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Mese: Marzo 2020

Filastrocca della mascherina

Se avessi una bella mascherina
tapperei la bocca alla gente
che ripete da sera a mattina:
“Vai che non succede niente”.

Se ne avessi una bella grossa
benderei bene quei soggetti
che se leggono “zona rossa”
fan la ressa… quei furbetti.

Se ne avessi una per orecchio
eviterei di sentire certe Barbie
divertirsi a criticar parecchio,
parlar male e far gli “sgarbi”.

Se ne avessi una di metallo,
la userei, anche se è abbiente,
per buttar giù dal piedistallo
colui che si crede onnipotente.

Se ne avessi una con le righe
ci stamperei: “Lo dice la Nasa
che per combattere le sfighe
bisogna proprio stare in casa”.

Se ne avessi una tutta a pois
ci scriverei e ne farei bandiera
quando questo periodo finirà:
“Viva la sanità pubblica intera”.

Cgil Cisl Uil: bilancio comune di Ferrara.

Da: Cgil Cisl Uil.

Valutiamo positivamente la proposta di sospendere la discussione e la relativa approvazione del bilancio del Comune di Ferrara.

L’emergenza coronavirus avrà purtroppo impatti devastanti per l’economia di questo territorio e per l’Ente comunale: sia in termini di entrate, sia nella necessità di far fronte con le spese a esigenze importanti e non prevedibili solamente poche settimane fa.

E’ indubbio che gli effetti economici negativi, che già stiamo vedendo, si ripercuoteranno sulle imprese e sui lavoratori per i quali si dovranno trovare misure di sostegno al reddito aggiuntive agli ammortizzatori sociali che saranno erogati e soprattutto per i tanti lavoratori che non hanno ammortizzatori. Come del resto dovrà essere potenziato il sistema di welfare e dei servizi quali immediati strumenti di risposta per i lavoratori e pensionati.

Di buonsenso e grande utilità la proposta di un maxi emendamento, concordato non solo con tutte le forze politiche di questo comune, ma anche con il contributo di sindacati, categorie economiche e associazionismo.

Ad eventi straordinari si devono trovare soluzioni e strumenti altrettanto eccezionali. Utilizzare la proroga per l’approvazione del bilancio di previsione al 30 aprile sarebbe un atto di grande responsabilità.

Sindaco Fabbri: “No al rinvio della seduta. Tempi più stretti, ma non sottraiamoci al nostro dovere di eletti.”

Da: Comune di Ferrara.

“Non possiamo e non vogliamo sottrarci al nostro dovere di eletti. A fronte dell’impegno e delle fatiche di tanti concittadini che continuano a svolgere ogni giorno il loro dovere come i medici, gli infermieri e il personale degli ospedali, ma anche gli farmacisti e i commessi dei negozi di alimentari, non riteniamo corretto cedere alla paura e non trovarci in un luogo che consente ampiamente il rispetto delle distanze e delle norme di sicurezza per approvare un atto fondamentale com’è il Bilancio del Comune. Per cercare di mettere insieme tutte le esigenze abbiamo proposto, alle minoranze, di utilizzare per la seduta di approvazione un solo pomeriggio anziché tre, consapevoli della situazione di emergenza, ma l’opposizione non ne vuole sapere, venendo meno, a nostro avviso, ai doveri di chi è stato scelto dai cittadini e fa parte delle istituzioni. Del nostro ruolo di politici dobbiamo assumerci oneri ed onori: le normative sulla prevenzione da Coronavirus non prevedono le interruzioni delle attività consiliari, si tratta della votazione di un atto necessario per dare risposte alla città e la sala consiliare permette di stare a ben più di un metro di distanza uno dall’altro. I consiglieri di minoranza hanno dei timori? Siamo disponibili a convocare un consiglio in un’altra sala o addirittura all’aperto rispettando tutte le misure di sicurezza: non possiamo però dimostrare ai cittadini che veniamo meno ai nostri doveri mentre c’è chi si sacrifica per il bene di tutti”.

Oggi il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, ha convocato una Conferenza dei capigruppo per proporre, in nome dell’ emergenza Coronavirus, il contingentamento dei tempi del Consiglio Comunale convocato per la prossima settimana e utile alla votazione del Bilancio di Previsione 2020. La proposta prevedeva di ridurre la seduta ad un solo giorno, anziché tre come previsto, stringendo i tempi ma garantendo comunque il confronto democratico su tutti i temi e a tutti i gruppi in egual misura, con minuti di discussione proporzionati ma limitati come prevede il Regolamento del Consiglio comunale del Comune di Ferrara (art. 78). La proposta, però, non ha trovato il favore della minoranza.

“Abbiamo proposto di condensare le sedute per l’approvazione del bilancio comunale in un solo pomeriggio programmando i tempi per gli interventi e garantendo a tutti i gruppi di intervenire esprimere le proprie posizioni, ma senza impiegare tre giorni per l’approvazione di un bilancio che comunque, a causa dell’emergenza, dovrà essere rivisto in modo importante nei prossimi mesi”, spiega il sindaco. “La nostra proposta era volta a limitare il più possibile la durata dei lavori, anche per non impiegare troppo a lungo il personale degli uffici che in questi giorni è presente in regime ridotto. Riteniamo fondamentale, però, approvare quanto prima il bilancio preventivo 2020 così da poter dare immediatamente le prime risposte alle tante richieste di famiglie, imprese e liberi professionisti e soprattutto per approvare subito dopo il bilancio consuntivo 2019 che ci permetterà di avere risorse libere da utilizzare per aiutare la città ad affrontare la crisi”, aggiunge ancora Fabbri.

“Non riteniamo di sottrarci al nostro dovere di rappresentanti eletti dalla popolazione, ancor di più in questa fase di emergenza e in eredità dal Pd abbiamo ricevuto un Comune in cui è praticamente impossibile organizzare in tempi brevi una videoconferenza con cui sostituire i lavori di aula, come sanno bene gli ex amministratori che oggi ce lo suggeriscono”.

E il sindaco aggiunge: “Ci tengo a sottolineare che la richiesta dell’opposizione mi stupisce e mi dispiace per il messaggio che manda: tanti ferraresi e tanti italiani sono oggi impegnati sui fronti ben più pericolosi di quelli dei banchi di un consiglio comunale nel quale si può stare comodamente seduti a due metri di distanza uno dall’altro – continua il sindaco -. Capiamo le perplessità delle minoranze ma riteniamo che la proposta di rinviare la seduta non possa essere accettata. Purtroppo non abbiamo ad oggi la certezza di quando i lavori potranno riprendere in modo consueto e dobbiamo garantire la funzionalità della macchina amministrativa. In nome della partecipazione e della condivisione che nei momenti di difficoltà diventa quanto mai necessaria, abbiamo aggiornato la conferenza dei capigruppo a domani e ci auguriamo che le opposizioni siano disponibili a collaborare per trovare una soluzione condivisa”.

Coldiretti: denuncia speculazioni su latte e prodotti deperibili.

Da: Coldiretti Ferrara.

Attacchi speculativi sui prodotti di prima necessità come il latte; inaccettabili riduzioni dei prezzi, Coldiretti ha istituito una casella di posta elettronica per raccogliere segnalazioni ed avviare azioni a tutela dei produttori.

Con l’emergenza c’è chi come in guerra approfitta della situazione di difficoltà e arriva addirittura a speculare sui generi alimentari di prima necessità come il latte. E’ quanto denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel segnalare “insostenibili richieste di riduzione del prezzo pagato agli allevatori proprio mentre i supermercati vengono presi d’assalto e nelle stalle si continua a mungere per garantire le produzioni e i rifornimenti nelle dispense degli italiani”.

Con i cittadini in fila proprio per acquistare gli alimenti base della dieta, il pretesto della chiusura di bar e ristoranti per disdire al ribasso unilateralmente i contratti è inaccettabile in un momento in cui il Paese – sottolinea la Coldiretti – ha bisogno del latte italiano. Un ricatto per lucrare sulle difficoltà proprio nel momento in cui – precisa la Coldiretti – si moltiplicano le adesioni alla mobilitazione #MangioItaliano” per invitare alla responsabilità e a sostenere la produzione nazionale privilegiando negli approvvigionamenti delle industrie e della distribuzione commerciale il Made in Italy, preferendo le mozzarelle con il latte italiano al posto di quelle ottenute da cagliate straniere. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggiorana degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti.

C’è purtroppo chi cerca di sfruttare il proprio potere contrattuale – sostiene Coldiretti – per pagare prezzi stracciati alimenti deperibili come latte, la cui produzione non puo’ essere fermata nelle stalle. Una manovra vergognosa di chi, violando anche il principio base della solidarietà nazionale nei momenti di crisi, tenta di riempirsi le tasche approfittando delle difficoltà del Paese. “Non lo permetteremo” dichiara Prandini che parla di “alto tradimento nei confronti delle famiglie e delle imprese”.

Per questo la Coldiretti ha già informato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova ed allertato tutte la rete organizzativa a livello nazionale, con uffici provinciali e locali, per monitorare gli attacchi contro le stalle attivando una casella di posta sos.speculatoricoranavirus@coldiretti.it per raccogliere informazioni e segnalazioni sulla base delle quali agire a livello giudiziario se non verranno fornite adeguate motivazioni.

“Non bastava la campagna denigratoria sui cibo italiano che ha fatto addirittura attivare al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale una casella di posta elettronica (coronavirus.merci@esteri.it) dove segnalare restrizioni e discriminazioni verso i prodotti italiani, ma adesso ci si mettono anche gli speculatori senza scrupoli che vogliono approfittare delle criticità di questo momento” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel chiedere “l’intervento della Guardia di Finanza ma anche l’esclusione dei responsabili di comportamenti scorretti da qualsiasi forma di indennizzo economico che il Governo metterà in campo per affrontare l’emergenza Coronavirus”.

In gioco c’è il futuro di un settore che – rileva la Coldiretti – produce ogni anno oltre 12 milioni di tonnellate di litri di latte di mucca grazie a circa 30mila allevamenti diffusi lungo tutta la Penisola che garantiscono il primato tricolore in Europa nella produzione di formaggi a denominazione di origine protetta (Dop). Quando una stalla chiude – conclude la Coldiretti – si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.

