazione non essenziale, perché sento che si sta generando una grossa ambiguità a questo proposito e non sono poche le persone che incorrono in questo equivoco. Ma se può essere normale che persone al di fuori della scuola si confondano, è preoccupante se ciò succeda all’interno della scuola.
Chi pensa che si possa insegnare a distanza forse pensa che il ruolo dei docenti sia quello di ‘travasare’ informazioni, indicazioni e istruzioni; pertanto considera gli studenti come ‘fiaschi vuoti’ da riempire.
Chi pensa questo, crede che l’operazione di ‘imbottigliamento’, essendo un procedimento meccanico, possa essere fatta da chiunque e probabilmente pensa anche che, se si userà un  ‘imbuto’ tecnologico, il materiale versato riempirà meglio il contenitore. Chi pensa così, forse, non è interessato al ‘come’ si impara ad imparare e ad essere, ma al ‘cosa’ si mette dentro per riempire.
Chi la pensa in questo modo, può anche immaginare che i docenti non servano e che la scuola possa aver senso anche senza di loro; di conseguenza può giustificare la loro sostituzione con qualcuno o qualcosa che, usando strumentazioni tecnologiche, sappia adottare modalità di didattica a distanza.

Gli insegnanti possono, ed in questo momento di emergenza devono, attivare le “modalità di didattica a distanza”, ma ciò vuol dire prima di tutto preoccuparsi se la modalità immaginata sia alla portata di tutti. Ad esempio, la comunicazione può avvenire per posta elettronica? Gli studenti hanno un loro indirizzo mail? Saranno tutti in grado di visionare un filmato? E di scaricare un file di grandi dimensioni? Tradotto in pratica, fare didattica a distanza vuol dire chiedere ai bambini, alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze di eseguire esercizi, di scrivere testi, di leggere, di ripassare, di visionare filmati, di ascoltare registrazioni, di assistere a presentazioni multimediali o qualsiasi altra attività che li aiuti a consolidare apprendimenti e a produrre materiale didattico in modo collaborativo, inclusivo, interessante e coinvolgente.

È importante sapere che, facendo ciò, si sta adottando una modalità didattica sicuramente utile in questa situazione,  ma insegnare è un’altra cosa. Nel senso ampio del termine, non vuol dire ‘mettere dentro’ ma ‘portare fuori‘ (è la traduzione dal latino del verbo educare). E questa operazione, lenta, delicata e complessa è fatta di relazioni educative e non solo di relazioni scritte, di interrogativi e non solo di interrogazioni, di domande e non solo di test a risposta multipla, di problemi di convivenza e non solo di problemi di matematica, di verifiche sul campo e non solo di prove di verifica, di azioni e non solo di spiegazioni, di volti e non solo di voti, di intese e non solo di protocolli d’intesa, di progetti di vita e non solo di progetti integrativi, di programmi per il futuro e non solo di Programmi Operativi Nazionali.

Nell’insegnamento la componente relazionale è indispensabile, come pure è fondamentale che sia caratterizzata da una presenza fatta di sorrisi incoraggianti, di sguardi accoglienti, di ascolto attivo, di toni convincenti, di battute sdrammatizzanti, di posture rassicuranti, di atteggiamenti coerenti. A volte, la convinzione di essere insegnanti all’avanguardia, perché si usano strumenti tecnologicamente avanzati, porta ad essere abbagliati, a confondere l’attivazione della didattica a distanza con il processo di insegnamento.
In questa strana situazione di chiusura delle scuole, è importante aver chiara questa distinzione, sia per non deludere certe aspettative degli studenti e delle famiglie, che per mantenere aperto un canale di comunicazione efficace. In un momento simile, io penso che il primo aspetto da curare con molta attenzione debba essere la comunicazione, sia verso le famiglie che verso gli alunni; non solo per cercare di far sentire la propria vicinanza, ma per condividere un momento difficile tenendosi stretti, per tentare di sentirsi comunità anche in queste occasioni.

Si può comunicare con gli studenti per spiegare cosa sta succedendo, per dare un nome alle emozioni che si provano, per raccontare e raccontarsi, per suggerire attività, per immaginare ed organizzare il rientro ma, ancor prima, per proporre modalità di comunicazione adatte al contesto e alla portata di tutti.
Si può scrivere alle famiglie per spiegare ciò che gli insegnanti sono in grado di fare in questa situazione ed il tipo di aiuto da casa di cui avrebbero bisogno.

