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Ognuno ha fatto la sua disamina di queste elezioni. Chi si è sentito vincitore, chi ha festeggiato, chi ha analizzato i dati, chi ha detto “avete vinto, ma…”. Tutti con la propria opinione su cosa poteva farsi meglio. O peggio. Tutti a commentare il voto, il risultato, la Regione tagliata a metà. Tutti a vantarsi del proprio “orticello” e delle proprie percentuali. Tutti in crescita, anche quelli dello zero virgola. Proprio in mezzo a questo mare di commenti vincenti, mi viene in mente che, alla fine, è proprio chi vota che perde, perché ad essere comandati da altri si è tutti bravi, a governare sé stessi bisogna esser santi.

“Se posso permettermi il lusso del termine, da un punto di vista ideologico sono sicuramente anarchico. Sono uno che pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio.”
Fabrizio De André

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Jonatas Di Sabato

Giornalista, Anarchico, Essere Umano

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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