Se si ammalano le relazioni umane

“La Venezia del 17° secolo è una città con grande esperienza di carestie e calamità, vanta inoltre uno dei governi più “moderni” ed illuminati d’Europa, all’avanguardia anche nelle norme igienico- sanitarie. La Repubblica nomina tempestivamente delegati per controllare la pulizia delle case, vietare la vendita di alimentari pericolosi, chiudere i luoghi pubblici, perfino le chiese. Viene imposto il coprifuoco, solo i militari e i medici sono autorizzati a circolare. Questi ultimi, insieme al personale sanitario indossano segni distintivi tra cui maschere… I pazienti chiaramente contagiati vengono portati nel lazzareto Vecchio, mentre chi è stato solo a contatto con gli appestati viene trattenuto 20 giorni a scopo cautelativo in una struttura appositamente allestita“.
[tratto da: www.baroque.it, La peste a Venezia nel ‘600, 2012]

Nella cronaca citata, fatte le debite proporzioni (la pericolosità del Coronavirus non è grazie a Dio neppure lontanamente paragonabile con quel flagello che fu allora la peste), possiamo riconoscere gran parte dello scenario di questi giorni venutosi a creare dopo l’applicazione dei diversi decreti del Governo per cercare di fronteggiare l’emergenza dell’epidemia da Covid-19. Si potrebbe quindi pensare di stare vivendo una condizione che in fondo conosciamo già, che cioè, come è stato scritto ripetutamente in queste settimane anche da fonti autorevoli,”le pestilenze e le epidemie ci sono sempre state e sempre ci saranno.”.
C’è invece un elemento di originalità che caratterizza la situazione odierna e che va oltre l’aspetto sanitario, oltre l’approccio politico e che interessa e investe in modo altrettanto virulento, in verità già da un po’ di tempo, l’aspetto relazionale tra le persone .
Procediamo con ordine, cominciando a delineare quali sono e che interessi hanno i soggetti coinvolti in tale scenario. A questo proposito risulta molto chiara l’analisi fatta dal filosofo e psicologo Umberto Galimberti nel corso di una video-intervista, registrata il 28 febbraio e diffusa su You Tube [La paura e l’angoscia. E i soggetti in campo]. I soggetti interagenti nella situazione che si è venuta a creare a causa della diffusione del coronavirus, dice Galimberti, sono sostanzialmente tre. La popolazione, la quale si regola sul mondo della vita, vita che è stata come ‘sospesa’ per decreto governativo per moltissimi cittadini. La politica, che ha messo in atto delle precauzioni per contrastare la diffusione del virus. Infine il terzo soggetto, la sanità, la quale non guarda al mondo della vita delle persone, ma guarda prima alla malattia.

Questi tre soggetti hanno tre interessi diversi. La sanità deve contrastare la malattia con tutti i presidi medici possibili. La politica deve tenere conto del mondo della vita delle persone e soprattutto delle conseguenze economiche determinate dalla sospensione delle attività lavorative. Infine le persone, che stanche della reclusione forzata, invocano il ritorno alla loro vita ordinaria. Tre interessi completamente diversi a cui bisogna trovare una mediazione.
Mediazione che operativamente può essere solo ispirata, non tanto alla ricerca del bene assoluto per tutti, a una soluzione ideale (impossibile accontentare contemporaneamente tutti e tre i soggetti sopra citati), ma che può essere guidata solo dalla ricerca del minor male. Questo è quello che realmente è possibile fare.
Chiarito questo primo punto, il passo successivo deve prendere in considerazione che nell’ affrontare il problema della gestione dell’epidemia, ci si scontra nell’uomo con due aspetti di natura emozionale quali la paura e l’angoscia, a cui è necessario offrire risposte rassicuranti, senza cedere un passo alla tentazione di sfruttarle a fini di potere, interessi particolaristici o per altri obiettivi meno nobili.

Bisogna però distinguere tra paura e angoscia.
La paura è un ottimo meccanismo di difesa che si presenta quando abbiamo a che fare con un fatto determinato, una situazione pericolosa, a cui, proprio perché stimolati dalla paura, si risponde in modo appropriato.
Nel caso del coronavirus non possiamo parlare di paura, perché non è un oggetto determinato, non sappiamo da dove viene, chi ce lo può attaccare. E quando abbiamo a che fare con la dimensione indeterminata allora la paura non funziona più e resta l’angoscia. L’angoscia subentra quando non si capisce da dove origina il pericolo, quando c’è un nemico che non si vede, ed è simile a quella che prova un bambino piccolo quando viene spenta la luce nella sua camera e non riesce ad affrontare il buio.
Chi gestisce il potere per fini di interesse personale e non per il Bene Comune, gioca in modo opportunistico con questi due aspetti, direzionando la paura della gente e sfruttando l’angoscia delle persone.

Ecco qualche esemplificazione.
Le immotivate iniziali critiche radicali ai provvedimenti del governo per contenere l’espansione dell’epidemia da parte di alcuni esponenti dell’opposizione finalizzate a provocare le dimissioni del governo, hanno ricalcato tale intenzionalità. Una operazione simile è stata poi fatta da molti Stati europei ed extra europei, i quali, per evitare l’angoscia della loro popolazione, hanno imputato il pericolo del coronavirus all’Italia. In tal modo, avendo determinato che il coronavirus viene da lì (il grafico diffuso dalla CNN ne è una rappresentazione emblematica),hanno sollevato dall’ANGOSCIA i loro cittadini, i quali ora hanno PAURA di prendere a casa loro gli italiani.
E’ la stessa strategia che è stata seguita nella ‘costruzione’ della paura verso i migrantes; e poi, all’inizio dell’epidemia da coronavirus, della paura (degli italiani) verso i cinesi,e ancora, sempre in termini di diffusione del virus, della posizione delle regioni del Sud Italia verso quelle del Nord.

Terzo punto, il problema dello stato di salute delle relazioni tra le persone.
A livello politico-economico gli uomini di buona volontà riescono sempre, se davvero lo vogliono, a concordare su strategie comuni vincenti; a livello sanitario, l’intervento nei paesi occidentali è sicuramente adeguato. Ma a livello relazionale? Come usciremo da questo virus dal punto di vista dei rapporti umani? Per dirla con le parole di Paolo Crepet, “nessuno sa cosa accadrà dopo, perché gli effetti del panico durano molto di più del virus” (Il Fatto Quotidiano, 4 marzo). E sempre Galimberti, questa volta in una intervista rilasciata ad un quotidiano locale, afferma: “Già siamo diffidenti nei confronti degli altri, anzi, molto spesso razzisti […] finiremo per accentuare questa situazione […] un altro colpo alle relazioni sociali,” (L’Adige,24 febbraio)
I provvedimenti di sospensione della vita sociale e degli incontri collettivi, la chiusura di cinema, teatri, chiese, scuole e di ogni altro spazio di possibile contaminazione sono state scelte politiche sacrosante e dettate da motivazioni scientifiche serie. Dobbiamo al grande senso di responsabilità di chi ha preso queste decisioni se il conto da pagare alla fine risulterà sopportabile.
D’altra parte, la situazione di isolamento dall’altro, che molti stanno in questi giorni sperimentando in modo forzato, è una condizione che potrebbe essere vissuta come l’ultima, estrema conseguenza di ciò che a livello sociale abbiamo già visto nascere e crescere insieme a noi: la possibilità, cioè, di ‘fare a meno dell’altro’, dell’autosufficienza, fino ad arrivare a considerare l’altro da noi come pericolo e minaccia per la nostra incolumità.

Sembrano passati secoli dalla comparsa del primo walkman della Sony, a metà degli anni Ottanta, con cui ci si poteva isolare all’interno di uno spazio musicale personale ed escludente. Sul finire degli anni Novanta sulla TV italiana si poteva vedere il velista Giovanni Soldini in mezzo al Pacifico, in uno spot della Tim, che, a metà del suo giro del mondo con la sua barca in solitario, riusciva a tenere i contatti con la famiglia attraverso il telefono satellitare.
Fino ad arrivare ad oggi, dove la comunicazione digitale, i social, gli audio, whatsapp e tutti gli artifici del mondo virtuale possono portare a una ricostruzione di un mondo reificato dal soggetto stesso, antidoto e fuga dalle fobie e dall’angoscia provocata dalla difficoltà dell’assunzione responsabile di un mondo complesso e ricco di incognite sul futuro. In tutto questo percorso la preoccupazione principale sembra essere quella di aver sempre il controllo su tutto, dalle modalità di comunicazione alla gestione del tempo. Una vita insomma, dove la relazione con l’altro possa essere gestita e non subita, e se è di ostacolo, addirittura cancellata.

La situazione emergenziale in cui tutti oggi siamo immersi, ci può invece aiutare a ricordare che paure ed angosce si possono contenere davvero, solo se non rinunciamo al concetto di limite, di confine, che, al contrario, l’era della globalizzazione tenta continuamente di spostare se non di negare.
Nella battaglia contro ogni sofferenza e contro ogni virus, è fondamentale coinvolgere in questa lotta titanica ogni competenza e ogni risorsa scientifica, dove la fiducia nella ricerca deve essere totale e sostenuta da tutti senza nessun cedimento ad interessi d’altro tipo.
Ma tutto ciò non deve farci dimenticare cosa siamo in realtà: esseri umani che riconoscono la loro umanità, in particolare all’interno di una duplice dimensione. Nel riconoscimento, in primo luogo, sempre del valore della vita, vita in cui si incontrano anche precarietà, malattia e morte. E in secondo luogo nel concepire una vita piena solo se è in relazione, anche se il percorso fatto dalla nostra società post moderna sembra aver preso un’altra direzione.
Ed ecco che, se la situazione odierna può essere percepita sottilmente a livello individuale nella sicurezza della propria casa come prova generale di autosufficienza, ottenuta dall’eliminazione di ogni contatto, e ripagata dalla soddisfazione del raggiungimento della salvezza personale, tutto ciò può essere trasformato in un reale fattore di crescita sociale, se letto e vissuto al contrario, cioè come necessaria indilazionabile riscoperta della nostra identità comunitaria.