Un altro elemento importante da valutare, da parte degli insegnanti, è l’illusione di poter normalizzare una situazione che normale non è. In questa circostanza del tutto imprevista, concordo con il sociologo Edgard Morin quando scrive che ci sarebbe bisogno di “Imparare a navigare in un oceano di incertezze fra alcuni arcipelaghi di certezze“.

Nel mio piccolo, fra le molte incertezze di questo periodo, io individuo queste dieci certezze:

1) la scuola può esistere solo se ci sono gli alunni, gli insegnanti e il personale;

2) la scuola è una parte importante della nostra vita;

3) la scuola, in questo momento, manca a tutti;

4) tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri;

5) insieme si impara meglio;

6) il confronto arricchisce chi lo pratica;

7) il valore della diversità può nascere solo dal confronto;

8) le modalità di didattica a distanza sono più efficaci se sono coinvolgenti;

9) si può imparare anche confrontandosi con l’emergenza;

10) l’emergenza si può affrontare e superare insieme, tenendosi stretti.

Cari colleghi, cari studenti, cari genitori, pur non essendo marinai, ora sta a noi scegliere come navigare: è normale essere spaventati da questo oceano di incertezze; però sappiamo anche quali sono e dove sono i nostri arcipelaghi di certezze – “che, ovviamente, potranno essere diversi dai miei” – e soprattutto, conoscendo la differenza fra insegnamento e modalità di didattica a distanza, possiamo sfruttare le seconde cercando di non dimenticare l’energia relazionale determinante che, anche in una situazione come questa e con i limiti del caso, potrà accompagnarle per far sentire ciascuno ancora parte di una piccola comunità.

Non siamo esperti navigatori ma, in attesa che questo momento passi e che le scuole riaprano, dobbiamo scegliere su quale imbarcazione salire.
Possiamo contare su un’ulteriore certezza: l’energia creativa, le idee, le proposte di tutti i nostri compagni di viaggio, indipendentemente da quale età essi abbiano, sono determinanti per rafforzarci a vicenda senza lasciare indietro nessuno.

Concludendo la metafora marinara, allo stesso modo di padre e figlio nel film Blow [messaggio del padre] io dico: “Che tu possa avere sempre il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle”.

 

l’inconsapevole leggerezza dell’essere… italiani

Stazioni sciistiche frequentate all’inverosimile, neanche fosse la pausa natalizia; movida sui navigli, sui litorali tirrenici e adriatici; picnic fuori porta e street food per le vie mertropolitane del gusto; gruppi e compagnie che popolano i plaid distesi sui prati, parchi stipati di festanti bambini; assalti in massa a supermercati e treni. E’ l’immagine di questo ultimi fine settimana, di questi ultimi giorni: così affollati, straripanti di vitalità, spostamenti, aggregazioni.
Una popolazione in fuga dal proprio abitato quotidiano perché l’energia degli uni accresce quella degli altri, e restare insieme riduce la percezione del pericolo, se distribuita su tutti.

Ci si convince che l’uno non rischia più dell’altro e se lo fa l’altro lo posso fare anch’io. Un movimento unitario che serve alla salvezza di tutti – si pensa – l’esatto contrario di ciò che la realtà attuale richiederebbe.
E qualsiasi considerazione, dimostrazione scientifica, ragionamento accreditato, suggerimento, restrizione normativa che turbi l’andamento di questo esodo, genera panico. Scriveva Elias Canetti in Massa e potere: “Nulla l’uomo teme più che essere toccato dall’ignoto”. Vogliamo vedere ciò che si protende dietro di noi: vogliamo conoscerlo o almeno classificarlo.
Dunque, l’uomo evita d’essere toccato da ciò che gli è estraneo. Di notte o in qualsiasi tenebra il timore suscitato dall’essere toccati inaspettatamente può crescere dal timore di essere toccato. Non si bada più a chi ‘ci sta addosso” perché siamo un corpo unico dove le differenze di prima si annullano davanti alla minaccia comune. Non esiste più un ‘contro gli altri’ ma ‘insieme agli altri’, anche sotto il profilo negativo, laddove invece ci sarebbe necessità di non avvicinare, di porre distanza, di isolare per il bene comune. Si vive tutti nell’interminabile uguale attesa e speranza dove non esistono più i vincoli di prima.