Ed ecco cosa possiamo ancora imparare.
Imparare certamente dal lavoro, perché di lavoro si tratta, di infermieri e medici a stretto contatto quotidiano con le persone contagiate. Ma soprattutto dai loro racconti, dalla loro narrazione di sguardi, di corpi intubati a cui danno un’ultima possibilità di congedo dai propri famigliari attraverso il saluto ripreso con smartphone o Ipad, permettendo così di poter superare l’ ulteriore pena dell’isolamento a cui condanna questo virus, nel non poter neppure partire accompagnati dalla mano dei propri cari.
E imparare un fatto di una evidenza eclatante, ma sopito dall’ andamento routinario della vita quotidiana, e cioè che non possiamo fare, dire, bere, muoverci sempre come desideriamo, perché questo, oltre a mettere in pericolo noi stessi, può mettere in pericolo l’altro.
E infine, anche se una situazione emergenziale richiede di evitare assolutamente i contatti personali, questo non può significare consegnare l’altro alla solitudine, all’abbandono e all’indifferenza, ma utilizzando fantasia e creatività, possiamo esercitare altri tipi di vicinanza… e qui si che la tecnologia può venirci in aiuto.
Abbiamo, insomma, la possibilità di realizzare quel principio di responsabilità che come ha scritto in modo insuperato Hans Jonas nel suo Das Prinzip Verantwortung (1979) –  arriva a consegnare il più piccolo al più grande, e a portare chi ha di meno verso chi ha di più.
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Consulta agricola, bene le proposte della Regione per fronteggiare emergenza Covid-19 in campagna

Da: CIA Ferrara.

Esprime apprezzamento Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna per le prime ed urgenti misure che la Regione Emilia Romagna ha comunicato di mettere in campo per fronteggiare la crisi da coronavirus.
“Alla luce di ciò che è emerso nel corso della Consulta agricola regionale tenuta stamane (13 marzo) – commenta Cristiano Fini, presidente di Cia Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna – va rimarcata la volontà dell’assessorato all’Agricoltura di accogliere le richieste delle rappresentanze agricole per snellire la burocrazia e prorogare le scadenze di talune pratiche delle imprese emiliano romagnole, prima fra tutte la richiesta di attribuzione del carburante agricolo agevolato (Uma) che dovrà avvenire seguendo modalità semplificate.
Il comparto agricolo, al pari degli altri settori economici – prosegue Fini – sta pagando un prezzo elevatissimo rispetto questa crisi, quindi mai come ora c’è la necessità di fare squadra tra il mondo delle imprese e le istituzioni”. Il presidente della Confederazione fa un appello al Governo centrale affinché intervenga per favorire le aziende che acquistano da allevatori italiani. “Disdire i contratti con l’estero e acquistare latte fresco italiano dai nostri allevatori – sollecita Fini – sarebbe un provvedimento importante dopo i primi segnali di crisi nel settore lattiero-caseario. Le stalle del nostro Paese non possono e non devono fermarsi. Anche se negli allevamenti e negli impianti di raccolta e di trasformazione si continua a lavorare a pieno regime – conclude Fini – i produttori sono preoccupati per i conferimenti di latte nell’immediato futuro, dopo le richieste di alcuni caseifici di rallentare le lavorazioni per la chiusura delle mense e dei canali bar e ristorazione, conseguente alle nuove misure di contenimento”.

Cgil Ferrara: nuovi orari uffici e servizi Cgil Ferrara e provincia

Da: CGIL Ferrara.

Proseguendo nella riorganizzazione della propria attività in tutte le strutture presenti sul territorio, Cgil Ferrara in ottemperanza alle indicazioni finalizzate al contenimento del contagio da Covid 19, comunica che l’accesso al Patronato INCA CGIL sarà, almeno fino al 25 marzo, esclusivamente su appuntamento e per pratiche con carattere di urgenza, telefonando preventivamente alle seguenti sedi :

Camera del lavoro di Ferrara (Piazza Verdi) 0532 783245 (dalle ore 8.30 alle ore 12.30)

Camera del Lavoro di Argenta 0532 804015

Camera del Lavoro di Bondeno 0532 893011

Camera del Lavoro di Cento 051 902484

Camera del Lavoro di Copparo 0532 860010

Camera del Lavoro Codigoro 0533 713040

Camera del Lavoro di Comacchio 0533 312894

Camera del Lavoro di Portomaggiore 0532 811035

Per la società fiscale Teorema Ferrara Srl, sono sospese le presenze in tutte le sedi della povincia tranne nella sede di Ferrara per pratiche urgenti ed inderogabili, esclusivamente su appuntamento telefonando allo 0532783130 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00, per:

– Colf/badanti;

– modello ISEE;

– Reddito di cittadinanza

Maggiori informazioni:

SEDI CGIL – CAMERA DEL LAVORO di FERRARA E PROVINCIA

PER CONTATTI CON LE CATEGORIE SINDACALI:

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Polizia locale: agenti in prima linea per far rispettare l’ordinanza.

Da: DICCAP e SULP.

I Sindacati DICCAP (Dipartimento Autonomie Locali e Polizie Locali) e SULPL (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale), Sindacati più rappresentativi nella Polizia Locale Italiana, come sempre più frequentemente accade in questo Paese, in particolar modo nelle situazioni di emergenza, lo Stato si ricorda di avere a disposizione la risorsa della Polizia Locale, vittima di logistiche politiche e sindacali che le negano l’equiparazione alle altre forze dell’ordine.
Proprio per questo, e nonostante questo, il DPCM emanato a fronte dell’emergenza coronavirus ha demandato anche alla Polizia Locale i controlli sul rispetto del decreto nell’ambito della viabilità urbana, inserendola in un inedito contesto di controllo dell’ordine pubblico esteso a tutto il territorio nazionale.
A fronte però dell’impegno richiesto, lo Stato, come da tradizione, non ha previsto un automatico inserimento della Polizia Locale nei dispositivi di ordine pubblico di competenza del Questore.
Questo comporta che per gli Agenti di Polizia Locale lo stato pur chiedendo agli operatori di far rispettare il decreto, non ne garantisce i presidi D.P.I. di protezione contro il contagio da CoviD 19.
I sindacati autonomi per questo motivo hanno scritto, e stanno continuando a scrivere, alle varie amministrazioni della Provincia di Ferrara per chiedere che gli Agenti in strada siano dotati di appositi D.P.I..
Allo stesso modo è stata è stata inoltrata apposita richiesta alla Prefettura e alla Questura di Ferrara affinché venga attribuita l’indennità di ordine pubblico anche alla Polizia Locale, riconoscendo nel suo lavoro pari dignità con quello delle forze di polizia dello Stato.
L’emergenza Coronavirus non ferma comunque l’attività sindacale per Ferrara infatti, infatti il 16 marzo, è stato confermato l’incontro richiesto da DICCAP e SULPL con l’amministrazione per discutere del futuro della Polizia Locale Ferrarese e degli impegni dei prossimi mesi.
L’incontro del 16 Marzo si terrà in video-conferenza per permettere la discussione immediata delle necessità degli Agenti di Polizia Locale.

Prefettura di Ferrara: risultati delle attività di controllo

Da: Prefettura di Ferrara.

A seguito delle determinazioni assunte in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, le Forze dell’ordine territoriali hanno avviato le quotidiane attività di controllo sull’attuazione delle misure urgenti di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, già previste dai D.P.C.M. 8 e 9 marzo 2020 ed ulteriormente rafforzate con l’entrata in vigore del D.P.C.M. 11 marzo 2020.
I controlli sono finalizzati ad accertare che lo spostamento da Comune a Comune, o all’interno dello stesso ambito cittadino, sia giustificato esclusivamente da esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute, sulla base di autodichiarazione resa all’operatore di polizia.
Sul sito della Prefettura www.prefettura.it/ferrara è pubblicato il modello di autodichiarazione utilizzabile.
I risultati delle attività condotte sul territorio provinciale da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza nella giornata 12 marzo 2020 sono i seguenti:

Persone controllate ………………………………………….. 345
Persone denunciate ex art. 650 c.p. ……………………………27
Persone denunciate ex art. 495 e 496 c.p………………………..0
Persone denunciate per altri reati ……………………………….0
Persone arrestate…………………………………………………0

Esercizi commerciali controllati ………………………………937
Titolari esercizi commerciali denunciati ex art. 650 c.p. ………..2
Titolari esercizi commerciali sanzionati amministrativamente…..0

Peruffo: “Oltre alle restrizioni servono aiuti come il Reddito di Quarantena per le P.Iva proposto da Carfagna”

Da: Capogruppo di Forza Italia Ferrara, Paola Peruffo.

Ci auguriamo tutti quanti che le forti limitazioni in atto possano contrastare efficacemente il coronavirus, ma occorre pensare anche al dopo, quando – speriamo il prima possibile – questa emergenza sarà alle spalle.

Il Governo ancora non è entrato nel dettaglio degli aiuti, ma noto che si parla sempre poco dei lavoratori autonomi con partita IVA. Oltre alle difficoltà delle aziende, va ricordato che c’è un numero crescente di lavoratori che vivono del proprio lavoro senza coperture da malattia, infortuni e senza ferie pagate.

In questi giorni ho avuto modo di parlare con la deputata di Forza Italia Mara Carfagna che, anche attraverso l’associazione Voce Libera, ha proposto al Governo l’idea di varare un adeguato – e non simbolico – “Reddito di Quarantena” per le partite Iva, aiutando queste persone, per lo più sprovviste del supporto delle associazioni di categoria, e le loro famiglie a superare questa difficilissima crisi.
Anche a livello locale, pur con i limiti imposti dalle restrizioni sugli spostamenti, cercheremo di dare forza a questa proposta.

Ho, inoltre, da poco appreso della scomparsa di Mario Testi, ex consigliere di Forza Italia, che ha combattuto tante battaglie per Ferrara, in primis sul tema ambientale, lottando in questi ultimi anni con coraggio contro una terribile malattia. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia.

L’autotrasporto è in prima linea nell’emergenza. Chiediamo più rispetto per il nostro lavoro

Da: CNA Ferrara.

“Il settore dell’autotrasporto è in prima linea ogni giorno, da quando è iniziata l’emergenza. Decine di migliaia di autotrasportatori sono quotidianamente in strada con il camion per garantire l’approvvigionamento dei generi alimentari, dei medicinali, e di tutto ciò di cui abbiamo bisogno per andare avanti nell’emergenza. Per questo chiediamo più rispetto per i nostri dipendenti e più attenzione alle esigenze delle nostre imprese”.

Fabiano Benazzi, socio della Cna di Ferrara, è una figura storica dell’autotrasporto: dal 1973, insieme al fratello Luciano, è titolare della F.lli Benazzi srl, società che opera su scala europea con 90 dipendenti e sede a Caprile, nel territorio di Codigoro. Per una decina d’anni, dal 1996, è stato presidente della FITA, l’associazione degli autotrasportatori aderente a CNA.

Perché ha deciso di prendere posizione? “Perché il nostro settore ha un ruolo essenziale in questa fase di emergenza, ma non ha il dovuto riconoscimento- spiega Benazzi – I nostri autisti operano in condizioni difficilissime sia durante il tragitto sia alla consegna. Spesso non trovano punti di ristoro aperti lungo la strada, e se li trovano gli viene negato l’accesso ai servizi igienici, o addirittura gli viene impedito di scendere dal camion. E spesso la stesa cosa accade alla consegna, al punto che ai conducenti dei camion viene imposto di starsene in cabina, impedendo loro id controllare lo scarico delle merci”

Insomma, una situazione di estrema difficoltà, che Fabiano Benazzi denuncia, chiedendo più rispetto. Non solo: c’è anche un grave problema riguardo alle revisioni dei camion.

Spiega Fabiano Benazzi: “La motorizzazione civile, anche a causa dell’emergenza, non garantisce adeguatamente i servizi di revisione dei mezzi. Questo crea enormi difficoltà alla circolazione dei camion: oltre frontiera un camion con la revisione in ritardo non può proprio circolare, e questo riduce ulteriormente le nostre capacità di approvvigionamento ma anche di esportazione.”

Matteo Rancan è il capogruppo Lega in regione Emilia Romagna.

Da: Lega Emilia-Romagna.

E’ stata formalizzata la nomina di Matteo Rancan a capogruppo della Lega in Regione Emilia-Romagna.

“Sono onorato – ha dichiarato Rancan – e ringrazio i colleghi per aver scelto la mia figura in questo momento di grande rilevanza politica nel quale certo non mancano le sfide. Oggi siamo tutti impegnati a fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Come Lega Emilia-Romagna siamo in prima linea per portare proposte concrete e utili a tutti i nostri cittadini. E’ un momento importante e decisivo nel quale tutta la politica deve dimostrarsi responsabile nell’interesse del territorio. Passata l’emergenza ci presenteremo preparati e decisi a proporre una alternativa amministrativa concreta e valida per la gestione del territorio, capace di concretizzare la proposta politica nella quale tanti emiliano-romagnoli hanno già dimostrato di credere”.

Rancan, piacentino, classe 1991, perito informatico, è al secondo mandato come consigliere regionale: alle elezioni del 26 gennaio scorso è stato rieletto ottenendo 9.272 preferenze. Già assessore del comune di Cortemaggiore (PC), è dal 2010 che ricopre incarichi all’interno della Lega.

Una firma per liberarci di Sgarbi (almeno al MART)
Ma attenzione a non sbagliare bersaglio

il mio fondino di ieri [per chi non l’avesse letto, lo trova QUI] ha provocato una fitta pioggia di lettori, di pensieri, di commenti (una novantina su Ferraraitalia, parecchie centinaia sui social media). E molte domande, che poi era una domanda sola: “Dove si firma?”. Leggevo i commenti e continuavo a pensare. Anche ieri sera, ascoltavo l’ultimo giro di vite per fermare la pandemia, e avevo un motorino che mi girava in un angolo del cervello. Ma intanto, posso dire? Tutti abbiamo un sottofondo sentimentale, a me ad esempio è piaciuta Ursula von der Leyen parlare agli italiani nella lingua di Dante. Dicevano che in questi mesi non aveva combinato nulla come Presidente della Commissione Europea, che il suo Green Deal era ben poca cosa, che la prima donna seduta lassù (tedesca per giunta) non cambiava niente. Beh, con quattro minuti di messaggio in uno stentato italiano, guardando diritto davanti a sé, senza leggere da un foglio, con quel “Siamo tutti italiani”, per me stavolta qualcosa ha combinato.
Pensa che ti ripensa, mi è venuto questo post scriptum. Di seguito, trovate alcune ri-flessioni, le mie reazioni mentali ed emotive alle vostre letture e ai vostri commenti.1.Devo prima di tutto rispondere alla domanda delle domande, o almeno provarci. Dove si firma? Sono in tantissimi che si dicono pronti a firmare per chiedere le dimissioni di Vittorio Sgarbi. C’è una petizione popolare a cui aderire, la raccolta di firme è stata inaugurata pochi giorni fa [aggiornamento: alle 16,40 di sabato 14 marzo, 16.495 firme]. L’hanno promossa, dopo le ultime incivili esternazioni di Sgarbi, i 43 dipendenti del MART di Rovereto, indirizzandola alla Giunta della Provincia Autonoma di Trento. Si intitola: “No ad un Presidente volgare al Museo MART di Rovereto”. Bravissimi, gli faccio un milione di auguri. Per firmare, io l’ho fatto, basta andare su www.change.org [petizione]. Poi c’è il Pubblico Appello ferrarese (in questo caso non è però prevista una raccolta di firme) che chiede al Sindaco leghista  della città estense di togliere a Sgarbi la Presidenza di Ferrara Arte. Non so di altre iniziative in atto. Ma, come buon auspicio, va citato almeno un precedente. Nel marzo del 2018, 33mila firme costringono alle dimissioni Vittorio Sgarbi, che deve lasciare l’alto e ben remunerato scranno di Assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia.

2. Vengo a Vittorio Sgarbi. Ho scritto tre volte su di lui, diciamo pure CONTRO di lui e quello che rappresenta. E tutte le volte ‘mi sono guadagnato’ migliaia di lettori. Come si dice, ho allargato la mia audience. Mi ha anche chiamato un noto giornalista televisivo per invitarmi a una diretta (da casa) nel suo programma. No grazie. Anche perché mi è successa una cosa stranissima: invece di stappare una bottiglia (si sa, per un giornalista essere letto è il primo anche se inconfessato traguardo), mi è venuta giù una gran tristezza.
Siamo sinceri, in verità il ‘successo’ dei miei articoli non è mio ma di Vittorio Sgarbi. Non dipende da colui che scrive, dal SOGGETTO (o dipende dal soggetto in misura assai limitata) ma dall’OGGETTO di cui scrive. Se, per esempio, avessi scritto un bel commento a La Limonata (un formidabile racconto Raymond Carver) avrei raccolto solo i pochissimi innamorati della mia scrittura. Va bene, è una regola aurea del giornalismo, ma non bisogna esagerare. E tanti esagerano, in fondo è abbastanza semplice, basta attaccare (tutti i santi giorni, a testa bassa) un Divo per diventare Divo quanto o più di lui. Non è forse questa la tecnica di quel mediocre giornalista a nome Andrea Scanzi che ‘sulle spalle di Sgarbi’ sta costruendo la sua fortuna mediatica?
Tutto questo per dire due cose. A) Che il vero problema non è Sgarbi, che c’è qualcosa che non va nella nostro sistema informativo, nell’etica del giornalismo, nel nostro approccio ai media, nella società mediatica in generale. B) Che questo vuol essere l’ultimo, o almeno, che spero di non scrivere di Sgarbi per un bel pezzo,  e che invece scriverò di Carver, o di altro, di cose oscure ma più interessanti. Mi avvertono che Sgarbi sparla di me in un altro video. Pazienza. Giovanni Scheiwiller, il più grande dei piccoli editori del Novecento, a chi gli domandava un giudizio sull’ennesimo libraccio fresco di stampa, rispondeva: “Non mi piace e non l’ho letto”. Così io dell’ultimo video di Sgarbi, Non mi piace e non l’ho visto. Che bello se anche voi seguiste il mio consiglio.

3. Il motorino mentale continua a girare. Leggo tra i commenti al mio articolo, non in tutti ma in tanti sicuramente, una specie di gara dell’insulto (a Sgarbi naturalmente). Una corsa a chi la spara più grossa. A chi si sfoga di più. Ora, non voglio difendere il personaggio (ho già detto che non mi piace) ma non capisco questi commenti celibi, questi inutili esercizi. A che serve abbassarsi al livello di chi è ormai diventato una macchietta da avanspettacolo? Faccio fatica a credere in una improbabile, miracolosa, conversione di Vittorio Sgarbi (anche se sappiamo di quell’antico incidente che capitò allo spietato esattore Paolo di Tarso, che era, a onor del vero, ‘un fottutissimo bastardo figlio di puttana’). No, è difficile che Sgarbi caschi da cavallo. Ma il problema è un altro. E cioè, il problema non è Vittorio Sgarbi: dietro di lui, appena un passo indietro e pronti a prendere il suo posto in commedia, c’è  una schiera infinita di aspiranti, praticanti e apprendisti.

4. Aggiungiamo pure la nostra firma. Alla petizione per le dimissioni di Sgarbi dal MART di Rovereto, e a tutte gli altri appelli e petizioni – tutte buone e giuste – che continuano ad arrivarci, nella nostra casella mail, per Messenger o per WhatsApp.  Ma cerchiamo di non confonderci, di non accontentarci di così poco, di non sbagliare bersaglio. Perché dopo uno Sgarbi arriva puntualmente un altro Sgarbi a prendere il suo posto. Nei posti di comando della Cultura, come a dirigere telegiornali o a condurre programmi televisivi. A meno che.
A meno che non capiamo che la battaglia culturale  – perché di vera battaglia si tratta: sangue, sudore e lacrime – si combatte altrove. Lontano? No, vicinissimo a noi. Nelle nostre scuole (di qua e di là dalla cattedra). Nelle nostre biblioteche pubbliche, nei centri culturali, nelle parrocchie. Perfino nei Bar Sport. Alla fine, poco serve abbattere fantocci. Molto serve promuovere una cultura democratica, partecipata, rispettosa, curiosa, gentile.
Ho scelto come cover di questo post scriptum l’ancora e il delfino un particolare della marca di Aldo Manuzio. Lui, il genio assoluto, ‘il migliore’ tra gli editori e stampatori di ogni tempo, aveva un motto che forse può esserci da guida. Traduco in italiano: “affrettati lentamente”. Non c’è fretta, non ci sono scorciatoie, ma occorre non distrarsi. Anche restando a casa, anche “al tempo del colera”, è possibile combattere quella battaglia.