Questa corsa all’evasione in preda al desiderio di conquistare, insieme, spazi di leggerezza e spensieratezza, fa pensare al racconto di Edgar Alla Poe del 1842, la maschera rossa’ i cui protagonisti sono il principe Prospero e i suoi cortigiani, un migliaio di dame e cavalieri che egli convoca in una delle sue magnificenti abbazie fortificate per creare un clima di gaiezza, edonismo e sicurezza, lontani dalla peste che imperversava fuori. Buffoni, ballerine, musicisti allietano i presenti, immersi nella totale bellezza dei saloni, degli addobbi e delle prelibatezze. Nel corso del grande ballo mascherato indetto dal principe, scopriranno la presenza di una figura misteriosa e spettrale con mantello, sotto il quale non esiste nessuna forma tangibile, e che al rintocco della mezzanotte decreterà la fine di tutti. La fuga dalla realtà e l’abbandonarsi alla inconsapevole leggerezza non erano serviti a nulla.

Non sentiamoci invulnerabili e riappropriamoci della consapevolezza, traendo energia da una coesione fatta di buonsenso e volontà di percorrere insieme la direzione giusta, fatta anche di sacrificio e abbandono delle modalità di convivenza del ‘prima’, accompagnati da un pensiero di speranza che José Saramago suggerisce nel suo romanzo Cecità: “ Un commentatore televisivo ebbe l’ingegnosità di trovare la metafora giusta quando paragonò l’epidemia, o quello che fosse, a una freccia scagliata verso l’alto, che, nel raggiungere il culmine dell’ascensione, si mantiene per un momento come sospesa, e poi comincia a descrivere l’obbligatoria curva discendente che, a Dio piacendo… poi ci penserà la gravità ad accelerare fino alla scomparsa del terribile incubo che ci tormenta.”

Passerà

Quando esplose il Toba non c’erano tv, né internet o giornali. Rimanemmo in poche migliaia di esemplari rischiando l’estinzione. Sopravvivemmo. Quando nel 1346 la peste nera sbarcò in Europa, in pochi anni uccise un terzo della popolazione: la paura era talmente tanta che si regredì a comportamenti sub-umani. Sopravvivemmo. Dopo 4 anni di guerra mai vista prima, arrivò un morbo che portava via soprattutto i giovani, la chiamarono “la spagnola”: uccise 100 milioni di persone. Si aveva la sensazione che intere generazioni non ci fossero più. Sopravvivemmo. Sopravviveremo anche questa volta: non sarà un virus a distruggerci, a quello penseremo noi stessi. O magari no. Un virus può servire a tante cose, anche a riflettere…

Regione: Coronavirus, l’aggiornamento.

Da: Regione Emilia Romagna.

1.386 i casi positivi in Emilia-Romagna, 206 in più rispetto a ieri. 601 sono i casi lievi in isolamento a domicilio. 30 le guarigioni

I pazienti in terapia intensiva sono 90. Crescono purtroppo anche i decessi, che arrivano a 70: 14 in più rispetto a ieri, fra cui un cittadino lombardo

Bologna – In Emilia-Romagna sono complessivamente 1.386 i casi di positività al Coronavirus, 206 in più rispetto all’aggiornamento di ieri pomeriggio. E passano da 4.344 a 4.607 i campioni refertati. Si tratta di dati disponibili e accertati alle ore 12, sulla base delle richieste istituzionali.

Complessivamente ci sono 601 persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 90 (15 in più rispetto a ieri). E salgono a 30 (ieri erano 27) le guarigioni, 29 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 1 dichiarata guarita a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.

Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 56 a 70: 14, quindi, quelli nuovi, che riguardano 5 donne e 9 uomini, tra cui un cittadino lombardo; la maggior parte delle persone decedute aveva patologie pregresse, in qualche caso plurime, mentre per 4 pazienti sono ancora in corso gli approfondimenti.

In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che si riferiscono sempre non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 602 (74 in più rispetto a ieri), Parma 279 (3 in più), 164 Rimini (51 in più), Modena 116 (19 in più), Reggio Emilia 103 (33 in più), Bologna 80, di cui 35 del circondario imolese (complessivamente 18in più, di cui 8 del circondario imolese), Forlì-Cesena 16 (di cui 11 Forlì e 5 Cesena, complessivamente 1 in più relativo a Forlì), Ravenna 19 (6 in più), Ferrara 7 (1 in più rispetto a ieri).