Marcella Zappaterra: “Rapporto costante con i cittadini e il personale in Regione”

Da: Gruppo PD Regione Emilia-Romagna.

“L’emergenza del Coronavirus sta radicalmente cambiando il nostro modo di vivere, ogni giorno si rincorrono notizie e sono numerosissime le misure introdotte per contenere il contagio. In tutto questo la macchina della Regione Emilia-Romagna, insieme ai suoi dipendenti, non si ferma e stiamo lavorando tutti da casa in smart working”. A dirlo è la capogruppo Pd Marcella Zappaterra, che nonostante la quarantena è impegnata ad affrontare anche la nuova organizzazione del gruppo Pd regionale.

“Sento costantemente i miei collaboratori e gli altri consiglieri regionali, cercando tramite i canali social, le mail, le chat e le telefonate di tenere aggiornati sia i cittadini che il personale — spiega Zappaterra —. In queste settimane sono quasi 1000 i dipendenti regionali autorizzati a lavorare da remoto, in modalità smart working. Continuiamo ad essere operativi, nonostante le criticità che questo virus ha portato al Paese. Nel mio piccolo cerco di tenere un rapporto costante con i cittadini tramite i miei canali social, oltre a raccogliere sul mio sito le informazioni principali per fare chiarezza sulle tante norme da rispettare, l’obiettivo è informare in modo responsabile e non aumentare il panico e la confusione tra le persone”.

Non si fermano nemmeno i lavori dell’Assemblea Legislativa, Zappaterra infatti sottolinea: “considerati i rischi connessi alla diffusione del virus, nel rispetto delle direttive, anche l’Assemblea Legislativa regionale si sta organizzando per la gestione e lo svolgimento per via telematica delle sedute dell’Ufficio di Presidenza, comprese quelle allargate ai presidenti dei gruppi assembleari, delle commissioni, al Presidente Bonaccini e alla sua giunta. Questo per permettere lo svolgimento in totale sicurezza anche del consiglio regionale garantendo la continuità alla nuova legislatura”.

Interno Verde lancia la call per godere delle fioriture, nonostante il virus

Da: Interno Verde.

In questi giorni la natura ha cominciato a fiorire ma non tutti, dovendo restare a casa a causa della quarantena, possono apprezzare la sua straordinaria bellezza. Per fare in modo che anche chi abita in appartamento possa assistere – almeno virtualmente – a questo momento magico, Ilturco lancia la call “La primavera che si vede”. L’associazione ferrarese, che dal 2016 ha ideato e cura il festival Interno Verde, invita tutte le persone che hanno a disposizione un giardino, una terrazza o un balcone particolarmente rigoglioso a partecipare alla creazione di un’originale raccolta di immagini per raccontare, documentare e condividere online – giorno dopo giorno – i piccoli e grandi cambiamenti che coinvolgono piante, alberi e arbusti.

«L’idea di promuovere questa call nasce da un’esigenza molto semplice e comune», raccontano gli organizzatori della manifestazione dedicata ai giardini del capoluogo estense, che quest’anno si svolgerà a settembre. «Stiamo affrontando come comunità una situazione particolarmente difficile, in cui ci viene giustamente chiesto di restare a casa, per evitare la diffusione del corona virus, mentre fuori dalle nostre abitazioni la natura si sveglia offrendo scorci di grande suggestione. Per chi abita nei centri urbani, in spazi spesso angusti e lontani dal verde, non poter godere dell’aria aperta proprio in un momento così bello e vitale rappresenta un ulteriore peso da sopportare. Crediamo inoltre che la contemplazione della natura, nello scorrere delle stagioni, suggerisca con immediatezza e semplicità un pensiero positivo, capace di alleviare un poco dalla preoccupazione: c’è un tempo per tutto, gli inverni passano e sempre segue la primavera».

Le fotografie potranno essere inviate tramite Messenger, alla pagina Facebook di Interno Verde, oppure tramite Whatsapp al numero 3391524410, oppure via mail all’indirizzo info@internoverde.it. Per chi le volesse pubblicare su Instagram basterà taggare @internoverde all’interno del post o della story.

Le immagini verranno pubblicate online nell’album collettivo “La primavera che si vede”, nella pagina Facebook e sul sito di Interno Verde: www.internoverde.it

Sgarbi Ferrara Italia

Da: Pietro Ferretti.

Attenzione, attenzione !
Cari Ferraresi, andiamoci piano nell’ostacolare il professore Vittorio Sgarbi nelle sue attività artistiche in città, potremmo fare la figura dei soliti ” incantati ” !
Il personaggio in discussione è certamente un tipino…(da spiaggia, si cantava un tempo )….ma ditemi. La nostra città ha avuto anche nel passato recente personaggi famosi come scrittori, artisti, registi ed altro. Ma, senza trascurare alcuno, che io sappia, chi c’è oggi in questa città e Provincia che si eleva dal grigiore che ci attanaglia, senza offesa per nessuno ?
Sgarbi, piaccia o non piaccia,( le sue idee spesso originali , ma sicuramente non di Sinistra , saranno discutibilissime ), è il personaggio ferrarese che fa più parlare di Ferrara nei media e sui giornali, senza di lui saremmo attualmente meno conosciuti. Non è che in tutto questo c’entri la Politica ? Ho letto “antifascismo”, che si tira fuori ogniqualvolta non si sa che cosa dire. Ma che c’entra questo ? Un cambiamento nella guida politica era necessariissimo dopo oltre 70 anni di una Sinistra, sempre stata a rimorchio di quella bolognese ed emiliano romagnola , che ci ha messo ai margini. Naturalmente si potranno studiare eventuali soluzioni più eque nei rapporti con il Comune di Ferrara.

COVID-19 anni
(da una nuova giovane collaboratrice di Ferraraitalia)

Chi avrebbe potuto immaginare, quando il nostro unico problema era il Festival di Sanremo, che
di lì ad un mese il nostro paese si sarebbe trovato in una situazione del genere?
Non mi dilungherò a parlare dell’emergenza sanitaria, troppe piattaforme d’informazione
giocano a fare gli esperti e cadono nel ridicolo: d’altronde, quando si passa dal “disastro
mediatico” di Bugo e Morgan a problemi di minore importanza quali un’epidemia globale, la
confusione è comprensibile..
Quello che mi interessa è parlare di quello che per esperienza so e che sto vivendo.
La quotidianità si ferma e ci si ritrova catapultati in una realtà ovattata, nella quale ci si può
muovere soltanto se dotati di un permesso autocertificato.
Ho visto amici impazzire al pensiero di starsene segregati in casa, immobili, senza contatti,
ma non era proprio la mia generazione, la cosiddetta Generazione Z, figlia della tecnologia,
quella che stava perdendo sempre più il contatto umano?
Quello che riesco a vedere, che sinceramente mi rattrista, è quanto facilmente la gente
riesca ad annoiarsi quando è costretta a fermarsi. Il nostro mondo è veloce, rapido, dinamico, non
abbiamo tempo per pensare, riposarci, prenderci cura di noi stessi e ci lamentiamo, lamentiamo,
lamentiamo.
Quante volte ho sentito la frase “non ho neanche il tempo di respirare”. Eppure, adesso che
questo tempo ci è stato imposto con la forza, qualcosa da fare lo si deve trovare categoricamente,
altrimenti la testa va in giro e impazzisce.
Si trasgredisce, si fa finta che tutto sia normale, si va avanti come se nulla fosse, come se non vedendo il problema, questo non esistesse, o ancora meglio, scomparisse.
Continua a stupirmi l’abilità con la quale la nostra società, senza sforzo alcuno, riesce a creare un
suo ritratto perfetto: la paura non porta più all’azione ma all’ignoranza. Il problema che emerge da
questa situazione di quarantena è la mancanza di iniziativa e la incapacità di gestire il tempo, unite
al rifiuto di guardare in faccia il problema.
“Io so di scienza certa (tutto so della vita, lei lo vede bene) che ciascuno la porta in sé, la peste, e
che nessuno, no, nessuno al mondo ne è immune”, La Peste, Albert Camus. In quest’opera,la Peste, l’epidemia per eccellenza, la piaga che ha colpito l’umanità per secoli sparendo e ricomparendo più volte, non è altro che una metafora della Seconda Guerra mondiale. La spietatezza, la morte, l’indifferenza.
Al contrario di quella del capolavoro di Camus, la nostra epidemia è inequivocabilmente reale, ma sotto la sua faccia più superficiale, si nasconde una pandemia ben più infima e contagiosa: l’ignoranza. Nessuno al mondo ne è immune, è vero, ma se in questo momento di forzato riposo non possiamo uscire di casa, cerchiamo almeno una uia d’uscita da questa nostra, ormai solida, gabbia intellettuale.
E respiriamo.

Agricoltura: Summit straordinario convocato per domani.

Da: Regione Emilia Romagna.

L’incontro con la Consulta agricola si svolgerà in videoconferenza. Sul tavolo le azioni da assumere per sostenere il settore, le richieste avanzate nei giorni scorsi al Governo, la proroga delle scadenze per i bandi del Psr e una decisa accelerazione del pagamento dei contributi

Bologna – “Grazie di cuore alle donne e agli uomini dell’agricoltura e del sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna che con il loro impegno e il loro lavoro quotidiano nelle prossime settimane saranno chiamati a garantire gli approvvigionamenti alimentari alle nostre comunità in questo momento così difficile per tutti. Ieri sera il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo messaggio agli italiani, ha dichiarato che l’agricoltura è un settore strategico per il Paese. Dovremo tutti quanti tenercelo a mente anche nei prossimi mesi quando, sperando di aver del tutto superato nel frattempo questa crisi pesante non solo per il nostro Paese, dovremo assumere decisioni molto rilevanti per il futuro dell’agricoltura in Europa”.

Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, all’indomani delle ulteriori e drastiche misure adottate dal Governo per contenere la diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale e sostenere famiglie e imprese in difficoltà.

“L’agroalimentare- prosegue- non è solo un settore economico di primaria importanza per l’Emilia-Romagna, capace di dare lavoro a circa 310 mila addetti, per un giro d’affari complessivo di circa 20 miliardi di euro e 6,2 miliardi di export, ma svolge anche un ruolo fondamentale per la sussistenza alimentare del Paese e proprio in queste ore comprendiamo benissimo cosa significhi. In questo quadro l’agricoltura regionale, che fa leva su circa 64.000 aziende, ha uno straordinario valore sociale, ambientale e culturale. Proprio per questo rivolgo un appello a tutta la rete commerciale della grande distribuzione e al settore della trasformazione affinché in questa drammatica situazione valorizzi adeguatamente i prodotti freschi del territorio, a partire da beni come latte, frutta e verdura. Non possiamo infatti permetterci che venga disperso o si indebolisca questo patrimonio straordinario in termini di gusto, qualità e sicurezza alimentare. La crisi che stiamo attraversando purtroppo danneggia anche l’agroalimentare italiano perché l’export sta diminuendo e sono completamente ferme le attività legate al turismo o all’ho.re.ca (hotellerie, restaurant, catering) . Proprio per questo occorre che tutte le iniziative di carattere economico, fiscale e finanziario che si stanno portando avanti riguardino anche questo settore strategico per il Paese”.

Per far pronte all’emergenza, che tocca anche il comparto agroalimentare, Mammi ha convocato per domattina una riunione straordinaria (in videoconferenza) della Consulta agricola per decidere insieme a tutte le principali organizzazioni imprenditoriali e sindacali le azioni più importanti da assumere a sostegno del settore.

“Sarà l’occasione- conclude l’assessore- per fare il punto sulle richieste che il nostro presidente Bonaccini, a nome di tutte le regioni italiane, ha avanzato nei giorni scorsi al Governo e per prorogare le scadenze dei bandi del Programma regionale di sviluppo rurale affinché le imprese ed i Caa (Centri assistenza agricola) possano avere tutto il tempo necessario per partecipare e adempiere agli impegni. Nello stesso tempo accelereremo il più possibile la liquidazione dei contributi già stabiliti”./G.Ma

Simone Saletti: “Bondeno Insieme. Aiuto a domicilio!”

Da: Vice Sindaco del comune di Bondeno, Simone Saletti.

«Si era ipotizzata la sua partenza soltanto alcune settimane fa, lontani dall’emergenza che è scattata in seguito, ma anche grazie alla collaborazione di molte persone, siamo riusciti a fare partire un servizio di consegna a domicilio per anziani e persone fragili che, certamente, andrà mantenuto e potenziato anche in futuro, fuori dall’emergenza», così il sindaco facente funzioni, Simone Saletti, e l’assessore alle politiche sociali, Francesca Piacentini, sulla partenza del servizio delle consegne a domicilio, grazie alla collaborazione con la nuova cooperativa di comunità Ape System e di molti volontari, che hanno già dato la loro adesione a collaborare, unitamente alla disponibilità delle attività commerciali di Bondeno. «Siamo orgogliosi di essere riusciti a tempo di record ad attivare un progetto di sostegno alle persone fragili che ci sta molto a cuore – continua il Sindaco facente funzioni Simone Saletti –. A beneficio di persone anziane e non autosufficienti, che potranno vedersi recapitare a casa farmaci e beni di prima necessità, limitando ovviamente gli spostamenti per motivi di prevenzione (in questa fase) ma più in generale per aiutare chi autonomamente non è più in grado di recarsi al supermercato o in farmacia, per fare alcuni esempi». Il servizio funzionerà attraverso i seguenti numeri: 0532-899500, 350-1064673, oppure mediante l’indirizzo e-mail: apesystemcoop@gmail.com. A questi contatti risponderà un operatore che prenderà in carico la richiesta e provvedrà poi a contattare i volontari, formati e dotati dei dispositivi di protezione individuale (come mascherine e guanti), i quali consegneranno agli anziani o alle persone non autosufficienti che hanno fatto richiesta, i beni di prima necessità. La cooperativa di comunità Ape System nasce lo scorso 18 gennaio, con l’inaugurazione della sede di viale Pironi. Lo step successivo, dunque, sarà la partenza di questo servizio di consegna a domicilio per le persone fragili: «nella lettera che avevamo inviato ai commercianti soltanto alcuni giorni fa – precisa l’assessore Piacentini – è stato specificato che gli aderenti alla cooperativa Agire per Evolvere (Ape; ndr) e i volontari si sarebbero recati nei vari negozi e attività del territorio allo scopo di valutare le esigenze e pensare a come migliorare continuamente tale opportunità di consegna a domicilio. Intendiamo infatti lasciare aperto un canale comunicativo, per far sì che questo servizio sia continuamente aggiornato, sulla scorta delle esigenze della cittadinanza che, alla fine, è la destinataria ultima delle attività messe in campo dalla cooperativa Ape System»

Coldiretti: raccolti a rischio senza lavoratori stagionali.

Da: Coldiretti Ferrara.

Con il blocco delle frontiere è a rischio più di ¼ del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti, con l’inizio delle campagne di lavorazione delle primizie, dagli asparagi alle fragole, nel sottolineare gli effetti disastrosi della chiusura dei confini anche verso l’Europa dell’est da dove vengono la maggioranza dei braccianti agricoli.

“Occorre subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne dove mancano i braccianti stranieri anche per effetto delle misure cautelative adottate a seguito dell’emergenza coronavirus da alcuni Paesi europei, dalla Romania alla Polonia fino alla Bulgaria” chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Occorre intervenire al più presto – sottolinea Coldiretti – per sopperire alla mancanza di manodopera stagionale e non pregiudicare le fornitura di generi alimentari a negozi e supermercati rimasti aperti come previsto dall’ultimo provvedimento del Governo. Una emergenza esplosa in un inverno caldo che – riferisce la Coldiretti – ha fatto partire in anticipo al raccolta a marzo con le primizie e continuerà d’estate con la frutta come pesche, albicocche e susine per finire a ottobre con la vendemmia.

I voucher erano stati introdotti per la prima volta in via sperimentale nel 2008 proprio in agricoltura con la vendemmia per le peculiarità dell’offerta di lavoro nelle campagne. Nel corso degli anni successivi quello dei campi – sottolinea la Coldiretti – è stata l’unico settore rimasto legato all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti e percettori di integrazioni al reddito) e gli accresciuti appesantimenti burocratici che ne hanno limitato l’utilizzo e per questo ora in una situazione di emergenza vanno eliminati.

Il momento attuale – continua la Coldiretti – rende necessaria una radicale semplificazione per favorire la diffusione di uno strumento con importanti effetti sull’economia e il lavoro e che si era dimostrato valido nel favorire l’occupazione e l’emersione del sommerso.

Un intervento reso ancora più urgente dai cambiamenti climatici con un inverno caldo e siccitoso che – conclude la Coldiretti – ha anticipato i cicli stagionali delle produzioni a partire dalla raccolta delle primizie e reso più pressante il bisogno di manodopera.

Gruppo Hera: ulteriori tutele per le utenze in difficoltà

Da: Hera.

In relazione all’emergenza Coronavirus la multiutility concede ai propri clienti, famiglie e imprese, in difficoltà economica dilazioni di pagamento e rateizzazioni delle bollette in scadenza per tutti i servizi. Un supporto anche per le piccole e medie aziende fornitrici del Gruppo.

In relazione all’emergenza Coronavirus e in attesa di specifici provvedimenti da parte del Governo e dell’autorità di regolazione nazionale Arera, Hera offre a tutti i propri clienti – famiglie e imprese -, che subiscono una oggettiva situazione di difficoltà economica, di poter richiedere per le bollette in scadenza relative a tutti i servizi collegati a regolare rapporto di fornitura – dunque acqua, rifiuti in regime di tariffazione puntuale o commerciale e forniture di energia elettrica e gas (purché non in regime di salvaguardia e di ultima istanza), di:
• rinviare la scadenza di pagamento di 30 giorni
• oppure rateizzare il pagamento in tre rate nei tre mesi successivi.

Per le bollette con importi superiori a 4.500 euro saranno definiti piani di rateizzazione specifici, anche in relazione alla situazione contrattuale complessiva e alla regolarità nei pagamenti delle scadenze pregresse.

Per le bollette in scadenza dal 13 marzo fino al 30 aprile, in linea con le scadenze a oggi definite dal Governo, che saranno oggetto di rinvio di 30 giorni nella scadenza o di rateizzazioni nei tre mesi successivi, Hera non applicherà alcun interesse passivo per il ritardato pagamento.

Il rinvio della scadenza di pagamento o la rateizzazione potranno essere richiesti direttamente al Servizio Clienti, chiamando il numero riportato nella bolletta per i clienti residenziali e per i clienti business.

Ricordiamo di consultare la guida SOStegno Hera, disponibile anche sul sito della multiutility, per conoscere tutte le agevolazioni per i soggetti in particolare stato di difficoltà e di provvedere a comunicare tempestivamente la mutata situazione personale agli appositi uffici dei Comuni.

Un’ulteriore iniziativa riguarda le piccole e medie imprese creditrici per forniture/servizi resi al Gruppo. Al fine di permettere a queste aziende di disporre di una fonte aggiuntiva di finanziamento, Hera si rende disponibile ad accettare lo smobilizzo dei crediti vantati nei propri confronti, fornendo ogni supporto necessario a finalizzare le operazioni di factoring relative.

Questi provvedimenti potranno essere oggetto di revoca o modifica in relazione ai provvedimenti che dovesse assumere il Governo e/o l’autorità di regolazione nazionale Arera nelle prossime settimane

DIMISSIONI SUBITO!
Centomila firme per liberarci di Vittorio Sgarbi

Dalla Associazione PiazzaVerdi – recentemente protagonista della pubblica denuncia del danaroso accordo tra Comune di Ferrara e Famiglia Sgarbi per lo ‘sfruttamento economico’ della Collezione Cavallini Sgarbi mediante la collocazione della stessa in Castello – viene ora un pressante appello al Sindaco di Ferrara perché tolga immediatamente all’Onorevole Vittorio Sgarbi la carica di Presidente di Ferrara Arte.