Punti triage negli ospedali

I punti triage allestiti dalla Protezione civile regionale davanti alle strutture ospedaliere per filtrare le persone che accedono ai servizi sanitari sono complessivamente 17. Oggi viene montato un punto triage tenda a Cento. Nel dettaglio: 3 in provincia di Piacenza (Fiorenzuola d’Arda, Castel San Giovanni e Piacenza città); 3 a Parma (Vaio di Fidenza, Borgotaro e Parma capoluogo); 3 a Reggio Emilia (Reggio Emilia, Montecchio e Guastalla); 5 a Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo nel Frignano e Modena capoluogo, dove la tenda è davanti alla sede del 118, a supporto degli operatori 118); 1 a Imola (Bo); 1 Repubblica di San Marino; 1 davanti a Ospedale Santissima Annunziata di Cento (Fe).

Struttura per la quarantena

È stato completato dalla scorsa settimana l’allestimento di una struttura campale esterna (con funzione di servizi e spogliatoi) che servirà come base logistica per chi dovrà operare nella gestione delle palazzine messe a disposizione presso la base dell’aeronautica militare di San Polo di Podenzano (Pc): queste ultime sono spazi destinati a ospitare le persone del Nord Italia che non possono svolgere il periodo di quarantena presso il proprio domicilio.

Carceri ed istituti penitenziari

Nell’ambito delle esigenze segnalate da carceri e strutture penitenziarie, le richieste di intervento sono pervenute da 10 istituti penitenziari della regione. Oggi viene montato un modulo abitativo per filtrare gli ingressi davanti al carcere di Ferrara.

Per ora sono stati montati ad opera dei volontari di protezione civile: 1 modulo abitativo tipo container davanti al carcere di Forlì, con funzione di area per monitorare i nuovi ingressi; 1 tenda davanti alla casa circondariale di Modena, con funzione di area per monitorare i nuovi ingressi. Qui sono state consegnate d’urgenza anche un ambulatorio mobile della Pubblica Assistenza di Soliera e due Presidi Medici Avanzati messi a disposizione da Croce Rossa Italiana e Anpas per sostituire gli ambulatori medici presenti all’interno della struttura carceraria e danneggiati dai detenuti. Consegnate anche altre attrezzature, come un paio di torri faro a seguito di problemi di alimentazione elettrica dovute ai disordini; 1 tenda con funzione di area per monitorare i nuovi ingressi, davanti alla casa circondariale di Castelfranco Emilia (Mo); 1 modulo abitativo con funzione di smistamento persone all’ingresso davanti al carcere di Ferrara. Sono alle fasi di sopralluogo gli allestimenti davanti alle carceri di Piacenza e Reggio Emilia. Le tende vengono fornite dal Dipartimento nazionale di Protezione civile.

Dalla scorsa settimana è presente un gazebo nel cortile davanti al Tribunale dei Minori di Bologna, in via del Pratello, per offrire riparo a parenti, avvocati e persone in attesa di accedere all’edificio, evitando assembramenti.

Dispositivi di protezione individuale

Tra sabato e domenica sono giunti in Emilia-Romagna nuovi dispositivi di protezione individuale dal Dipartimento nazionale di Protezione civile. In totale le mascherine (del tipo ffp2) pervenute dall’inizio dell’emergenza sono 47.160, gli occhiali antigraffio 6.800. Tutto il materiale viene consegnato al deposito sanitario di Reggio Emilia, da cui viene distribuito secondo i criteri prefissati, ad uso esclusivo di medici, infermieri e personale sanitario.

Volontari

Nella giornata odierna i volontari al lavoro in Emilia-Romagna per attività legate all’emergenza Coronavirus sono 84. Si stanno occupando prevalentemente di sopralluoghi ed allestimenti: del triage davanti all’ospedale di Cento, del montaggio davanti alle carceri. La distribuzione dei volontari ne vede 8 di Anpas, 4 di CRI, 4 impegnati a Ferrara, 24 a Modena, 2 a Parma, 14 a Piacenza, 12 a Ravenna, 14 a Reggio Emilia, 2 a Rimini.
Dall’inizio dell’emergenza fino ad oggi si sono sommate 677 presenze giornaliere dei volontari. /EC