Come redazione di Ferraritalia facciamo nostro questo appello. Ma siamo convinti che si possa e si debba fare di più. Vittorio Sgarbi ha da tempo passato il segno – gli esempi sarebbero millanta – e rappresenta per la nostra città (che vorrebbe ‘sua’, in tutti i sensi) una vergogna. Una vergogna che Ferrara non si merita. I ferraresi non si meritano Sgarbi, Il Sindaco Alan Fabbri, lo stesso che lo ha investito della carica di Presidente di Ferrara Arte, deve immediatamente dimissionarlo. Invitiamo i lettori a guardare il suo video: irresponsabile, anti-istituzionale, anti-costituzionale. Il video è di due giorni fa, quando era già chiara l’entità della tragedia che ci aveva investito ed era già stato emanato il Decreto del Governo. Si intitola, noblesse oblige: “#coromavirus il virus del buco del culo. Vi spiego il perché”. E non lo spiega a quattro amici al bar ma ai suoi followers su Facebook, che sono (vi do il dato aggiornato al minuto/secondo) poco meno di due milioni, 1.992.384 per l’esattezza. Perché, dice sgarbi: “Non riesco a capire come si vogliano convincere gli italiani che esiste un pericolo che non c’è“. E scandisce, rivolgendosi agli abitanti di Codogno: “Non c’è nessun pericolo, di nessun tipo. Se andate in giro non vi capita un cazzo!. Vi risparmio il resto. Anzi, non ve lo risparmio. Se avete stomaco, guardate il video [video del 9 marzo].Giudicate voi se un uomo simile può ancora rappresentare Ferrara e i suoi cittadini..

Ferraraitalia è un piccolo quotidiano online, il nostro mestiere è fare informazione, formazione, riflessione. Come meglio riusciamo. Non spetta a noi intestarci pubbliche campagne o raccogliere firme. Ma questa è una questione di SALUTE PUBBLICA. Ci rivolgiamo a tutta la società civile ferrarese, alla Ferrara antifascista, alla Ferrara perbene. Chiediamo alle tantissime associazioni, ai gruppi, alle forze sociali e culturali, alle realtà del volontariato di Ferrara di rompere gli steccati e di abbassare le rispettive bandierine. Mettetevi (mettiamoci) insieme per raccogliere CENTOMILA firme per liberare dal drago la città di San Giorgio. Come si chiama questo flagello? Come fa di nome e cognome? Questo lo avete capito.

Francesco Monini

 

Il Comunicato della Associazione PiazzaVerdi di Ferrara
Vittorio Sgarbi non ci rappresenta. Non può rappresentare in alcun modo Ferrara né Ferrara Arte, di cui è, purtroppo, ancora Presidente. Il video nel quale afferma che il Coronavirus è una bufala e, con la consueta volgarità, invita le persone ad uscire, ad aggregarsi, a non seguire le indicazioni del Governo e delle massime autorità sanitarie, è di una gravità assoluta. In queste ore molti, a partire dai dipendenti del Mart – Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, del quale è pure Presidente – stanno chiedendo le sue dimissioni da quel ruolo.
Sono tanti i ruoli e le cariche che l’on.Sgarbi seguita a mantenere, una sorta di shopping compulsivo, e ugualmente compulsivo sembra il suo bisogno di intervenire a sproposito su tutto. Ci vergogniamo del suo essere ferrarese. A lui interessa solo essere una notizia, ha bisogno di apparire più di ogni altra cosa anche perché solo così riesce a garantirsi le comparsate televisive e i proventi economici che ne derivano. E’ imbarazzante e, nel caso specifico, allarmante. Istigare la popolazione a non rispettare una legge dello Stato, essenziale in tempo di epidemia, è, specie da parte di un Deputato della Repubblica, un atto che deve essere sanzionato a livello nazionale. E a livello locale Sgarbi non può continuare a ricoprire il ruolo di Presidente di FerrarArte e a svolgere i compiti di rappresentanza che questa carica impone. Al Presidente di un’Istituzione culturale, oltretutto pubblica, è richiesto rispetto delle regole, decoro, sobrietà. L’opposto di ciò che Sgarbi rappresenta. Non darà mai le dimissioni da alcuna carica, è evidente. Spetta al Sindaco di Ferrara, che l’ha nominato, far sì che Ferrara non debba vergognarsi. Spetta al Sindaco di Ferrara, che, giustamente, sta diffondendo in città l’appello a rispettare il Decreto del Governo per arrestare l’epidemia, assumere comportamenti coerenti. Sta ad Alan Fabbri revocare a Vittorio Sgarbi l’incarico di Presidente di Ferrara Arte.

Aiutiamoci responsabilmente comunichiamo correttamente e sempre nel rispetto delle persone

Da: Cgil Cisl Uil.

Sui livelli comunali riteniamo non esista alcun obbligo Istituzionale di dirette facebook, post sui social o comunicati stampa rispetto a casi di contagio da coronavirus. E’ una scelta che nelle piccole comunità rischia di produrre l’effetto dell’ isolamento sociale, della ricerca dell’ “untore” con il paradosso, di abbassare l’attenzione alle necessarie misure igienico sanitarie.
Non vogliamo limitare la libertà di nessuno, ci mancherebbe, ma ricordare che esiste un Commissario regionale che porta la responsabilità della corretta informazione. A livello provinciale, se necessario, è nella struttura della Sanità Pubblica dell’ AUSL che deve essere ricondotto l’onere.
Pur comprendendo le fortissime pressioni che ogni Sindaco subisce quotidianamente, l’invito è quello di abbandonare la strada della “disordinata” comunicazione per intraprendere quella del confronto con il Direttore di Sanità Pubblica e convenire sulle esigenze comunicative delle quali dovrà farsi carico.

I Segretari Generali di Cgil Cisl Uil Ferrara

Cristiano Zagatti Bruna Barberis Massimo Zanirato

Da venerdì 13 marzo un appuntamento quotidiano con spettacoli, concerti ed eventi culturali dell’Emilia-Romagna

Da: Regione Emilia Romagna.

Iniziativa dell’Assessorato regionale alla Cultura e al Paesaggio, che ha invitato oltre 1800 operatori culturali a creare un palinsesto comune. Anche direttori di musei e biblioteche coinvolti, assieme al mondo del cinema. Già nel primo weekend in programma due dirette streaming: il concerto del sassofonista Piero Odorici & Friends, venerdì ore 21,30 e sabato ore 21:00 Garrincha Loves Casa Tua, il festival casalingo dell’etichetta indipendente Garrincha condotta dai “regaz” de Lo Stato Sociale La programmazione sarà quotidiana fino al 3 aprile

Bologna – Un grande palcoscenico virtuale, con concerti, spettacoli, eventi, visite virtuali ai musei, reading in biblioteca, film, documentati e interviste ai protagonisti del mondo del cinema e dello spettacolo. Venerdì 13 marzo prende il via, dalle ore 18, la striscia quotidiana #laculturanonsiferma, palinsesto on line di iniziative culturali provenienti da teatri, festival, musei, sedi culturali della regione, di cui si può fruire gratuitamente sulle piattaforme regionali EmiliaRomagnaCreativa (www.emiliaromagnacreativa.it) e Lepida Tv (www.lepida.tv) e al canale 118 del digitale terrestre.

Contro l’epidemia da coronavirus, che ha portato alla sospensione delle attività culturali fino al 3 aprile, l’assessorato alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna è sceso in campo e ha invitato gli operatori culturali del territorio (oltre 500 solo per lo spettacolo e circa 1300 tra direttori e curatori di biblioteche, musei ed archivi regionali), a condividere on line alcuni contenuti per creare un palinsesto regionale che dia il segno di una vicinanza al proprio pubblico isolato a casa. Il mondo della cultura reagisce così all’emergenza e non potendo portare spettatori nei teatri e nelle sale cinematografiche o in musei e biblioteche, utilizza sempre di più il web e in particolare i social come Facebook e Youtube per mantenere il contatto con i propri spettatori e visitatori, moltiplicando le proposte on line.

Con l’iniziativa #laculturanonsiferma, l’Assessorato regionale ha messo a disposizione degli operatori le due piattaforme digitali per la pubblicazione e diffusione di contenuti culturali, in cui sarà possibile condividere contenuti digitali già esistenti (materiali di repertorio purché liberi da diritti), oppure dirette streaming di concerti e spettacoli ma anche visite virtuali a musei, reading e brevi video su testi e autori prodotti da biblioteche e archivi. E ancora film e documentari realizzati da produzioni regionali sostenute dalla Film Commission, o servizi giornalistici di approfondimento a cura della redazione di Emiliaromagnacreativa.

L’obiettivo è quello di raggiungere le persone attraverso il web, invitandole a incontrarsi virtualmente per continuare a diffondere cultura, rispettando le norme di sicurezza, ma senza rinunciare al piacere della musica, del teatro, dell’arte e della conoscenza e soprattutto della condivisione.

Le adesioni degli operatori stanno già arrivando numerose e hanno portato alla creazione di un primo palinsesto in programma per il weekend. La raccolta work in progress dei materiali porterà ad una programmazione che verrà comunicata settimanalmente.

In particolare, l’Istituto per i Beni Culturali all’interno della iniziativa #laculturanonsiferma, ha lanciato la campagna “Al Museo per voi/In Biblioteca per voi /in Archivio per voi. Incontri con i curatori delle collezioni dell’Emilia-Romagna” (#almuseopervoi; #inbibliotecapervoi; #inarchiviopervoi), finalizzata a raccogliere e diffondere i contenuti culturali che gli stessi direttori e curatori produrranno, anche con brevi video realizzati con lo smartphone: un’opera d’arte, un libro, un documento storico.

Per quanto riguarda il cinema e l’audiovisivo, già grazie alle prime adesioni si potranno vedere produzioni distribuite da I Wonder Pictures come “Searching for Sugar Man” e sostenute dalla Emilia-Romagna Film Commission come il “Vangelo secondo Matteo Z. Professione Vescovo”,documentario di Emilio Marrese.

Evento speciale, sabato 14 marzo, alle 21:00, la diretta streaming Garrincha Loves Casa Tua il festival casalingo chel’etichetta indipendente Garrincha Dischi ha deciso di organizzare in diretta dalle case dei suoi artisti verso i monitor e le tv degli Italiani.
Garrincha Loves Casa Tua è un festival casalingo, servito a domicilio in una maniera assolutamente innovativa, che include simultaneamente la trasmissione in streaming e su satellitare terrestre al canale 118 di Lepida TV. Condotta dai “regaz” de Lo Stato Sociale, la kermesse conta 10 artisti della casa discografica bolognese tra cui The Bluebeaters, CIMINI e tante altre sorprese che verranno svelate nelle prossime ore!

Il programma del weekend: dal 13 al 15 marzo a partire dalle ore 18

Venerdì 13 marzo

– Sigla apertura striscia #laculturanonsiferma a cura di Lepida TV
– Presentazione del progetto dell’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio Mauro Felicori
– Artistinpiazza: cortometraggio a cura del festival Artistinpiazza di Pennabilli
– Video musicale di un artista del Meeting delle Etichette Indipendenti
– Searching for Sugar men: documentario, biografico, musicale, – Svezia, Gran Bretagna, Finlandia, 2012, durata 86 minuti, del 2013; distribuito da: I Wonder Pictures. Una carriera brevissima ma straordinariamente promettente, quella di Sixto Rodriguez, prima che scomparisse nel nulla. Due fan scoprono, però, che il cantautore potrebbe essere ancora vivo e lo cercano in Sudafrica.
– DIRETTA STREAMING 21:30 Piero Odorici & Friends. Live a porte chiuse presso il Camera Jazz Club di Bologna. Piero Odorici, sassofono – Stefano Senni, contrabbasso – Dario Rossi, batteria – Marco Bovi, chitarra – Emiliano Pintori, pianoforte.

sabato 14 marzo

– Sigla apertura striscia #laculturanonsiferma
– Intervista/presentazione progetto a cura dell’assessore Mauro Felicori
– Artistinpiazza – “Il vento e il funambolo”: documentario del festival di Pennabilli
– Video musicale di un artista del Meeting delle Etichette Indipendenti
– Musica Insieme 1914-1918_La Grande Guerra: Versi di trincea – Vittorio Franceschi legge poesie di Giuseppe Ungaretti – il duo pianistico Ammara – Prosseda esegue musiche di Johann Sebastian Bach, Alfredo Casella, Arnold Schoenberg.
– DIRETTA STREAMING 21:00 Garrincha Loves Casa Tua

Palinsesto domenica 15 marzo

– Sigla apertura striscia #laculturanonsiferma
– Intervista/presentazione progetto a cura di Mauro Felicori
– Artistinpiazza – il vento e il funambolo: documentario del festival di Pennabilli
– Video musicale di un artista del Meeting delle Etichette Indipendenti
– Vangelo secondo Matteo Z. Professione Vescovo: documentario di Emilio Marrese (2019). Il mestiere del vescovo nell’interpretazione che dà alla sua missione l’Arcivescovo della Diocesi di Bologna, Monsignor Matteo Maria Zuppi. Il film – che ha ottenuto l’entusiasta e immediata adesione del Vescovo stesso – non è una celebrazione biografica, ma il fedele ed emblematico racconto cronachistico di una sua giornata di “lavoro” nei momenti privati e pubblici, dall’alba alla notte.

Come aderire all’iniziativa

Per aderire all’iniziativa, tutti gli operatori culturali devono compilare un format (in allegato) indicando le caratteristiche dell’evento che si intende mettere a disposizione per la messa on line sulle piattaforme regionali. Nel caso di operatori dello spettacolo e del cinema, il format compilato va inviato a cultura@regione.emilia-romagna.it,mentre per operatori di musei, biblioteche e archivi l’indirizzo di posta dedicato alla raccolta dei materiali è laculturanonsiferma@regione.emilia-romagna.it. Va indicato nell’oggetto della mail l’hashtag: #laculturanonsiferma. Verranno poi selezionate le iniziative più interessanti ed inserite nella proposta regionale on line.

Lepida TV

LepidaTV è un servizio di comunicazione per la Community Network degli Enti pubblici dell’Emilia-Romagna, strutturato con una redazione interna (garante della selezione e della validazione dei materiali) e una componente tecnica (responsabile della progettazione e realizzazione dei servizi e delle infrastrutture tecnologiche) entrambe in capo a LepidaScpA.

Il palinsesto di LepidaTV che copre 24 ore su 24 senza pubblicità, è fortemente focalizzato sui temi dell’innovazione, in particolare di quella realizzata con tecnologie digitali, della cultura e dell’arte con una forte attenzione alla dimensione territoriale e con lo scopo di valorizzare il patrimonio audio-video che le Pubbliche Amministrazioni hanno prodotto negli anni in diversi ambiti.

È fruibile da digitale terrestre in Emilia-Romagna sul canale 118 e in simulcast web su www.lepida.tv e mediante canale YouTube live.

Coldiretti: gli agriturismi chiusi in tutta Italia

Da: Coldiretti di Ferrara.

Gli agriturismi della Coldiretti dispongono volontariamente la chiusura nelle prossime due settimane per aderire alla campagna #iorestoacasa. Una decisione assunta dal Consiglio Nazionale della Coldiretti riunito in seduta straordinaria dal Presidente Ettore Prandini in videoconferenza per affrontare l’emergenza Coronavirus. Verranno comunque garantite – sottolinea la Coldiretti – le consegne a domicilio con iniziative di sostegno alle fasce più deboli della popolazione in alcune realtà come il servizio “Caro nonno ti cibo!” rivolto agli anziani che offre la possibilità di prenotare e ritirare i piatti pronti della tradizione contadina, già caldi e confezionati in un apposito packaging salva freschezza. Sono oltre 13 milioni le presenze stimate nell’ultimo anno nelle 23mila strutture agrituristiche diffuse su tutto il territorio nazionale con 253mila posti letto e quasi 442 mila coperti per il ristoro, sulla base di una analisi Coldiretti su dati Istat. Se la cucina è una delle ragioni principali per scegliere l’agriturismo, sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking, ma non mancano – continua la Coldiretti – attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici. “La nostra decisione è una assunzione di responsabilità verso i cittadini ed il Paese per concentrare in queste settimane decisive tutte le energie nella lotta alla diffusione del virus” ha affermato il presidente di Terranostra Coldiretti Diego Scaramuzza nel l’auspicare che “questo sacrificio sia utile a superare l’emergenza per rivedere tutti gli amanti della campagna nelle nostre aziende a Pasqua”.

A Unife al via oggi le lauree online

Da: Università degli studi di Ferrara.

A Unife si sono svolte oggi, mercoledì 11 marzo, le prime sedute di laurea in modalità online.

Sono 77 le studentesse e gli studenti che hanno conseguito l’ambito titolo di Dottoresse e Dottori della Laurea Magistrale in Economia, Mercati e Management del Dipartimento di Economia e Management di Unife.

Grazie alle modalità adottate dall’Ateneo sono quasi 900 le laureande e i laureandi che nei prossimi giorni e per tutto il mese di marzo potranno laurearsi nei tempi previsti.

Di questi, 468 studentesse e studenti delle lauree magistrali e magistrali a ciclo unico discuteranno le proprie tesi e otterranno il titolo attraverso la procedura online.

400 invece le laureande e i laureandi delle lauree triennali che conseguiranno il titolo dopo una valutazione da parte delle commissioni degli elaborati scritti e caricati online e del percorso formativo. Su tale base viene determinato il voto di laurea.

Un risultato ottenuto grazie all’impegno e allo sforzo che l’Ateneo tutto, docenti e personale tecnico amministrativo insieme, sta facendo per consentire a studentesse e studenti la prosecuzione o conclusione del percorso formativo.

Riprogrammazione spettacoli della rassegna teatrale

Da: Comune di Codigoro.

Con l’auspicio che l’emergenza sanitaria possa rientrare nel più breve tempo possibile, l’Amministrazione Comunale segnala che sono state riprogrammate le due date della stagione teatrale, già previste al teatro comunale “Arena”, come di seguito indicato:

Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta
“Scusa sono in riunione…ti posso richiamare?!
previsto per il 17 marzo 2020
RINVIATO A MERCOLEDÌ 29 APRILE 2020, ORE 21

Oblivion
“La bibbia riveduta e scorretta”
previsto per il 3 aprile 2020
RINVIATO A VENERDÌ 29 MAGGIO 2020, ORE 21.

Coldiretti: chiusi gli agriturismi in tutta Italia

Da: Coldiretti Emilia Romagna.

Gli agriturismi della Coldiretti dispongono volontariamente la chiusura nelle prossime due settimane per aderire alla campagna #iorestoacasa. Una decisione assunta dal Consiglio Nazionale della Coldiretti riunito in seduta straordinaria dal Presidente Ettore Prandini in videoconferenza per affrontare l’emergenza Coronavirus. Verranno comunque garantite – sottolinea la Coldiretti – le consegne a domicilio con iniziative di sostegno alle fasce più deboli della popolazione in alcune realtà come il servizio “Caro nonno ti cibo!” rivolto agli anziani che offre la possibilità di prenotare e ritirare i piatti pronti della tradizione contadina, già caldi e confezionati in un apposito packaging salva freschezza. Sono oltre 13 milioni le presenze stimate nell’ultimo anno nelle 23mila strutture agrituristiche diffuse su tutto il territorio nazionale con 253mila posti letto e quasi 442 mila coperti per il ristoro, sulla base di una analisi Coldiretti su dati Istat. Se la cucina è una delle ragioni principali per scegliere l’agriturismo, sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking, ma non mancano – continua la Coldiretti – attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici. “La nostra decisione è una assunzione di responsabilità verso i cittadini ed il Paese per concentrare in queste settimane decisive tutte le energie nella lotta alla diffusione del virus” ha affermato il presidente di Terranostra Coldiretti Diego Scaramuzza nel l’auspicare che “questo sacrificio sia utile a superare l’emergenza per rivedere tutti gli amanti della campagna nelle nostre aziende a Pasqua”.